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OLIMPIADI DI LONDRA A SKY. E LA RAI?

La notizia che sta agitando le acque del mondo televisivo è l’acquisizione dei diritti televisivi delle Olimpiadi di Vancouver 2010 e Londra 2012 da parte di Sky Italia. Va da sé che si tratta di una mossa notevole, da qualunque parte la si osservi, visto che riguarda i diritti in chiaro e quelli a pagamento, su internet e per il mercato mobile. Anche se i diritti per la trasmissione in chiaro venissero rivenduti alla Rai (non è scontato, molti danno per fatto un accordo tra Sky e Mediaset), con questa mossa Sky ha comunque dato un segnale della sua crescente forza, come era già stato in occasione dei Mondiali di calcio del 2006.

In questa situazione, mi sembra opportuno riflettere su quanto afferma il portavoce dell’associazione “Articolo 21”, Giuseppe Giulietti, sulla salvaguardia del ruolo della Rai.

«Chiunque conosca il mercato dei diritti sa perfettamente che il colpo messo a segno da Sky, per altro tutto legittimamente, segna una svolta epocale nel campo delle televisioni. È assai probabile che questa svolta sia anche il preannuncio di una nuova alleanza strategica (dopo tante infinite polemiche politiche ed industriali) tra Sky e Mediaset. In questo contesto la Rai, e non solo la Rai, è destinata a diventare il classico vaso di coccio».

«Ogni tentativo di sminuire la portata di quanto è accaduto si rivelerà miope e pericoloso - prosegue Giulietti - per i destini futuri della impresa pubblica. Non sappiamo quali saranno le prossime mosse del gruppo dirigente della Rai, ma a questo punto spetta a tutte le parti politiche dichiarare se e quando intendano approvare una legge di riforma che dia la più totale autonomia editoriale, industriale e finanziaria alla Rai.
Nelle scorse settimane tutti hanno rassicurato Mediaset sui suoi destini futuri. Adesso, forse, è giunto il momento di rassicurare la Rai e tutte le altre aziende del settore editoriale che anche per loro potrà esserci un futuro di sviluppo e crescita». 

Personalmente, aggiungo che presto i legislatori dovrebbero approvare una norma che individui quegli eventi sportivi di interesse nazionale che, in quanto tali, devono essere alla portata di tutti, quindi gratuiti.
Per evitare, se mai la Rai dovesse finire in mille pezzi, di ritrovarci un giorno a dover pagare per vedere la finale di un Mondiale o, perché no, gli stessi giochi olimpici.

di: marco_amabili



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