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Messaggio N° 1576 18-06-2005 - 10:54

Persone, demoni, parole - 1^ Parte

A volte mi domando in che misura si ricercano – incosciamente o meno - certi ostacoli e in che misura invece capitano come tegole sulla testa... Mi spiego…


Ci sono persone che si realizzano con la "linearità della vita": studiano, trovano il più presto possibile un impiego "da scrivania" o "da catena", dove ogni giorno si fanno le stesse cose, comandate dall’alto e dove non si ha la responsabilità di dover decidere perchè in quella professione bisogna "solo" fare le solite operazioni; ci sono persone che nel loro lavoro si sentono pienamente appagate quando arrivano a fine mese sicure di tirare un buon stipendio, ma – pur avendone possibilità intellettiva ed economica - non azzardano un qualcosa che richieda loro di esporsi in prima persona, o di rischiare nel fare scelte o nel mettere in gioco qualcosa di personale...e vivono per anni lo stesso giorno, sempre uguale, sempre "tranquillo", sempre lineare, sempre ordinato…


Ci sono persone che si realizzano mettendosi insieme ai rispettivi compagni fin da adolescenti, vivendo tutta la vita sempre e solo loro due – tradendosi o no nel frattempo – non conoscendo altra realtà se non quella della loro coppia e se anche si arriva ai 25, 20, 35, 40 anni e non ci si ama più, si sposano, fanno figli, mettono su casa (e intanto a questo punto l’infedeltà - occasionale o programmata - è diventata "routine" e non genera più sensi di colpa)…ma queste persone non hanno niente da condividere se non gli interessi pratici: come si manda avanti la famiglia e la casa, coi loro impieghi sicuri e sempre uguali, il solito pranzo della domenica dai suoceri, la solita pizza una volta al mese nello stesso posto, le solite vacanze prenotate mesi e mesi d’anticipo (sarei curiosa di sapere, tra le coppie sposate che conosco, quanto tempo passano, quando i figli sono a letto e le bollette sono tutte pagate, a parlare di "loro due", non come madre e padre, non come impiegata e capo ufficio, ma come uomo e donna, di ciò che sono diventati insieme, di ciò che vogliono ancora, di ciò che non vogliono più)…Eppure…


Eppure, loro sono appagati così, non cercano altro perché hanno già tutto quello che serve loro per sentirsi realizzati: la sicurezza di un qualcosa che si chiama "famiglia", ma di cui non sanno spiegarne l’essenza.


Ci sono persone che non leggono mai "davvero", ma che sanno tutto sull’ultima velina che è andata insieme a quel calciatore, o del perché la storia tra quell’attrice e quel politico è finita, o sulle corna che quel presentatore ha messo quella cantante, oppure sanno tutto del taglio di capelli che andrà quest’estate, o dei colori moda dell’autunno-inverno dei prossimi 10 anni… E non sentono curiosità per nient’altro. Ci sono persone che vivono tutta una vita così, sentendosi appagate di cose semplici (o… banali???) e senza cercare più di quel che hanno…


Mi capita, alcuni giorni di "invidiare" queste persone (per alcuni versi, fino qualche anno fa mi ci potevo anche riconoscere), le "invidio" per la capacità che hanno di vivere non ponendosi mai domande, perché loro vanno avanti come fanno i cavalli coi paraocchi, e non si chiedono se oltre al pezzetto di strada che vedono c’è anche qualcos’altro, loro sanno solo che devono andare dritto, perché "è così che si fa", perché "è così che deve essere". A loro basta sapere che c’è quel pezzetto di strada, il resto non li riguarda… e così godono della loro vita dove tutto quello che si poteva conoscere è già conosciuto e non riserva "sgradevoli sorprese", e ricercano solo i "giochi facili".


Non critico, la vita di questi personaggi… casomai per loro ciò che io considero piatto, superficiale e "leggero", è fonte di emozioni forti e sincere; a nessuno è dato di considerare le proprie emozioni più importanti, vere o intense di quelle altrui… non viviamo col cuore dell’altro, non "sentiamo" come l’altro…in questi casi più che mai "l’uomo E’ un’isola"


Poi ci sono quelle persone a cui tutto questo non basta; sono spiriti inquieti, per cui semplice è sinonimo di noioso, per cui pensare di dover soggiacere per tutta la vita ai soliti orari e ai soliti compiti equivale a sotterrarsi vivi, per cui la ricerca di un rapporto autentico che non si esaurisca col passare del tempo è talmente utopistica da rischiare di rimanere soli per tutta la vita perché non ci si vuole rassegnare al fatto che prima o poi tutti i rapporti finiscono allo stesso modo: "grigi".


Ci sono persone che non si accontentano di ciò che trovano, se sentono che ciò che hanno non è ciò che vogliono. Ci sono persone che non accettano di sposarsi e mettere su casa solo perché arrivati ad una certa età "è quello che si deve fare". Ci sono persone che la notte vanno a letto col cervello stanco a forza di pensare e di porsi domande su come-dove-perché-quando sbagliano o cosa vogliono, o dove vogliono arrivare… Ci sono persone che ogni volta che arrivano da qualche parte, prendono questo approdo come punto di partenza per andare "oltre"…Ci sono persone che non si fermano mai, che non amano le cose semplici perché senza lotta non si sentono vive…


E allora, mi domando, che demone combattono queste persone? Non credo sia solo la voglia di vedere qual è il proprio limite massimo di sopportazione che le spinge ad infilarsi in situazioni estreme…


Altra cosa che mi lascia il tipico "amaro in bocca" delle risposte non trovate…


Ci sono altre persone, tante…troppe, che dicono "ti amo" la notte e la mattina dopo ritrattano presi da arcano terrore…


Non grido allo scandalo per la fine di un amore, non mi faccio portavoce di quei sognatori che credono che l’amore debbo essere solo uno, eterno e fedele nei secoli dei secoli, amen.


Nè punto il dito verso l’infedeltà: a turno si è stati traditori o traditi, nessuno si salva; se non si è incappati nel marchio del traditore o nel dolore del tradito, all’una o all’altra sponda, prima o poi si approderà.


Leggi la 2^ Parte >>>


 



Articolo pubblicato da: LadyOscar743



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