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E' stato improvviso. Un baluginio sull'asfalto. Nero su nero. Lucido nero su nero opaco. Neppure il tempo di reagire, solo una coda serpeggiante all'angolo dell'occhio.
Come quella Mk.23 posata sul tavolo. In attesa. E sai che il momento è arrivato, quella fottuta meta cui hai teso per tutta la giornata. Solo che il senso di distruzione ha perso quell'alone grandioso e creativo che albeggiava al mattino. Ora ha preso una sfumatura indistinta, ma irreversibile, crepuscolare e definitiva. Sai che finirà con un nome e due date su una lapide di cristalli azzurrini, abbandonata all'ombra incolta di qualche viale ghiaioso dimenticato. E non ha più senso la ricerca di una legge naturale, di un ordine o di una corrispondenza tra le cose. Quel filo che hai seguito attraverso viaggi esotici e grandi safari, quando eri intoccabile, invulnerabile e distratto come un dio pagano.
Ora la tua asimmetria ha alzato la voce, sopra l'algida geometria dei tuoi numeri e delle tue previsioni. Sembravi incosciente come un bambino intento ad un gioco di pedine. Perchè al di là del vetro non si distinguono le pedine dagli uomini e il sangue è uguale al ketchup sul tuo dannato hot dog.
Ma forse ora, sul lieve sobbalzo dell'auto, guardando dentro il buco nero della canna, salverai la legge del disordine e del caos, quella tua asimmetria che ne è portabandiera. Assolverai la follia che ti conosce meglio di quanto tu abbia mai supposto. Troverai la quiete, tu, quando Teseo, tuo redentore, brandirà la spada di bronzo sul tuo capo e tu, cedevole, lo asseconderai.
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