Creato da Maddalena_e_oltre il 30/04/2013
C'è una forza misteriosa nelle cose esteriori [...]. Un attore, per immedesimarsi perfettamente nello spirito del personaggio da rappresentare, deve indossarne il costume.*
 

 

La pelle

Post n°87 pubblicato il 30 Aprile 2014 da Maddalena_e_oltre


 

Un'abrasione. Dall'anima alla pelle.
Abbiamo lottato per un'inezia da 21 grammi, quel respiro che sfugge e lascia un piccolo impercettibile vuoto. Abbiamo lottato, distrutto, ucciso. Nessun prigioniero. Vincitori e vinti sullo stesso carro sotto l'implacabile cielo azzurro e vuoto.

Ora è la pelle. Non c'è più un unico peso. Quanto è spessa la pelle di ognuno? Se la stendessimo come quella di una tigre da salotto, quanto pavimento scalderebbe?

Dammi quel bisturi, accorcio e allungo ciò che si vede. E' il mio biglietto, no?
Importano gli occhi da cerbiatta? Importa quel seno che le Amazzoni bruciavano? Gambe lunghe e snelle, certo. L'anima sta nel ritratto in soffitta. Sta altrove.
Un'inversione. Dall'anima alla pelle.

E ora lottiamo semplicemente per vivere. "Soltanto per vivere. Soltanto per salvare la propria pelle."*

(* La pelle, Curzio Malaparte)

 
 
 

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Post n°86 pubblicato il 28 Aprile 2014 da Maddalena_e_oltre

 


Piove sull'erba verde, mentre io faccio il demiurgo sul bianco di un foglio virtuale. Un mondo disegnato in cui tutto torna, preciso al millesimo di millimetro.
Decido il dove, il come, il quando. Spessori di linee e colori. Tanto più sgargianti, tanto più grigio è il mondo oltre il vetro, in letargo dalla sua primavera.

Non è valido quel che attraversa Piero, colpito a morte. Non è più facile morire in inverno. E' più consolante, la primavera, per chi resta, forse. Il dolore in parte alleviato dalla rinascita di ogni cosa (ma chi muore non rinasce).
In inverno tutto muore due volte. Forse è più coerente morire in inverno.
Il coraggio per farlo, quello manca sempre. Perchè poi, giunti a un certo punto, il coraggio non è più un affare personale e privato, ma diventa pegno nei confronti di chi resta. Chi può avere il coraggio di abbandonare i propri cari, nella presunzione di non trovare alcuno che possa amarli più di quanto noi li amiamo?

 

 
 
 

Yesterday, before midnight

Post n°85 pubblicato il 27 Aprile 2014 da Maddalena_e_oltre


 


A volte dubito della mia intelligenza, quando ne tasto i limiti dinnanzi alle tue pietre.
La mia logica è ferrata sulla via del buon senso, ma sfugge non addomesticata ai rigori di un pensiero tenace. E' caparbiamente vezzosa su ciò che colpisce l'immaginazione, ma tende capricciosa ad annoiarsi, sbadigliando, dinnanzi alle pozzanghere.
Tu tocchi continuamente. Provochi pungolando, alla ricerca del pensiero che mi galvanizzi, per tracciare, micidiale esploratore, la tua personalissima mappa. Solo che forse non sempre sai quanto siano scoperti i fili dei miei pensieri. Sono suscettibili corde di violino.
Così, a volte, inavvertitamente, pizzichi quel mio incedere pigro in meandri densi e punisci ironicamente le mie meraviglie.
Allora rimango con le braccia lungo i fianchi e i palmi rivolti avanti, come su un molo immaginario a salutare con lo sguardo, muta, una nave che si allontana e mi lascia, esule, a terra.

 

 
 
 

autoritratto

Post n°84 pubblicato il 17 Aprile 2014 da Maddalena_e_oltre

 

 

Ho un talento nelle tasche, uno sguardo d'amore per il mondo e pelle delicata che arrossa facilmente. Ho qualcosa che inseguo senza rotte precise, negli occhi solo l'orizzonte. So che la terra è tonda e che quell'orizzonte si sposta man mano che avanzo. Ma so tendere all'infinito. Non ho la pazienza del passo nè quella dell'attesa, ma ho la pazienza dell'immaginazione e del desiderio.
Cammino a gambe divaricate tra sogno e realtà, un piede freddo e l'altro caldo, un palmo pieno e l'altro vuoto, sulle labbra una preghiera e una bestemmia.
Vacillo sotto il peso delle cose del giorno, ma non mi alzo in volo se svuoto il carniere. Il mio limbo sta tra l'aria fresca che smuove l'erba e il cielo azzurro dell'estate. La malinconia è il mio letargo autunnale. Sono un'anima nordica con dentro il sole d'agosto.
Sono un'equilibrista che soffre di vertigini. Sono seguace di un ordine che non concede tregue alla pigrizia e l'ozio è il mio miraggio come oasi dal dorso di cammello.
Porto sole, acqua e vento, quiete e tempesta. Disseto e affamo.
E ora vorrei cancellarmi, per riscrivermi in una pelle nuova e mi guardo sorridendo, le spalle dorate e gli occhi verdi, ombrosi.

 

 
 
 

africa

Post n°83 pubblicato il 11 Aprile 2014 da Maddalena_e_oltre

 

Raccontano di un posto nel cuore dell'Africa, dove i bimbi tendono le mani e chiamano mamma la dolcezza di ogni donna. Un cuore verde e pulsante di terra sottratta, perchè in fondo alla valle hanno fatto risaie dove si raccoglie l'acqua. La malaria si attacca all'uomo, non all'economia dei palazzi e il riso si vende bene ai cinesi.
Raccontano di uomini cui vien tolto il fazzoletto d'orto, perchè vale di più l'oro amido. Si sfamerà gente dall'altra parte del globo, chè tanto qui la fame costa poco.
Tante lingue deve imparare qui un bimbo, il kirundi, lo swaili (perchè questa sarà la lingua ufficiale con cui parlare e pensare), il francese, l'inglese... tante lingue per dire "mamma". Sono vuote le palme, affamate anche loro. Hanno sguardo e pancia cava come la sorte che li ha posti lì quando sono nati. 

 

 
 
 

muri

Post n°82 pubblicato il 08 Aprile 2014 da Maddalena_e_oltre

 

 

Ti ho guardata su quella lastra fredda. Ti ho cercata in quel sorriso lontano. Un posto in quel muro di speranze ormai sopite, orizzontali. Muri tutt'intorno. Nomi, date, fiori, immagini sbiadite, bianco e nero, colori. Colori che ormai non conservano nulla, colori di vite passate, andate, finite. Non si vedeva nulla oltre, si poteva guardare solo in su, verso quel cielo pallidamente azzurro. Lontano si sentivano anche i rumori di un cantiere. L'udito cercava altrove ma la vista stava lì prigioniera.
Ti ho guardata, ho guardato le lettere che scrivono il tuo nome e i tuoi anni. Ho guardato la frase che serve a consolare, a ricordare... che non serve a nulla. Ho guardato i fiori, un letto di rose bianche già un po' appassite. Ho pensato che ti sarebbero piaciute. Mi fanno pensare ad una sposa le rose bianche. E nella foto eri davvero una sposa, con il sorriso più radioso e già la dolcezza di mamma nello sguardo.
Non mi è piaciuto il muro. Preferirei la terra o l'aria o l'acqua. Il tornare a mescolarmi con qualcosa che sia vita. Credo che avresti scelto la stessa cosa anche tu, se solo ci fosse stato il tempo di chiedertelo. Se solo ci fosse stato meno stupore. Se solo qualcuno quel giorno avesse guardato in un'altra direzione.

S. t. t. l., dolce B.

 

 
 
 

I fiori della guerra

Post n°81 pubblicato il 28 Marzo 2014 da Maddalena_e_oltre


E' grande il cuore di una puttana? Da cosa lo misuri? Dai draghi ricamati sulla seta del suo abito? Dagli orecchini di giada che le pendono alle orecchie? Dalle corde del suo pipa consacrate dal sangue?
Dimmi quanto è grande, lavato dall'acqua del fiume che lambisce queste misere case, Fiume Azzurro, acqua infetta di fango e di urina. Quanto è grande, sotto il cielo di mille occhi feroci, lombi nemici senza pietà.

Hai tagliato i tuoi lunghi capelli neri, hai tagliato i tuoi anni, hai tagliato tende e lenzuola. Hai fasciato i tuoi seni. Scoppia forse il tuo cuore se non è stretto dal lino? Scoppia secondo le note di quella musica che è solo pretesto.

Quanto è grande il cuore di una puttana? Bastano sul piatto della bilancia un gesto d'amore e una lama di specchio.

 

 
 
 

risvegli

Post n°80 pubblicato il 26 Marzo 2014 da Maddalena_e_oltre

 



Ho il cuore sceso nello stomaco. Vedi come tremano le mie dita? Come se fossi appena scampata al crollo di casa e ti cercassi.
Sarei un motore abbastanza forte per il tuo desiderio? Porteresti la tua pelle e la tua fede oltre il tempo e lo spazio per tornare da me? Come queste lettere senza fili che giaceranno a mucchi con le buste intatte. Corrono nell'aria i nostri pensieri, senti come bussano? Senti come premono?
Non mi importa se qualcosa sia stato scritto, non mi importa di saperlo avverso. Nulla può cancellare, solo frapporre distanze.

Ma tu abbi fede e torna da me. Sempre.

 

 
 
 

mistificazioni

Post n°79 pubblicato il 25 Marzo 2014 da Maddalena_e_oltre

 

 

Mi divertono le esibizioni insensate dei giullari di corte, tanto quanto le voci asservite di specchi parlanti. Mi divertono i maestri di grido dal pulpito di cattedre fasulle, acculturati dell'ultima ora e dell'ultima convenienza. Mi diverte la strategia dell'arena, in combattimenti che nulla hanno a che fare con il gioco della vita vera. Pantomime e giochi di forza. Mi divertono le illazioni e le mistificazioni, tanto lontane dalla realtà e dalla sostanza delle cose.
Siamo piccoli bimbi viziati e fortunati, godiamo pure del luna park che ci è toccato in sorte, del girotondo ameno in cui stizzosi pestiamo i piedi.

 

 
 
 

ottovolante

Post n°77 pubblicato il 24 Marzo 2014 da Maddalena_e_oltre

 

 

Hanno tentato di sabotare quella manciata di ore che ci legavano ancora con uno stesso filo, come un veleno che si spandesse nell'aria ad ammorbare, a invadere con violenza ogni angolo privato e segreto.
Mio caro Ettore, lo vedi il fumo che sale dall'accampamento acheo? La vedi la serpe che insidia il calcagno dissimulata tra i sassi? Ecco, mio compagno, mio marito, mio amico, mio padre, mio amante, ecco, io vedo l'inganno e non riesco a godere di quel che ci resta, di queste ore notturne che rubiamo all'alba. Troppo forte è l'offesa di questo agire ipocrita, di questo avvicinarsi mellifluo e subdolo. Hanno rubato la nostra fiducia, mio signore e mio dio, l'hanno carpita con finte mosse e paludate parole. Riusciremo a venirne a capo, mio sacro consorte? Riusciremo a sostare all'aria che attraversa le fronde degli ulivi senza più quest'ansia che divora? Ho innalzato sacrifici agli dei, pregandoli per uno sguardo benevolo, ma gli dei non mi hanno guardata e non mi hanno sorriso.
E io ora ho il ricordo troppo breve e amaro di pietre calcate in punta di piedi su crateri pieni d'acqua, di altezze vertiginose cui mi ha condotta il mio amore per te e la mia paura del vuoto. La memoria, avara, di tratti precisi e potenti, di un mondo in divenire e di una speranza in embrione. So che questo conta, quella manciata di ore che danno significato al vivere, quella manciata di ore che rimangono dopo aver sfrondato il superfluo, il meschino, il vigliacco. A questo mi aggrappo prima che canti l'allodola.
A questo mi aggrappo prima che giunga Achille sotto le mura.

 

 
 
 

aliti

Post n°76 pubblicato il 17 Marzo 2014 da Maddalena_e_oltre

 

 

Mi sveglio ogni mattina e affacciandomi alla finestra ti dico: "Ciao papà".
Lo dico alla spavalderia dei tuoi tre anni, alle tue foglie grigio argento di Leccino, ai rami flessibili e alla corteccia tenera della tua giovinezza.
Una volta lessi di una donna che aveva un amante, forte e delicato, leggero e radicato. Sì, radicato. Tra i suoi rami vedeva il cielo. Era un acero cresciuto rigoglioso in un cortile di città. Gli alberi hanno coraggio, purché gli rimanga sopra uno scampolo di cielo azzurro.

Credo che avrei dovuto essere una pianta o un animale. Ora sarei con il naso per aria ad annusare primavera o starei sbocciando. Sarei fremente, con il desiderio sottopelle di nuovi amori e nuovi frutti.
Invece sto a chiedermi quale dannato gene estraneo alla natura mi abbia posto in questo mondo "umano" in cui non mi riconosco se non per pochissime eccezioni.

 

 

 
 
 

dispersioni (fallen angel)

Post n°75 pubblicato il 12 Marzo 2014 da Maddalena_e_oltre

 

C'era una volta un castello che dominava una valle amena e soleggiata, dove l'armonia poggiava delicata sopra le cose.
Un giorno, un principe illuminato vide nel castello i segni del tempo e la pesantezza greve delle sue pietre. Così decise di costruire una torre sul lato nord, a seguire il vento, con pietre luccicanti di quarzo e ridenti. Quella torre era in realtà un ponte segreto tra mondi, quello austero di regole fatte da uomini e dei e quello sconfinato dei sogni e del possibile. Ogni giorno il principe scendeva per quella torre, che glielo consentissero le sue gambe o le sue fantasie.
Un giorno quel principe, colmo delle discese fatte, decise di riposare gli occhi e il cuore, preparando un ultimo viaggio da cui tornare nuovo di zecca, leggero come piuma nell'aria.
Così il castello languì un poco, come languono le pietre che hanno l'instancabile memoria di mille e mille più passi. La torre rimase inerte, non fu più ponte, ma solo cimelio sconsolato di possibilità incrociate e abortite.

Un giorno giunsero al castello nuovi principi. Si riaprirono sale e danze e il trono fu lustrato come mai prima (all'antico principe non piaceva sedervicisi). Si fecero erigere scale, siepi, steccati. Si etichettarono i fiori e si tolse impalpabilità a nuvole e vento. Ogni cosa avrebbe dovuto inchinarsi al nuovo potere. L'armonia sbiadiva affranta sui prati verdi. I principi a consiglio, discutevano, progettavano e pensarono che la torre color dell'argento fosse un'inutile torre che non conduceva in nessun posto e che avrebbero potuto riempire il buco lasciato, una volta demolita, con pietre e catene.

La torre gemette quando il primo colpo di mazza ne minò le fondamenta.
Dall'altra parte del suo viaggio, l'antico principe sorrise amaro. Non si voleva ricordarlo. Poi l'amarezza scomparve: era libero dal ricordo di chi non contava per lui più nulla. Il suo ponte era salvo, altrove, con l'emblema di una torre d'argento abbattuta.

 

 
 
 

sala 8

Post n°74 pubblicato il 11 Marzo 2014 da Maddalena_e_oltre


Sono una miniera, sono un grumo di dolore e di bellezza, sono la voce narrante e il corpo estraneo nel letto vuoto. 4, 8, 17, una filastrocca di numeri e caselle, di complicati mondi adulti. Non si raccontano più fiabe perché nelle fiabe, alla fine, felicità e saggezza illuminano stanze chiare.
Mi riconosci? Mi vedi tra questi mille volti che si confondono, che gridano la stessa urgenza? Siamo tutti uguali, come i numeri delle tabelline. Non ricordo bene, non so contare fluidamente, sulle dita. Forse è perchè me le hanno spezzate, le dita, mamma? Non piangere. Domani andremo a pescare dove i pesci cantano e allora il cielo sarà di nuovo un mare liquido entro cui nuotare.
Non piangere, mamma, ché sennò i pesci scappano.

 

 
 
 

Amore

Post n°73 pubblicato il 26 Febbraio 2014 da Maddalena_e_oltre

 

 

"[...] mi sforzo di vederlo, di vederlo intero, non a metà. Forse è proprio amore, questo."
(R. Walser, Jakob von Gunten)

Sono stata amata. Molto. E già questo è un indizio. Quando una quantità viene accostata a definire un verbo che dovrebbe ammettere solo lo sconfinato. In quel passato che guardo voltandomi, trovo uomini che hanno dichiarato e manifestato il loro amore a tinte forti, con convinzione. Eppure... non hanno amato che la loro idea di me, la decorativa presenza e quel tanto di sogni e pensiero che credevano imbrigliati. Rimaneva nella stanza chiusa quella parte sfuggente, quella che attirava per testare la propria forza e che respingeva perchè mai afferrabile del tutto.
E io assecondavo quel desiderio supremo di piacermi e di essere tanto piacevole quanto conformisticamente intelligente e arguta. Come acqua in un recipiente. Ho cambiato vasi, brocche, bottiglie dal collo sempre più sottile.
Ora so che era molto amore, ma un amore che vedeva ciò che desiderava, non l'intero.

Sono amata. Senza confini e oltre i luoghi. Per la mia bellezza, che è vestito a ciò che sono. Per il mio pensiero solido e per quella inquietudine sfuggente. Non ci sono brocche e soprattutto non ci sono mai tappi, dighe, ostacoli. Nei miei angoli fragili e persino nelle indulgenze piccine. L'ammirazione e l'orgoglio di uno sguardo mi avvolgono oltre il significato della mia pelle. E non ho più bisogno di stanze in cui risplendere come bella statuina. Non sono più decorativa. Ho conquistato la libertà di essere (ed essere vista) intera. 

 

 
 
 

Bellezza

Post n°72 pubblicato il 20 Febbraio 2014 da Maddalena_e_oltre


Sono singolari le parti di noi che raccontiamo in questi luoghi. Siamo anonimi e nudi al tempo stesso. Pudichi eppure esposti. Ha poca importanza l'ordine delle cose che impronta il mio quotidiano, le parole del lavoro, quelle sacre e i gesti degli affetti.
Qui rimane il pensiero, qui si denuda la sensibilità, si esterna l'interpretazione degli eventi.
Ecco... sarà il periodo, che mi conduce ad una sensibilità suscettibile ed estremamente reattiva, che mi porta a "patire" tanto per la sofferenza quanto per la bellezza, ma mi sono commossa a vedere questa campagna... dal minuto 1.14 in poi.

http://video.repubblica.it/mondo-solidale/il-bimbo-ha-freddo-chi-lo-copre-la-campagna-per-la-siria/156595/155087?ref=HRESS-9

Questa è l'umanità che si salva.

 

 
 
 

Area personale

 

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