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Un libro di T.Monod

Post n°220 pubblicato il 30 Ottobre 2009 da bioantroponoosfera
Foto di bioantroponoosfera

Spulciando tra i libri sulla bancarella

 

In una delle mie solite visite al bancarellaro dei libri ho ritrovato un vecchio volume di Theodore Monod dal titolo : L’avventura umna, Bollati Boringhieri , Torino 2004

In alcune pagine del volume si accenna a Teilhard de Chardin. Vi ripropongo queste brevi considerazioni di Monod  ( da pag. 37 e segg.)

 

Da: THEODORE  MONOD, L’AVVUNTURA UMANA

Oggi tutti sanno che è ormai impossibile e, d'altra parte, impensabile, considerare l'universo e la sua storia (poiché ne ha una) al di fuori del concetto di evoluzione, dunque di trasformazione e di divenire. Il cosmo aristotelico, stabile, immutabile, eternamente immobile, ha fatto posto a un universo non compiuto, ma in un continuo farsi, come diceva Bergson e a cui faceva eco il biologo Vandel: «Il cambiamento non è un accidente, è la legge stessa del mondo. Conviene sostituire la filosofia dell'immutabile con quella del cambiamento».

Di conseguenza, all'interno del cosmo tutto si tiene. Potranno esservi transizioni, soglie, livelli d'evoluzione, stasi, ma la catena resta, da un capo all'altro, senza soluzioni di continuità. Attraverso un unico filo passerà una formidabile corrente ascendente d'energia, di coscienza, il vitalismo della materia e l'ominazione della vita.

Nessuno ha descritto, si potrebbe dire cantato, con più eloquenza e fervore di Teilhard de Chardin questa lenta epopea della diversificazione all'interno del continuum dell'universo. Per Teilhard, l'unità delle cose e degli esseri è assiomatica: «Il seme di vita poi il seme di pensiero succederanno al seme di materia», essendo quest'ultima sin dall'origine in stato di genesi, con un movimento ascensionale verso uno stato superiore e, giunto il momento, verso lo spirituale. Il cosmo tutt'intero ha una storia in cui, afferma Teilhard, «materia e spirito sarebbero inglobati in una stessa spiegazione coerente e omogenea del mondo». «Per ogni spirito moderno - aggiunge - la coscienza è sempre risultata da un movimento universale, assolutamente specifico, in virtù del quale la totalità delle cose, dall'alto in basso, si sposta solidalmente e senza discontinuità, non solo nello spazio e nel tempo, ma in uno spazio-tempo la cui particolare curvatura renderà ciò che vi si muove sempre più organizzato».

Materia e spirito dunque non sarebbero altro che le due facce di uno stesso oggetto. Non esistono due compartimenti stagni: il dominio della materia e quello della vita, il mondo atomico delle molecole e il mondo cellulare delle piante e degli animali, bensì una realtà unica, tanto che Teilhard si spingerà a ipotizzare che la materia stessa possa contenere già un germe di coscienza.

Analogamente, secondo Vandel, è inconcepibile mettere in dubbio l'origine comune della materia inanimata e della sostanza vivente. La vita ha due volti, i cui limiti restano impossibili da precisare.

Ciò ammesso, la gigantesca traiettoria dell'evoluzione si svolgerà senza grandi fratture, e attraverso crescenti stadi di complessità, dagli aggregati di materia alla cellula vivente, dai reticoli dei cristalli ai mammiferi, ai primati e all'uomo, testimoniando così la lenta ascensione di una coscienza, di uno spirito e, di conseguenza, di un'autonomia e infine di una libertà morale.

………………..

 Ma il flusso dell'evoluzione organica ammette pulsazioni,livelli successivi che non interessano soltanto le trasformazioni morfologiche. Analogamente, i grandi temi della storia biologica passano, nel corso del loro sviluppo, attraverso stadi di crescente complessità. La sessualità, per esempio, ancora gametica tra gli unicellulari, diverrà somatica, psichica, sino talvolta a sfociare, per una sorta di sublimazione, nelle religioni.

Si è creduto a lungo che l'evoluzione fosse una specie di asse unico, che saliva verticalmente sviluppandosi gradualmente; in seguito, ci si è resi conto, e Teilhard de Chardin vi ha molto contribuito, che nella realtà ciò avviene per avvicendamenti. Non con un movimento lineare, bensì tramite un'espansione paragonabile a quella di cespugli che sbocciano l'uno dopo l'altro diramando in diverse direzioni i loro virgulti, molti dei quali non attecchiranno.

Mi accade spesso di paragonare l'evoluzione a una muraglia formata da mattoni e giunti. La si vede rimanere più o meno stabile o dotarsi di elementi accessori che influiscono modestamente sulla struttura del phylum in questione, e poi di colpo qualcosa riesce a infilarsi tra due mattoni per raggiungere il livello superiore. Così, una tappa viene superata. Poi le fioriture riprendono, sino al momento in cui un altro pezzo di phylum trova il modo di attraversare una seconda fessura e risalire di una tacca. Questa ascensione per occasioni successive è davvero un fenomeno molto singolare.

Un gran numero di «tentativi» viene abbandonato, e pur non essendo condannati a sparire restano inalterati; conosciamo infatti nell'attuale natura animali immutati dal cambriano come alcuni brachiopodi, dal siluriano come gli scorpioni o dal carbonifero come gli scarafaggi. Per converso, assistiamo a molte innovazioni. Nuove forme appaiono poiché l'insieme si è mosso. Le varietà che oggi vediamo sono spesso assai specializzate, esistono da molto tempo e hanno dietro di sé un considerevole retaggio.

Se ancora abbiamo tanta difficoltà ad accettare e concepire questa realtà dell'evoluzione, dipende dal fatto che siamo impreparati ad acquisire la coscienza della durata. Lo spessore del tempo è prodigioso. Già Lamarque affermava: «Con il tempo, tutto diviene possibile». Aggiungendo: «E alla natura il tempo non manca mai». Va detto che quando ci si destreggia con miliardi d'anni, durata totalmente aliena alla nostra vita normale, molte cose che ci apparivano impossibili o difficili da credere diventano invece possibili, probabili o addirittura reali.

Non si è mai visto, e non lo si vedrà mai, un pesce uscire dall'acqua e trasformarsi in batrace, ma bisogna credere che ciò è avvenuto. Così come non si è mai visto un batrace diventare rettile, né un rettile mutarsi in uccello o in mammifero. E tuttavia è successo; disponiamo di fasi fossili intermedie come l' Archaeopterix, organismo metà rettile e metà uccello, che ci consentono di accertare l'oggettività dei processi di trasformazione.

Non si ricorderà mai abbastanza che la storia naturale, termine oggi troppo denigrato, ignorato e considerato sorpassato dai sostenitori delle scienze alla moda, resta fondamentalmente una storia, con la sua cronologia, i suoi molti fallimenti, i suoi tentativi mancati, i suoi successi incompleti, le sue false partenze, ma anche con la tendenza a un ordine gerarchizzato indice di una direzione, di una traiettoria che il solo ricorso al caso non potrebbe mai spiegare.

………………..

Dopo la morfologia, molti altri caratteri definiranno l'umanità nascente. La sua diffusione geografica che, partendo dai focolai africani, coprirà l'intero pianeta, l'uso dell'utensile, fabbricato ed esterno al corpo, la crescita in complessità di connessioni sui generis tra membri di una stessa collettività. Abbiamo dunque raggiunto la soglia dove l'uomo potrà passare da un'evoluzione subita a un'evoluzione pensata e diretta, con la comparsa, attorno alla biosfera, di un involucro concentrico: la noosfera teilhardiana. Franz Leenhardt lo spiega chiaramente: attraverso la facoltà di scelta e le possibilità di analisi e riflessione che l'accompagnano e ne sono le condizioni psicologiche, la creatura che dice «io» diventa il fattore di un nuovo ordine nella creazione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
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RIFLESSIONI TEILHARDIANE

"  La verità non è asltro che las coerenza totale dell'Universo in rapporto ad ogni suo punto.  Perchè dovremmo mai avere in sospetto o sottovalutare tale coerenza, per il solo fatto che siamo noi stessi gli osservatori?  Si continua ad opporre una certa illusione antropocentrica a una certa realtà obiettiva.  E' una distinzione illusoria.  La verità dell'Uomo è la verità dell'Universo per l'Uomo, cioè sempliceemente,  la Verità "   

                                                                                                                                                          

 

" Senza che si possa dire per ora in quali termini esatti, ma senza che vanga perduto un solo frammento del dato, sia rivelato che definitivamente dimostrato, sul problema scottante delle origini umane, l'accordo si farà senza sforzo, a poco a poco, tra la Scienza e il Dogma.  Intanto, evitiamo di respingere anche il minimo raggio di luce, sia da una parte che dall'altra.  La fede ha bisogno di tutta la verità". (da Les Hommes fossiles, marzo 1921) 
 
" Inventariare tutto, provare tutto, capire tutto. Ciò che è in alto, più lontano di quanto è respirabile, e  ciò che è in basso, più profondo della luce.  Ciò che si perde nelle distanze siderali, e ciò che si dissimula sotto gli elementi... Il sole si alza in avanti... Il Passato è una cosa superata...  La sola scoperta degna dei nostri sforzi è come costruire l'Avvenire". (La découverte du passé, 5 settembre 1935)
 

"...Si potrebbe dire che oggi, come ai tempi di Galileo, ciò che più occorre per percepire la Convergenza dell'Universo, non è tanto la scoperta di fatti nuovi (ne siamo accerchiati, da restarne accecati) quanto un modo nuovo di guardare e accettare i fatti.

Un nuovo modo di vedere, connesso con un nuovo modo di agire: ecco ciò di cui abbiamo bisogno...  Dobbiamo prendere posizione e metterci all'opera, presto-subito " (La Convergence de l'Univers,23 luglio 1951)

 
"  Chiniamoci dunque con rispetto sotto il soffio che gonfia i nostri cuori per le ansie e le gioie di "tutto tentare e di tutto trovare".  L'onda  che sentiamo passare non si è formata in noi stessi.  Essa giunge a noi da molto lontano, partita contemporaneamente alla luce delle prime stelle.  Essa ci raggiunge dopo aver creato tutto lungo il suo cammino.  Lo spirito di ricerca e di conquista è l'anima permanente dell'Evoluzione" (Il Fenomeno Umano 1940)
 

" ...Sento, come chiunque altro, quanto sia grave per l'Umanità il momento che stiamo attraversando...  E tuttavia un istinto, che si è sviluppato al contatto con il grande Passato della Vita, mi dice che la salvezza per noi è nella direzione stessa del pericolo che ci spaventa tanto...  Come viaggiatori presi nel flusso di una corrente, vorremmo tornare indietro.  Manovra impossibile e fatale.  La nostra salvezza è più in là, oltre le rapide.  Nessun ripiegamento. Ma una mano sicura al timone, e una buona bussola..." ( Esquisse d'un Universe personnel, 4 maggio 1936) 

 
" L'Energia diventa Presenza...  Sembrerebbe che un solo  raggio di una tale luce, cadendo come una scintilla in qualsiasi punto della Noosfera, dovesse provocare un'esplosione abbastanza forte da incendiare e rinnovare quasi di colpo la faccia della Terra. Allora, come è possibile che, guardando attorno a me, è ancora tutto inebriato di ciò che mi è apparso, io mi trovi pressochè solo della mia specie?  Solo ad aver "visto"?...  Incapace, quindi, quando me lo si chiede, di citare un solo autore, un solo testo, in cui si riconosca, chiaramente espressa, la meravigliosa "Diafania" che, per il mio sguardo, ha trasfigurato tutto ?"  (Le Christique, marzo 1955) 
 
....IN QUESTA APERTURA VERSO QUALCHE COSA CHE SFUGGE ALLA MORTE TOTALE, L'EVOLUZIONE E' LA MANO DI DIO CHE CI RICONDUCE A  LUI . ( La Biologie, poussee à fond,peut-elle nous  conduire à èmerger dans le transcendant?  Maggio 1951)
 

Di colui che pronuncerà queste parole nell'Aeropago, ci si burlerà come d'un sognatore e lo si condannerà. "Il senso comune lo vede, e la scienza lo verifica: nulla si muove", dirà un primo Saggio. "La filosofia lo decide: nulla può muoversi", dirà un secondo Saggio.  "La religione lo proibisce: nulla si muova", dirà un terzo Saggio. Trascurando questo triplice verdetto, "colui che ha visto" lascerà la piazza pubblica, e tornerà nel seno della Natura ferma e profonda. Là, immergendo lo sguardo nell'immensa ramificazione che lo sorregge e i cui rami si perdono molto lontano al di sotto di lui, in mezzo all'oscuro Passato, egli colmerà ancora una volta la sua anima della contemplazione e del sentimento d'un moto unanime e ostinato, inscritto nella successione degli strati morti e nella distribuzione attuale di tutti i viventi. -Volgendo allora lo sguardo al di sopra di lui, verso gli spazi preparati per le nuove creazioni, egli si consacreà corpo e ed anima, con fede rinsaldata, a un Progresso che trascina e spazza via persino coloro che non ne vogliono sapere. E, con tutto il suo essre fremente di ardonre religioso, lascerà salire alle proprie labbra, verso il Cristo già risorto ma ancora imprevedibilmente grande, questa invocazione, sommo omaggio di fede e d'adorazione: "Deo ignoto" [Al Dio ignoto] (L'avenir de l'homme, note sur le Progrès, 10 agosto 1920, Le Seuil, pp. 35-37)

 

" Adesso che, attraverso tutte le vie dell'esperienza, l'Universo comincia a crescere fantasticamente ai nostri occhi è ceramente giunta l'ora per il Cristianesimo di destarsi ad una consapevolezza precisa di ciò che il dogma dell'Universalità di Cristo, trasposto in quelle nuove dimensioni, suscita di speranze pur sollevando al tempo stesso certe difficoltà.

Speranze, certo, poichè, se il Mondo diventa così formidabilemte vasto e potente, vuol dire che il Cristo è ancor ben più grande di quanto noi pensassimo.

Ma le difficoltà, poichè, alla fin fine, come concepire che il Cristo s'"immensifichi" secondo le esigenze del nostro nuovo Spazio-Tempo senza simultaneamente, perdere la sua personalità adorabile e, in qualche modo, volatilizzarsi?

Ed è qui che risplende la stupenda e liberatrice armonia tra una religione di tipo cristico e un'Evoluzione di tipo convergente (Le Cristique, 1955)

 

" Nel Cuore della Materia.

   Un Cuore del  Mondo,

    Il Cuore d' un Dio"

        (da Le  Coeur de laMatiere, 30 ottobre 1950)

 
" Nella peggiore delle ipotesi, se ogni possibilità futura di parlare e di scrivere si chiudesse davanti a me, mi rimarrebbe, con l'aiuto di Gesù, quella di compiere questo gesto, affermazione e somma testimonianza della mia fede: scomparire,m inabissarmi in uno spirito di Suprema Comunione con le forze  cristiche  dell'Evoluzione  (da Note di esercizi spirituali, 22 ottobre 1945) 
 
 
 

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