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Messaggi del 16/09/2005

Messaggio N° 1633 16-09-2005 - 08:02

Il Portogallo da amare

Digiland vi segnala il Forum
"Racconti di vacanze"
per discutere di questo argomento!



Oltre 150 chilometri di costa suddivisi in tre regioni. La regione di Sotavento (sopra il vento), ricca di spiagge sabbiose e pianeggianti, si estende tra il confine spagnolo e Faro. Barlavento (sotto il vento) è caratterizzata da scogliere ripide e insenature molto suggestive, e per finire l'estremità sud-occidentale, da Lagos a São Vicente, più selvaggia e ventosa. Stiamo per visitare l'Algarve.


I nomi suggestivi potrebbero anche farci precipitare in un mondo di fantasia, mostri e cunicoli, come ne "il Signore degli anelli", invece sbarchiamo solo nel sud del Portogallo.


Lagos si nasconde dietro ad alte mura di fortificazione. E' una delle località più affascinanti dell'Algarve. Oltre il forte di Pau de Bandera, del XVII secolo, c'è Ponta de Piedade, luogo panoramico e molto pittoresco accessibile tramite una scalinata che si inerpica tra le rocce. Il Museu Regional raccoglie reperti archeologici, oggetti d'arte sacra e popolare e una collezione di uccelli della costa impagliati.
Dalle rocce si vedono le acque cristalline dell'Oceano Atlantico, lunghe spiagge dorate frammentate da suggestivi roccioni che caratterizzano la zona, piccoli paesi che conservano intatte le tradizioni più antiche.


Gli scogli della zona sono in roccia calcarea dorata, le falesie di colore rosso e le spiagge dei pescatori sono dominate da spuntoni di roccia dall'aspetto molto pittoresco, su cui si può salire per ammirare le numerose baie sabbiose.


Faro è il capoluogo e la maggiore città dell'Algarve. La città è cinta da mura medioevali, ma è sede dell'unico aeroporto internazionale della regione.


A sud-est di Faro si estende, per 55 chilometri, il parco naturale di Ria Formosa, habitat naturale di milioni di uccelli migratori. Questa zona è caratterizzata dall'ecositema lagunare e dal susseguirsi di isole e penisole che danno le caratteristiche tipiche marine. Il parco, fondato nel 1987, comprende un sistema di dune parallele alla linea di costa, formanti una serie di lidi e frecce litoranee che danno protezione ad una vasta area occupata da paludi salmastre, isolette e canali di marea.
Il parco è area ricca di avifauna selvatica di importanza internazionale per alcune specie come il fenicottero, la spatola, l'avocetta, ma anche per un gran numero di anatre e di uccelli limicoli. Per questo Ria Formosa presenta una grandissima varietà di specie e mostra caratteri di transizione tra Europa ed Africa.


Nella zona non manca lo sfruttamento delle risorse marine da parte dell'uomo. La fauna dei molluschi conchigliati della zona paludosa e litoranea è sfruttata in modo intensivo, e numerosi sono anche i vivai per l'allevamento di crostacei e pesci.
Nei piccoli paesi dei pescatori è dolce gustare il pesce che è l'ingrediente principale della cucina portoghese, in particolare le sardine e l'onnipresente baccalà, ma anche ottimi crostacei e frutti di mare. Attenti però alle spezie, infatti i navigatori portoghesi, che tornavano carichi di spezie e aromi come peperoncino, aglio, curry, noce moscata, cannella, coriandolo hanno insaporito e trasformato la cucina contadina. Ancora un pasto tipico portoghese comincia con antipasti come il formaggio di capra, le olive, pane nero e un delizioso prosciutto affumicato chiamato presunto.
Tavira, città storica di origine romana è considerata invece la città più bella della costa est dell'Algarve. Circondata da vigneti che producono un eccellente vino è ricca di chiese e di spiagge tranquille. Dalla rocca, il punto più alto della città, si possono ammirare il ponte romano e i tetti della città vecchia.
In questa parte della regione, le spiagge migliori si trovano sulle isole, raggiungibili con le barche dei pescatori o a piedi, guadando il tratto di mare durante la bassa marea.


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Articolo pubblicato da: luc_30

Messaggio N° 1632 16-09-2005 - 07:42

Io e la ''casa di pietra''

Digiland vi segnala il Forum
"L'ultimo libro che ho letto..."
per discutere di questo argomento!



«...vedrai, in questo libro Francesca Marciano è riuscita a descrivere perfettamente i suoni, i colori e perfino i profumi della mia terra... ma anche tutte le contraddizioni di voi donne!» disse il mio amico, accompagnandomi alla macchina, il giorno della mia partenza, con un'espressione che era un misto di malinconia, il giorno dopo sarebbe ripartito anche lui, ma anche di quella presunzione tipica di alcuni uomini quando vogliono lasciar intendere di aver capito tutto delle donne.


Non leggevo romanzi da anni, non li ho mai veramente amati, ma quel senso di sfida che la seconda parte di quella frase mi aveva trasmesso fece sì che iniziai a leggere la ''Casa Rossa'' già durante il viaggio; era un'edizione economica, e le pagine iniziali ne riportavano le recensioni.


'La repubblica' ne parlava come del libro dove "...viene descritta l'Italia della contestazione, delle molte illusioni, e delle brigate rosse"


'Famiglia Cristiana' come "...l'incontro-scontro di tre generazioni, rivelato con forza dall'autrice attraverso la rievocazione di percorsi individuali , segnati da fragili alleanze, da illusioni e irrequietezze interiori."


Iniziato il libro, mi rendo conto che si tratta soprattutto di una storia di donne, delle loro paure, dei loro conflitti interiori, del loro coraggio di affrontare domande evitate per anni... una masseria pugliese dipinta di rosso, è contemporaneamente sfondo e protagonista della vita di tre generazioni, dagli anni trenta fino ai giorni nostri. La nonna, la mamma e la sorella della protagonista vivono quella casa di volta in volta come rifugio o come prigione…


Leggo il libro tutto d'un fiato... e solo alla fine mi rendo conto del perché mi sia stato regalato... anche nella mia vita c'è una casa, non rossa, ma di pietra!
Vi ho trascorso tutte le mie estati fino ai diciotto anni, fino al momento in cui sono andata a vivere da sola ed in cui mi sono illusa di poterne disporre liberamente, ossia non mettervi più piede. Ma non è mai stato cosi, mio padre, ogni anno, per un motivo o per un altro mi convinceva a trascorrervi almeno una settimana.


Per la mia famiglia quella casa è stata sempre un rifugio, io invece l'ho sempre vissuta come una prigione. Nonostante fosse una casa di campagna con un panorama stupendo e la cui struttura oggi definirei architettonicamente interessante, allora quella massa imponente di pietra bianca e mattoni, quelle mura quasi ciclopiche mi isolavano dal mondo, mi spaventavano, non capivo perché dovessi lasciare la mia routine di bambina e vivere con i nonni per quasi quattro mesi all’anno. Mi trasmetteva solitudine anche se la casa era una fattoria, frequentata da parenti amici e lavoranti. Ogni anno mi riproponevo di scappare il giorno dopo il trasferimento e ogni anno inventavo storie per soggiornarvi il meno possibile


Quasi, come uno scherzo del destino, ora quella casa l'ho ereditata. La protagonista del romanzo, alla fine decide di vendere la casa rossa, io non credo di essere pronta a fare la stessa cosa o se mai lo sarò, in quella casa di pietra sono imprigionate una parte della mia infanzia e della mia adolescenza, se non trovo il modo di liberare i sogni che ancora non riesco a portar via... non credo che mi potrò mai allontanare da quel luogo.


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Articolo pubblicato da: occhiverdetevere

Messaggio N° 1631 16-09-2005 - 07:26

60 anni di storia

Digiland vi segnala il Forum
"Terrorismo Internazionale"
per discutere di questo argomento!



6 agosto 1945, ore 8:15: la B-29 Enola-Gay sgancia su Hiroshima la prima bomba atomica e il mondo, all’improvviso, entra nell’era nucleare. In pochi secondi, migliaia e migliaia di persone persero la vita. Molte altre persone persero la vita negli anni successivi per le conseguenze delle radiazioni, almeno 350.000. Oggi, a distanza di sessant’anni da quell’evento, a cui fece seguito il lancio sulla città di Nagasaki il 9 agosto 1945 che provocò 75.000 morti all’istante dell’esplosione, tutto il mondo si interroga sulla legittimità di quei atroci bombardamenti e soprattutto l’opinione pubblica guarda con terrore ad un possibile e probabile riarmo nucleare da parte dei paesi più potenti del mondo.


Il trattato di non proliferazione nucleare sottoscritto da 188 Paesi, a cui non vi aderiscono Israele, India, Pakistan e, dal 2003, la Corea del Nord, impegna i Paesi che dispongono di armi nucleari a eliminare i propri arsenali e gli altri a non crearne di nuovi. Ma l’intento fondamentale di questo trattato resta un’utopia: il Giappone, unico paese che ha conosciuto la tragedia nucleare sulla propria pelle, sembra non aver imparato la lezione proveniente dal passato. Il governo nipponico, guidato da Koizumi, ha proposto che le forze di autodifesa giapponesi possano dotarsi di ordigni nucleari a scopo dissuasivo contro eventuali attacchi da parte della Corea del Nord e della Cina. Ma il cuore di questo stato e la storia vivente di questo paese è viva e presente nelle immagini dei corpi straziati dalle radiazioni: ragazzini sopravvissuti all’esplosione nucleare di sessant’anni fa, raccontano emozionati le vicende di una storia recente. Una ragazzina di tredici anni, scaraventata a 15 metri dall’onda d’urto dell’esplosione, ricorda il momento del risveglio: i capelli increspati e i vestiti bruciati. Dalle mani e dai piedi si staccava la pelle e il corpo bruciava dal dolore delle radiazioni. E se il dolore fisico fu atroce, maggiore fu quello psicologico: il volto distrutto dalla forza dirompente dell’atomico provocò una terribile e devastante demotivazione personale, esaltata dall’incapacità di affrontare gli altri con una forte voglia di morire.


Gli appelli di pace seguito a questi drammatici eventi non sono stati colti: in una guerra nucleare non ci saranno né vincitori né vinti. Ci sarà solamente la distruzione dell’umanità e la fine del pianeta terra. Ma gli appelli di pace lanciati dalle persone restano vani: occorre un intervento forte dei leader delle superpotenze mondiali che, purtroppo, lucrano sulla vita delle persone dimenticando la loro fragilità umana.


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Articolo pubblicato da: GENOVESE80


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