Johny era un ragazzo di Haina, uno dei tanti bambini nati e cresciuti nelle baraccopoli che non sono riusciti ad uscirne. La famiglia, povera e disastrata, non gli ha mai permesso di frequentare una scuola. Era iscritto alla scuola comunitaria di Onè Respe, ma la madre andava a cercarlo per obbligarlo ad andare a lavorare per la strada, vendere dolci o pulire scarpe.
Qualche tempo fa, per cercare di dargli una possibilità, l'equipe di Onè Respe lo fece entrare in riformatorio (che qui ancora esistono e sono terribili) non perchè avesse fatto qualcosa, ma per permettergli di studiare. Lì non durò molto, non si mettono in riformatorio i ragazzi sani, così commentò il direttore, e fu rimandato alla famiglia.
A ottobre Johny è tornato a bussare alla porta di Onè Respe, pulisce scarpe per la strada, ma dei giovani tossicodipendeti regolarmente gli tolgono tutti i soldi che guadagna. Non vuole continuare così. Maria, una volontaria spagnola inzia a lavorare con lui per cercare una soluzione.
Pochi giorni fa un gruppo di tossicodipendenti lo ferma per l'ennesima volta, vogliono tutti i soldi che ha guadagnato, 20 pesos, 50 centesimi di euro. johny non glieli da, i soldi sono suoi, ha lavorato lui, ha pulito scarpe per quei pochi miseri pesos. Uno di loro lo afferra, Johny ha 12 anni, è ancora minuto, lo colpisce lo manda a terra e lo riempe di calci nel petto. Johny è morto in poche ore, lasciando un grosso vuoto, il vuoto che crea la consapevolezza che ogni giorno sono troppe le persone che soffrono per la violenza e l'ingiustizia, e per quanto si possa fare, per tante cose non si riesce ad arrivare in tempo.
Le cose, da questa parte del mondo, sono così, bisogna cambiarle, ma sono così. Ieri è venuta al Centro di Salute una donna haitiana, incinta da 40 settimane, con il termine scaduto da fine dicembre. All'ospedale l'hanno mandata via perchè non ha i documenti a posto e non può pagare 1500 pesos (35 euro) per comprare una flebo di sangue per il parto cesareo...
