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Messaggio N° 1821
21/04/2006 - 21:45:13

Cellulari anche in aereo, l’Italia si prepara

L’ultima oasi senza trilli destinata a sparire. Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia verso il sì...




Pace addio. Anche a diecimila metri di quota. Anche nell’unico regno del silenzio rimasto finora inviolato. L’inseparabile telefonino sta per diventare tale persino per chi viaggia in aereo. Il primo via libera a tenerlo acceso in volo (fasi di decollo e atterraggio tassativamente escluse) è atteso a breve negli Stati Uniti. Poi, a effetto domino, saranno i Paesi europei ad autorizzare il trillo libero a bordo: la Francia è a buon punto con la sperimentazione; la Gran Bretagna sta tarando il modello; l’Italia (l’Ente nazionale per l’aviazione civile) è al lavoro per presentare le linee guida agli operatori entro fine anno. E mentre milioni di uomini d’affari e telefonino-dipendenti già assaporano l’ebbrezza di quattro chiacchiere tra le nuvole, associazioni dei consumatori e salutisti sono già sul piede di guerra per scongiurare quello che già definiscono l’ennesimo funerale della privacy.

La battaglia per il roaming è tra i big del cielo. Da una parte c’è Airbus con Siemens, dall’altra Boeing con Qualcomm. La sfida: far passare il segnale dall’aereo a terra, attraverso un satellite, senza interferire con le apparecchiature di bordo. Il business: riuscire a sedurre entro il 2010 cento milioni di utenti, per un fatturato che per la sola Europa supererebbe i due miliardi di euro. Compagnie e operatori sono pronti a «decollare» entro fine anno. Ma il sistema diventerà popolare solo entro il 2008. Con un costo di circa 3 dollari al minuto. Alle telefonate seguiranno sms, connessione a internet e in futuro anche videochiamate.

Più che le tecnologie, sono le autorizzazioni degli enti di controllo del volo a frenare la corsa alla cell-chiamata tra le nuvole. Per questo gli occhi sono puntati sull’annunciato via libera dell’americana Federal aviation administration e sui regolamenti applicativi adottati. Circa un anno fa la Faa ha incassato lo stop dell’Fbi, del dipartimento di Giustizia Usa e dell’Homeland security americana per i rischi legati al terrorismo: «Un cellulare può essere usato per coordinare attacchi, dirottare un volo o innescare un esplosivo». Ma non solo. L’Fbi ha sottolineato anche i rischi di ordine pubblico: «L’uso eccessivo dei telefonini può causare risse tra i passeggeri».

Dalle pagine del Financial Times anche il massimo guru pro globalizzazione, l’economista Jagdish Bhagwati, mette in guardia dal rischio trillo libero per la privacy. «Una follia», la chiama lui. Alla quale il rimedio più efficace siamo noi. Con le nostre azioni collettive e legali. Perché se si difende il diritto al sonno di chi abita vicino a un aeroporto, perché mai non si dovrebbe tutelare quello a viaggiare tranquilli in un ambiente ristretto come un aeroplano?

Insomma, la proiezione della sindrome Pendolino-Milano-Roma a diecimila metri di quota—con l’imprenditore del posto 27A che detta a voce alta una lettera alla sua segretaria e la ragazza del 27E che racconta al fidanzato quanto sia bello il Sahara visto dall’alto — spaventa quasi più delle interferenze dei cellulari con le apparecchiature di bordo. Lo sa bene Daniele Carrabba, direttore centrale Regolazione tecnica dell’Enac, che sta lavorando alla circolare che contiene le linee guida per autorizzare l’utilizzo del cellulare a bordo («sarà pronta entro dicembre, poi partirà la sperimentazione»). Spiega: «Prendiamo un volo con 300 persone, pensate se anche solo la metà di loro dovesse decidere di parlare nello stesso istante al cellulare: un inferno. Ecco perché la circolare definirà ogni cosa». Il numero delle persone che possono chiamare insieme, i decibel complessivi da non superare. «E sia chiaro: cellulare spento durante atterraggio e decollo, le fasi più delicate».
Va oltre l’associazione dei consumatori Codacons che, dopo la battaglia in difesa della privacy in treno, è pronta a far rispettare il diritto al viaggio tranquillo anche tra le nuvole. «Per chi decide di tenere il cellulare acceso vibrazione obbligatoria al posto della suoneria, file riservate o ancor meglio uno spazio chiuso a bordo dei voli più spaziosi», afferma il presidente Carlo Rienzi sulla scia di quanto indicato dall’economista Bhagwati. «Se poi una compagnia decide di far pagare una quota aggiuntiva per il servizio, ben venga. Fondamentali sono però controlli e sanzioni per i trasgressori». In nome della sicurezza ma anche del diritto al silenzio.


di: arypenitenziary

Inviato da: il_giornalaio Commenti: 0



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