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A volte dubito della mia intelligenza, quando ne tasto i limiti dinnanzi alle tue pietre.
La mia logica è ferrata sulla via del buon senso, ma sfugge non addomesticata ai rigori di un pensiero tenace. E' caparbiamente vezzosa su ciò che colpisce l'immaginazione, ma tende capricciosa ad annoiarsi, sbadigliando, dinnanzi alle pozzanghere.
Tu tocchi continuamente. Provochi pungolando, alla ricerca del pensiero che mi galvanizzi, per tracciare, micidiale esploratore, la tua personalissima mappa. Solo che forse non sempre sai quanto siano scoperti i fili dei miei pensieri. Sono suscettibili corde di violino.
Così, a volte, inavvertitamente, pizzichi quel mio incedere pigro in meandri densi e punisci ironicamente le mie meraviglie.
Allora rimango con le braccia lungo i fianchi e i palmi rivolti avanti, come su un molo immaginario a salutare con lo sguardo, muta, una nave che si allontana e mi lascia, esule, a terra.
Inviato da: cassetta2
il 02/09/2020 alle 10:01
Inviato da: diletta.castelli
il 11/10/2016 alle 14:51
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il 29/06/2015 alle 13:15
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il 22/05/2015 alle 22:43
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il 06/05/2015 alle 14:07