Creato da: Blog_Magazine

Blog Magazine

Il Blog Ufficiale della Community di Libero

Area personale

- Login

Cerca in questo Blog

 
trova
 

Archivio messaggi

  << Agosto 2024 >>  

Lu Ma Me Gi Ve Sa Do

       1   2   3   4 
 5   6   7   8   9   10   11 
 12   13   14   15   16   17   18 
 19   20   21   22   23   24   25 
 26   27   28   29   30   31   

Guarda le immagini del Mese

I miei Blog Amici

Leggi e diffondi

Scrivi anche tua.gif
 
Citazioni nei Blog Amici: 397

Chi può scrivere sul blog

Solo i membri di questo Blog possono pubblicare messaggi e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.

RSS (Really simple syndication) Feed Atom

BlogMagazine

Top 100 Italia di BlogItalia.it e Technorati

Cunctator

Free Hit Counter Code

 

Messaggio N° 1621 08-09-2005 - 11:10

Al concerto dei Sigur Ròs

Digiland vi segnala il Forum
"L'ultimo cd che ho ascoltato..."
per discutere di questo argomento!



La band ha presentato, nella magica cornice della Villa Arconati di Bollate (MI) in 26 luglio 2005, il loro ultimo lavoro di prossima uscita dal titolo "t a k k . . .". I ragazzi non sono cambiati, non si sono montati la testa e non si atteggiano da vips, nonostante siano arrivati gloriosamente al loro quarto album.


Nel 2002, quando a malapena erano conosciuti in Italia, ho assistito al loro concerto al Rolling Stone di Milano. Il locale era mezzo vuoto e all'uscita io e i miei amici siamo addirittura riusciti ad intrattenerci per strada per un'oretta a chiacchierare con la band, sono dei ragazzi semplicissimi e a quanto pare sono rimasti tali nonostante il grande successo che li ha travolti negli ultimi anni.


"La loro musica è come il suono di Dio che piange lacrime d'oro in Paradiso", ha scritto Melody Maker.... "Ascoltare per credere!!!."
"Ágætis Byrjun" è il disco che ha lanciato nel mondo questa band islandese capace di aggiornare il dream-pop e le suggestioni degli shoegazer con un gusto tipicamente nordico.
Il quattro dicembre 1994 Jón Þór Birgisson, Ágúst Ævar Gunnarsson e Georg Hólm danno vita ai Sigur Rós.
Il nome lo prendono in prestito dalla sorellina appena nata di Jónsi, Sigurrós (Rosa della Vittoria) e subito iniziano a lavorare al primo album. Ci vogliono appena sei ore per registrare il primo singolo, Fljúgðu, che viene pubblicato in occasione del cinquantesimo anniversario dell'indipendenza islandese.


Ci vorranno almeno tre anni per la pubblicazione del primo album, ma nel frattempo il risultato è completamente diverso dalle prime registrazioni. Von (speranza) esce nel settembre 1997 grazie all'accordo con l'etichetta Smekkleysa (Bad Taste). È subito un successo per la critica, ma le vendite non decollano. Poco dopo l'uscita di Von si unisce al gruppo il tastierista Kjartan Sveinsson e cominciano i lavori per il secondo album. I primi risultati vengono subito commentati come "un buon inizio", ed è così che si chiamerà il disco: Ágætis Byrjun. I lavori però procedono con inevitabile lentezza e a complicare le cose ci pensa Ágúst che lascia il gruppo per intraprendere la carriera di grafico. Con il nuovo batterista Orri Páll Dýrason si configura la formazione attuale dei Sigur Rós. Nel frattempo esce in Islanda una raccolta di remix delle canzoni di Von che attira molte attenzioni e diventa molto popolare.


Atmosfere eteree e sognanti, unite a sperimentalismi elettronici al crocevia tra minimalismo e dream-pop, chill-out e ambient music. È la formula musicale dei Sigur Ròs. Sonorità limpide e suggestive come le terre d'Islanda da cui provengono. "In molte interviste ci hanno chiesto quali siano le nostre influenze - raccontano - e la nostra risposta è sempre stata: l'Islanda stessa. La sua cultura, i suoi orizzonti, la sua natura, i suoi contrasti interni…"


L'aspetto più sorprendente di questo giovanissimo quartetto di Reykjavik - Jon Thor Birgisson (voce e chitarra), Kjartan Svensson (tastiere), Georg Holm (basso) e Orri Pall Dyrason (batteria) - è la capacità di creare sonorità "emozionanti", capaci di penetrare nei recessi più oscuri della mente. La loro musica è un magma vulcanico di suoni trasversali: dagli Stone Roses aiRadiohead , fino al dark elettronico dei Dead Can Dance e al pop raffinato di Bjork, Proprio la loro più famosa connazionale è stata una delle loro sostenitrici, fin dal 1994, quando ha deciso di inserire un loro brano in una raccolta da lei curata per festeggiare i 50 anni di indipendenza islandese dalla Danimarca.


Dopo una grande attesa esce nel giugno 1999 Ágætis Byrjun, il capolavoro che ha portato al successo i Sigur Rós. L'acclamazione della critica e del pubblico è unanime ed al grande successo in patria segue quello internazionale. I premi come miglior Album e miglior Gruppo dell'anno in Islanda sono i primi di una lunga serie. Nel regno unito vengono pubblicati due singoli: Svefn-g-englar (sonnambuli, ma englar significa angeli) e Ny Batterí (nuove batterie). Dal grande interesse per questi singoli esce l'album nel 2000. Le major statunitensi fanno a gara per accaparrarsi i diritti, ma la band preferisce la libertà al tornaconto economico e firma un contratto con Pias Recordings.


Il successo di Ágætis Byrjun apre ai Sigur Rós le porte della grande scena musicale: fanno da spalla a Godspeed You Black Emperor! e Radiohead, festival e concerti in tutto il mondo si susseguono dal gennaio 2000 all'ottobre 2001. Con i primi soldi guadagnati costruiscono uno studio di registrazione a Mosfellsbær, nei dintorni di Reykjavík: un'ambiente tranquillo dove poter lavorare serenamente alla prossima opera.


Tra i primi ad accorgersi delle potenzialità della band islandese, anche i Godspeed You Black Emperor! che li hanno voluti come opening act di un loro concerto alla Royal Festival Hall, e i Radiohead, che li hanno ospitati in numerose date del tour di "Kid A". I Sigur Ròs si ripresentano con un disco intitolato semplicemente ( ), con una copertina, un booklet, un package quasi interamente bianco, senza scritte e contenente otto tracce senza titolo. Ascoltando i 72 minuti dell'album si ritrovano la lentezza e la dolcezza tipica delle loro composizioni. Il disco è cantato in "hopelandic", ovvero un linguaggio totalmente inventato dal cantante Jonsi, che permette di mettere la voce al pari di un qualsiasi strumento, rendendo "universali" i testi delle canzoni.


Il seguito di "( )" si chiamerà "Takk..." ('grazie' in islandese) e uscirà il 9 settembre di quest'anno. A quanto pare (da quello che si ho potuto captare dal concerto di ieri sera) le sonorità del nuovo lavoro della band si sono arricchite di una nuova potenza dove insieme alle magnetiche atmosfere sospese e oniriche dei vecchi lavori si fa strada un esplosione di percussioni e di ritmi incalzanti.
l'architettura dei nuovi brani è sorretta dalla potenza della batteria che reinventa il rock, smembrato e ristrutturato, e da vita a qualcosa di straordinariamente nuovo e difficile da codificare e riconoscere nei canoni e nella nozionistica musicale che abbiamo conosciuto fin'ora.
Queste sono solo le mie impressioni, lascio a voi e agli esperti un analisi e un giudizio più dettagliato per quando l'album sarà disponibile.


Ah! Quasi dimenticavo una cosa importantissima... Non perdete d'occhio le cinque ragazze che accompagnano i Sigur Ros con il loro quartetto D'archi, al concerto si sono esibite in un mini concerto di apertura come gruppo spalla della band Islandese.
Le biondissime ragazze hanno suonato una musica elettronica ricercatissima e ricca di sperimentazioni tecnologiche unitamente ai virtuosismi e alla poesia dei loro violini, violoncelli, e viole e a piccole ma geniali trovate come quella di suonare bicchieri d'acqua con le dita.
Il risultato è stato notevole, degno di tutti i loro musicisti connazionali quali i Mùm, gli stessi Sigur Ros ecc... A quanto pare le "Amina String Quartet" (così si chiama la giovanissima band) hanno di recente pubblicato un loro CD ma per ora non so dirvi di più, provate a cercarlo su eBay....


Collabora con noi


 



Articolo pubblicato da: sigurros2



© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963