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Messaggi del 23/10/2006

Messaggio N° 1978 23-10-2006 - 18:52

COSA INTENDIAMO PER ADOZIONE

In un contesto sociale in cui il rapporto genitore-figlio veniva ancora concepito sulla base del vincolo di sangue, l'adozione, che già di per se irrideva a tale vincolo era una sfida.

L'adozione internazionale, che metteva in discussione anche il concetto, o meglio il pregiudizio di razza, sembrava addirittura improponibile.

Oggi ci sembra che la società abbia compreso ed accettato che il rapporto padre-figlio, madre-figlio non è a senso unico e non scaturisce con automatismo da un fatto biologico.

E' il "vivere per" ed il "vivere con" che crea un rapporto pieno, autentico e naturale anche fra "totalmente diversi".

Siamo arrivati, però, solo al principio di un lungo discorso.

Infatti, malgrado le strutture preposte alla formazione del personale e degli psicologi che si occupano della materia abbiano notevolmente insistito sull'incidenza della cultura di provenienza del bambino adottato in paese straniero, perché egli possa sentire l'appartenenza, e quindi strutturare un valido senso d'identità, purtroppo il nostro conformismo al pensiero comune della nostra propria cultura ci porta a pensare che, fatte salve le origini del bambino, è quest'ultimo che si deve inserire nella cultura che l'accoglie.

E per procedere con questo presupposto, si fa coincidere il concetto di civiltà più avanzate economicamente, socialmente e produttivamente, con quello che per ottenere questi risultati, sono sicuramente migliori delle culture dei paesi stranieri più poveri.

Nulla di più sbagliato.

Fatte salve le regole che sono alla base di tutte le leggi e le religioni  mondiali, quali il rispetto dell'altro, la condivisione, per quanto possibile, dei beni statali e dei diritti dei singoli cittadini, molto spesso ci si dimentica che spesso culture che riteniamo primitive hanno origini antichissime e tramandano concetti fondamentali, quali quelli, ad esempio, del rispetto della natura, della negatività di aspirare alle ricchezze e al potere, della salvaguardia e dei diritti dei minori, e della competitività fine a se stessa.

Non sempre le strade che vengono poste in essere dale altre culture, e che a noi sembrano assurde e contro natura, hanno solo aspetti negativi; a volte con ragionamento, a volte solo per tradizione, le azioni finalizzate ad un certo scopo che noi riteniamo inaccettabili, perché ci sembrano ledere il diritto alla libertà, poggiano invece su invisibili regole psicologiche che finiscono con l'avvantaggiare chi se ne
serve.
Come esempio, mi permetto di discutere una prassi che da noi non verrebbe
mai accettata.

In India i matrimoni vengono combinati dai genitori, che provvedono ai figli giunti in età di matrimonio, accordandosi con famiglie che a loro volta propongono i propri figli.

Ad un esame superficiale, dato l'orrore che in noi occidentali produce l'idea di una coppia i cui coniugi si conoscono nel giorno del matrimonio e si sposano praticamente senza conoscersi, viene immediatamente il convincimento che gli sposi, accettando un contratto matrimoniale senza amore, avranno una vita infelice di sacrifici.

Io stessa, dopo circa venti anni che studio questo fenomeno in Sry Lanka, mi sono dovuta ricredere, e convincermi che nel giro di pochi mesi gli sposi si amano profondamente, e che i matrimoni durano tutta una vita, peraltro in cui civiltà dove sarebbe permesso avere anche più di una moglie, e gli uomini sono invece per scelta monogami.

Dopo aver riflettuto, sono giunta alla conclusione che le famiglie, non invischiate nelle passioni di noi occidentali, che sulla base di pressioni emotive, facciamo scelte erronee, scegliendo i compagni dei figli in famiglie omogenee al loro modo di vivere, presentano a persone che non hanno la possibilità di accedere ad amicizie promiscue, soggetti adeguati al carattere di chi si deve sposare. Con la conoscenza e la condivisione del modo di pensare, quasi sempre, dopo un breve periodo, si innesta un innamoramento basato sulla complicità, il rispetto e l'accordo che dura  tutta la vita.

Di questi esempi, che se semplicemente esplicitati ad un occidentale, fanno orripilare chiunque li conosca per la prima volta, ne potrei portare a centinaia, ma spero che solo questa riflessione inneschi un dibattito che possa portare frutti benefici di reali  integrazioni e di riconoscimenti da parte nostra di migliori regole di quelle che applichiamo, anche nei cosiddetti paesi sottosviluppati.

Si ringrazia la dott.ssa Marilena Mohrhoff (psicologa) Presidente della EmmEmmE onlus per la gentile collaborazione prestata.

Inviato da stellina_doro

Messaggio N° 1977 23-10-2006 - 17:53

Tutte le prostitute in convento




Si fa tanto parlare del disagio per la gente, bambini compresi, che camminando per strada devono subire il disagio della visione di prostitute che scorazzano tra le strade delle nostre città a tutte le ore del giorno intente a vendere la loro mercanzia, il più delle volte esposta in maniera alquanto volgare, il governo non sa più che pesci pigliare.

Ragioniamoci  un momento, l'unico modo per risolvere il problema è togliere dalla strada l'offerta, cioè le prostitute cosicchè il richiedente non trovando più l'offerta è costretto a rinunciare e tornare a casa dalla povera mogliettina che ignara del tutto lo accoglierà amorevolmente.
A questo punto la domanda nasce spontanea: "come fare tutto ciò?"
Semplice, si tolgono dalla strada sistematicamente tutte le prostitute che si incontrano, mi riferisco alle forze dell'ordine, e le si portano in istituti creati apposta per l'evento.

Possono essere, ad esempio le  caserme chiuse e vi posso garantire che in tutta Italia ce ne sono moltissime o strutture che possono servire al caso e che sono in disuso. Una volta portate le signore a destinazione verrebbero identificate ed instradate a casa loro con la promessa che se riprese verrebbero giudicate penalmente. Sicuramente molte tornerebbero al loro paese d'origine in quanto ormai la stragrande maggioranza è composta da extracomunitarie.
Per chi collaborasse con la legge per prendere gli sfruttatori della prostituzione un incentivo per sistemarsi nel nostro paese. Vi sembra una soluzione impossibile? Non penso proprio, è solo questione di aver voglia di attuarla.
I costi sono eccessivi? Si spende molto di più in stupidaggini, vedi "auto blu, portaborse, sottosegretari, telecamere nascoste  che alla fine  non so proprio a cosa servirebbero, ecc."

Passiamo ora a quelle che sono le persone  che usufruiscono di tali servizi.
Uomini di tutte le estrazioni sociali: infatti ci sono le prostitute d'alto borgo che vengono invitate in camere d'albergo super lusso  e quelle decisamente più alla buona, una sveltina in macchina.
Posso capire il disagio di aver un rapporto di coppia che non soddisfa, ma non sarebbe meglio parlarne con la diretta interessata e cercare di risolvere il problema? Anche perchè spesso il problema in una coppia è reciproco quindi meglio parlarne e vedere sul da farsi, male che vada ognuno per la propria strada, almeno anche vostra moglie si sentirà libera di intraprendere nuove strade alla luce del giorno anzichè tra fugaci scappatelle.
Si perchè non pensiate che noi donne siamo così ingenue e sprovvedute,( purtroppo alcune si), siamo di carne ed ossa pure noi. Tolto gli sfigati dalla lista rimangono gli uomini acerbi, cattivi dentro che adorano andare con le prostitute perchè possono fare loro quello che vogliono, anche picchiarle è lecito, passi sculacciarle, ma picchiarle mi sembra decisamente troppo, anche loro sono donne e in primis esseri umani che dovrebbero vivere con dignità e credetemi che farsi palpeggiare ecc, evito termini volgari in quanto andrebbero contro il mio essere, non è per niente piacevole, anzi fa veramente schifo, pensate a cosa devono subire costrette da coloro che le sfruttano che badano bene a tenere le proprie chiappe ben strette.

Mai fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te. Per me questo è l'unico vero grande "comandamento" che deve essere rispettato.
Siamo alla fine del 2006 e mi sembra che il mondo invece di progredire va sempre più indietro. Il progresso non si misura solo in benessere e tecnologia ma con la maturazione dell'essere umano che con le grandi risorse di comunicazioni che esistono al giorno d'oggi dovrebbe essere molto più umano, invece basta guardarsi intorno per vedere solo cattiverie e proprio grazie alla comunicazione globale a cui siamo ormai abituati ci possiamo rendere conto di quanta strada ci sia ancora da fare.

di: stella112


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