Creato da: Blog_Magazine

Blog Magazine

Il Blog Ufficiale della Community di Libero

Area personale

- Login

Cerca in questo Blog

 
trova
 

Archivio messaggi

  << Luglio 2024 >>  

Lu Ma Me Gi Ve Sa Do

 1   2   3   4   5   6   7 
 8   9   10   11   12   13   14 
 15   16   17   18   19   20   21 
 22   23   24   25   26   27   28 
 29   30   31         

Guarda le immagini del Mese

I miei Blog Amici

Leggi e diffondi

Scrivi anche tua.gif
 
Citazioni nei Blog Amici: 397

Chi può scrivere sul blog

Solo i membri di questo Blog possono pubblicare messaggi e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.

RSS (Really simple syndication) Feed Atom

BlogMagazine

Top 100 Italia di BlogItalia.it e Technorati

Cunctator

Free Hit Counter Code

 

Messaggio N° 2014 20-11-2006 - 10:50

MA QUANDO FARANNO CADERE PRODI?

In pubblico la sinistra lo appoggia. In privato invece trama per la sucessione. Perché se supera lo scoglio della Finanziaria mandarlo a casa sarà più difficile


 
Ma sì, certo, che noia, basta parlar di tasse. Parliamo d'altro: del tempo che fa, delle stagioni che non sono più le stesse, magari di moda, di cinema, dell'influenza in arrivo... Questa più o meno è l'idea che è venuta alla premiata ditta Fassino-Rutelli quando hanno detto, insieme, due cose che non stanno né il cielo né in terra.
La prima: che non se ne può più dei discorsi sulle tasse (mentre gli italiani, a partire dal ceto medio a stipendio che ha votato a sinistra, sono furibondi). E la seconda: che non è vero affatto che si stia tramando per far cadere Romano Prodi quando è vero il contrario.

Ogni giorno si moltiplicano le telefonate,

i complotti, le spartizioni preventive, i tradimenti, i ripensamenti, gli organigrammi. La sinistra su una sola cosa non riesce a mettersi ancora d'accordo ed è su chi dopo Prodi. Lamberto Dini? Lui ci starebbe, ma vorrebbe l'appoggio esterno dei moderati della Cdl.
Franco Marini? Il presidente del Senato viene accreditato in grande fermento. Massimo D'Alema? Nega sdegnosamente, ma chi è più in carriera di lui e se non ora, quando? Ma questo è per i cittadini un fronte secondario.

Il fronte primario è quello delle tasse che stanno rendendo furiosi tutti, tranne Eugenio Scalfari che adora questa Finanziaria. Ma chi altro, oltre al fondatore della Repubblica? Non la Confindustria, perché Luca di Montezemolo è nero. Non la sinistra radicale: il senatore Fernando Rossi ha abbandonato il Pdci e ha detto che non voterà la Finanziaria.
Non gli impiegati, che si sentono truffati, non i dirigenti d'azienda che si sentono depredati, non le agenzie internazionali, che non vedono riforme ma soltanto borseggio con destrezza. Chi resta? Artigiani e professionisti ringhiano e chiedono ogni giorno. «Ma quando lo buttate giù?».

Non c'è un settore, una frazione, una fetta della torta che rappresenta l'Italia che esprima consenso. Un disastro. Che diventa dramma nelle case degli italiani, quando scoprono di essere tassati di più anche perché non hanno i soldi per comprarsi una macchina nuova. Hai un catorcio? Più tasse. Hai il suv? Più tasse. Geniale.
Ma Piero Fassino e Francesco Rutelli, anziché dire lealmente che la Finanziaria fa schifo e che l'elettorato dell'Unione è in rivolta, dicono: «Basta parlare di tasse, ritocchi e altri interventi. Se ne è già parlato abbastanza: ora si parli di crescita». Crescita? Sarebbe come se il pediatra, constatato che un bambino manca delle vitamine, è povero di proteine e si presenta disidratato, esclamasse entusiasta: «Basta parlare di rachitismo, parliamo di crescita».

Le agenzie internazionali hanno bocciato la Finanziaria del governo proprio perché in essa non c'è la minima traccia di un processo di crescita, di razionalizzazione, uno straccio di riforma, ma soltanto un elenco di tasse, gabelle, ispezioni, controlli. E tutto questo per radunare più soldi di quanti servano, all'evidente scopo di ripartire l'eccesso della raccolta fra clienti politici.
Fassino lo conferma, quando dice: «Abbiamo diffuso l'idea che la Finanziaria fosse fatta per distribuire ricchezza, sicché tutti vengono a chiederne un pezzo». Espressione, devo ammettere, perfetta: esprime esattamente quanto sta accadendo. La Finanziaria infatti taglieggia senza pietà da una parte e riempie la cassa dall'altra. È lì che si presentano gli azionisti politici di Prodi e tutti chiedono la loro parte.

Questo è il motivo per cui tutta la sinistra non estrema, da D'Alema a Rutelli, da Fassino a Marini, sta complottando e inciuciando dalla mattina alla sera e dalla sera alla mattina per fare fuori Prodi e la sua Finanziaria che, non contenendo una sola riforma, distrugge ricchezza senza promuoverne.
È ovvio che lo neghino, è ovvio che vadano persino in processione da Prodi per smentire e dire che lo sostengono, che sono talmente impegnati a sostenerlo da volerlo far cadere al più presto.

Il vero tema del dibattito, a sinistra, è: lo facciamo cadere prima o dopo la Finanziaria? Nessuno si nasconde che se Prodi, come recitava una famosa pièce di Eduardo, «passa 'a nuttata» e supera la Finanziaria, farlo cadere diventerà più difficile. Anche perché Prodi vede e sa quel che bolle in pentola e vede che in pentola a restare bollito sarà proprio lui.
Dunque prende contromisure. Fa campagna acquisti e non si lascia prendere dal panico. Dal panico, semmai, si fanno prendere i contribuenti italiani che stanno facendo i conti nelle proprie tasche e che di crescita non vedono neanche
l'ombra.

scritto da: ilariacz



© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963