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Messaggio N° 1994 03-11-2006 - 18:52

Napoli e la camorra

 

A Napoli, è sempre esistito un tessuto urbano in cui la mancata corrispondenza tra la crescita demografica e quella economica fa sì che nasca e trovi proseliti la camorra, anche basandosi sul carattere particolare dei napoletani sempre fatalisti e accompagnati da quel modo di fare della serie "stamm tutt sott o ciel". Modo di fare, che folcloristicamente, è sempre stato alla base della cultura partenopea, che, quando in auge, Napoli rappresentava la capitale del sud d'Italia, per i salotti di cultura, per l'arte e per il bellissimo modus vivendi della media alta borghesia, questa differenziazione, tra i ceti alti e quelli bassi, ha fatto sì che prendesse piede la camorra, che sfruttava tutta quella parte del popolo dei quartieri meno ambienti con situazioni economiche disagiate con limiti di vivibilità molto bassi.

Oggi la camorra non è più quel tipo d’organizzazione che si manifestava tra prostituzione e contrabbando di sigarette, oggi s’inerpica e si consolida in una vera industria criminale.

Secondo i recenti dati forniti dall'Eurispes sembra che la Camorra guadagni ben 7.230 milioni d’euro l'anno dal traffico di droga, 2.582 milioni da crimini legati all'imprenditoria (appalti truccati, riciclaggio del denaro sporco ecc.), 258 milioni dalla prostituzione, 2.066 milioni dal traffico d’armi (il primato in questo campo va alla camorra) e 362 milioni dall'estorsione e dall'usura. Il giro d'affari complessivo è di circa 12 miliardi e mezzo d’euro, pari ad una manovra finanziaria. Ciliegina sulla torta, dobbiamo considerare lo smaltimento dei rifiuti urbani e industriali, che rappresenta una lucrosissima attività economica, al punto di creare un vero è proprio stato di precarietà sanitaria in tutta la Campania. Considerate che il degrado ambientale nelle campagne di Napoli e Caserta è a livelli paurosi colpendo vastissime arie agricole, quelle che una volta erano considerate il giardino della penisola italiana ovvero il triangolo tra Acerra, Marigliano e Nola è da alcuni denominato con il nome "triangolo della morte".

I colpi inflitti dalle forze dell'ordine e dalla magistratura, che tramite il pentitismo di personaggi malavitosi in pericolo di vita e l'arresto d’esponenti di spicco dei clan, ha innescato una situazione esplosiva tra i clan che costituiscono la camorra. Persi i riferimenti fondamentali, i camorristi sono diventate schegge impazzite che hanno dipinto le strade di Napoli, della bella Napoli, con il colore rosso del sangue e delle stragi mirate all'eliminazione dei rivali, tra scissionisti e vecchia guardia, e all'interno degli stessi "cartelli" che rappresentano più clan aggregati, come l'attuale e famigerata Alleanza di Secondigliano.

Camorristi che hanno perso quel senso dell'onore dei loro vecchi predecessori, che mai e poi mai avrebbero sparato su di una donna o su ragazzi adolescenti, uomini, che, anche se a modo loro avevano un codice d'onore, perso da questi nuovi ultimi banditi.

La camorra ha imparato ad usare le strutture pubbliche, a manovrare parte del potere politico con cui ha stretto un’alleanza particolare, senza salire in alto nella graduatoria politica, in cui… nomi altisonanti spesso a ragione o a torto sono stati accomunati a questa struttura delinquenziale, rimaniamo su livelli bassi e vediamo comuni sciolti o commissariati per concussione camorristica. Quello riportato è un elenco parziale di comuni sciolti almeno una volta: Afragora, Casandrino, Casapesenna, Casal di Principe, Grazzianise, Nola, Poggiomarino, Pompei, Villa di Briano, Portici.

Come se non bastasse la camorra non, s'infiltra solo nella politica ma anche nelle strutture sanitarie, infatti, nel 2005 è sciolta l'Asl Napoli 4 che comprendeva ben 35 comuni suddivisi in 11 distretti sanitari: Poggiomarino, Casalnuovo di Napoli, Nola, Marigliano, Roccarainola, San Giuseppe Vesuviano, Somma Vesuviana, Palma Campania, Volla, Acerra e Pomigliano d'Arco, considerate gli utenti assistiti circa 600 mila abitanti.

Ultima ciliegina in merito alla camorra sono le famose accuse, fatte nel 2006, dall’ex Presidente del consiglio On. Berlusconi, che colpiva parte della magistratura partenopea in merito all'aver "favorito la prescrizione ad un processo su una coop rossa", in particolare riguardo ai processi Katana 1 e Katana 2, nei quali i dirigenti accusati furono assolti, tranne che per un unico capo d’imputazione prescritto. Le inchieste che nacquero erano in merito alle accuse di due pentiti, Carmine Alfieri e Pasquale Galasso, in merito a presunti accordi tra clan e coop per le grandi opere finanziate con i soldi della ricostruzione dopo il terremoto del 1980. Su richiesta dei magistrati della DIA di Napoli, nel 1995, furono eseguite ordinanze di custodia cautelare che colpirono anche dirigenti nazionali delle coop rosse.

Oggi sentiamo parlare dal Ministro della Giustizia, On. Mastella, che a Napoli occorre l'impiego dell'esercito, in merito si ricorda l'operazione "Partenope" nella quale furono impiegati 500 soldati dell'esercito italiano con inizio il 18 febbraio 1994 e interrotta il 15 dicembre 1995. Ripresa il 14 luglio 1997 cessò definitivamente il 30 giugno 1998. Tutta l'operazione ebbe risultati parziali, sta di fatto che, riuscì a ridurre la microcriminalità, senza riuscire ad intaccare significatamene la camorra.

In fine tra questa giostra di unioni, riunioni e separazioni tra i vari clan, la guerra sanguinaria in atto mira unicamente alla supremazia sul territorio, per raggiungere i livelli più alti della scala criminale. Al modus vivendi, di questi assassini senza onore troviamo anche, un modus operandi nuovo della camorra napoletana, fatto di omicidi efferati e plateali, all'insegna della spavalderia più piena e nel più pieno concetto di antistato, incurante che, nelle loro esecrabili azioni tanti napoletani onesti possano perdere la vita. Il tutto per il controllo del territorio. La conditio sine qua non per combattere e bloccare, almeno in maniera più piena, un vero antistato come la camorra che esula dai diritti cui noi tutti siamo abituati, rimane una politica di risveglio delle coscienze mirata ad un recupero della legalità, che parta dall'uso del casco al capire che dietro una rapina ad un tabaccaio non c'è un ricco milionario, ma un semplice lavoratore.

Fiducia nella legalità persa da buona parte dei cittadini italiani e napoletani che hanno visto nel tempo divenire sempre più labile la certezza della pena, e in ultimo, un indulto che privo della norma che vietasse l'estensione di tale beneficio ai fatti di sangue, rimette in libertà tutti quei camorristi in pena conclusiva e concede tre anni di sconto a tanti altri camorristi che in seguito potranno avvalersi dei benefici di legge.

E il Ministro Mastella parla dell'utilizzo dell'esercito a Napoli.

Ci aggiorniamo amici.....  ci aggiorniamo!

di: il.corsaro.nero



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