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Messaggio N° 1781
Tag: Sport
14-03-2006 - 16:03

Diario di una tedofora

Eccomi! E' stato bellissimo! Incollo di seguito l'articolo che ho scritto per il sito paralimpico (dovrebbero pubblicarlo domani 10 marzo). Mi scuso con tutti i non torinesi per i riferimenti che potranno distrarre un po' la lettura...

La fiaccola delle Paralimpiadi di Torino 2006 sta riportando in città l’entusiasmo e l’atmosfera che hanno caratterizzato il febbraio olimpico. Dopo il bagno di folla che ha accompagnato il primo giorno di tragitto, la fiamma paralimpica continua il suo viaggio e ieri a portarla è stata, tra gli altri, chi scrive queste righe…

Ma cosa succede dietro le quinte, come funziona l’organizzazione e soprattutto, come ci si sente a passare per le strade con la torcia nelle proprie mani? Quelli che seguono sono eventi, impressioni, emozioni, che impongono di passare al racconto in prima persona.

L’appuntamento per i tedofori del pomeriggio è alle 14, presso il deposito dei pullman di Lungo Dora Savona. Arriviamo alla spicciolata, alcuni di noi hanno già la tuta azzurra e blu d’ordinanza, altri la ricevono solo ora e devono andarsi a cambiare. Siamo un bel gruppo, quasi venti persone; conosco già alcuni, per lo più atleti di società CIP: ci sono Giuseppe Valentini, presidente della Polisportiva UIC (Unione Italiana Ciechi) di Torino, con la guida Dario Vernassa; Christian Tarasco, atleta disabile di vela; Stefano Viglione, Assessore alle Politiche Sociali della provincia di Cuneo ed egli stesso atleta di sci alpino su monosci; Alberto Mondino della Gabriella Vivalda Cuneo, campione di atletica; e poi ancora, tra gli altri, Fabrizio Benintendi (presidente di Sport di Più), Paolo Cantarella, ex Amministratore Delegato FIAT e Giancarlo Padovan, direttore di Tuttosport.

Una volta riuniti tutti, una gentile ragazza dell’organizzazione ci dà alcune indicazioni sulla torcia (come tenerla, come accendere la fiamma dal tedoforo che ci precede, come passarla a chi viene dopo di noi…), ma soprattutto cosa non fare, per evitare inconvenienti. Oltre a me, ci sono altre tre persone in carrozzina: per noi il discorso è leggermente diverso, dato che avremo un supporto attaccato alla sedia, che reggerà la fiaccola. Poi però il copione è uguale per ogni tedoforo: attendere l’arrivo del nostro “collega” che, alla fine del suo tratto, accende la nostra torcia; avanzare in mezzo alla strada, sorridendo ai giornalisti e ai fotografi seduti in un veicolo davanti a noi e salutando la gente per le strade; fermarsi accanto al prossimo tedoforo e “passargli” la fiamma.

Ok, siamo pronti. Io sono la prima del gruppo e resto a terra, mentre gli altri salgono su un pullman che porterà ognuno al proprio punto di partenza. Ci auguriamo l’un l’altro buon divertimento, conoscendo al contempo l’importanza e il significato del gesto che ci attende. Ci sono. Ho la torcia attaccata alla carrozzina, spenta. Arriva il corteo: davanti le moto della polizia, poi la macchina con i giornalisti ed ecco il tedoforo che mi precede, circondato dai runner che lo accompagnano e dal cordone di sicurezza. È un signore alto, brizzolato; avvicina la sua torcia alla mia, che in un attimo si illumina: in questo momento io sto portando la Fiamma delle IX Paralimpiadi Invernali di Torino 2006. A pensarci è davvero emozionante. Il mio pezzetto di strada arriva fino al ponte di via Bologna: non c’è molta gente in giro, ma chi mi vede sfilare applaude e mi saluta. Fotografie, telecamere. Amici e sconosciuti vedono nel mio passare il motto dei Giochi Paralimpici: “Passion wins any challenge”, la passione vince ogni sfida. In effetti non avrei mai pensato di vivere un’esperienza del genere: per quei due minuti ci si sente veramente diversi, portatori di un messaggio importante, che deve arrivare alla gente.


Ma due minuti scorrono in fretta e devo cedere la fiamma al prossimo tedoforo: in pochi secondi la sua torcia si accende, la mia si spegne. Saluto i runner, simpatici compagni di viaggio di questa brevissima avventura. Il mio compito è finito, ma non voglio che tutto termini qui, così salgo sul pullman che “raccoglie” chi ha già portato la fiaccola e seguo tutto il percorso, fino in corso Svizzera.
La fiamma passa di mano in mano e mentre si procede nel tragitto, la folla per le strade aumenta, complice anche l’uscita da scuola di intere scolaresche, decine di mani che sventolano le bandierine di Aster. Ecco la vera festa, e sono ancora saluti, applausi, fotografie. Anche dal pullman si sente chiarissimo l’affetto della gente.
Complesso Piero della Francesca, sede di Tuttosport: fine del viaggio odierno. Quando scendo, l’ultimo tedoforo, Giancarlo Padovan, è già andato via: probabilmente sarà al giornale, a dettare ad un computer le emozioni di un pomeriggio davvero speciale.

di: nakshidil75 tratto da: SitoParalimpico



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