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L’OMBRA DELLE LOGGE SULLA STORIA D'ITALIA DEL DOPOGUERRA

Foto di maxbianco1

Dopo la prima guerra mondiale, la massoneria italiana sostenne ufficialmente il fascismo fino al febbraio 1923, quando il Gran Consiglio del Fascismo dichiarò l’incompatibilità tra fascismo e massoneria. Due anni dopo le leggi fasciste abolirono le libertà di stampa e di associazione, costringendo il Gran maestro della loggia Propaganda, Domizio Torrigiani, a firmare il decreto di scioglimento.

Il Grande Oriente d’Italia, all’ombra del quale si sviluppano molte logge coperte, è la principale Obbedienza italiana per diffusione e numero di affiliati (ufficialmente 21.000 distribuiti in 762 logge) ed è stato un elemento di notevole importanza per le strategie dell’Alleanza Atlantica. Ufficialmente è nato nell’immediato dopoguerra a partire dal Grande Oriente d’Italia-Palazzo Giustiniani sorto nella seconda metà del XIX secolo e soppresso nel 1925 da Mussolini.

Nell’immediato dopoguerra il Presidente americano Harry Truman aveva enunciato la dottrina in base alla quale gli Stati Uniti avrebbero difeso con ogni mezzo i propri interessi nei Paesi del blocco occidentale. La massoneria statunitense, insieme alla CIA, divenne un braccio operativo attraverso il quale furono svolte numerose operazioni occulte legate a questa dottrina.

Charles Fama (1889-1959), originario di Mistretta (Messina), medico di New York, pastore presbiteriano, aveva avviato, insieme a massoni italo-americani e loro simpatizzanti, iniziative a favore degli antifascisti in esilio e per creare una coscienza massonica italiana antifascista. Charles Fama propose la fondazione di un Concistoro di 32 grado, quale perno della riorganizzazione della famiglia massonica italiana in esilio, e la raccolta di fondi tra massoni e simpatizzanti da devolvere alla Concentrazione o a massoni in bisogno[1].

La connessione tra la massoneria statunitense e la comunione di Palazzo Giustiniani è rappresentata in particolare da Frank Gigliotti, artefice nel 1947 del riconoscimento del Grande Oriente da parte della Circoscrizione del Nord degli USA[2]. Gigliotti oltre che massone della Loggia Garibaldi No. 542 di New York, era reverendo di una chiesa metodista di Lemon Grace in California, agente della Sezione italiana dell'OSS dal 1941 al 1945 e consigliere dell'Oss che nel 1947 diede origine alla Cia. Gigliotti era stato presidente del comitato di pressione costituitosi negli Stati Uniti per favorire i fratelli del Grande Oriente italiano impegnati nella riappropriazione di Palazzo Giustiniani confiscato durante il periodo fascista, a seguito dello scioglimento autoritario dell'istituzione.

In merito alla Loggia Garibaldi, l'ex Gran Maestro del GOI Giuliano Di Bernardo parla di mafia, infiltrata nella famosa loggia Garibaldi: un concentrato di esponenti dell'area grigia tra massoneria e malavita e dice: 'Ricordo che una volta, quando andai in visita a quella loggia, pensai di avere intorno a me tutti i capi di Cosa nostra in America'[3] (.

Quando nel 1943, gli Usa sbarcheranno in Sicilia, la prima azione dell'Oss sarà la spedizione di Max Corvo e Vincent Scamporino all'isola di Favignana per liberare i mafiosi incarcerati dai fascisti. A molti mafiosi vennero quindi assegnati incarichi amministrativi durante l’amminsitrazione provvisoria dell’isola.

Gigliotti faceva anche parte dell'associazione Sons of Italy, con 500.000 iscritti, presieduta dal giudice Felix Forte che raggruppava fascisti e anticomunisti che formavano la rete Usa in Italia. Secondo un articolo apparso sul New York Times il 31 Agosto 1959 Charles Fama aveva il 32° grado dell'Ordine Sons of Italy.

Frank Gigliotti divenne presidente del comitato dei massoni Usa che condurrà in porto la riunificazione della massoneria italiana sotto il controllo di quella Usa. Nel Comitato nazionale di cittadini Usa per aiutare e influenzare la massoneria italiana entrarono i maggiori esponenti della massoneria Usa, tra i quali Goodwyn Knight, ex governatore della California, William Standley, ex ambasciatore e contrammiraglio, Christian Herter, segretario di stato ecc. A Roma Gigliotti poteva contare sull'appoggio dell'ambasciatore Usa di origine ebraica e massone James Zellerbach.

Un altro personaggio importante nella storia della massoneria italiana è Jordan Vessellinoff che aveva fondato nel 1958 a Santa Margherita Ligure, insieme al generale Giovanni Allavena (futuro P2, a capo del servizio segreto trafugherà illegamente alcuni fascicoli per consegnarli a Licio Gelli) la Loggia C.A.M.E.A. (Centro Attività Massoniche Esoteriche Accettate).

Nel 1960 i fratelli americani intervennero attraverso Gigliotti nell'operazione di unificazione del Supremo Consiglio della Serenissima Gran Loggia degli ALAM del principe siciliano Giovanni Alliata di Montereale con il Grande Oriente. Alliata secondo Pisciotta è stato uno dei mandanti della strage di Portella delle Ginestre per conto del partito monarchico e della massoneria. Fu poi convolto nelle vicende del golpe Borghese, della Rosa dei Venti, delle organizzazioni mafiose e della Loggia P2.

I nomi di massoni, ed in particolare d’iscritti alla Loggia P2, ritornano in tutte le indagini sui misteri d'Italia: la, il caso Moro, la strage della stazione di Bologna del 2 agosto 1980, il traffico di armi e droga, l’ascesa al potere di Berlusconi solo per citarne alcuni. I giudici che indagarono sulle logge coperte, scoprirono che attraverso di esse passavano molti dei misteri e degli scandali italiani di quegli anni:

 

  • delitto Mattarella
  • strage sul treno Italicus
  • crak della Banca Privata di Sindona
  • scandalo Eni-Petronim
  • crack del Banco Ambrosiano
  • scandalo dei petroli
  • scalata al Corriere della Sera.
  • ingerenza della massoneria sulle attività della magistratura
  • controllo dei mezzi di informazione
  • controllo dei segreti di Stato
  • controllo dei Servizi Segreti
  • finanziamenti, strumentalizzazione e fiancheggiamento di attivita eversive e terroristiche
  • sequestro Moro;
  • caso Pecorelli
  • patto stato-mafia
  • ascesa di Berlusconi

 

Per quanto riguarda la scalata al potere di Berlusconi (P2), con i suoi sodali porterà molto avanti il Piano di Rinascita Democratica di Gelli seguendo il nefando patto tra mafie, fascismi e liberismi che stanno distruggendo lo stato italiano insieme a buona parte della biosfera.

Membri della massoneria si sono serviti delle organizzazioni criminali mafia, camorra, 'ndrangheta come risulta dalle inchieste giudiziarie sul finto rapimento di Sindona, sul caso Cirillo, sulla strage del rapido 904, sull'omicidio di Roberto Calvi. Alcune di queste storie sono costellate di omicidi come quelli di Michele Sindona (Giustizia e Libertò, P2), Roberto Calvi (P2), Mino Pecorelli (P2).

Sono stati confermati, infine, confermati i legami tra la CIA e la P2. In un'intervista sui finanziamenti dei servizi segreti americani alla P2 al TG1 nel 1990, a Richard Brenneke e Razin Ibrahim, ex agenti della CIA, quest’ultimo ex supervisore della Gladio europea, oltre a confermare la connessione tra massoneria, criminalità organizzata e servizi segreti, parlarono anche di una struttura simile a Gladio. L’intervista scatenerà una delle prime esternazioni del presidente Cossiga che porterà alla rimozione del direttore del telegiornale, Nuccio Fava, e alla esautorazione del giornalista Ennio Remondino, autore dell'inchiesta. Per Cossiga era inammissibile che i servizi di sicurezza di un paese amico venissero attaccati in quel modo.

Varie inchieste avevano portato a scoprire l’uso contemporaneo da parte della CIA e di trafficanti internazionali di droga, valuta e armi della BCCI (Bank of Credit and Commerce International). Questa banca internazionale era servita al colonnello North per riarmare i contras in Nicagarua coi soldi dei missili dati a Teheran nello scandalo Irangate a metà degli anni Ottanta. La Bcci fece, inoltre, da tramite economico tra il governo USA e i ribelli afgani ed è stata utilizzata per il finanziamento della lotta contro i nemici degli interessi USA in Asia e America del sud. La Bcci aveva inoltre offerto agevolazioni all’ONU affinché usasse sue filiali per gli aiuti al Terzo mondo[4]. Esauriti i suoi compiti la BCCI finì per fallire sotto il peso di debiti per oltre 10 miliardi di dollari (circa 7,8 miliardi di euro) nell'ambito di uno scandalo che coinvolse anche la filiale di Atlanta della Banca Nazionale del Lavoro (all’epoca controllata da membri della P2) ed il Banco Ambrosiano di Roberto Calvi (P2).

 



[1] Aldo Alessandro Mola, 'La Massoneria e «Giustizia e Libertà», in AA.VV., Il Partito d'Azione dalle origini all'inizio della resistenza armata, Atti del Convegno (Bologna, 23-25 marzo 1984) promosso dalla F.I.A.P. e dall'Istituto di Studi Ugo La Malfa, Archivio trimestrale, 1985, pag. 323

[2] Il riconoscimento da parte della Gran Loggia Unita di Inghilterra verrà soltanto nel 1982.

[3] Ferruccio Pinotti, Fratelli d'Italia, pag. 36-37

[4] Sfiora l' ONU lo scandalo BCCI. La Repubblica,  27 luglio 1991. pag. 6.

 
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