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Messaggi di Giugno 2010

PENSIONE TIBERTI, KADETT E STATALI DESERTE 3

Post n°691 pubblicato il 14 Giugno 2010 da piandeloa
 

dicevo, ve li ricordate i passaggi a livello, che adesso non esistono quasi più? Io ho il dubbio che ne siano rimasti solo due in tutto il mondo, e sono in due delle 5 entrate della mia città. Lungo la strada per il mare ce n'erano parecchi, e non è come adesso che stanno chiusi due minuti, allora si stava dei quarti d'ora così, persi in mezzo alla campagna. Intanto i bambini facevano pipì in mezzo agli alberi, e gli adulti socializzavano un po'. Dopo una decina di passaggi a livello arrivavamo alle porte di Ferrara, e ormai era venuta l'ora di pranzo. Ci fermavamo in una di quelle meravigliose trattorie di una volta, quelle che si trovavano sulle statali a intervalli più o meno regolari. In pratica, invece di mangiare un rustico, un fattoria o un positano in autogrill in piedi in mezzo ad altra gente nervosa e accaldata, si mangiava un risotto con la salsiccia, o con le rane, seduti all'ombra sotto le frasche. Con tutta calma si ripartiva attorno alle 3, anche 3 e mezza perché magari faceva un po' meno caldo. Dopo un'eternità si incominciavano a vedere le prime indicazioni per i lidi, e - cazzo - allora sì, che ci si sentiva al mare, e tutti i bambini cercavano di vederlo all'orizzonte. Insomma, prima di sera invadevamo la pensione Tiberti. Ricordi di quella pensione? Alcuni sparsi: le camere con 3 o 4 letti, il bagno in comune ogni 6 o 7 camere. Vabbè, fermi là, in questo preciso istante mi è arrivato l'aggiornamento del programma per i libri di testo. La prossima puntata sarà a ottobrenovembre.

 
 
 

PENSIONE TIBERTI, KADETT E STATALI DESERTE 2

Post n°690 pubblicato il 04 Giugno 2010 da piandeloa
 

...che poi alla fine, invece, si stava meglio allora, perché si sa che il presente è l'aspetto che ci interessa meno della vita, mentre il futuro è di gran lunga più importante. E quindi negli anni '60 il futuro era favoloso, mentre ora ce l'hanno rubato, o forse l'abbiamo distrutto. Cosa dite? Non c'entra nulla? Non me ne frega nulla, il blog è mio, e vado fuori tema finché voglio, ok? Comunque stavo dicendo che partivamo con l'Opel Kadett lungo quell'interminabile strada di montagna...ma fermi là, sulla statale 51 farò un post specifico, quindi teltrasportiamoci direttamente nella bassa veronese, dove i miei avevano vissuto qualche anno e avevano un sacco di amici. Ma prima c'era la tappa dai miei nonni nel mantovano, per dormire, perché mica si poteva fare in una sola giornata un viaggio così, eh! Allora, poi dalla bassa veronese partiva la carovana basso veronese-Igea Marina. Perché si trattava veramente di una carovana, c'erano una decina di macchine: lancia fulvia, 1100, 600 eccetera, tutte di rigorosa produzione nazionale, tranne la mitica Kadett bianca di mio papà. Cominciava così un viaggio interminabile, tutto su statali d’altri tempi e paesi abbandonati e tutti uguali. Difficile descrivere la bassa veronese degli anni ‘60 a chi non ci sia mai stato, però, in effetti, se togliamo qualche migliaio di capannoni e qualche condominio, non è molto diversa da oggi. A proposito, leggevo da qualche parte che la pianura padana è considerata una delle tre zone più fertili del mondo intero, assieme al delta del Mekong e alle pianure cinesi coltivate a riso. Secondo voi è stato un buon affare distruggerla per farne un unico groviglio di zone artigianali e commerciali? Siamo certi che sia indispensabile un centro commerciale ogni 15 km? So che allora era tutta campagna, con delle grandi corti coloniche - ci abitava anche della gente, credetemi - e un paese ogni decina di km. Credo che i paesi della bassa veronese siano fra i più brutti d’Italia. Tutti cresciuti per il lungo, seguendo la strada, il più delle volte senza una vera e propria piazza, solo uno slargo dove c’è la chiesa. Non c’è un portico, c’è pochissimo verde…poi, magari, per chi c’è cresciuto è il posto più bello del mondo. Allora, si passava in questi paesi completamente abbandonati sotto il sole torrido di luglio, e vedevi al massimo qualche vecchio e qualche bambino seduto all’ombra. E non si rallentava mai: fuori dai paesi 60 all’ora su strada deserta, nei paesi idem, tutti adeguati alla velocità dell’auto più lenta. Strade dritte come schioppettate, con l’illusione ottica delle pozzanghere in lontananza, tutte circondate da filari di platani che erano pericolosissimi, ma almeno davano un po’ d’ombra. Perché allora mica c’era l’aria condizionata, in macchina; andava già bene, per chi si sedeva dietro, avere un finestrino da abbassare, perché erano le auto erano quasi tutte a due porte. Per cui era ìndispensabile fermarsi ogni tanto, non solo per prendere un po’ d’aria, ma anche perché spesso a qualche bambino veniva mal d’auto, magari aiutato in questo dal padre che fumava una sigaretta dietro l’altra. Per fortuna ogni poco si trovava un passaggio a livello chiuso..,ma di questo parlerò nella prossima puntata.

 
 
 

PENSIONE TIBERTI, KADETT E STATALI DESERTE

Post n°689 pubblicato il 03 Giugno 2010 da piandeloa
 

L'amica Annuska, che raccontava della transpolesana, mi ha fatto ricordare i viaggi che facevo da piccolo per andare al mare. E ragazzi, quelli sì che erano viaggi. Si partiva dal villaggio fra le montagne vicino a Erto, prima con la 600, poi con l'850, ma i miei ricordi partono dall'opel kadett. Opel Kadett coupé, eh, robe non dico da signori , ma da ceto medio. E il ceto medio, in quegli anni, stava bene. Poi, a ben pensarci, si stava davvero così bene? Dai miei ricordi si stava peggio di oggi; la mia famiglia, come dicevo, non se la passava affatto male, mia madre era maestra, mio padre aveva un buon lavoro, quindi potevamo considerarci quasi benestanti, per l'epoca. Però, nonostante ciò, ci si potevano concedere ben pochi dei lussi che ora sembrano normali. Ad esempio, i ristoranti esistevano soltanto per matrimoni e comunioni, per il resto si andava una volta o due al mese in pizzeria. I vestiti si riciclavano per più fratelli, e i giocattoli? Uno per San Nicolò e uno per il compleanno, basta. Quindi, dove si poteva andare al mare? Non a Cuba, non in Sardegna, non in Grecia, nemmeno alle Maldive: si andava alla pensione Tiberti di Igea Marina! Ed era bellissimo. Però non capivo una cosa: leggendo Topolino - che per me era la più importante forma di informazione - si vedevano Paperino e i nipoti che mettevano i piedi nelle tinozze con l'acqua ghiacciata per sopportare il caldo, e facevano di tutto per andare al mare a prendere il fresco. Ecco, al mio paese faceva molto più fresco che al mare, quindi i conti non mi tornavano affatto.
Ma mi sembra di aver iniziato questo post per parlare del viaggio...vabbè, troppo tardi, alla prossima puntata.

 
 
 
 
 

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Data di creazione: 28/04/2006
 

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