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Messaggi del 13/10/2005

Messaggio N° 1659 13-10-2005 - 07:27

Un'altra idea della politica

Digiland vi segnala il Forum
"Il mondo visto da destra e da sinistra"
per discutere di questo argomento!



L’azione politica dovrebbe scaturire dai bisogni più autentici e vitali dell’essere umano.


La politica dovrebbe basarsi su ragioni etiche e spirituali, ma anche su istanze estetico-creative, nel senso che l’impegno politico dovrebbe essere animato da uno spirito ludico e disincantato, da una sincera passione ideale e da un profondo elemento di piacere e speranza assieme, da un motivo di ricerca della felicità che appaghi un bisogno interiore di autorealizzazione della persona umana.


In tal senso la politica dovrebbe essere l’espressione della volontà e della libera creatività dell’animo umano, che si realizza nel confronto interpersonale, nella pacifica convivenza sociale e nella dialettica democratica. Inoltre, la politica dovrebbe essere soprattutto un mezzo di aggregazione e di partecipazione sociale, uno strumento concreto, diretto e corale per concorrere e intervenire sui processi decisionali che interessano l’intera collettività; è una modalità di socializzazione tra gli individui, la più elevata e raffinata forma di socialità umana. Del resto, l’etimo greco antico del termine, da “Polis” (ossia: città), esprime il senso della più nobile e sublime tra le attività proprie dell’uomo, indica la suprema manifestazione delle potenzialità e delle prerogative attitudinali dell’essere umano in quanto essere sociale. Tale somma capacità dell’uomo si estrinseca nella politica in quanto attuazione dell’ .


Oggi purtroppo, l’antico valore della politica s’è perso e consumato del tutto, soprattutto dopo l’avvento dell’economia di mercato e dello Stato capitalistico-borghese, avvolto nell’involucro protettivo di una falsa “democrazia” puramente formale e rappresentativa (ormai in fase di netta decadenza), un’ordinamento giuridico-statale che rappresenta un modo per ingannare la gente con il consenso della gente stessa. Quell’originario senso della politica si è ormai deteriorato, tralignando nella più ignobile e squallida “professione”, ovvero nell’esercizio del potere riservato a pochi “addetti ai lavori”, ovvero ai professionisti della politica. Quella che era considerata un tempo una nobile arte ed un’occupazione elevata dell’uomo, la Politica appunto (con la “P” maiuscola), si è totalmente svuotata di senso ed è oggi concepita e praticata quale mezzo per appropriarsi ed impadronirsi della città e delle sue risorse, umane, materiali e territoriali, ossia una carriera da intraprendere e percorrere se si vuole mettere le proprie luride mani sui beni e sulle ricchezze del bilancio economico del Comune che, come tale, dovrebbe appartenere a tutti, dovrebbe essere un patrimonio collettivo, quindi gestito direttamente dalla comunità dei cittadini.


Tale visione e pratica del potere decisionale, in quanto appannaggio esclusivo di una ristretta cerchia di privilegiati, ovvero i padroni del Palazzo, devono essere respinte e contrastate con forza, perché quel soggetto sociale organizzato in gruppo o partito politico, convenzionalmente chiamato “ceto politico dirigente”, non appena ha conquistato il privilegio dato dal potere esclusivo sulla Città, si disinteressa altamente del bene comune, per occuparsi semplicemente dei propri loschi affari di casta, di corporazione o di élite, oppure di singoli individui. Questo stato di corruzione della politica, che non è più un’esperienza di autogoverno della comunità dei cittadini, ma un interesse privato ed egoistico di una minoranza sempre più circoscritta, è la causa principale che ha generato un sentimento di crescente indifferenza e disaffezione dei cittadini verso le vicende della politica, ovvero del governo della polis, in quanto rappresentativo degli interessi di pochi affaristi e trafficoni, nella misura in cui tale vicende sono recepite come estranee e distanti dagli interessi collettivi. Questo crescente distacco della “società civile” dal Palazzo del potere scaturisce dalla progressiva affermazione di un quadro politico retto su un assetto di condizioni economico-sociali di iniquità e diseguaglianza, di rapina e di espropriazione, derivanti da rapporti gerarchico-verticistici di supremazia e sottomissione, di comando ed obbedienza, di dominio e soggezione, per cui i Cittadini dell’antica Polis greca, o del Comune autonomo del Medioevo, o della Comune della prima Rivoluzione francese, o della Comune parigina del 1870, sono stati ridotti e costretti ad uno stato di sudditanza, provvisti solo di diritti formali e fittizi, privi di qualunque potere decisionale e sostanziale di autodeterminazione e autogestione politico-sociale.


Pertanto, oggi è più che mai necessario riscoprire il valore originario della politica, presente in modo effettivo nell’esperienza dell’antica democrazia ateniese, nella vicenda dei Comuni italiani del 1200, della Comune operaia di Parigi del 1870. Occorre rivalutare e rilanciare l’ dell’autogestione popolare e dell’autogoverno della comunità dei cittadini, guardando con interesse e con piacere alla viva esperienza dei MUNICIPI AUTONOMI come, ad esempio, Porto Alegre in Brasile, e sperimentando nella realtà delle piccole comunità locali l’idea zapatista della politica come rifiuto e critica radicali del potere, ovvero come partecipazione diretta di aree sempre più ampie della popolazione ai canali decisionali, a cominciare dai processi di controllo e di gestione delle spese economiche del bilancio comunale. Tale UTOPIA della DEMOCRAZIA DIRETTA a livello locale, è oggi non solo possibile, ma altresì necessaria, di fronte ad un nuovo, prepotente fenomeno di carattere autoritario ed antidemocratico, determinato dall’avvento di un “nuovo ordine imperiale” che ha segnato la crisi e il declino della sovranità democratica, seppure solo formale, degli Stati nazionali, soppiantati dallo strapotere, illimitato e smisurato, di organismi economici sovranazionali che dirigono e controllano le dinamiche dell’economia di mercato e dei suoi assetti più propriamente bancari e finanziari, che si sono rapidamente affermati su scala mondiale. Questo fenomeno di globalizzazione neocapitalista ha determinato un pauroso incremento ed un’ascesa inarrestabile del potere dei gruppi capitalistico-finanziari più forti, in particolare delle multinazionali, con danni e costi inimmaginabili e irreparabili per i diritti civili e sindacali, le libertà democratiche, i redditi dei lavoratori del sistema produttivo, di quello industriale prima di tutto, la cui condizione si fa sempre più precaria e vulnerabile, ossia più facilmente ricattabile.


Per tali ed altre ragioni, oggi è più che mai necessario:
“PENSARE GLOBALMENTE ED AGIRE LOCALMENTE”.


Collabora con noi


 



Articolo pubblicato da: robinhood20040

Messaggio N° 1658 13-10-2005 - 07:19

Lapo Elkann intossicato da stupefacenti

Tutti non fanno altro che parlare del caso Lapo e Calissano, ma mi chiedo se è possibile arrivare a tanto accusando di essere depressi?


E adesso vengano a dirci che era depresso pure Lapo Elkann, ci rivelino che viveva un momento difficile e che aveva perso un figlio o un'amica o un dente del giudizio.
Si commetta ancora una volta l'errore, ossia, di relegare la cocaina come un qualcosa che è altro da noi perché rappresenta in realtà una demarcazione tra il bene e i male, è il famoso spazzino dell'umanità che ammalia i perdenti anche se dovessimo scoprire che hanno le sembianze di vincenti assoluti come Lapo Elkann, o dell'attore Paolo Calissano, la modella Kate Moss, il presentatore Fiorello, insomma gente che non sembra vincente: lo è.
Esistono cocainomani depressi perché la depressione è un effetto a lungo termine di questa droga, ma non esistono depressi che in quanto tali diventano cocainomani: la cocaina esalta gli umori latenti e ne conseguirebbe che un depresso starebbe solo peggio e di norma ci mette pochissimo a capirlo.
Si parla non di vite segrete e personalità doppie, ma di vite intere che la cocaina accelera e concentra perché nell'ottica di chi la prende non serve a fuggire la realtà ma ad abbracciarla, nuotarvisi, lavorare, socializzare, essere brillanti e pieni di sé nonostante la stanchezza, essere come spesso ti vuole questo sistema mass-mediatico e non solo quello.


Nel caso specifico, poi, Lapo era stato chiamato a interpretare e propagandare l'immagine di un'azienda e un set di valori su cui ricostruire le fortune economiche della più grande industria italiana, e dunque dalla sua immagine e dal suo set di valori dipendono in parte anche le fortune di migliaia di lavoratori e di azionisti. Non si può invocare dunque per il giovane Elkann, non più di tanto, quel rispetto per la privatezza della sua vita personale che si dovrebbe invocare per la storia individuale di chiunque finisce, con maggiore o minore responsabilità individuale, nel tunnel della dipendenza. Però si può prendere spunto da questa vicenda per segnalare che la cocaina è diventata di moda non solo tra i giovani, che sempre più la usano magari a scapito di alte droghe - l'eroina - più popolari e più micidiali nei decenni passati. La cocaina è diventata di moda anche sui media.


Se per il buco o la pillola del sabato sera si sente pur sempre sullo sfondo delle cronache un rispetto per quelle che un tempo si chiamavano "le radici sociali del problema", i cocainomani non godono nemmeno di questa pur ipocrita attenuante. Sono giovani, spesso sono ricchi, talvolta sono famosi: tutto congiura per fare delle loro storie l'occasione per facili moralismi. Chi consuma cocaina - par di leggere in controluce - lo fa a scopo ricreazionale, dunque è più colpevole di chi ricorre alla droga per la fatica del vivere, per la solitudine metropolitana, per debolezza personale o per le cattive compagnie. E dunque, giù con il voyerismo.


Collabora con noi


 



Articolo pubblicato da: ladeadeiventi

Messaggio N° 1657
Tag: Sport
13-10-2005 - 07:11

GP del Giappone 2005

Digiland vi segnala il Forum
"Parliamo di... Sport"
per discutere di questo argomento!



Come sempre il gran premio del sol levante non ha deluso le aspettative dal punto di vista dei colpi di scena.


Complice il diluvio che si è abbattuto sulla pista di proprietà della Honda nell’ultima parte delle qualifiche di sabato, che ha falsato la griglia di partenza, con i migliori costretti a partire nelle retrovie, lo spettacolo offerto domenica è stata la giusta ricompensa per la levataccia domenicale.


Raikkonen ha vinto il suo settimo gp stagionale (contro i sei di Alonso) annichilendo il povero Fisichella con un sorpasso tremendo all’ultimo giro. Kimi è stato distruttivo per gli avversari, supportato da una McLaren ancora nettamente superiore alla concorrenza.


Una volta di più Montoya invece è  stato vittima di uno strano episodio, buttato(?) fuori pista al primo giro da Villeneuve nella veloce curva che immette sul traguardo. Se è vero che Juan Pablo poteva tranquillamente aspettare il rettilineo per far della Sauber un sol boccone è anche vero che il canadese della Sauber lascia interdetti quando afferma che non si era accorto che Montoya l’aveva affiancato, dopo che lo stessocanadese aveva saltato la chicane, viene da chiedergli a cosa servano allora gli specchietti su una formula 1.


Fatto sta che i commissari hanno ritenuto colpevole Jacques e lo hanno giustamente punito con una penalità di 25 secondi a fine gara.


La Renault con il secondo posto di Fisichella e il terzo di un ottimo Alonso, riprende solo per due punti il comando della classifica costruttori, la lotta con la McLaren adesso si fa davvero interessante.


Quarto posto per Mark Webber autoredi una gara piuttosto buona, che poteva essere coronata da un podio, ma la Rennault di Alonso era ben piu veloce dell’australiano, e il sorpasso è stato inevitabile.


Quinto Button, che conferma le sue buone doti di regolarità, difficile comunque far di meglio oggi con una concorrenza cosi agguerrita.


Sato invce fa peggio del solito, tamponando con l’ennesima staccata kamikaze l’incolpevole Trulli alla esse prima del traguardo e distruggendo la fiancata destra della Toyota, che qui portava una macchina notevolmente evoluta nella parte anteriore.


Giustissima la squalifica inflitta al giapponese per la prossima gara, in formula 1 non si puo guidare con il cervello sempre spento come da tempo fà Takuma.


Sesto posto e ennesimi punti per David Coulthard, che continua ad alimentare la classifica costruttori della Red Bull, una piacevole sorpresa di questa stagione 2005 ormai alla fine.


Settimo Michael Schumacher dopo una gara per certi versi umiliante, visti i ripetuti sorpasso subiti ad opera di Raikkonen e Alonso, il tappo del tedesco per parecchi giri ai danni di McLaren e Renault non è servito a nulla, troppa la differenza di prestazioni con le migliori vetture del lotto.


Rubens Barrichello invece dopo un errore alla prima curva, che lo ha retrocesso in fondo al gruppo non è piu risucito a riprendersi, gara negativa per lui.


Ottavo Ralf Schumacher, che dopo essere partito da una inaspettata pole position si aspettava forse qualcosa di piu, soprattutto considerando che guidava una Toyota e che correva in casa della Honda.


La versione aggiorn ata della TF-105, purtroppo non sembra tenere il passo della concorrenza.


Gara interessantissima insomma, con i piloti di punta un po piu liberi nelle strategie dopo l’assegnazione matematica del mondiale piloti, solo tre ritirati, tutti per incidente, e ancora un Raikkonen e una McLaren in forma smagliante.


I due punti in meno della Renault potrebbero essere pesanti se è vero che la squadra francese porterà in Cina la prossima settimana un motore studiato per durare un sola gara e con ben 40 cavalli in più, le frecce d’argento avranno bisogno di tutto il potenziale di cui dispongono e di un Montoya che tenga alla larga gli imprevisti della sfortuna.


Collabora con noi


 



Articolo pubblicato da: ReyMysterio619


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