Creato da: Blog_Magazine

Blog Magazine

Il Blog Ufficiale della Community di Libero

Area personale

- Login

Cerca in questo Blog

 
trova
 

Archivio messaggi

  << Agosto 2024 >>  

Lu Ma Me Gi Ve Sa Do

       1   2   3   4 
 5   6   7   8   9   10   11 
 12   13   14   15   16   17   18 
 19   20   21   22   23   24   25 
 26   27   28   29   30   31   

Guarda le immagini del Mese

I miei Blog Amici

Leggi e diffondi

Scrivi anche tua.gif
 
Citazioni nei Blog Amici: 397

Chi può scrivere sul blog

Solo i membri di questo Blog possono pubblicare messaggi e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.

RSS (Really simple syndication) Feed Atom

BlogMagazine

Top 100 Italia di BlogItalia.it e Technorati

Cunctator

Free Hit Counter Code

 

Messaggio N° 2072 14-01-2007 - 01:33

Arte... che passione!

Caravaggio.

Genio e sregolatezza.

Tra i rivoluzionari dell’arte Michelangelo Merisi da Caravaggio, detto il Caravaggio, occupa un ruolo eccezionale.

immagineimmagineimmagineimmagine

Caravaggio ha firmato un solo quadro: con il sangue che scorre dal collo mozzato di un condannato a morte. Ci ha lasciato tre autoritratti: da ragazzo, pallido ed emaciato, muore, ròso dalla malaria; a trent’anni, mentre assiste ad un omicidio; negli ultimi mesi della sua breve vita, come un gigante sfregiato e decapitato.

 Da Milano a Roma, da Genova a Napoli, dalla   capolavori che hanno cambiato la storia della pittura.   Sul temperamento violento e stravagante tutte le fonti sembrano d’accordo. Già nel 1600 il van Mander così scrive: “quando ha lavorato un paio di settimane, se ne va a spasso per un mese o due con lo spadone al fianco e un servo di dietro, e gira da un gioco di palla all’altro, molto incline a duellare e far baruffe, cosicché è raro che lo si possa frequentare”. I documenti confermano l’irrequitezza dell’artista. Il 19 novembre 1600, un tale Girolamo Stampa querela M per averlo aggredito a bastonate e con la spada; il 28 agosto 1603 il pittore Giovanni Baglione lo cita in tribunale per aver diffuso delle poesie scurrili e diffamatorie contro di lui; il 24 aprile 1604 un garzone d’osteria lo accusa di avergli tirato in faccia un piatto di carciofi; nell’ottobre e nel novembre dello stesso anno è incarcerato due volte per aver ingiuriato gli sbirri; il 28 maggio 1605 è arrestato per porto d’armi abusivo; il 29 luglio dello stesso anno viene denunciato perché ha aggredito e ferito di spada il notaio Mariano Pasqualone, per una questione di donne; nel settembre è querelato da certa Prudenzia Bruna, avendo preso a sassate una sua finestra; il 28 maggio 1606 avviene l’irreparabile: M uccide Ranuccio Tomassoni da Terni in seguito ad un litigio sorto durante un incontro di pallacorda, il tennis di allora. Nello scontro M rimane gravemente ferito alla testa e subito dopo fugge da Roma.Sicilia a Malta ha frequentato le sale dei palazzi principeschi e le prigioni, in una vita romanzesca che si conclude nel dram ma. Ma soprattutto, nei due decenni a cavallo dell’anno 1600, ha dipinto una serie di

La società che venne definendosi al passaggio dal 500 al 600 fu dominata “dall’idea non di progresso , ma di un ritorno a un’età dell’oro esistita nel passato”.

In pittura, si fece portavoce di questa idea Annibale Carracci e la sua Accademia bolognese; egli che individuò nell’antico la leva per restaurare contro il manierismo la classicità; su questa stessa tradizione si fonda la soluzione barocca di Peter Paul Rubens, mentre loro contraltare fu Caravaggio che in nome dell’ “osservanza della cosa” vale a dire di un’ “imitazione del naturale”, non solo non cercò conciliazioni, ma pose le fondamenta per una revisione radicale dei valori allora accettati: sia nell’ordine propriamente pittorico e nei rapporti tra i generi di rappresentazione vigenti presso la società ufficiale; sia nell’immagine iconografica, fosse sacra o fosse profana; sia nella pratica di una qualità di “manifattura” che respingeva ogni forma di discriminazione tra “ideare” e “fare”. E tutto ciò in sostanziale consonanza e contemporaneità con le ricerche che, da Giordano Bruno a Tommaso Campanella da un lato, da Galileo a Bacone dall’altro, cooperarono alla scoperta di una “natura”, e anche al progetto di una società da costruire e di una vita da vivere senza gerarchie.

Ai frenati, calligrafici esercizi del tardo manierismo romano e all’eclettismo culturale degli accademici bolognesi Caravaggio oppone l’emozionante impatto di una visione tratta dal “naturale”, ossia dalla diretta osservazione della realtà. Questo effetto è ottenuto grazie a due innovazioni: l’uso spregiudicato della luce ed il ribaltamento del ruolo di chi osserva il quadro. Diagonali luminose attraversano le tele e fanno affiorare solo una ridotta selezione di particolari. Inoltre, di fronte ad un’opera di Caravaggio il riguardante non è più “solo” uno spettatore esterno davanti ad un’immagine dipinta, ma deve sentirsi testimone oculare di una vicenda reale che si svolge lì sotto i suoi occhi, in quel preciso momento. (Continua…)

 scritto da: raba_rama



© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963