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Messaggio N° 1971
| 15/10/2006 - 21:41:25 |
Francamente, la questione se a Muhammad Yunus spettasse il Nobel per la Pace o quello per l'Economia mi sembra inutilmente polemica. Credo invece che il premio sia importante per dare il giusto risalto non tanto a Yunus, quanto all'idea del microcredito, che lui sta da anni portando avanti con la sua Grameen Bank. Ora, lascerei perdere anche la definizione di banchiere dei poveri, da lui forse coniata ma oggi ripetuta come un tam-tam. Perchè il messaggo di fondo è un altro. E lo riporto con le sue parole:
... il microcredito permette ai poveri e agli scalzi di accedere a una opportunità che di solito è esclusivo appannaggio dei ricchi. Accade così che quegli aspetti della società che sembravano rigidi, fissi e inamovibili comincino a diventare più fluidi, e attraverso lo sviluppo economico le persone si affranchino da tutto un insieme di ingiunzioni e regole.
I poveri, i miserrimi di questa terra - è l'assunto iniziale di Yunus - non hanno accesso al credito perchè non hanno beni personali da poter mettere a rischio, ovvero offrire in garanzia. La sua idea, dunque, è quella di concedere crediti minimi, supportando e consigliando il "debitore" e permettendogli poi di reinvestire gli interessi minimi richiesti. Lui l'ha fatto, partendo nel 1974 con un prestito di 27 dollari a un gruppo di donne di un villaggio del Bangladesh che producevano cesti. Da lì, tutto iniziò. Anche questo, credo, è costruire la pace, concretamente.
E siccome anche loro al microcredito credono, io li sostengo anche qui. ... di: SandaliAlSole |
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Inviato da fatamarie il 16/10/06 @ 07:27 via WEB
Una bellissima iniziativa, avevo già da parecchio approfondito l'argomento. Con questa iniziativa non sostiene solo la pace, sostiene anche l'economia, in quanto con questi piccoli crediti aiuta i poveri a sviluppare delle microattività che sono poi da stimolo ad altre persone che possono intraprendere lo stesso percorso. Da cosa nasce cosa. Buona giornata.
(Rispondi)
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Inviato da suede68 il 17/10/06 @ 16:37 via WEB
Ho tenuto particolarmente a pubblicare questo articolo, molto bello a mio avviso per i contenuti e per la straordinaria figura del protagonista, perché penso fortemente che la pace passi necessariamente attraverso lo sviluppo economico di un paese, qualunque esso sia.
Con questo non dico che il benessere porti per forza ad un miglioramento della società o del livello di civiltà di un popolo. Senza dubbio, però, il fatto che sia data una CHANCE anche a chi normalmente sente di non averla, perché non abbiente, agevola senz'altro lo stimolo ad una crescita e ad una presa di coscienza delle proprie capacità e della propria forza. E a non essere più oggetto di trattative senza rilancio a favore della popolazione, com'è successo spesso in Sudamerica con la sudditanza economica verso gli Stati Uniti.
Sentirsi gli artefici del proprio destino implica necessariamente una maggiore spinta all'autodeterminazione.
Ringrazio SandaliAlSole per questo spunto molto interessante.
Monica
(Rispondi)
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Inviato da SandaliAlSole il 17/10/06 @ 16:50 via WEB
Grazie a te per lo spazio che hai dato ha questa piccola grande storia. E che a un passo ne seguano tanti altri. Miti
(Rispondi)
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