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Messaggio N° 1833
Tag: Sport
04-05-2006 - 17:43

GIU' LE MANI DALLA JUVENTUS

12 anni di successi non si cancellano con i processi
Raffaele Guariniello si conferma anche quest'anno il miglior sceneggiatore italiano, principale esponente di quel teatro dell'assurdo sviluppatosi tra gli anni '40 e '60 e caratterizzato prevalentemente da dialoghi apparentemente senza significato, ripetitivi e drammatici senza connessioni logiche, i quali creano una atmosfera di sogno.

Se in passato questo tipo di teatro era solo portatore di drammaticità, più recentemente il pubblico ha scoperto anche il suo lato comico (tragi-comico).
E' naturalmente il caso della freschissima inchiesta tirata fuori dal cilindro del magistrato torinese per eccellenza, fondata su intercettazioni telefoniche che già a priori escludono qualsiasi rilevanza penale.

E allora viene da chiedersi: che caspita vogliono i magistrati se non sussite alcuna rilevanza penale? 
Per conoscere la risposta bisogna consocere il regista di questa vicenda.

Il rampante Guariniello ha conquistato la ribalta nazionale dopo anni di anonimato, mettendo in scena la sua più grande opera artistica, concepita faticosamente nell'arco di 8 anni a spese degli italiani ed intitolata "Processo doping". 

La pièce teatrale ha visto come protagonista una squadra di calcio che dal 1997 ha dovuto subire i vili attacchi della critica e della magistratura: attaccata, infangata e processata per alcune gravi imputazioni che hanno costretto giocatori e dirigenti a difendersi da una vergognosa gogna mediatica, fino alla liberatoria assoluzione  da un teorema giudiziario che i giudici hanno distrutto nel merito e nel diritto. 

Il nume della Procura torinese cerca ora la consacrazione artistico-professionale mettendo in piazza un'altra storia che ancora una volta vilipende l'onore e l'integrità morale di noti personaggi del calcio che fino a prova contraria sono da considerare "innocenti". 

Secondo quanto si è appreso, da agosto a settembre del 2004 la Procura di Torino tenne sotto controllo le conversazioni telefoniche di tre indagati con l'ipotesi di frode sportiva: si tratta di Innocenzo Mazzini, vicepresidente della Figc, Pierluigi Pairetto, ex designatore arbitrale, e Luciano Moggi, direttore generale della Juventus.

Nel settembre 2005, però,  l'inchiesta fu archiviata perché non emersero elementi penalmente rilevanti che potessero portare al rinvio a giudizio.

Non paga, la Procura di Torino decise di passare tutto il faldone dell'inchiesta alla Federcalcio perchè  erano emersi "particolari inquietanti dal punto di vista sportivo, che coinvolgevano Juventus, arbitri, giornalisti e uomini politici". 

Sono gli stessi media a palesare dei forti dubbi su quest'indagini. "La procura di Torino aveva trasmesso le ultime carte alla Figc il 13 marzo. Perché sono venute fuori solo adesso? - si chiede legittimamente Roberto Beccantini dalle colonne de La Stampa - Strano. Inoltre: cosa contengono i nastri: proteste eticamente ineleganti? intimidazioni? minacce? richiesta di arbitri «preferenziali» in ambito europeo e/o italiano? Lo stesso Guariniello ha escluso la frode sportiva. La materia rientrerebbe, al massimo, nell’ambito disciplinare”, conclude Beccantini. 
Chiaramente i fatti non sono "trapelati", bensì sono stati fatti trapelare. Sono usciti fuori nomi, date e circostanze, in spregio a dei verbali "secretati".

Niente da eccepire ai cronisti giudiziari che hanno fatto il loro lavoro. Ma evidentemente "qualcuno" aveva interesse a far scoppiare l'ennesimo scandalo in prossimità del mondiale tedesco e soprattutto alla vigilia di uno scudetto che la Juventus sta meritatamente conquistando sul campo. Una "bomba ad orologeria" lanciata nella fase più calda della stagione calcistica al fine di sfruttare la potente cassa di risonanza mediatica. 

Questo è un autentico attentato agli undici milioni di tifosi bianconeri che almeno quest'anno speravano di festeggiare senza ombre il loro ventinovesimo scudetto ed invece si sentono per l'ennesima volta feriti da una raffica di accuse tutte da provare.

"Giù le mani dalla Juventus", recitava qualche tempo fa un lungo striscione in Curva Scirea, accompagnato da un efficace sottotitolo: "Dieci anni di successi non si cancellano con i processi". Un messaggio rivolto al grande accusatore Raffaele Guariniello, tornato alla carica con un'inchiesta fondata su intercettazioni telefoniche  che già a priori escludono qualsiasi rilevanza penale.
E allora viene da chiedersi: che caspita vogliono i magistrati se non sussiste alcuna rilevanza penale? Rispondo: "Pubblicità".  

di: Corsivo79



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