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Messaggio N° 1828
30/04/2006 - 21:13:59

Post N° 1828

Casalinga, una fonte di reddito


E' di un po' di tempo fa la notizia di una donna che in sede di separazione dal marito chiese a quest'ultimo 20 anni di stipendio x aver fatto la casalinga per lui.

la corte di cassazione riconobbe alla signora tutto il denaro che ella aveva fatto risparmiare al marito col suo lavoro in casa.


essere casalinghe fa risparmiare moltissimo alla propria famiglia, se fatto con creatività ed ottimismo.

Se non serve risparmiare per mancanza di denaro, è comunque interessante trovare metodi alternativi x fare le cose e con i risparmi potete comprare qualcos'altro.

scritto da: honeymamy

Inviato da: mirea8 Commenti: 13



 
 
Inviato da honeymamy il 30/04/06 @ 22:52 via WEB
Passate dal mio blog x scoprire come risparmiare e fare tante belle cose creative nella vostra casa, vi aspetto!
(Rispondi)

 
 
Inviato da KillSadness il 01/05/06 @ 00:39 via WEB
Una fonte di reddito sicuro che lavora molto spesso senza sosta, non conosce vacanza (a volte lavora pure li), non c'è domenica, non esistono giorni di ferie e diritti pagati dall'inps per i giorni di malattia (i lavori si accumulano) e nolente dolente svolgono pure il lavoro nella malattia (finché energie sono a disposizione), sono diplomate in multidiscipline che le rendono uniche nella loro cultura, peccato che non ci sia un riconoscimento cartaceo, ma nella pratica ogni voto è rappresentato dalle magliette stirate, bimbi puliti, piatti pronti eccc................................................................................................................................................................................................ Sono gestori di un ristorante e fanno pure lavori di lavapiatti, imprese di pulizia, stireria, bricolage, arredamento e designe, discipline artigiane varie oltre a tramandare (e qui le adoro veramente) segreti dell'arrangiamewnto e poi può che ne ha più che ne metta... ah! Fanno pure lavori di Receptions e gestione ordini! Gli manca solo da divisa, ma credo che la migliore divisa che gli si possa dare è un sorriso di piena riconoscenza sincera ed orgoglio. Noi uomini dovremmo imparare meglio ad essere riconoscenti di questo modo che le casalinghe operino nella società uno dei ruoli fondamentali, forse il più fondamentale che esista. Noi uomini dovremmo metterci in testa che non sono le nostre mamme (dalla mamma si può pretendere), ma le compagne per tutta la vita (la compagna la si può ogni giorno solo ringraziare e quando non basta ricompensarla di tutto quanto ed in ogni modo). Chissà perché le casalinghe apprezzano molto gli uomini che non si lamentano ^_^
(Rispondi)

 
 
Inviato da SIBILLA_01 il 01/05/06 @ 00:46 via WEB
Hai fatto il disegno della casalinga degli anni 60'. Io vedo casalinghe che dopo aver accompagnato i figli a scuola, prima di fare la spesa si prendono tranquillamente un cappuccino insieme alle altre mamme, poi verso le 10 fanno la spesa, il loro lavoro , verso le 16,30 vanno a prrendere i bamnbini ascuola...tranquille..nn le vedo cosi osannate come dici tu.
(Rispondi)

.. 
 
Inviato da KillSadness il 01/05/06 @ 01:31 via WEB
non ho detto che sono osannate, le cose che fanno gli piacciono, ma il valore umano e la riconoscenza forse sarebbe di merito. magari hai letto troppo sibilla aleramo ;)
(Rispondi)

 
 
Inviato da honeymamy il 01/05/06 @ 08:06 via WEB
ciao sibilla, ho risposto anche al messaggio che hai lasciato sul mio blog. io solo casalinga non lo sono mai stata, ma ogni donna che lavora al di fuori della casa è CASALINGA E LAVORATRICE. doppio ruolo, doppia fatica. per questo scrivo post sull'arte di arrangiarsi, sulla necessità di prendersi delle pause, sull'esistenza di piccole strategie di risparmio che non occupino tempo. la casalinga anni 60 non è mai esistita, era piuttosto un immagine che la società voleva dare (chiedi a chi faceva la casalinga in quegli anni, non credo ti descriverà un mondo roseo e facile). ogni periodo ha la sua realtà e le sue immagini mentali e sociali. ti sono solidale, anche a me le persone oziose non vanno a genio, però prendersi cura di una casa e di una famiglia con figli non è mai ozio e alle casalinghe al 100% spettano una serie di piccoli stress che chi lavora non prova.
(Rispondi)

 
 
Inviato da il.corsaro.nero il 01/05/06 @ 10:58 via WEB
A ogni persona che svolge un attività manuale o intellettuale è giusto e sacrosanto il riconoscimento economico, ma voler quantificare economicamente un lavoro è una cosa differente in assoluto a quella di voler quantificare economicamente nn una professione ma un vero e proprio compito che oserei classificare costituzionale, quale il mater familiae. lo trovo a dir poco declassante e incongruo, mi spiego: crescere figli con tutte le ansie i problemi le attenzioni, avere una casa che è il nido della famiglia il riparo di essa il posto in cui ci si aggrega, riuscire ad avere quel compito di consigliere e amica di ogni componente della stessa, e tutte quelle mansioni che ne sono accluse, non possono essere valutate economicamente a pari di una qualunque colf, esso snobilita il valore unico e inqualificabile di una madre, di una casalinga, esso vorrebbe dire paragonare il compito di una casalinga al lavoro di un qualunque dipendente che ha un DOVERE contro una remunerazione economica. Ma la mamma o la moglie è un titolo che spetta a quelle donne che sono veramente il pilastro della famiglia e nn solo di essa perche essendo la nostra società basata sulla famiglia il ruolo della casalinga è il piu importante perche di fatto è il nucleo centrale della nostra società. sottovalutare il compito di una casalinga e portarlo a semplice lavoro stipendiato equivale a sminuire ancora di piu il compito di una donna, e a sovravalutare chi come donna nella società svolge mansioni diverse dalla mater familiae. il vedere i propri figli realizzati e la propria casa divenire il posto piu accogliente della società ritengo sia il vero obbiettivo di una casalinga che nn può esser valutato in un mensile economico che di fatto porterebbe ad una svalutazione di un compito che da sempre è il massimo riconoscimento per tantissime donne gonfie di orgoglio per la gestione eccelente della propria famiglia. nello stesso tempo questo tipo di valutazione economica porterebbe sicuramente ad un problema di coppia che si riscontrerebbe nel sempre piu intedere l'uomo di casa come il pater padrone che paga la sua donna per le faccende domestiche. in ultima analisi consideriamo nn solo il lavoro delle mamme o casalinghe, ma anche quello dei papà o dei casalinghi che come sempre, per alcuni, restano la parte opzionale della famiglia e a cui nn viene mai riconosciuto il compito o uno stipendio per tutte le prestazioni familiari.
(Rispondi)

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Inviato da Kaos45 il 01/05/06 @ 11:33 via WEB
Bel discorso, peccato che la microeconomia dia per FATTO e non per principio l'importanza stessa delle casalinghe che si posizionano in un ruolo anche di scelta nella gestione economica della famiglia (casa, bimbi ecc..). Riconoscere il diritto alla piena libertà ed indipendenza (comprensiva del diritto remunerativo) rientra nel diritto costituzionale in quanto: "L'italia è fondata sul lavoro" qualsiasi esso sia, e "nella libertà individuale". In primis sono questi articoli costituzionali che hanno SEMPRE il privilegio di potere su tutti gli altri. Ricordo inoltre che la bilancia della giustizia (apllicazioni legislative comprese quelle costituzionali) non è solo simbolo di protocolli timbrati a marche da bollo, ma dovrebbe essere l'equità della realtà e la stessa motivazione di esistenza di legislazioni e atti giudiziali. Lasciamo i buoni principi al predicatore perché sbilanciano sempre le cose. Proprio in questi luoghi in cui si tende a parlare di immaginari e idealizzazioni (fonte della virtualità) si rende spesso realtà trasformate in virtualizzazioni ed idealizzazioni. Ti lascio questo principio REALE E DI FATTO: Mia zia non è mai stata libera di dimostrare affetto con un regalo che voleva donare (come casalinga non aveva soldi) , e diceva: "posso darti solo questo, sono pochi...", per me l'apprezzamento era infinito per dentro c'era veramente un cuore..., ma anche una verità: "il diritto di realizzazione personale" e li qui ci soffriva...
(Rispondi)

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Inviato da il.corsaro.nero il 01/05/06 @ 13:18 via WEB
entrare nel merito del legislatore ci porterebbe a scenari che sfocerebbero in valutazioni e tematiche di parte, il lavoro è una vera dimostrazione di baratto, basto su di una prestazione contro una retribuzione,ma il punto che nn mi quadra è il voler intendere l'operato della mater familiae come una prestazione d'opera. Và comunque inteso che la casalinga deve gestire la parte economica della sua famiglia, vuoi per tempo vuoi per semplice fatto, ed è qui che si estrinseca il diritto all'auto economia che da di fatto una selezione nelle spese e un margine diretto all'intenzione della stessa mater familiae dell'utilizzo delle risorse familiari. E' consuetudine lasciare che il menage familiare sia generalmente condotto dalle casalinghe che opzionano spese in base alle loro scelte e ragionamenti, da qui è facile capire che riescono ad accantonare somme di denaro che utilizzano per quello che meglio ritengono. Nella sentenza di Cassazione riportata nell'articolo dante causa, viene stabilito il principio che alla casalinga spetti un rimborso per gli anni che ha vissuto nell'ambito familiare, bene mi piacerebbe capire come e in base a quale principio valutativo esso sia stato promulgato, perche i Giudici hanno inteso nel valutare la buona educazione, e quindi di fatto un valore economico, che è stata inculcata dalla mamma al proprio figlio, nn intendedola come mater familiae ma solo come prestatrice d'opera. quindi un figlio che sà comportarsi bene a tavola, nella sua intesa economica, ha un valore retributivo differente da quello utilizzato per retribuire un figlio che a tavola nn è in grado a comportarsi in maniera adeguata..............! Non ho mai creduto che tutto quello che facciamo possa essere sottoposto a valutazione economica , ma solo a valori morali che hanno il massimo riconoscimento nella persona e nell'esaltazione della stessa.
(Rispondi)

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Inviato da Kaos45 il 01/05/06 @ 13:42 via WEB
Questo sicuramente funziona se la moglie (casalinga) è vista come quadro istituzionale (cioè pedina), ho ben compreso l'aspetto morale su cui viene basata l'operato ed il principio della madre, ma se così restando dovrebbe essere intesa anche l'operato generale di tutti, cioè anche l'operaio stesso rende un servizio pubblico direttamente o indirettamente basato sul principio morale del lavoro. Ma è dalla stessa legislazione che si ricava moltissime regole e leggi che regolano ma anche difendono l'autonomia familiare (più che l'aspetto morale). Credo che la corte di cassazione abbia valutato solo pochi casi in cui ha basato un principio, ma inviterei a riflettere sulle svariate situazioni familiari e saper ricavare le giuste critiche allo SPECIFICO CASO della corte di cassazione. Fermo restando che la corte di cassazione abbia valutato solo UN CASO, ma tutti gli altri? O il moralismo ci porta a porci uguali a quello specifico caso? E qui credo che le sue curiosità siano del tutto fondate alla ricerca delle vere motivazioni di questa decisione della corte ci cassazione. Sono d'accordo che tutto quello che facciamo non possa essere sottoposto a valutazione economica ma inviterei a riflettere se è giusta eliminarla del tutto, basandosi solo su pochi dati effettivi che tentano di mettere legge sulla materia più difficile in assoluta: La Famiglia.
(Rispondi) (Vedi gli altri 4 commenti )

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Inviato da il.corsaro.nero il 01/05/06 @ 15:46 via WEB
Viviamo in una società che spinge ogni pensiero ogni azione e ogni persona al materialismo trascurando quelli che sono i principi fondamentali della vita di un essere umano ..... i valori. Regolamentare tramite leggi e norme l'istituto della Famiglia comporta l'alienazione di tutti quegli stimoli inventivi che ogni appartenete a tale istituzione è procreatore. Ma l'essere umano è impossibilitato a vivere un esistenza senza delle guide che ne delimitino i confini e nella fattispecie anche i percorsi, http://blog.libero.it/corsari/view.php?msg=864657, ed ecco che tramite la politicha e gli interessi personali travalicare i principi per innalzare a diritti innegabili cose materiali che poco hanno come diritto.
(Rispondi)

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Inviato da Kaos45 il 01/05/06 @ 16:43 via WEB
Provocazione: Sono d'accordo con te sull'allienazione dei principi fondamentali, ma appunto senza vita e senza dignità non esiste nessuna famiglia, il campo di esistenza di principi hanno regole di appartenenza. Una PERSONA è Una madre e in se anche un'anima esattamente come lo siamo noi tutti ed è solo nell'interezza dell'essere che ogni principio deve essere coerente (se no è un principio da quattro soldi). Finché anche la legislazione non capirà che non tratta del giusto e dello sbagliato del corretto e dello scorretto ma di fronte ha persone che gli richiedono se è giusto i via equitativa fare si che venga riconosciuto QUALORA IL MARITO NON RICONOSCESSE TALE VALORE (E QUINDI VIOLA I PRINCIPALI FONDAMENTI DEL MATRIMONIO E ALTISSIMA MORALE SUPREMA) fare si che disponga in termine economico IL PRINCIPIO che la legge cita al fine di rendere la parte economica SOLO SIMBOLO DI RICOMPENSA (ci vorrebbe altro e molto altro) al fine che il marito possa capire l’importanza di tutte queste parole e principi fondamentali di morale che sono state citate. RICONOSCERE SIMBOLICAMENTE L’IMPORTANZA ATTRAVERSO IL SIMBOLO DI UNA QUANTIFICAZIONE ECONOMICA, perché appunto certe cose non possono essere quantificate. le cose materiali sono molto più importanti dei principi (con le idee e parole nun se magna) e questo lo sa anche un bambino appena nato che senza tetta della mamma o biberon poi crepa... (PS... mi sa che mi faccio arrestare hihihih)
(Rispondi)

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Inviato da Kaos45 il 01/05/06 @ 17:05 via WEB
Credo che su ogni parola quella più legislativa che conosca è questa, proprio sentita ora ora: "ora devo assolutamente riordinare sto casino infinito"... altro che principi ed altro che materialità... vita pratica e se nella pratica la donna e casalinga vivesse solo di principi e morali forse non è che i pantaloni dell'uomo di princpio si lavino, si stirino e si mettano in ordine... Il senso del dovere della casalinga supera tutto, ma attenzione non è principio e non è morale, oggi possono avere scelte. Parlo in questo modo perché ho imparato a fare il casalingo, ma attenzione come casalingo ammiro la donna per la netta superiorità rispetto a me, credo che personalmente darò importanza a questo e di sicuro darò la ricompensa remunerativa con l'intenzione di dire e comiunicare che sei "LIBERA" perché riconosco tutto quello che vale, equità!
(Rispondi)

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Inviato da honeymamy il 01/05/06 @ 17:17 via WEB
sto leggendo con vivo interesse il vostro dialogo e devo dire che entrambi avete delle buone ragioni. La sentenza della CC è ovviamente stata emessa per un caso limite, credo che mai nessuno si sognerebbe di legiferare per uno stipendio dato dal marito alla moglie. Quantificare monetariamente può essere un metodo molto oggettivo e significativo x far capire che il lavoro casalingo vale e moltissimo. Io da donna penso che però la migliore ricompensa ed il più alto riconoscimento di tale vita la possa dare la famihglia stessa, che è composta dal marito e dai figli...nonchè dalla donna stessa che in questa scelta libera deve poi viverci. Io sono molto situazionale, credo possa realisticamente essere fattibile scegliere il lavoro fuori casa o no a seconda di una valutazione globale e della storia familiare di quel momento. Personalmente ho sempre fatto così, passando dal tempo pieno pienissimo ad un part-time a 15 ore, attraverso ogni sorta di orario. Sceglievo in base alle mie esigenze (naturalmente bisogna adattarsi a cambiare compiti). devo dire che se non si hanno troppi preconcetti ci si può adattare molto bene a vantaggio di tutta la famiglia, donna compresa.
(Rispondi)



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