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Tesi di laurea su Teilhard de Chardin

Post n°221 pubblicato il 06 Novembre 2009 da bioantroponoosfera
Foto di bioantroponoosfera

Cari Amici, tempo fa ho trovato in Internet questa introduzione ad una tesi di laurea in filosofia discussa, credo, dalla Dr.ssa Silvia Maggi. 

Perché dico  credo; perché ho tentato di sapere dati su questa Dottoressa, ma non sono approdato a nulla. Anzi, ho scoperto che Lei aveva un profilo di myspace ed allora, per poterla contattare mi sono pure iscritto a myspace, Ma inutilemte, perché la Dottoressa in questione accetta solo messaggi da coloro che Lei chiama amici. Per cui io non ho potuto contattarLa.

Allora pubblico sul mio blog questa testimonianza su Teilhard de Chardin e mi auguro che se la Dottoressa la vede abbia voglia di contattarmi

 

 

Introduzione alla mia Tesi di Laurea in Filosofia

PIERRE TEILHARD DE CHARDIN:

IL PENSIERO E LE INTERPRETAZIONI.

 INTRODUZIONE

 Pierre Teilhard de Chardin è sicuramente un personaggio ed uno studioso molto particolare e degnissimo di attenzione, dopo essermi documentata e aver letto le opere di maggior rilievo, ho deciso di incentrare la mia tesi su di lui, sul suo pensiero e sulle interpretazioni che sono state date da alcuni stimati teologi sul suo operato.

Il lavoro che mi accingerò a realizzare richiederà molto impegno proprio per la mole e la complessità dei suoi scritti; ciò che mi propongo di fare è cercare di introdurre e analizzare nel modo migliore, secondo le mie capacità, tutte le informazioni apprese, volendone rintracciare le parti di più rilevante interesse per la comprensione delle sue meditazioni e ricerche. Allo stesso tempo, cercherò di essere sia sufficientemente sintetica che scrupolosa nell'analisi.

La mia trattazione su Teilhard de Chardin sarà suddivisa in quattro parti o capitoli, il primo andrà ad illustrare ed approfondire il periodo storico, il panorama culturale in cui egli è inserito vive ed opera, e l'analisi delle due opere più importanti, quali "Il Fenomeno Umano" scritto tra il 1938 e il 1940 e pubblicato postumo nel 1955, e "L'Ambiente Divino", elaborato tra il 1926 e il 1927 anch'esso pubblicato dopo la sua morte, ed entrambi gli scritti facenti parte delle sue "Oeuvres complètes" rispettivamente come primo e quarto volume.

"Il Fenomeno Umano" rappresenta l'opera della maturità intellettuale teilhardiana, è un testo complesso dove sono messe in evidenza le idee del padre gesuita per quanto concerne il suo profondo studio di scienziato, e dove allo stesso tempo si denota la ricerca da parte sua di una sintesi tra l'analisi scientifica e quella riflessiva. Per usare sue parole, egli definisce questo suo lavoro una "memoria scientifica" che si propone di studiare e rappresentare "tutto" il fenomeno, incentrando l'attenzione appunto su quello umano, che è posto e visto come l'asse dell'evoluzione.

Sarà chiaro alla fine dell'opera l'invito agli studiosi a rivolgere la loro mente da scienziati e ricercatori intorno all'essere umano, che appunto deve essere il centro dei loro approfondimenti presenti e futuri.

Per meglio comprendere l'opera sceglierò le parti più importanti e suddividerò l'analisi nella mia tesi in vari paragrafi. Essenzialmente saranno cinque, come (le parti secondo Teilhard che scandiscono il ritmo dell'evoluzione) rispettivamente parlerò della fase della "Previta": con la stoffa dell'universo e l'apparizione della terra giovanile, poi passerò a trattare  quella della "Vita": con la nascita della cellula e da in lì in poi con quella delle varie ramificazioni dell'albero che rappresenterà tutti gli esseri viventi. In seguito passerò alla parte centrale, rappresentata dalla fase cruciale per l'intero pianeta quale l'arrivo alla soglia del "Pensiero": che segnerà la svolta dell'evoluzione, con l'ominizzazione e la creazione della Noosfera. Infine articolerò le ultime due parti a proposito della "Supervita", in cui si vedrà la convergenza del pensiero umano e lo spirito della terra che si andranno ad incontrare e confluiranno nel Dio Omega, con lo scopo di concludere 'l'excursus' nella fase ultima della "Terra Finale", dove il padre gesuita esporrà il suo proposito e suggerimento perché ci si impegni nello studio dell'oggetto umano e nella sintesi della sfera della scienza con quella della religione.

Dopo aver attentamente analizzato questa opera di carattere prettamente scientifico, cercherò di esaminare quella che probabilmente meglio denota la spiritualità e gli intenti teologici di Teilhard: "L'Ambiente Divino".

In questo piccolo trattato di vita interiore come afferma Teilhard, sarà possibile scoprire e comprendere tutto il viaggio spirituale compiuto dal padre gesuita, i propositi che ogni buon cristiano dovrebbe fare, e rappresenta la risposta che egli vuole donare ai suoi lettori alla profonda inquietudine che vede e percepisce nella nostra epoca moderna, che proprio a causa delle nuove scoperte dell'universo e della presa di coscienza della potenzialità umana potrebbe portare ad un eclissi di Dio. Teilhard si propone di ricongiungere il Dio cristiano al nostro universo moderno.

SILVIA MAGGI (Sil 79)

( segue post successivo)

 

 

 

 
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RIFLESSIONI TEILHARDIANE

"  La verità non è asltro che las coerenza totale dell'Universo in rapporto ad ogni suo punto.  Perchè dovremmo mai avere in sospetto o sottovalutare tale coerenza, per il solo fatto che siamo noi stessi gli osservatori?  Si continua ad opporre una certa illusione antropocentrica a una certa realtà obiettiva.  E' una distinzione illusoria.  La verità dell'Uomo è la verità dell'Universo per l'Uomo, cioè sempliceemente,  la Verità "   

                                                                                                                                                          

 

" Senza che si possa dire per ora in quali termini esatti, ma senza che vanga perduto un solo frammento del dato, sia rivelato che definitivamente dimostrato, sul problema scottante delle origini umane, l'accordo si farà senza sforzo, a poco a poco, tra la Scienza e il Dogma.  Intanto, evitiamo di respingere anche il minimo raggio di luce, sia da una parte che dall'altra.  La fede ha bisogno di tutta la verità". (da Les Hommes fossiles, marzo 1921) 
 
" Inventariare tutto, provare tutto, capire tutto. Ciò che è in alto, più lontano di quanto è respirabile, e  ciò che è in basso, più profondo della luce.  Ciò che si perde nelle distanze siderali, e ciò che si dissimula sotto gli elementi... Il sole si alza in avanti... Il Passato è una cosa superata...  La sola scoperta degna dei nostri sforzi è come costruire l'Avvenire". (La découverte du passé, 5 settembre 1935)
 

"...Si potrebbe dire che oggi, come ai tempi di Galileo, ciò che più occorre per percepire la Convergenza dell'Universo, non è tanto la scoperta di fatti nuovi (ne siamo accerchiati, da restarne accecati) quanto un modo nuovo di guardare e accettare i fatti.

Un nuovo modo di vedere, connesso con un nuovo modo di agire: ecco ciò di cui abbiamo bisogno...  Dobbiamo prendere posizione e metterci all'opera, presto-subito " (La Convergence de l'Univers,23 luglio 1951)

 
"  Chiniamoci dunque con rispetto sotto il soffio che gonfia i nostri cuori per le ansie e le gioie di "tutto tentare e di tutto trovare".  L'onda  che sentiamo passare non si è formata in noi stessi.  Essa giunge a noi da molto lontano, partita contemporaneamente alla luce delle prime stelle.  Essa ci raggiunge dopo aver creato tutto lungo il suo cammino.  Lo spirito di ricerca e di conquista è l'anima permanente dell'Evoluzione" (Il Fenomeno Umano 1940)
 

" ...Sento, come chiunque altro, quanto sia grave per l'Umanità il momento che stiamo attraversando...  E tuttavia un istinto, che si è sviluppato al contatto con il grande Passato della Vita, mi dice che la salvezza per noi è nella direzione stessa del pericolo che ci spaventa tanto...  Come viaggiatori presi nel flusso di una corrente, vorremmo tornare indietro.  Manovra impossibile e fatale.  La nostra salvezza è più in là, oltre le rapide.  Nessun ripiegamento. Ma una mano sicura al timone, e una buona bussola..." ( Esquisse d'un Universe personnel, 4 maggio 1936) 

 
" L'Energia diventa Presenza...  Sembrerebbe che un solo  raggio di una tale luce, cadendo come una scintilla in qualsiasi punto della Noosfera, dovesse provocare un'esplosione abbastanza forte da incendiare e rinnovare quasi di colpo la faccia della Terra. Allora, come è possibile che, guardando attorno a me, è ancora tutto inebriato di ciò che mi è apparso, io mi trovi pressochè solo della mia specie?  Solo ad aver "visto"?...  Incapace, quindi, quando me lo si chiede, di citare un solo autore, un solo testo, in cui si riconosca, chiaramente espressa, la meravigliosa "Diafania" che, per il mio sguardo, ha trasfigurato tutto ?"  (Le Christique, marzo 1955) 
 
....IN QUESTA APERTURA VERSO QUALCHE COSA CHE SFUGGE ALLA MORTE TOTALE, L'EVOLUZIONE E' LA MANO DI DIO CHE CI RICONDUCE A  LUI . ( La Biologie, poussee à fond,peut-elle nous  conduire à èmerger dans le transcendant?  Maggio 1951)
 

Di colui che pronuncerà queste parole nell'Aeropago, ci si burlerà come d'un sognatore e lo si condannerà. "Il senso comune lo vede, e la scienza lo verifica: nulla si muove", dirà un primo Saggio. "La filosofia lo decide: nulla può muoversi", dirà un secondo Saggio.  "La religione lo proibisce: nulla si muova", dirà un terzo Saggio. Trascurando questo triplice verdetto, "colui che ha visto" lascerà la piazza pubblica, e tornerà nel seno della Natura ferma e profonda. Là, immergendo lo sguardo nell'immensa ramificazione che lo sorregge e i cui rami si perdono molto lontano al di sotto di lui, in mezzo all'oscuro Passato, egli colmerà ancora una volta la sua anima della contemplazione e del sentimento d'un moto unanime e ostinato, inscritto nella successione degli strati morti e nella distribuzione attuale di tutti i viventi. -Volgendo allora lo sguardo al di sopra di lui, verso gli spazi preparati per le nuove creazioni, egli si consacreà corpo e ed anima, con fede rinsaldata, a un Progresso che trascina e spazza via persino coloro che non ne vogliono sapere. E, con tutto il suo essre fremente di ardonre religioso, lascerà salire alle proprie labbra, verso il Cristo già risorto ma ancora imprevedibilmente grande, questa invocazione, sommo omaggio di fede e d'adorazione: "Deo ignoto" [Al Dio ignoto] (L'avenir de l'homme, note sur le Progrès, 10 agosto 1920, Le Seuil, pp. 35-37)

 

" Adesso che, attraverso tutte le vie dell'esperienza, l'Universo comincia a crescere fantasticamente ai nostri occhi è ceramente giunta l'ora per il Cristianesimo di destarsi ad una consapevolezza precisa di ciò che il dogma dell'Universalità di Cristo, trasposto in quelle nuove dimensioni, suscita di speranze pur sollevando al tempo stesso certe difficoltà.

Speranze, certo, poichè, se il Mondo diventa così formidabilemte vasto e potente, vuol dire che il Cristo è ancor ben più grande di quanto noi pensassimo.

Ma le difficoltà, poichè, alla fin fine, come concepire che il Cristo s'"immensifichi" secondo le esigenze del nostro nuovo Spazio-Tempo senza simultaneamente, perdere la sua personalità adorabile e, in qualche modo, volatilizzarsi?

Ed è qui che risplende la stupenda e liberatrice armonia tra una religione di tipo cristico e un'Evoluzione di tipo convergente (Le Cristique, 1955)

 

" Nel Cuore della Materia.

   Un Cuore del  Mondo,

    Il Cuore d' un Dio"

        (da Le  Coeur de laMatiere, 30 ottobre 1950)

 
" Nella peggiore delle ipotesi, se ogni possibilità futura di parlare e di scrivere si chiudesse davanti a me, mi rimarrebbe, con l'aiuto di Gesù, quella di compiere questo gesto, affermazione e somma testimonianza della mia fede: scomparire,m inabissarmi in uno spirito di Suprema Comunione con le forze  cristiche  dell'Evoluzione  (da Note di esercizi spirituali, 22 ottobre 1945) 
 
 
 

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