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Messaggio N° 2346
02/09/2007 - 20:10:20

Guerra e Pace

Ritenete possibile una discriminazione morale fra le guerre?

"Una discriminazione morale è possibile e ha un senso riferita a coloro che fanno la guerra. Si può fare la guerra per umile obbedienza senza cercarne le cause; si può fare la guerra, come io l'avrei fatta a diciotto anni, perché quel sapore di sacrificio e di sublimità che ci vedevo era per me migliore dell'insipida vita quotidiana senza mete e senza scopi; si può fare la guerra per un rozzo ma generoso desiderio di vendicare un'ingiustizia,  o per disperazione; e si può fare la guerra per cieco odio, per desiderio di ricchizza e di preda, o per stroncare un emulo ascendente, per sadismo, per pazzia, per mestiere".

Fino a qua o citato Quinzio Sergio. Passiamo oltre.

Guerra giustificabile dunque a seconda dei "motivi" che vi stanno dietro? Per Agostino di Ippona, come fa notare nella Città di Dio, l'uomo, amando i beni temporali, la vita, la sicurezza, considera gravissime colpe quelle che attentano  a tali beni, come l'omicidio e il furto, mentre crede minori colpe l'ipocrisia, l'egoismo, l'invidia, ecc.

Ed essendo la guerra sommamente cruente (e capace di danneggiare i beni "temporali" che tanto ama l'uomo), si è ritenuto appropriato ritenerla un sommo "male".

Aldilà delle varie argomentazioni filosofiche, sociologiche, teologiche... considero la guerra come un evento da evitare, sempre e comunque. Non esistono guerre giuste. Esistono invece guerre "necessarie" onde evitare un male maggiore. Potrà non piacere a tutti, ma Sant'Agostino tanto stupido non era.

Scritto da: Janus_81




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