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Messaggio N° 1783 15-03-2006 - 10:15

Giovani studenti precari: cosa c'è per noi in questa campagna elettorale?

Da alcuni giorni sembra che anche gli argomenti riguardanti gli aiuti alle famiglie, ai pensionati ed ai neonati siano tema di campagna elettorale. Proprio su questi ultimi, mentre dal governo Berlusconi si attende l’assegno da 1000 euro una tantum del bonus bebé reclamato qualche mese fa, Prodi è andato oltre, annunciando il proposito di dare un contributo ai nuovi nati fino ai 3 anni, pari a 2500 euro all’anno, erogato fino al compimento dei 18 anni, addirittura.
E’ apprezzabile che si voglia cercare di recuperare aspetti di welfare state che sono stati mortificati anche in termini di budget negli ultimi anni, ma ora mi sembra si faccia la corsa a chi la spara più grossa, senza tener conto del bilancio dello stato e di come finanziare queste misure di sostegno. Promesse elettorali. Sembra partita una base d’asta, aspettiamo per vedere chi rilancia, vorrei  proporre provocatoriamente a queste due maschere di carnevale di non limitarsi ai 18 anni, e di istituire un vitalizio a tutti i nascituri.

Mi sembra di aver sentito dire che nel Ventennio si favorissero le nascite per aumentare il numero di braccia al lavoro, ma con le prospettive attuali ci vorrebbe un po’ di sano realismo e puntare anche se non soprattutto su altre fasce d’età. Aiutare per esempio i giovani disoccupati del Meridione, che nessuno sta nominando in questa campagna elettorale. A noi nessuno le fa le promesse? Forse per non diffondere troppo malcontento quando ci si misurerà con la realtà dei fatti? Forse hanno timore di movimenti di piazza? In altri paesi come la Francia i giovani disoccupati dall’età di 25 anni percepiscono l’RMI, una misura di sostegno in attesa di trovare lavoro. Noi non abbiamo un vero stato sociale come oltralpe, ma sarebbe meglio che i candidati premier smettano d’illudere la popolazione e di prenderci in giro.


Ed io, giovane studente precario, continuo a vivere di deboli prospettive A detta di molti, questa è la prima generazione nella storia ad avere meno dei propri genitori, dei padri. Siamo retrocessi, tutti.


E seguendo la campagna elettorale, i confronti televisivi, le promesse ed i temi caldi, ho capito quali dovrebbero essere le mie prossime mosse. Potrei favorire l’ingresso in questo splendido mondo di un figlio, non importa come, in provetta , prendendo un utero in affitto, (pare costi meno che affittare un appartamento in una città medio-grande), così il pargolo incasserebbe 2500 euro all’anno (per ora, ma come detto è partita la base d’asta in base alle promesse elettorali) fino ai 18 anni o meglio per tutta la vita, ma si leviamoci il pensiero, proroghiamo la misura di aiuto così lo “sistemiamo” per sempre e non ci possiamo lamentare della percentuale di indigenti. Intanto io che non trovo moglie perché nessuno vuole più sposarsi e perché la grande maggioranza delle donne, in seguito ai comizi televisivi di Berlusconi su Rete4, ha sviluppato un’enorme passione per la politica e scalpita dalla voglia di impegnarsi full-time nella vita di partito, favorita dalla proposta d’istituire le quote rosa, potrei andare a vivere in coppia (ma forse anche in gruppo, il programma dell’Unione non precisa), uomo o donna che sia, ed avere diritti e riconoscimenti in quanto “coppia di fatto” e magari ottenere in seguito il bonus per le giovani coppie (anche per quelle di fatto, coerenza) per prendere casa a basso prezzo. Però sono un tipo moderno e quindi un lavoratore molto flessibile (mi piego ma non mi spezzo), talmente flessibile che mi fletto per ore sugli annunci della stampa gratuita nel treno da pendolare stracolmo, scassato e non di rado guasto, temo di non arrivare alla pensione e neppure alla vecchiaia, contribuendo così al tanto auspicato svecchiamento della popolazione (in pratica mi levo dalle….. prima del previsto, sollevando lo stato dal darmi pure una pensione (che assurdità, la pensione, una cosa per antichi, c’è chi vuol innalzare la pensione minima ma i lavoratori precari arrivano a prenderne una?). Se poi questa situazione non mi sta bene, potrei sempre provare a far fuggire il mio cervello all’estero con tutti i “capitali” che intanto ho accumulato con i miei contratti a progetto (finora ho il “Capitale” di Marx, in edizione economica tascabile, lasciatomi in eredità dal professore di filosofia che ha vissuto di stenti ma con onore di spirito), quei contratti a progetto che talvolta si ottengono nel post-laurea, (si fanno progetti per sempre e ti rendi conto che anche tu laureato sei un progetto e che la tua vita professionale è un progetto, perenne) dopo aver conseguito una “super laurea” con il 3+2, l’1+4, lo schema ad Y (chi non ha mai giocato a calcetto, dai, ogni anno si cambia per esigenze di categoria), partire con Trenitalia dal sud a Torino, come hanno sempre fatto i giovani del Meridione in cerca di fortuna, arrivarvi carico di entusiasmo e di nuove “amicizie” che mi hanno accompagnato durante il tragitto e mi sono rimaste “tanto attaccate” e da lì usufruire della linea ad alta velocità, la TAV, che mi permetterebbe velocemente di raggiungere Lione e lasciare altrettanto velocemente il mio paese, viaggiando insieme alle merci perché anche io mi sento una merce, ma contraffatta, da spacciare come originale all’estero, un prodotto italiano nel mondo.


dal blog di fabri.t



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