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Messaggio N° 1640 25-09-2005 - 08:12

Ambiente

Digiland vi segnala il Forum
"Pianeta Terra: Allarme rosso"
per discutere di questo argomento!



Il mondo contemporaneo è chiamato a fronteggiare il deterioramento dell’ambiente e l’esaurimento delle risorse naturali. L’attualità del dibattito trova giustificazione nei gravi danni che le attività umane infliggono all’ambiente e nei problemi talora drammatici di inquinamento che si manifestano sia a livello locale che globale. Sino alla vigilia della rivoluzione industriale, l’umanità poteva essere considerata ancora in sostanziale equilibrio con la biosfera. A partire dal XVIII secolo, la situazione è mutata radicalmente per il concomitante effetto di alcuni eventi di portata mondiale, quali la rivoluzione industriale che ha aumentato a dismisura il potere di trasformazione dell’ambiente; l’esplosione demografica che ha favorito l’espansione dell’umanità e la colonizzazione delle immense regioni del Nuovo Mondo … Ma l’aspetto che appare più evidente risiede nella rapidità dei cambiamenti: in passato le trasformazioni ambientali procedevano lentamente e ciò permetteva il contemporaneo riequilibrio ambientale; oggi, i tempi dell’economia e delle trasformazioni ambientali da essa indotte sono sempre più brevi e sempre meno compatibili con quelli dei processi naturali.


Nel 1997 si è svolta a Kyoto una Conferenza nella quale si era concordato un protocollo di impegni, recepito nella Conferenza di Buenos Aires del 1998 nel corso della è stata firmata una convenzione che impegna i paesi industrializzati a ridurre, entro il 2012, le proprie emissioni di gas serra del 5% rispetto al livello del 1990. Queste emissioni gassose nell’atmosfera contribuiscono a creare la minaccia di un rapido global warming (riscaldamento del pianeta), mettendo in atto l’effetto serra. In base alle attuali stime, entro il 2100, il riscaldamento globale potrebbe provocare uno scioglimento dei ghiacci polari e un aumento del livello del mare da mezzo metro a poco più di due metri. Le conseguenze per l’umanità sarebbero catastrofiche: cinque milioni di chilometri quadrati di terre tra le più ricche e popolose del pianeta, abitate da almeno un miliardo di persone, verrebbero sommersi e le spese per la costruzione di difese, dighe o argini, e i danni per l’economia, sarebbero incalcolabili.


La realizzazione di uno sviluppo sostenibile impone radicali mutamenti nell’attuale modo di produrre e di consumare, nei valori e negli obiettivi della società, nonché nei meccanismi dominanti i processi decisionali. È una sfida per l’umanità di questo nuovo millennio, un cambiamento storicamente paragonabile ad altri grandi mutamenti della storia, come la rivoluzione agricola del Neolitico e la rivoluzione industriale iniziata due secoli fa.


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Articolo pubblicato da: GENOVESE80



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