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Messaggio N° 1858
01/06/2006 - 20:32:08

Le caste sociali

Il nostro paese non è il posto dell´uguaglianza e nemmeno quello delle opportunità. Si notano grandi differenze fra chi vive in un discreto benessere e chi tutti i giorni lotta per non oltrepassare la soglia della povertà. E l´ambizione di fare il «salto sociale», di passare da una condizione all´altra, è più difficile da realizzare in Italia che altrove.

Un paese «vulnerabile», con tante, troppe, fragilità: i conti pubblici, la divergenza fra Nord e Sud che aumenta, la tragica carenza di innovazione, ma anche le elevate diseguaglianze sociali ed economiche. Il reddito non è distribuito in modo equo, si concentra ai vertici ed è diluito alla base.

Oltre 4,2 milioni di persone percepiscono un reddito che non supera i 780 euro al mese. Un milione e mezzo di persone vive in famiglie dove le entrate totali non superano gli 800 euro. Il disagio è focalizzato soprattutto al Sud (dove quasi il 39 per cento dei nuclei si colloca nelle fasce di reddito più basse contro il 12 per cento del Nord), nelle famiglie numerose, in quelle dove ci sono disoccupati e fra gli anziani soli. E le privazioni sono imbarazzanti: nel Meridione il 13,5 per cento delle famiglie confessa di non potersi permettere un pasto adeguato ogni due giorni.Su tutto il territorio italiano a non mangiare in modo adeguato è il 7,5 per cento dei nuclei . Quasi l´11 per cento non può riscaldare in modo accettabile la propria casa, il 39 non fa nemmeno una settimana di vacanza all´anno. L´affitto si mangia in media il 30,7 per cento delle entrate.
E penso all'India delle caste sociali.
In India il sistema delle caste è una piaga da era barbarica . Gli intoccabili, i Dalit, sono gruppi poveri ai margini della società oggetto di continue violazioni e sfruttamento. L’intoccabilità, che si manifesta tuttora in molti aspetti della vita quotidiana, oltre a rappresentare una violazione dei diritti fondamentali, continua a costituire un ostacolo imponente allo sviluppo ed alla realizzazione di una società, divisa in ceti sociali insormontabili, che possa dirsi veramente democratica.
Non si può passare da una casta sociale inferiore ad una superiore !
Di questa discriminazione soffrono, ovviamente ancor di più, le categorie più emarginate quali le donne ed i bambini. La strutturazione del lavoro ed il conseguente sfruttamento, costituiscono uno degli esempi più lampanti della discriminazione in base al sistema delle caste. Ancora oggi, ai poveri vengono assegnati lavori che sono considerati impuri dalle caste alte, quali la concia delle pelli, il trattamento degli animali morti, la pulizia delle strade ed ogni altra occupazione che possa essere inquinante per gli appartenenti alle caste più alte.
La paura degli studenti di famiglia di caste superiori è di perdere i loro privilegi a favore di una politica di suddivisione delle opportunità più equa e democratica. Hanno oltre il 50 % dei posti, pur rappresentando il 15 % della popolazione. Il rischio ora è quello di un confronto che porti a nuovi tragici episodi di violenza. Gli studenti appartenenti alle caste superiori hanno già annunciato che cercheranno di impedire fisicamente ai poveri che avranno i posti assegnati di prenderne possesso.
Non è questo il mondo che vogliamo. Nessun luogo si può definire civile, se vi è anche un solo povero.

di: maredolce72

Inviato da: il_giornalaio Trackback: 16 - Commenti: 5



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Inviato da azbzzz il 01/06/06 @ 22:18 via WEB
L ITALIA E' UN PAESE RICCHISSIMO. COME LA RICCHEZZA SIA DISTRIBUITA DIPENDE CHI LO DICE. IL POVERO DIRA' CHE CI SONO POCHI RICCHI. IL RICCO DIRA' CHE LA RICCHEZZA E' DIFFUSA. NUMERI DI RICCHEZZA: IN ITA CI SONO 800000( OTTOCENTOMILA) FAMIGLIE CON UN PATRIMONI MOBILIARE SUPERIORE AL 1000000(MILIONE) DI EURO FONTE ABI E 3000000(3MILIONI) DI FAMIGLIE CON UN PATRIMONIO TOTALE SUPERIORE AL MILIONE FONTE ABI. NEL 2004 SONO STATE VENDUTE IN ITALIA 65000 AUTO DEL VALORE DI PIU' DI 100000 EURO SECONDO MERCATO IN EUROPA, FONTE UNRAE. NEL 2004 29000 ITLIANI HANNO DENUNCIATO PIU' DI 100000EURO..... FORSE C'E' UN PO' DI EVASIONE MA!!!!!. IL 78% DEGLI ITALIANI HA LA CASA DI PROPRITA' ANOMALIA TUTTA ITALIANA SE QUESTA NON E' RICCHEZZA!! PURTROPPO IO NON NE FACCIO PARTE.
(Rispondi)

 
 
Inviato da matoluzahan il 05/06/06 @ 11:52 via WEB
Vorrei intanto chiedere un chiarimento azbzzz, cosa intendi col 78% che ha casa di proprietà? Non mi risulta che 78 italiani su 100 abbiano una casa di proprietà, anzi non mi risulta nemmeno che esistano 78 case ogni 100 italiani. Poi mi piacerebbe far notare che fa parte della nostra cultura che le "caste" più ricche difendono i propri privilegi considerandoli come un diritto dovuto alla propria sezione di comunità. Infatti facciamo tutti così, stiamo a vedere (e ci lamentiamo) perché chi ha più di noi fa di tutto per tenerselo e non guardiamo chi ha meno. Perché, allora, fermarsi alla "caste" sociali italiane e non prendere in considerazione l'intera umanità? Se ripartissimo equamente le risorse (badate bene, parlo di risorse e non di soldi) ci spetterebbe molto meno di ciò che abbiamo (anche solo il fatto che possiedi un pc con cui stai leggendo questo ti pone tra i "fortunati"). Scusami maredolce, senza offesa, detto cosi tanto per discutere un po' ironicamente, sembra un po il discorso di un ladro che si lamenta della spartizione iniqua del bottino.
(Rispondi)

 
 
Inviato da julia974 il 05/06/06 @ 14:00 via WEB
Hai ragione pienamente laddove affermi che l'Italia non è affatto un paese di uguaglianza e di opportunità. Personalmente aggiungerei anche che non è un paese di tolleranti. Piuttosto, il contrario. I dati che hai riportato non stupiscono più di tanto. Si sa, che oggi avere un buon lavoro e averlo per meriti e non per raccomandazioni è una chimera. Ci sono troppe cose che non vanno nelnostro paese, la povertà è solo un aspetto, da te comunque, ben delineato. Almeno a mio parere.
(Rispondi)

 
 
Inviato da ORSOLEONE47 il 05/06/06 @ 18:58 via WEB
non so da dove vengono estratte tutte le percentuali , precise e non approssimate, certo che sarebbe bello sapere la fonte delle notizie.
(Rispondi)

 
 
Inviato da Wreg il 05/06/06 @ 20:16 via WEB
Le considerazioni sulla disomogenea distribuzione della ricchezza, in italia così come in tutto il globo, furono oggetto di dettagliato studio da parte di Carlo Marx. Il movimento Comunista-Leninista se ne fece carico e tentò di risolvere il problema. Tentò appunto, e i risultati di detto dentativo sono noti a tutti. Il problema, è stato oggetto di attenzione anche da parte della morale religiosa , ma sembra con altrettanto scarso successo. Vogliamo continuare a parlarne , oppure sarà giunto il momento di accettare la cosa con spirito di rassegnata disperazione?
(Rispondi)



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