Creato da: Blog_Magazine

Blog Magazine

Il Blog Ufficiale della Community di Libero

Area personale

- Login

Cerca in questo Blog

 
trova
 

Archivio messaggi

  << Giugno 2005 >>  

Lu Ma Me Gi Ve Sa Do

     1   2   3   4   5 
 6   7   8   9   10   11   12 
 13   14   15   16   17   18   19 
 20   21   22   23   24   25   26 
 27   28   29   30       

Guarda le immagini del Mese

I miei Blog Amici

Leggi e diffondi

Scrivi anche tua.gif
 
Citazioni nei Blog Amici: 397

Chi può scrivere sul blog

Solo i membri di questo Blog possono pubblicare messaggi e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.

RSS (Really simple syndication) Feed Atom

BlogMagazine

Top 100 Italia di BlogItalia.it e Technorati

Cunctator

Free Hit Counter Code

Messaggi del 18/06/2005

Messaggio N° 1578 18-06-2005 - 11:24

Ditelo con i fiori... ma non sbagliate fiore - 3^ parte

Chi non ha mai sfogliato una margherita pronunciando il rituale "m’ama, non m’ama"? A questo fiore sono riconosciute in effetti facoltà premonitrici.
Nel medioevo, tuttavia, nell’ornarsi la fronte con delle margherite, una donna indicava la propria insicurezza sull’affetto dell’amato.


La margherita simboleggia la semplicità e, come il giglio, la purezza!


La mimosa è il simbolo indiscusso della festa della donna. Il suo aspetto delicato non deve trarre in inganno. Questo fiore è forte è vitale. Non a caso dunque nel linguaggio dei fiori simboleggia la forza e la femminilità.


Ricorriamo alla mitologia per parlare del "narciso".


"Eco" era una giovane e loquace ninfa condannata da Giunone a ripetere solo l’ultima sillaba dell’ultima parola di colui che l’avesse interpellata. Quando si innamorò del bellissimo "Narciso", il suo dramma si amplificò. Narciso, infatti, infastidito dal suo strano modo di esprimersi incominciò a trattarla male. Il cuore della giovane ninfa si spezzò ed incominciò a consumarsi lentamente. Gli Dei, allora, impietositi la trasformarono in rupe. Ancora oggi urlando davanti ad una rupe si può, infatti, udirla rispondere ripetendo le nostre ultime sillabe.


L’indifferenza di "Narciso" nei confronti della giovane Eco indignò Nemesi, la dea della vendetta, che sotto le sembianze di un cacciatore propose a Narciso di seguirla in un luogo ricco di selvaggina. Lì, Nemesi, invitò il giovane a specchiarsi in una fonte d’acqua chiara e immobile. Chino sulla fonte Narciso s’innamorò della sua immagine riflessa senza più riuscire a staccarsi da quella visione.


Il "narciso" cresce lungo i piccoli corsi d’acqua e sembra piegare il suo stelo quasi a volersi specchiare. Nel linguaggio dei fiori indica "vanità ed incapacità d’amare".


Molto meglio aggiungere al nostro omaggio i "non ti scordar di me". Anche dietro al significato di questo fiore si nasconde una leggenda. Si narra che due innamorati, passeggiando lungo il Danubio scambiandosi tenerezze, scorsero, trasportati dalla corrente, dei fiori di colore blu. Il giovane tentò di raccoglierne alcuni per farne dono alla sua amata ma, malauguratamente, cadde nelle acque. Scomparendo tra le correnti riuscì tuttavia a gridare "non dimenticarmi mai". Questo fiore simboleggia la "fedeltà e l’amore eterno".


Anche se attirano molti insetti le "orchidee" sono fiori che hanno nella particolarità delle forme, nel profumo delicato e nel significato dei punti di forza impareggiabili. Simboli di raffinatezza e lusso nel linguaggio dei fiori comunicano "sensualità". Impossibile non colpire una donna con un tale omaggio. Non entrerete certo nelle sue grazie solo per questo però, tenetelo a mente!


Le "rose" sono le regine dei fiori per antonomasia. In genere si pensa che a prescindere dal colore sia un bel gesto regalarle. Non corriamo però rischi inutili. Rossa è simbolo d’amore e passione, gialla però simboleggia la gelosia e l’infedeltà! Simbolo di purezza è quella bianca; di dolcezza e fascino quella rosa. Se regalate rose color corallo indicate desiderio. Volete far sapere che il vostro è un colpo di fulmine? Beh, allora chiedetele senza spine!


Il "tulipano" ha origini turche. Nella tradizione orientale è molto nobile il suo significato, cioè quello di amore perfetto, ma purtroppo non tutti conoscono la sua genesi e da sempre per noi occidentali è un simbolo olandese. In Olanda in verità ci arrivò solo nella seconda metà del cinquecento, diventando subito ricercatissimi. Il suo prezzo salì così vertiginosamente che nel 1637 il governo olandese dovette calmierarne il prezzo. Sarà forse per questo che nel mondo occidentale il suo significato è ben diverso. Attenzione dunque a regalarli, indicano "incostanza".


Parliamo, infine, della "viola" e della "viola del pensiero"!


La prima indica modestia e pudore. Probabilmente il suo significato è dovuto al fatto che la sua corolla si china davanti al sole per evitare la troppa luce.


La seconda sembra sia, seconda la mitologia greca, una creazione di Giove. Innamoratosi della ninfa Io, il padre degli Dei fu costretto a trasformarla in mucca per proteggerla dalle ire di Giunone. Per lei e per il suo sostentamento Giove creò questi splendidi boccioli . Nel linguaggio dei fiori, ovviamente, simboleggia la "ricordanza"!


Siamo così giunti alla fine di questa breve carrellata floreale. Passando davanti ad un fiorista, magari, vi soffermerete d’ora in poi.


Il mio consiglio, però, vuole arrivare anche alle donne. Per concetto si pensa che gli uomini non apprezzino i fiori. Non ne riceviamo quasi mai in verità! Vi dirò di più, quindi. Di chi ci regala un fiore serbiamo sempre memoria.

 



Articolo pubblicato da: Welch

Messaggio N° 1577 18-06-2005 - 11:08

Persone, demoni, parole - 2^ Parte

Al "sempre" ed al "mai" ho imparato a non credere più. Non lo dico con amarezza, anzi, sono ben contenta che quel velo di Maya che mi copriva gli occhi sia caduto mostrandomi la realtà delle cose, e la realtà di alcune parti di me che non credevo di avere. Non mi ha fatto piacere rendermene conto, non mi sono piaciuta e questo mi ha fatto male. Ho dovuto più volte ricredermi su me stessa e più volte rimangiarmi giuramenti di "non lo farei mai", e ogni volta dovevo guardarmi con occhi nuovi - sempre meno "pieni" dell’immagine onesta ed integra che mi ero fatta di me stessa - e dirmi: "Ok… e adesso? Che me ne faccio di questa nuova me che proprio così "perfetta" non è?"


(Lo scavo di ciò che si è arriva mai alla fine? I "demoni" – quelli più forti - hanno la capacità di rifugiarsi davvero in profondità sconosciute e più arrivi a scavare a fondo, più sotto c’è un altro strato che è ancora inesplorato e ancora non è stato "esorcizzato").


Quello che mi strania, è l’accorgermi di come certe persone aprano bocca e diano aria a ciò che passa loro per la testa senza prima assicurarsi che il filtro "pesa parole" sia stato attivato. Ma è rimasto qualcuno che sa ancora spendere a modo e con coscienza le parole "Ti amo" ed "Amore"? O sono diventate davvero solo espressioni dette sull’onda dell’entusiasmo, perché casomai "stanno bene dette" in quel momento? Quando qualcuno dice "Ti amo", lo sa davvero cosa vuol dire? E soprattutto, lo sa davvero quel che prova o "crede" soltanto che quello che sente sia Amore?


"Ti amo" lo si è detto tutti sbagliando tante volte.


A 15 anni hai così tanta voglia di dirlo che al primo ragazzotto che ti fa battere il cuore per più di 7 giorni dici "Ti amo" con così tanto trasporto, purezza e convinzione che per te quello diventa il Perfetto Principe Azzurro; quello con cui ti vedi già all’altare avvolta da un vestitone tutto bianco pieno di veli che ti fa sembrare una meringa gigante, quello che ti farà vivere su una nuvola ogni giorno e che renderà la tua vita perfetta e sublime, quello di cui scrivi il nome decine di volte su qualsiasi pezzo di carta ti capiti sotto mano, avvolgendo quel nome di cuori, baci e stelline… Salvo poi ricrederti tutto d’un botto se il giorno dopo il Principe Azzurro ti arriva davanti con un taglio di capelli che proprio "hun se pò guardà"! E ti dici: "E io ho detto "ti amo" a stò rospo???"


Ma a 15 anni ci si può assolutamente permettere (e perdonare) di dire "Ti amo" per sbaglio…anzi, è così "divertente"!!!


E soprattutto a 15 anni ci credi subito quando ti viene detto "Ti amo"


A 20 - 25 anni dici "Ti Amo" perché "ormai" ti senti persona arrivata e matura per dire quella parola, non credi più al Principe Azzurro, anzi, hai già così tante esperienza di vita di coppia da poter scrivere un libro (credi tu!) e allora il "Ti amo" è una cosa "da grandi" da persone serie e responsabili…si può dire…


(E ancora, come a 15 anni, ci credi subito quando ti viene detto "Ti amo").


Poi arrivi alle età successive e scopri che forse quell’Amore è finito, che non provi niente di più che un affetto fraterno e ti chiedi dove si sia andato a cacciare tutto quell’Amore maturo che credevi di provare e che credevi di poter mantenere all’infinito…


Da lì in poi dovresti avere coscienza, quindi, di come usare quella frase, invece cominci a dire i "Ti Amo" più sbagliati di tutti…e di cui ti pentirai.


(E, notare bene, quando ti penti è perché già non credi già più ai "Ti amo" che ti vengono detti)…


I "Ti amo" più sbagliati sono quelli detti o per seguire una persona nel suo impeto per paura di perderla, o perché scambi una forte passione per amore, o ancora perché andando avanti con l’età è da così tanto tempo che nessuno ti fa più battere il cuore, che lo dici perché temi di tornare di nuovo nella tua solitudine e di dimenticare le sensazioni che qualcuno è riuscito quasi "miracolosamente" a tirarti ancora fuori…


A volte, può succedere anche l’effetto contrario, ossia arriva una fase di "blocco" nei confronti di quella frase…non si riesce a dirla più, la si teme e soprattutto si pesa ogni sensazione, viviseziono il sentimento per capire se ciò che si prova merita un’espressione così forte…


E che volete che vi dica? Preferisco comunque lo schieramento di questi "muti del sentimento" rispetto a quello dei "senza filtro"… Mi rendo conto che sono arrivata davvero ad essere spietata con mi accorgo usa le parole senza pensare prima…come se non avessero un peso od un prezzo…


Siore e siori… qualora non ve ne siate accorti, le parole hanno spesso un costo per il mittente ed un peso per il ricevente… Dovrebbero essere spese con più coscienza e non dovrebbero arrivare addosso come pietre che da lontano sembravano piume…


(Uhm… che pessimismo cosmico che ho tirando fuori…vabbè, stasera prima di dormire niente Friedrich Nietzsche, meglio buttarsi su un Giobbe Covatta!!!)


<<< Leggi la 1^ Parte




Articolo pubblicato da: LadyOscar743

Messaggio N° 1576 18-06-2005 - 10:54

Persone, demoni, parole - 1^ Parte

A volte mi domando in che misura si ricercano – incosciamente o meno - certi ostacoli e in che misura invece capitano come tegole sulla testa... Mi spiego…


Ci sono persone che si realizzano con la "linearità della vita": studiano, trovano il più presto possibile un impiego "da scrivania" o "da catena", dove ogni giorno si fanno le stesse cose, comandate dall’alto e dove non si ha la responsabilità di dover decidere perchè in quella professione bisogna "solo" fare le solite operazioni; ci sono persone che nel loro lavoro si sentono pienamente appagate quando arrivano a fine mese sicure di tirare un buon stipendio, ma – pur avendone possibilità intellettiva ed economica - non azzardano un qualcosa che richieda loro di esporsi in prima persona, o di rischiare nel fare scelte o nel mettere in gioco qualcosa di personale...e vivono per anni lo stesso giorno, sempre uguale, sempre "tranquillo", sempre lineare, sempre ordinato…


Ci sono persone che si realizzano mettendosi insieme ai rispettivi compagni fin da adolescenti, vivendo tutta la vita sempre e solo loro due – tradendosi o no nel frattempo – non conoscendo altra realtà se non quella della loro coppia e se anche si arriva ai 25, 20, 35, 40 anni e non ci si ama più, si sposano, fanno figli, mettono su casa (e intanto a questo punto l’infedeltà - occasionale o programmata - è diventata "routine" e non genera più sensi di colpa)…ma queste persone non hanno niente da condividere se non gli interessi pratici: come si manda avanti la famiglia e la casa, coi loro impieghi sicuri e sempre uguali, il solito pranzo della domenica dai suoceri, la solita pizza una volta al mese nello stesso posto, le solite vacanze prenotate mesi e mesi d’anticipo (sarei curiosa di sapere, tra le coppie sposate che conosco, quanto tempo passano, quando i figli sono a letto e le bollette sono tutte pagate, a parlare di "loro due", non come madre e padre, non come impiegata e capo ufficio, ma come uomo e donna, di ciò che sono diventati insieme, di ciò che vogliono ancora, di ciò che non vogliono più)…Eppure…


Eppure, loro sono appagati così, non cercano altro perché hanno già tutto quello che serve loro per sentirsi realizzati: la sicurezza di un qualcosa che si chiama "famiglia", ma di cui non sanno spiegarne l’essenza.


Ci sono persone che non leggono mai "davvero", ma che sanno tutto sull’ultima velina che è andata insieme a quel calciatore, o del perché la storia tra quell’attrice e quel politico è finita, o sulle corna che quel presentatore ha messo quella cantante, oppure sanno tutto del taglio di capelli che andrà quest’estate, o dei colori moda dell’autunno-inverno dei prossimi 10 anni… E non sentono curiosità per nient’altro. Ci sono persone che vivono tutta una vita così, sentendosi appagate di cose semplici (o… banali???) e senza cercare più di quel che hanno…


Mi capita, alcuni giorni di "invidiare" queste persone (per alcuni versi, fino qualche anno fa mi ci potevo anche riconoscere), le "invidio" per la capacità che hanno di vivere non ponendosi mai domande, perché loro vanno avanti come fanno i cavalli coi paraocchi, e non si chiedono se oltre al pezzetto di strada che vedono c’è anche qualcos’altro, loro sanno solo che devono andare dritto, perché "è così che si fa", perché "è così che deve essere". A loro basta sapere che c’è quel pezzetto di strada, il resto non li riguarda… e così godono della loro vita dove tutto quello che si poteva conoscere è già conosciuto e non riserva "sgradevoli sorprese", e ricercano solo i "giochi facili".


Non critico, la vita di questi personaggi… casomai per loro ciò che io considero piatto, superficiale e "leggero", è fonte di emozioni forti e sincere; a nessuno è dato di considerare le proprie emozioni più importanti, vere o intense di quelle altrui… non viviamo col cuore dell’altro, non "sentiamo" come l’altro…in questi casi più che mai "l’uomo E’ un’isola"


Poi ci sono quelle persone a cui tutto questo non basta; sono spiriti inquieti, per cui semplice è sinonimo di noioso, per cui pensare di dover soggiacere per tutta la vita ai soliti orari e ai soliti compiti equivale a sotterrarsi vivi, per cui la ricerca di un rapporto autentico che non si esaurisca col passare del tempo è talmente utopistica da rischiare di rimanere soli per tutta la vita perché non ci si vuole rassegnare al fatto che prima o poi tutti i rapporti finiscono allo stesso modo: "grigi".


Ci sono persone che non si accontentano di ciò che trovano, se sentono che ciò che hanno non è ciò che vogliono. Ci sono persone che non accettano di sposarsi e mettere su casa solo perché arrivati ad una certa età "è quello che si deve fare". Ci sono persone che la notte vanno a letto col cervello stanco a forza di pensare e di porsi domande su come-dove-perché-quando sbagliano o cosa vogliono, o dove vogliono arrivare… Ci sono persone che ogni volta che arrivano da qualche parte, prendono questo approdo come punto di partenza per andare "oltre"…Ci sono persone che non si fermano mai, che non amano le cose semplici perché senza lotta non si sentono vive…


E allora, mi domando, che demone combattono queste persone? Non credo sia solo la voglia di vedere qual è il proprio limite massimo di sopportazione che le spinge ad infilarsi in situazioni estreme…


Altra cosa che mi lascia il tipico "amaro in bocca" delle risposte non trovate…


Ci sono altre persone, tante…troppe, che dicono "ti amo" la notte e la mattina dopo ritrattano presi da arcano terrore…


Non grido allo scandalo per la fine di un amore, non mi faccio portavoce di quei sognatori che credono che l’amore debbo essere solo uno, eterno e fedele nei secoli dei secoli, amen.


Nè punto il dito verso l’infedeltà: a turno si è stati traditori o traditi, nessuno si salva; se non si è incappati nel marchio del traditore o nel dolore del tradito, all’una o all’altra sponda, prima o poi si approderà.


Leggi la 2^ Parte >>>


 



Articolo pubblicato da: LadyOscar743


<< Giorno prec. Giorno succ. >>

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963