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Messaggio N° 2180
19/03/2007 - 13:49:25

Marco Biagi, 5 anni dopo

Ricorre oggi l'anniversario della morte di Marco Biagi, consulente del ministero del Welfare assassinato a 51 anni, il 19 marzo 2002 in un agguato a Bologna.

Dopo la sua morte il Governo Berlusconi realizzò la riforma del mercato del lavoro attraverso la Legge 30/2003 che rappresenta al momento la più avanzata e compiuta riforma del mercato del lavoro. Ispirata alle idee di Biagi.

Il professore considerava naturale il coinvolgimento dei lavoratori nella vita dell'impresa, attraverso accordi per condividere obiettivi e risultati.

IL suo sacrificio pone, a mio giudizio, una serie di interrogativi. Uno in particolare. E' finalmente matura, l'Italia, per un sistema di relazioni industriali non più fondato sul conflitto ma sulla cooperazione?

immagineCiò che più profondamente condivido dell'impostazione data della riforma è l'apertura d'orizzonte del mondo del lavoro. L'introduzione di flessibilità, che troppo spesso è confusa con precariato.

Flessibilità è opportunità, perchè apre gli orizzonti delle possibilità contrattuali, riconoscimento, perchè fa emergere gran parte del lavoro nero, e partecipazione, perchè crea un nuovo rapporto lavorativo.

I primi anni di attuazione della legge Biagi hanno visto una generale riduzione del tasso di disoccupazione che è tornato ai livelli di quello del 1992. Oggi serve una critica costruttiva, affinche alla riforma facciano seguito parallele iniziative sugli ammortizzatori sociali che eliminino il paradigma flessibilità / precariato.

scritto da: armadaygo

Inviato da: sissunchi Trackback: 0 - Commenti: 1



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Inviato da subotai0 il 22/03/07 @ 13:30 via WEB
MARCO BIAGI VITTIMA DELLE BR E DEGLI INCAPACI AL POTERE A cinque anni di distanza dall'assassinio avvenuto a Bologna vogliamo ricordare Marco Biagi con il quale ci siamo incontrati e abbiamo lavorato per qualche anno con l'obbiettivo di aiutare la trasformazione democratica di un importante apparato dello Stato. Il docente collaboratore del Ministro del Lavoro è stato abbandonato a sè stesso e consegnato di fatto nelle mani dei suoi carnefici che da mesi lo stavano pedinando.Come Walter Tobagi a Milano anni prima.I terroristi hanno dichiarato nel corso dell'istruttoria che se Biagi fosse stato scortato non sarebbe diventato un bersaglio.Per mesi Marco ha richiesto una scorta alla Questura di Bologna e al Ministero dell'Interno ma invano.L'inchiesta aperta a carico di chi doveva vigilare sulla sua incolumità dopo ripetute e credibili minacce si è chiusa con un'archiviazione.Giustizia è fatta.L'ex ministro degli interni Scialoja si è dimesso dopo una gaffe clamorosa commessa esprimendo pesanti giudizi a carico di questa vittima dell'imbecillità criminale dei terroristi e della negligenza colpevole dello Stato e dei suoi rappresentanti.A noi piace ricordare questo ragazzo intelligente e generoso,un socialista scrupoloso,preparato, sempre disponibile e sorridente, quando si incontrava con i poliziotti del movimento clandestino per la riforma della Pubblica Sicurezza allora Corpo militare,consegnato per molto tempo al retaggio della destra politica.Per sei anni,quando lui era assistente del Prof.Federico Mancini, ci siamo incontrati periodicamente in pizzeria con gli amici poliziotti del movimento, pedinati costantemente dai Carabinieri e dal Sid.Altri tempi.Poi nel 1981 la riforma.Se avessimo saputo della sua solitudine davanti alla barbarie delle BR non saremmo rimasti a guardare.Alberto Franceschini brigatista storico di ReggioEmilia,nel suo ultimo libro autobiografico dice che ancora non capisce due cose delle Brigate Rosse:1-Chi gestiva la scuola Hyperiion di Parigi da cui partivano gli ordini.2-Perchè le BR che potevano facilmente essere fermate dopo i primi attentati furono lasciate agire per tanti anni... Ciao Marco di te ci ricorderemo sempre e cercheremo di fare meglio il nostro lavoro contro tutti i nemici della democrazia.
(Rispondi)



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