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Messaggio N° 1779
10/03/2006 - 20:34:50

Riscoprire i classici

"Delitto e Castigo"  Fedor Dostoevskij

A metà libro ne ero già invaghita per la capacità incredibile dell'autore di rendere al meglio le divagazioni mentali del protagonista e dei vari comprimari.
L'unica vera difficoltà la rappresentano i patronimici che i russi adottano nei loro racconti e nel linguaggio comune. Grazie al cielo, in questa società multietnica, l'avere amici ukraini senz'altro agevola. Il mio consiglio è di farsi un foglietto, anche un semplice post it, con le varianti dei nomi dei personaggi, perché c'erano dei momenti in cui non capivo di chi si parlasse nel libro...
(Es: il protagonista si chiama Rodyon Romanyc, facilmente lo ritroverete con i nomi "Raskolnikov" o "Rodja"; la sorella Avodtya, viene chiamata "Dunia" o "Dunecka"... evidentemente non molto simili all'originale...).

Dopo questa piccola premessa è bene illustrare alcuni tratti della trama: l'ex studente Raskolnikov, unica speranza di una famiglia povera, lascia gli studi e si abbandona ad un'insofferenza e indolenza spaventose, soprattutto a contatto con la miseria della società sampietroburghese: i poveri vivono ai limiti della sopravvivenza, i ricchi sono pieni di agi e vantaggi.
Rodja passa le giornate chiuso nella stanzetta in cui alloggia, assorto nelle sue riflessioni, abbruttito dall'ambiente squallido, la mancanza di cibo e l'assillo della padrona di casa a cui non riesce a pagare l'affitto.
In tutto questo contorno, Rodja decide di uccidere un'usuraia a cui ha lasciato in pegno alcuni oggetti della sua famiglia per poter sopravvivere. Rodja, nella sua claustrofobica visione del mondo alterata dagli stenti, in realtà non pensa di compiere né un reato né un delitto: la vecchia tiene in pugno tante famiglie disgraziate come lui, le rovina con gli interessi salatissimi che pretende, approfitta di una sorella mentalmente labile e la tiene come schiava.
Rodja decide e la uccide.
Così si apre il libro: direttamente con il delitto.
Ma il castigo?
La parte più intensa del libro è dedicata al castigo, perché in realtà Rodja è un ragazzo estremamente buono e generoso, anche con i pochi mezzi che ha.
Sembra che non ci sia redenzione per il giovane Raskolnikov, potrebbe farla franca, ma la sua penitenza non è tanto vivere con un delitto (che fino alla fine nn ritiene tale) sulle spalle o scontare alcuni anni in Siberia, ma una vita senza scopo come la sua.

E' un libro geniale per l'intreccio dei personaggi, magistralmente rappresentati e definiti; per la storia dettagliata; per la varietà di emozioni diverse e sospese che sa creare nell'animo di chi legge; per i luoghi di San Pietroburgo poeticamente descritti; per le brutture dell'avidità umana; per la redenzione che può avvenire solo passando per il cuore... ecco perché un classico dovrebbe sempre essere letto: colpisce emozioni e stati d'animo che interessano la nostra specie dagli albori dei tempi fino a che ci saremo.

...

di suede68

Inviato da: suede68 Commenti: 2



 
 
Inviato da LOLITA_comes_back il 13/03/06 @ 13:38 via WEB
Spero che il caro Dosto non si rivolti nella tomba per quel "divagazioni mentali" o per il finale "la redenzione può avvenire solo passando per il cuore". Fedor non ammette mai redenzione. I suoi personaggi vivono in funzione delle colpe. Questo è il romanzo moderno.
(Rispondi)

.. 
 
Inviato da suede68 il 14/03/06 @ 19:05 via WEB
Ognuno di noi legge i libri e le emozioni che trasmettono in base alle proprie esperienze di vita e letterarie. Mentre leggevo questo romanzo facevo un confronto con il mondo di Zola e non c'è paragone. L'umanità di Zola non avrebbe mai una donna per cui credere ancora nella vita e per cui voler rinascere. Questo è il vero pessimismo e la vera visione claustrofobica e asfittica della vita. Non sempre Dostoevskij è così "ben augurante", ma in questo romanzo una luce alla fine c'è. Ho letto tutto il ciclo dei Rougon Macquart di Zola e non c'è mai nemmeno l'ombra di un mezzo lieto fine. Balzac è terrificante e cinico in questo senso. Hugo gli fu maestro. Non so che senso dia lei alle parole "divagazioni mentali", sicuramente si sarebbe saputa esprimere meglio, ma è quello che è saltato in mente a me, perché non c'è niente di più bello che vagare con la mente, per me ovviamente. Non penso di scrivere per le antologie didattiche scolastiche, queste sono mie impressioni dirette. Lei chiaramente ha le sue.
(Rispondi)



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