De magneteDigiland vi segnala il Forum "Parlando di tecnologia" per discutere di questo argomento!
L'opera in questione fu scritta nel 1600 da William Gilbert, ma non è di questo che si vuole parlare. E' solo un pretesto per introdurre il discorso sul più grande magnete superconduttore mai costruito... Immaginate un solenoide formato da 5 enormi bobine collegate fra loro, del diametro di 6 metri ciascuna, lunghe due metri e mezzo e pesanti 50 tonnellate l'una. Poi, immaginate di portare con elio liquido il sistema a -269 °C (freddino, eh? lo zero assoluto, il punto inarrivabile dove tutto teoricamente si ferma, è solo un pochino più giù, a -273,16 °C). Fatto? Sì... un attimo, ci arrivo! Questo serve a rendere le bobine superconduttive: molti metalli infatti diventano superconduttori una volta portati a bassissime temperature dell'ordine dei pochi gradi sopra lo zero assoluto. E la superconduttività, cos'è? Una proprietà dei metalli, in particolari condizioni, che consente all'elettricità di circolare al loro interno senza dispersione o quasi. Infatti l'elettricità ordinariamente subisce la resistenza del mezzo in cui circola, generando calore e luce, ossia mutando forma. Maggiore è l'intensità dell'elettricità che circola, maggiore è il calore prodotto. Minore è la conduttività del metallo, maggiore è la resistenza. E' il principio della stufetta elettrica: la resistenza, appunto, quella spirale incandescente che si illumina e riscalda, sfrutta queste proprietà. Nel nostro magnete, al contrario, abbiamo bisogno che l'elettricità possa circolare senza intoppi per produrre più campo magnetico. In questo caso, il campo è qualcosa di inimmaginabile: 4 tesla, cioè 100.000 volte l'intensità del campo magnetico terrestre. Ma non abbiamo ancora finito di descrivere questo immenso magnete: abbiamo le cinque enormi bobine raffreddate a -269 °C, e ora per farle funzionare dobbiamo infilarle in un contenitore a vuoto che le isoli dall'esterno per non disperdere il freddo. Il tutto, poi, dovrà ancora essere racchiuso in una struttura metallica (12.000 tonnellate di ferro) che avrà il compito di impedire dispersioni di campo magnetico nell'ambiente. Totale? Un cilindro del diametro di 16 metri, lungo 22. Abbiamo detto cos'è, come funziona, quanto è grosso. Ma dov'è? E soprattutto, a cosa serve? La prima risposta è abbastanza semplice: si trova al CERN, e nasce dalla collaborazione di varie istituzioni internazionali: il Centro di Ricerche Nucleari di Scalay (Francia), il Politecnico Federale di Zurigo, il CERN, l'INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare). In sostanza, verrà usato all'interno dell'esperimento CMS (Compact Muon Solenoid) per cercare di catturare il bosone di Higgs, una particella subatomica mai osservata direttamente finora, ma prevista in teoria, direttamente collegata al concetto di massa. Sarebbe infatti il campo di Higgs, la cui esistenza non è ancora stata accertata (né del tutto accettata) attraverso questo fantomatico bosone, a fornire di massa le particelle che ne sono provviste. Ma tale particella, appunto, è ancora fantomatica e tale rimarrà almeno fino al completamento dell'esperimento CMS. Dopo, si spera di poter fare luce su uno dei tanti misteri che circondano l'infinitesimale, che è il mattone con cui si costruisce l'infinito... paranoimia
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Articolo pubblicato da: Paranoimia
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