Creato da: Blog_Magazine

Blog Magazine

Il Blog Ufficiale della Community di Libero

Area personale

- Login

Cerca in questo Blog

 
trova
 

Archivio messaggi

  << Luglio 2024 >>  

Lu Ma Me Gi Ve Sa Do

 1   2   3   4   5   6   7 
 8   9   10   11   12   13   14 
 15   16   17   18   19   20   21 
 22   23   24   25   26   27   28 
 29   30   31         

Guarda le immagini del Mese

I miei Blog Amici

Leggi e diffondi

Scrivi anche tua.gif
 
Citazioni nei Blog Amici: 397

Chi può scrivere sul blog

Solo i membri di questo Blog possono pubblicare messaggi e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.

RSS (Really simple syndication) Feed Atom

BlogMagazine

Top 100 Italia di BlogItalia.it e Technorati

Cunctator

Free Hit Counter Code

 

Messaggio N° 1728
Tag: Sport
23-01-2006 - 15:36

CALCIO E DIRITTI TV: QUALE FUTURO?



Com’era prevedibile, vista l’importanza del tema per il futuro del mondo del calcio, il livello dello scontro fra le parti in causa è andato sempre di più inasprendosi. Andiamo con ordine, partendo da una recente intervista del Presidente della Federcalcio Carraro.
Secondo il massimo esponente federale, per ottenere una più equa distribuzione delle risorse finanziarie fra le squadre, é innanzitutto necessario abrogare la legge del 1999 per due ordini di motivi.

In primo luogo, per la sua palese inadeguatezza a gestire gli sviluppi attuali, e poi, perché nel frattempo è cambiata la posizione dell’Antitrust, all’epoca pronunciatosi a favore della vendita soggettiva dei diritti. Il suo appello è però caduto nel vuoto, almeno per questa legislatura, perché le forze politiche non sono riuscite ad arrivare ad un accordo sul punto.
L’11 gennaio scorso, infatti, Forza Italia ha bruscamente stoppato la proposta di legge avanzata da Alleanza Nazionale per reintrodurre la contrattazione collettiva dei diritti tv nel calcio.
Alle dichiarazioni di Elio Vito, capogruppo di FI alla Camera, secondo cui non ci sarebbe stato il tempo materiale per discutere il disegno, dato l’imminente scioglimento del Parlamento, è arrivata immediata la risposta di Andrea Ronchi, portavoce di AN e primo firmatario della proposta, per il quale è stata invece determinante la mancanza di una precisa volontà politica. Nessuno del centro – destra ha comunque parlato di conflitto di interessi. Come è possibile, però, non avanzare sospetti in merito, quando, di fronte ad un’intesa praticamente trasversale fra maggioranza ed opposizione, l’unica voce contraria è venuta proprio dal partito del Premier? (il quale, ricordiamo, è ancora proprietario di Mediaset ed ha incredibilmente dichiarato di essere all’oscuro di tutto).

La mancata soluzione legislativa al problema ha sollevato le proteste vigorose da parte delle società medio – piccole.
Della Valle ha accusato senza mezzi termini Berlusconi di essere un bugiardo, confermando ancora una volta la mia opinione su di lui, di una persona, cioè, che non si lascia intimidire da chi detiene il potere. La risposta più forte è venuta, però, dal presidente della Sampdoria Garrone, che ha minacciato di far scendere in campo gli allievi nelle partite contro Juventus, Milan ed Inter. In questo modo il prodotto televisivo verrebbe deprezzato, con possibili ripercussioni sulle vendite degli abbonamenti.
È chiaro che forse si tratta di una pura e semplice provocazione, anche perché ci dovrebbe essere un ampio accordo fra le squadre ribelli sia per ottenere effetti più vistosi, sia per evitare di falsare il campionato, almeno per quanto riguarda i piazzamenti per l’Europa e la retrocessione, ma sono del parere che solo con una soluzione drastica sia possibile combattere lo strapotere dei grossi clubs.

Questa è la cronaca.
Ora, però, è necessario tirare delle conclusioni, soffermandoci sui possibili scenari futuri. Proprio oggi si è tenuta un’importante riunione, convocata dal Ministro delle Comunicazioni Landolfi, alla quale hanno partecipato il Sottosegretario ai Beni Culturali con delega allo sport Pescante, i presidenti di CONI e FIGC Petrucci e Carraro ed i rappresentanti di Rai, Mediaset, Sky, Telecom Italia e Fastweb.
Nella nota finale, letta dallo stesso Ministro, emerge inequivocabilmente la necessità di abrogare la legge del 1999, giudicata oramai obsoleta ed espressione di un contesto televisivo che non esiste più. Fermo restando che la contrattazione collettiva sarebbe l’unica soluzione in grado di favorire l’emergere di una comune strategia di vendita e di garantire maggiore equità, anche uniformando le scadenze contrattuali, c’è chi sostiene che sarebbe assurdo sostituire la vecchia legge con una nuova.
Si porrebbero, infatti, alcuni problemi giuridici, sia perché la nostra Costituzione tutela la proprietà privata, sia con riferimento all’eventuale annullamento dei contratti stipulati nel rispetto della legge attualmente esistente.

Il problema si potrebbe risolvere solo attraverso ad una soluzione condivisa fra i clubs: ecco perché credo sia prioritario l’insediamento in Lega di un manager esterno, come avviene del resto nella NBA, in grado di introdurre nel mondo del calcio, oramai business a tutti gli effetti, regole certe e nell’interesse di tutti. Non a caso, dai “ribelli” sono arrivate anche proposte in chiave costruttiva, prima fra tutte quella di fissare dei parametri oggettivi, in base ai quali ciascuna squadra potrà sapere in anticipo quanto incasserà dai diritti tv. In altre parole, supponendo che la Juventus vale 100, si tratta di stabilire dei criteri condivisi per determinare il valore “televisivo” di tutte le altre squadre di Serie A. Non è equo, infatti, che mentre alcune possono programmare con tranquillità per un periodo di 3 anni, la quasi totalità non sa neanche quanto riceverà dalle televisioni per la prossima stagione.

di Un_nick_fra_tanti



© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963