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Messaggio N° 2477 30-01-2008 - 12:37

Essere proletari è diventato un lusso!

Oggi a “Studioaperto”, trasmissione del canale televisivo Italia1 ho seguito l'intervista di una donna in attesa del quarto figlio che ha deciso di abortire suo malgrado perchè ha il fondato timore di non poter allevare in modo decoroso i tre figli già nati.


Mi è venuto da riflettere sul termine “proletario”, che è entrato nell'uso comune per indicare chi ha come unica ricchezza la prole ed è sempre stato associato ad una condizione di povertà estrema.

Ho pensato: "essere proletari è diventato un lusso!"
La società globalizzata ha tolto le paratie commerciali favorendo la possibilità di spostare la produzione dei beni dove costa meno.

Così ci troviamo di fronte all'assurdo di avere paesi “ricchi” (permettetemi le virgolette) come il nostro dove una giungla di leggi e normative tutela i lavoratori facendo nel contempo sparire le attività produttive, perchè il lavoro conviene farlo altrove, dove le leggi sono facilmente aggirabili per poter inquinare impunemente l'ambiente e sfruttare anche il lavoro dei bambini.

La classe politica non sembra essersi accorta di questa evoluzione e, intrisa di privilegi com'è, non tocca la situazione di disagio che si respira tra le persone comuni, che hanno visto le entrate familiari pesantemente ridotte dalla diminuzione del potere d'acquisto e dalla disoccupazione. I politici continuano a passare il tempo nei propri giochi di potere, che cominciano a sciuscitare nei più la sensazione di un profondo ribrezzo.

Il problema della governabilità non ci sarebbe se ci governassero persone di buon senso tecnicamente preparate, qualunque fosse la legge elettorale utilizzata. Di converso non può che dare pessimi risultanti anche la migliore delle leggi elettorali che porti al governo solo persone interessate a riempire le tasche proprie e quelle dei propri sostenitori, a danno del bene comune.

Mi piacerebbe che iniziasse a formarsi una classe politica trasversale che non si fondi più sulla concezione delle classi sociali, sulla destra o sulla sinistra, ma che, sotto la bandiera del buonsenso comune, decida quello che è meglio fare per la collettività, senza far prevalere gli uni o gli altri interessi.

Avrebbe senso penalizzare le importazioni per favorire il rispetto dei diritti umani e dell'ambiente. Purtroppo l'inquinamento si è globalizzato fin dall'inizio perchè l'atmosfera della terra non è separata da confini.. e lo stesso vale per l'acqua del mare; ciò porta a diseconomie che ricadono su tutti noi.

Il maggior costo produttivo del nostro paese potrebbe così essere giustificato e diventare economicamente sopportabile, consentendo di far rifiorire le attività... ma si sa.. quando ci sono di mezzo grandi interessi economici non si riesce a fare molto, o per lo meno, si riesce a fare qualcosa solo quando si è in molti... magari boicottando le merci che non vengono prodotte nel rispetto dell'uomo e della natura.

di: wkilegge



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