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Piero Calamandrei al III Congresso dell’Associazione a difesa della scuola nazionale (Adsn)

Post n°34 pubblicato il 28 Settembre 2008 da zum_pa_pa

Facciamo l’ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al
potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole
rispettare la costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol
fare la marcia su Roma e trasformare l’aula in alloggiamento per i
manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura.


Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare
le scuole di stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di
stato hanno il difetto di essere imparziali. C’è una certa resistenza;
in quelle scuole c’è sempre, perfino sotto il fascismo c’è stata.


Allora, il partito dominante segue un’altra strada (è tutta un’ipotesi
teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a
screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a
favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del
suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad
andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si
comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole,
perché in fondo sono migliori, si dice, di quelle di stato. E magari si
danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a
quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece
che alle scuole pubbliche alle scuole private. A “quelle” scuole
private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio.


Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito
dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di stato in
scuole di partito, manda in malora le scuole di stato per dare la
prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, amici, in questo
convegno questo è il punto che bisogna discutere.

Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d’occhio i cuochi di
questa bassa cucina. L’operazione si fa in tre modi, ve l’ho già detto:
rovinare le scuole di stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire
i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il
controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare
che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per
insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole
private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private
denaro pubblico.

Roma, 11 febbraio 1950
www.golemindispensabile.it

 
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prove di haiku/4

Post n°33 pubblicato il 28 Settembre 2008 da zum_pa_pa

domani sarà
giorno per seppellire
chi oggi riposa

 
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Post N° 32

Post n°32 pubblicato il 01 Dicembre 2007 da zum_pa_pa

l'uomo e l'ombrello
i passi mossi dall'incedere paludoso
smarginano pensieri di vetro colato


La dissimulazione è una industria di non far veder le cose come sono. Si simula quello che non è, si dissimula quello ch'è. Disse Virgilio di Enea:

    Spem vultu simulat, premit altum corde dolorem.

    Questo verso contiene la simulazion de la speranza e la dissimulazione del dolore. Quella non era in Enea, e di questo avea pieno il petto; ma non volea palesar il senso de' suoi affanni: ricordava però a' compagni l'aver sofferti piú gravi mali, e nominando la rabbia di Scilla e lo strepito degli scogli ed i sassi de' Ciclopi, se ne valse come per sepellir tra que' mostri, e tra quelle passate ruine, tutte le rie venture che lor già davan noia;

Torquato Accetto
"Della dissimulazione onesta"
1641

 
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Post N° 31

Post n°31 pubblicato il 13 Aprile 2007 da zum_pa_pa

Messaggio N° 97 28 Novembre 2004

Ai bambini raccomandiamo di non toccare le ali della farfalla; le colora una polvere magica, diciamo, che la fa volare.

Da bambini ci crediamo, che esista al mondo una polvere magica.
Poi cresciamo e capiamo che è solo una fiaba per bimbi.
E, pur continuando a raccontarla, dimentichiamo.

La polvere magica invece esiste.

Esiste davvero; sono piccole squame, o forse frammenti di emozione, dipinte su ali di farfalla.
Se la tocchi le regali per sempre un volo scucito.
A volte basta uno sguardo, una parola, a rapire due note di magia volante.

A volte preferiamo, rapiti da tanta bellezza, conficcarle due aghi di
premurosa ammirazione nel cuore d'insetto e lasciarla a guardare,
crocifissa d'amore, immota dietro un oblò di attesa.


 
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Post N° 30

Post n°30 pubblicato il 12 Marzo 2007 da zum_pa_pa

vengo qui, di tanto in tanto, a curiosare tra quel che non scrivo, quel che non dico, quel che non penso.

sbircio e spio, con voyeuristico istinto, la vita che non ho, i pensieri evaporati e.stinti.

leggo ricordi che non comprendo, ebbro di terzietà.

mi saluto.

 
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...da lontano (18 Dicembre 2004)

Post n°29 pubblicato il 03 Settembre 2006 da zum_pa_pa

Ricomincio a scrivere, altrimenti non lo faccio più.
Tante volte mi sono chiesto (e chi non lo fa, tra noi assurdi interpreti del blog) perché scriva.
Naturalmente una risposta certa, a me, sfugge.

Non so bene cosa mi porti di buono scrivere, seminare impudentemente lettere.
So cosa significa non farlo, però.

Se non scrivo non parlo con me.
Se non scrivo, anche in questo modo arruffato, "involuto/evoluto", non solo non esprimo emozioni, ma non me le racconto.
Le nego.
Nego a me stesso che esistano, consegnandomi ad un'esistenza gloriosamente piatta, monocorde, un mare senza tempeste, senza chiglie sfasciate e flutti gorgheggianti.
Ma io di quei gorghi ho bisogno.
Devo infilarci la testa dentro ed, immancabilmente attratto, il collo ed il corpo tutto.

Dentro (con le dita e la voce e gli occhi).
Nelle mie stesse emozioni, nei pensieri poco comprensibili e razionali, ma profondamente miei.
Rinuncio a trovare un filo, una linea retta su cui disporli, che mi consenta un giorno di cantarli come un rosario.
Rinuncio così anche alla salvezza che la certezza costituisce.
Rinuncio per conquistarmi intero, per portare una parte di me oltre il limite delle paure e del buon senso.
Lì dove perdersi è facile tanto quanto godere.

-------

"Azzurraaaaaa!!! Azzurraaaaaa!!!"
La bambina volante sfugge alla salva di cromatica stasi, che si spegne in un crocchio di sedie a sdraio, incerte su chi tra loro debba rispondere.

E' protesa verso una bolla di sapone che le sorvola il capo.
Su quella bolla supererà il mare, come da tempo progetta.

"Azzurraaaaaa!!! Azzurraaaaaa!!!"
La seconda raffica la raggiunge sul balzo e le spegne il pensiero in pancia.
Un bracciolo sgonfio, promessa di marina salvezza, la accartoccia al suolo.
Reca inciso il nome con cui la chiamano.

oggi, sono di tutti i colori

 
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Post N° 28

Post n°28 pubblicato il 10 Agosto 2006 da zum_pa_pa

cosa lega fiorella mannoia, l'effetto leidenfrost, i gechi, il legame di wan der waals, il fiume e la nebbia, le molecole baciate, i pensieri obliqui, il tramonto rugoso di oggi?
cosa?
domani vacanza.
vagabondaggio di pensieri.

 
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Post N° 27

Post n°27 pubblicato il 31 Luglio 2006 da zum_pa_pa

la donna il bambino gli occhi.
di lui solo niente altro.
fissi incantati dal mirabile spettacolo di decomposizione batterica nel sentiero di acque.
la donna il bambino, gli occhi dimenticano un uomo.

 
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Post N° 26

Post n°26 pubblicato il 17 Luglio 2006 da zum_pa_pa

piccolissime nuvole e gemiti di cristallo ad incanutire il capo

 
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Post N° 25

Post n°25 pubblicato il 01 Febbraio 2006 da zum_pa_pa

il contorno s'incrina di fulmini prima che mi accorga di rimbombare di vuoto...
 
questo mi accingevo a scrivere. nulla più.
probabilmente avrei continuato con una digressione infantile (la città verticale, l'unica vista unica alta ed eburnea, che mi cresce altezzoso. Il circondario osservato dall'alto, solo per crollare in precipizi di cemento), per umettare le dita nelle schiere di pioggia che tanto mi affascinavano.
Forse è l'altezza, ma da qui la pioggia sembra mare sospeso e le costruzioni un'Atlantide moderna e dissennatamente viva.
Il vento schianta l'acqua contro i palazzi e poi ne riporta in alto i mulinelli infranti.
Ascolto il grido di ogni goccia schiantata nel parto che ne fa mille, ascolto e sposo il battito.
 
(...)

-----------------------
chissà cosa volessi dire. chissà cosa fosse nei pensieri.
le lettere, come sette note povere, continuano a combinarsi e rivoltarsi. Non le riconosco.

 
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Post N° 24

Post n°24 pubblicato il 23 Gennaio 2006 da zum_pa_pa

In giro a posare semi d'arcobaleno, cammina dappresso un bordo di mondo, dove il cielo è cucito alla terra.
Scruta tra i punti lenti, quando le montagne mordono la volta.
Con la mano fruga chino nel buio che spaventa.
L'altra promette colori.
------------------
On Air
Guccini e Cirano, Trilussa in salsa di Baglioni e Ninna Nanna, De Andrè pezzetti tagliati e larghi occhi chiari, una Fiorella d'Irlanda.

 
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Cinque tue Strane Abitudini

Post n°23 pubblicato il 09 Gennaio 2006 da zum_pa_pa

Regolamento (pedissequamente copiato da anime.salve): il primo giocatore di questo gioco inizia il suo messaggio con il titolo "cinque tue strane abitudini", e le persone che vengono invitate a scrivere un messaggio sul loro blog a proposito delle loro strane abitudini devono anche indicare chiaramente questo regolamento. Alla fine dovrete scegliere 5 nuove persone da indicare e linkare il loro blog o web journal. non dimenticate di lasciare un commento nel loro blog o journal che dice "sei stato scelto" (se accettano commenti) e ditegli di leggere il vostro.

Grazie Marring...
sapevo che non mi sarei salvato dalla nuova peste; l'altra ho fatto finta di non notarla (vero M.?), ho finto non mi avesse contagiato...
Stavolta temo non si possa scappare...

  • Mi piace, quando sono nel traffico con la mia automobile, guardare la gente, la folla, solitamente sugli autobus.
    Cerco un soggetto che sia tale, una creatura distinta. Uomini, donne, anziani e giovani, l'età ed il sesso non hanno importanza.
    Mi piace giocare con quel loro istante ed immaginare il corso dei pensieri, l'origine, la vita qualche volta.
  • Quando guardo una collina, un'asperità, un monte, per belli che siano mi chiedo cosa ci sia dietro. Poi scopro che c'è sempre un altro dietro che mi aspetta.
  • La mattina pulisco il piano cottura della cucina, solitamente appena preparata la colazione. Non ho la pazienza di attendere che tutto sia freddo. Di questo passo non avrò più impronte digitali.
  • Una canzone ed una sola introduce da anni i momenti importanti, quelli in cui ti chiami a raccolta: "Sunday bloody sunday".
  • Talvolta sogno un serpente volante. Credo esca dagli armadi lasciati aperti nelle altre case. I miei, la notte, restano ben chiusi.

...il morbo resta con me...

 
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Post N° 22

Post n°22 pubblicato il 06 Gennaio 2006 da zum_pa_pa

Lella
(De Angelis - Venditti)

Te la ricordi Lella quella ricca
la moje de Proietti er cravattaro
quello che c’ha er negozio su ar Tritone
te la ricordi te l'ho fatta vede
quattr' anni fa e nun volevi crede
che 'nsieme a lei ce stavo proprio io.
Te lo ricordi poi ch'era sparita
e che la gente e che la polizia
s'era creduta ch'era annata via
co' uno co' più sordi der marito...

E te la vojo di' che so' stato io...
so' quattr'anni che me tengo 'sto segreto
te lo vojo di' ma nun lo fa' sape
nun lo di' a nessuno tiettelo pe' te.....

Je piaceva anna' ar mare quann'è inverno
fa' l'amore cor freddo che faceva
però le carze nun se le tojeva
A la fiumara 'ndo ce sta' er baretto
tra le reti e le barche abbandonate
cor cielo grigio afacce su da tetto
'na matina ch'era l'urtimo dell'anno
me dice co'la faccia indifferente:
me so' stufata nun ne famo gnente
e tireme su la lampo der vestito...

E te la vojo di' che so' stato io...
so' quattr'anni che me tengo 'sto segreto
te lo vojo di' ma nun lo fa' sape
nun lo di' a nessuno tiettelo pe' te.....

Tu nun ce crederai nun ciò più visto
l'ho presa ar collo e nun me so' fermato
che quann'è annata a tera senza fiato...
Ner cielo da 'no squarcio er sole è uscito
e io la sotterravo co' 'ste mano
attento a nun sporcamme sur vestito.
Me ne so' annato senza guarda' 'ndietro
nun ciò rimorsi e mo' ce torno pure
ma nun ce penso a chi ce sta la' sotto...
io ce ritorno solo a guarda' er mare...

E te la vojo di' che so' stato io...
so' quattr'anni che me tengo 'sto segreto
te lo vojo di' ma nun lo fa' sape’
nun lo di' a nessuno tiettelo pe' te...
---------------------------------------

...quel che unisce è la lama del coltello e senti amore colarti addosso.
La lingua infilzata giusto nel petto, ad asolare il cuore, e colore di altro ti tinge.

Le labbra restano a circolare vino sulle guance bianche.

 
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Post N° 21

Post n°21 pubblicato il 31 Dicembre 2005 da zum_pa_pa

La ragazza di Bilbao geme l'aria di chi non ha mai avuto abbastanza soldi per comprare carne da appendere alle ossa.
I suoi muri sono rimasti così, spogli e lattiginosi, le vene come rami nella nebbia.
Legge ingolfata di vento, alla luce gobba d'un lampione, parole che non so vedere.

 
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Post N° 20

Post n°20 pubblicato il 23 Dicembre 2005 da zum_pa_pa

Marina teneva stretto al petto un bouquet di ricordi che per caso o per dispetto l'aveva colpita il giorno di un non matrimonio. Con stupore guardava i colori di vite passate e non sue, lenzuola di peonia in cui i corpi dei non amanti condividevano il sonno e poco altro, campanule di mughetto stonate ed organza rigida come pensieri.

Marina ed il suo mondo sempre pronto a rovesciarsi, incerto su quale fosse il verso giusto, come quei ninnoli colmi di finte case, finti alberi, finti lazzi, finto gioioso candore, veri solo gli esseri plasticosamente umani.

Marina aveva ancora su un sorriso sbilenco, l'incontro delle labbra, all'angolo della bocca, sollevato più per scherno che per affetto.
A volte rideva mostrando i denti e scintillando dolcezza di morsi rabbiosi; solo quando piangeva rideva davvero.

Marina che leggeva letta, protetta da un custode muto ma lesto ad incoccare sinfonie, seduta tra fiori di città, s'incorniciava il volto antico d'edera nera. Gli occhi ben oltre le pagine, fissi in un corteo d'auto quotidiano ed il timore desiderato d'essere labbra.

Marina guardava lontano, l'industria romana, gli steli cadenti  bollenti arrampicati in cielo a disegnare carceri gassose.
Marina guardava Milano, richiusa e decomposta in un battito d'ali, appoggiata ad una balaustra di corpi, aggrovigliati come nudi pensieri.

Marina e tutti i suoi ricordi a lambirle il petto, ad ogni emozione sentiva un graffio nuovo, l'umido rosso raggrumarsi dentro. Nel cuore della notte senza battito, cercava un frammento per ferirsi e godere ancora.

Marina contava ogni singhiozzo, ogni goccia affacciata agli zigomi, ogni sussulto, aspettando che finissero e che portassero al sonno. Sola e non sola, abbandonava per ritrovare e tornare ancora.

Marina dopo un anno respira ancora, mentre percorre strade di neve sporche di case, tra rivoli futuri di sogni.


______________________________

"Ogni tanto mi chiedo cosa stiamo mai aspettando".
Silenzio.
"Che sia troppo tardi, madame"
(Alessandro Baricco, Oceano Mare)
______________________________

On Air
Lella (De Angelis- Venditti)

 
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prove di haiku/3

Post n°19 pubblicato il 21 Dicembre 2005 da zum_pa_pa

ascolta i rami
nel sussurrare riso
a foglie scure

 
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Post N° 18

Post n°18 pubblicato il 19 Dicembre 2005 da zum_pa_pa

e poi una sera t'appigli in una stella caduta, una di quelle che avevano creduto alle tue promesse sussurrate, incise nella cicatrice d'argento.
T'appigli e ti graffi e ti ritrovi la vita a macchiarti le dita.
Non è rimasta ad aspettarti all'altro capo del telefono (come se poi un telefono avesse un capo, una coda, un corpo, e non fosse poco più che un viscido ribollire d'imprecisioni), non è rimasta ad aspettarti all'incrocio dei pensieri dove le hai dato un appuntamento non rispettato o sui binari rappresi, ritorti come capelli di medio oriente.

Gli anni sono passati come gatti, seguendoti distanti, mangiandoti la carne ed i ricordi nella tua notte.

Indifferentemente. Senza passione, amore o crudeltà, perchè così solo sanno essere.
Perchè anche i giorni che per te custodiscono una ricorrenza ed un senso, non ricorrono, ma semplicemente passano, come sponde cinesi sorridenti al nuovo cadavere.

 
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Post N° 17

Post n°17 pubblicato il 15 Dicembre 2005 da zum_pa_pa

Basso e grasso (chiatto si direbbe in un altrove), s'appoggia greve in pianura.
Scruta il vento, ne annusa la traccia, concentrato nell'unico, inutile occhio.
Attende il passaggio del cervo volante, con canto di fronde l'incanta e seduce.
Gli strappa le elitre, ne spoglia le ali e si veste di pale.
Così nasce un mulino.

 
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Post N° 16

Post n°16 pubblicato il 14 Dicembre 2005 da zum_pa_pa

Eppure quella città di vento mi piaceva.
Le strade piccole, annodate attorno ai loro stessi pensieri ed all'arbitrio di chi di vicolo fa cortile.
Strade vecchie profumate di bucato fresco da donne tanto leste di ramazza quanto di coltello.
Mi stupiva il suo odore, soffiatomi in petto dal mare vicino, ed il profumo insospettabile del pesce.

Amavo la mia casa, una tegola per tetto, cornicione ad un improbabile campanile.
Mi teneva sospeso e vivo su un quartiere vero, una guinness distante un piede, un cinema uno sguardo oltre, il mare, ancora il mare ad un blu d'occhio.

 
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Post N° 14

Post n°14 pubblicato il 11 Dicembre 2005 da zum_pa_pa

Quanto vale un tiamo?

Lo puoi trovare in offerta, come il tonno o un tappeto, ma quali regole segue la sua valutazione?
La richiesta è molto alta, ma l'offerta non è da meno, anzi.
Il tiamo, checché se ne dica, è facilmente reperibile.
Lo puoi trovare in ogni luogo, non è condizionato dalle condizioni climatiche né dal tempo: non è un frutto di stagione.
Lo puoi trovare al dettaglio o all'ingrosso.
Forse è solo oggetto di baratto, o magari una cortesia, una norma di buon vicinato; come non dare un tiamo a chi te l'ha dato?

Non si regala e neppure si vende; un pezzo unico per ogni prodotto.
Nella casa di chi lo riceve non deperisce, eppure a tenerlo in gola marcisce.

So che vorrei fosse il primo e l'ultimo, e che non fosse "per sempre" ed "ogni giorno".

 
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