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OMICIDI A PORTAPORTESE di Aurora Di Giuseppe

Post n°12 pubblicato il 30 Maggio 2011 da aurora.digiuseppe

Essere commissario di Polizia in una città come Roma non dev'essere, già di per sé, un lavoro estremamente facile.
Farlo, cercando anche di mantenere una vita personale pressoché dignitosa, dev'essere ancora più difficile.
Se poi il commissario in questione è una donna, in un ambiente lavorativo in cui sia i subordinati che i superiori sono per lo più uomini (nella maggior parte dei casi anche solo e soltanto dei “maschi”) per i quali il commissario è solo un paio di gambe o, al massimo, la prossima preda da portare a letto, la situazione si complica ancora di più.
Sembra quasi non esserci spazio, in tutto ciò, per la normale routine di un commissariato come tanti: omicidi, maniaci sessuali, truffe, scippi, e tutto il resto.
Nonostante tutto, nonostante le difficoltà, la nostra Debora, questo il nome del commissario protagonista di questo secondo romanzo incentrato sulle sue vicissitudini, riesce comunque a portare avanti, coadiuvata da un ottimo gruppo di collaboratori, il suo lavoro.

Ma sembra, per una buona metà del libro, che l'indagine sia solo un pretesto, quasi uno sfondo su cui rappresentare la vita di una donna moderna, che magari non sa cosa vuole, ma prova a scoprire come provare a ottenerlo.
Il commissario Debora Giovagnoli è una donna tenace, ma bisognosa di affetto e attenzioni, come noi tutti lo siamo: mascherarsi dietro a una divisa di un certo livello l'aiuta, all'occorrenza, a farsi scudo nei momenti di massima difficoltà – più che altro nel rapporto con se stessa – ma non le impedisce di lasciarsi andare ai sentimenti e alle passioni.

Quella narrata in queste pagine è la sua vicenda personale che va dipanandosi di pari passo con le due inchieste che il suo commissariato è chiamato a risolvere e, alla chiusura delle inchieste corrisponde anche una presa di coscienza da parte di Debora dei propri desideri.
L'intreccio dei due piani, quello privato e personale, con quello pubblico e lavorativo, è ben costruito e ci dimostra ancora una volta il lato umano di figure che troppo spesso siamo abituati a pensare come dei blocchi di marmo senza una vera personalità.

Chissà che forse non possiamo riscoprire l'essenza degli esseri umani, spogliandoci dei vestiti che siamo costretti, per semplice necessità di vita, a portare durante “l'orario di lavoro”?
E chissà che quest'essenza riscoperta non sia migliore, più autentica, genuina, libera da condizionamenti e ipocrisie?


Emiliano Felicissimo

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Commenti al Post:
aurora.digiuseppe
aurora.digiuseppe il 04/06/11 alle 01:41 via WEB
salve sono di nuovo qui... ma non solo per ringraziare emiliano delle belle parole che ha scritto perchè credo che quello sia sottinteso.. ma per ringraziarlo per quello che fà per noi... abbiamo procurato ad emiliano diversi titoli e lui leggendoli publica le sue recenzioni... ma non si sofferma solo a dire se il libro è bello oppure no... ma riesce a caapire la psicologia dei protagonisti... cosa l'autore voleva trasmettere riportando nero su bianco con il proprio racconto... ci lascia quella giusta curiosità che ci portga a leggerlo e divorarlo per verificare la veridicità del suo scritto... è passato un mese da quando noi della casa editrice gli abbiamo chiesto di farlo... lui ha risposto ci provo... beh devo dire che è riuscito benissimo al nostro intento riportare a tutti voi che non basta scrivere per essere dei bravi scrittori ma bisogna leggere e confrontarsi anche con gli altri... far conoscere anche le opere degli altri.. creare una sinergia tra di noi.... emiliano ci regala attimi di popolarità... io personalmente quando leggo le sue recenzioni dei miei libri mi dico ora sono una vera "scrittrice" cè qualcuno che ha riportato il vero significato del mio scritto... grazie emiliano da tutti noi...
 
 
Lo_Gnomo
Lo_Gnomo il 08/06/11 alle 14:01 via WEB
Grazie per i complimenti. Io sinceramente non credo di potermi permettere di scrivere delle vere recensioni. Ho colto questa opportunità più che altro per esercitare la mia scrittura e, soprattutto, per leggere altre opere di altri autori emergenti come me. Sicuramente manca quella tecnica e quella capacità che caratterizzare i grandi scrittori, i romanzi di un certo livello. Resta il fatto che il motivo principale per cui si scrive è un moto interiore nostro, e quando buttiamo sulla carta le nostre emozioni, i nostri pensieri, le nostre passioni, abbiamo già creato qualcosa. Io non mi permetto di dire, in queste recensioni, se i libri che leggo siano validi o meno artisticamente, perché non sono né un artista né un critico letterario, semplicemente riporto ciò che la lettura di questi romanzi mi trasmette e può trasmettere a tutti coloro che li leggeranno.
 
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