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Messaggi di Ottobre 2008

Messaggio N° 2625 26-10-2008 - 10:41

La Moda del Dolore

Quando l'Anoressia non si chiama sfilata.

Arriva il momento in cui ci si chiede come iniziare certi articoli di  informazione, ma di certo non sono le 4 W a svelare un segreto celato ai più e noto solo a chi soffre della malattia.
Camminano per strada, le più magre, scheletriche, con lo sguardo assente pieno di forza e di soddisfazione per lo status raggiunto ma misto al dolore che non va mai via e che fa parte del pacchetto "anoressia"; sì, tutto il contrario di ciò che pensa la ragazza che esce alla gelateria e che la guarda con disgusto, pensando che sia solo "moda".

Bella, la moda di soffrire.

Non sta andando a fare foto per il suo book che consegnerà a Valentino, va a mangiare. Sì, anche lei mangia. Va nella pasticceria più buona della città, con le sfoglie appena sfornate e le mille torte frutto del lavoro degli esperti del settore, e guarda le vetrine.

Sta mangiando, non disturbatela. Guardatele gli occhi, vedete forse vestiti dorati con lunghi strascichi e fotografi a seguito? Vedrete fame, e non certo di soldi, di fama o del "semplice" cibo. Non sto dicendo nulla di nuovo, è vero, in fondo l'anoressia è un disturbo sì alimentare -quindi fisico-, ma la sua base è la mancanza di ciò che comunemente si chiama "affetto".


L'affetto è ciò che si prova verso le  amichette in quarta elementare, verso il cane che cerca le coccole appena si arriva; ciò che ti fa mancare l'anoressia è semplice: il tutto. Quell'universo di emozioni e sensazioni che compongono la vita di ogni essere umano.
Il ragazzo si può avere o meno, non fa differenza: non è questa la causa scatenante della malattia. Poche persone riescono ad ammalarsi per lo stereotipo di donna ritratto in tv o perchè dopo un'ennesima lite con l'eterno ragazzo ci si lascia, ma evidentemente è la causa più comoda per il programmone della domenica, dove gli italiani si mostrano interessati alla piaga del mondo occidentale.


Anche blog e forum non sono di meno, tutto il mondo parla di queste povere, stupide ragazze che guardando uno spot televisivo e girandosi per guardarsi allo specchio alle loro spalle vedono un elefante in tuta e vanno a vomitare.
Povere e inette donne incapaci di frenarsi. Incapaci di saper controllare una dieta.

Ogni giorno riescono a sopportare decine e decine di persone che le accusano di superficialità, ma è davvero così?
No, signori della domenica e del servizietto con la casa di cura, si parla sempre del prima e del dopo e non si guarda al durante.


Dati alla mano, i fattori principali sono il cattivo rapporto con la madre, e non le solite scaramucce tra "piezz'e cori", ma uno status perenne di quasi sudditanza alla quale la ragazza è esposta sin dalla nascita, diventando schiava di mammà, dei suoi movimenti, dei suoi comandi, dei suoi "consigli", dei suoi sguardi. Anni e anni.


E il piatto diventa il simbolo di quel legame, "senza di questo non puoi vivere, ergo nemmeno senza di me". Ecco la prima decisione che si può prendere per imboccare la strada della malattia: dimostrare alla madre che si è autosufficienti. Forma di protesta a mò di Pannella, 
oseremmo dire. Solo che lui non è anoressico.


Perchè? I fattori della malattia sono mille, violenze, rapporto burrascoso in famiglia, problemi psicologici del parentame, abusi, stupri. E più si fa strada il "virus" dell'anoressia, più si  perfeziona. Come un cancro, che prende vari organi, uccidendoli ad uno ad uno fino al collasso dell'individuo.
Ma l'anoressia ti fa sentire bene le braccia e le gambe, ti fa vendere la tua anima allo specchio, che è sempre ciò che tu non sei e non sarai mai. Distorta.


Le anoressiche sono distorte figure in una strada distorta, sono dei cani che si mordono la coda, non c'è un metodo per uscirne valido per tutti. Ognuno ha la propria anoressia, lei possiede te e tu possiedi lei, andando avanti con gli anni. Sì, riesci a domarla ed andarci contro. Ma uccide, come un parassita si impossessa del corpo. E la tv non si guarda quasi più, gli amici ai quali mostrare il fisico "da modella" non esistono, non c'è il ragazzo che si vuole accalappiare per far le fighe il sabato sera. E' dolore, così tanto che si stringe il nulla.


E più si sta male e si vorrebbe qualcuno, più non si riesce a vivere una vita normale fatta di uscite e di mangiate con gli amici, e viceversa, il guaio della malattia è che ogni causa corrisponde alla conseguenza e così via. Così la solitudine non è scelta, il non mangiare non è scelto... l'unico desiderio è non vedersi, scomparire.


Così mentre l'anoressica cerca di uscirne, l'informazione fa ciò che vuole, rendendola "la malattia delle superficialotte", con tanto di leggende metropolitane; la moda, il ragazzo, la forza che si ha quando si pesa 20 kg.


Quella, la forza della disperazione e di madre natura, che rafforza il fisico rendendolo capace d prestazioni migliori anche con niente nello stomaco. E dentro gli occhi un'anima che urla e chiede un  abbraccio.

*

di Anna Sidoti

su http://www.bricioledipane.it/

Messaggio N° 262418-10-2008 - 20:29

L'eurodeputata oggi insulta...

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Attraverso la stampa ho appreso che una ex eurodeputata del partito comunista italiano di nome Dacia Valent, Figlia di un diplomatico italiano e di una principessa somala, lasciò la facoltà di ingegneria per entrare nella Polizia. Assegnata alla questura di Milano, chiese il trasferimento a Palermo, presso il servizio scorte. Pesantemente importunata da un passante, durante un turno di servizio a scorta dell'allora presidente della Regione Sicilia il socialista Salvatore Lauricella, la storia finì sui giornali diventando un caso nazionale, ha pubblicato sul proprio sito una lunga lettera contenente i peggiori insulti rivolti al popolo italiano. Ho verificato, tutto verissimo.

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Questa fine signora scrive:

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“Voi non riuscite nemmeno a immaginare quanto sia difficile per me scrivere, tentando di non ferire le vostre povere sensibilità di piccoli bianchi, totalmente ignoranti del loro passato di carnefici di neri, ebrei e musulmani. Non conoscete nulla di quello che avete nel vostro DNA storico, vi riempite la bocca di ebrei solo per salvarvi la coscienza, raccontando di come gente tipo Perlasca – un fascista di m*rda che dovrebbe morire mille volte solo per essere stato fascista ed aver sostenuto fossanche per un solo minuto quel regime – ne ha salvato alcuni. Siete un popolo senza futuro perché siete un popolo senza memoria. Me ne fotto degli italiani brava gente. Anzi, mi correggo, me ne fotto degli italiani bianchi e cristiani, naturalmente brava gente. Non lo siete. Siete ignoranti, stupidi, pavidi, vigliacchi. Siete il peggio che la razza bianca abbia mai prodotto. Brutti come la fame, privi di capacità e di ingegno se non...[.....]

Pur essendo da sempre contro ogni forma di razzismo leggendo le parole di questa signora sono inorridito perché una persona che dall'Italia ha avuto tutto ora si permette di sputare nel piatto in cui ha mangiato e pure bene, grazie ad uno stipendio da europarlamentare che le consentirebbe di sfamare alcune generazioni se, come molti sperano, tornasse nella sua Somalia.

La signora nel suo blog avrebbe dovuto scrivere di essere stata rinviata a giudizio per concorso in rapina per essersi appropriata del portafogli e del telefono cellulare di una cittadina d’origine polacca che si era recata negli uffici di un’associazione (dove la Valent lavorava) per denunciare discriminazioni ai danni di alcuni immigrati. Di essere stata arrestata nell’aprile del 1995, a Riano Flaminio, vicino Roma, per... __

Continua QUI
|
Scritto da:
 
shardana0


Messaggio N° 2623 12-10-2008 - 12:09

La morte, a volte non è sempre -sacra-

*

La morte è argomento forte, e per -definizione- il morto è sacro.

Non voglio parlare del morente, che merita sempre rispetto e pietà, e che è sacro a prescindere, in quanto soggetto -ancora- vivente.  E non parlo nemmeno del corpo senza vita, che è la parte più trascurabile del morto.

Parlo del  -chi era – del -chi fosse –  il morto.

Qui, devo mettermi d’accordo con la mia coscienza e chiedermi: la morte lo ha reso migliore? Se sì, io mi sto servendo della sua morte per farlo migliore di quanto fosse. E perché lo faccio?
Su questo permettetemi d’essere spietata, cioè impossibilitata a concedere pietà: se lo faccio, lo faccio perché non considero quella morte una perdita, ma un guadagno collettivo. E si tenga presente che per guadagno collettivo indico comunque una sottospecie di guadagno personale perché la collettività che presumo tragga guadagno ,è una mia proiezione.
E dunque? Non dovrei impormi più onestà rispetto verso il morto? Non dovrei evitare l’orrore morale di sorprendermi a pensare -uno in meno-? _ E come posso evitarlo?
Io penso di poterlo fare in un solo modo e così faccio: m’impongo sempre di trattare il morto come se fosse ancora vivo. _ È il mio modo di rispettarlo, senza guadagnarci nulla, anzi, ricavandoci solo il sentirmi onesta dinanzi a me stessa (che è roba di un egoismo bestiale....).....

......ecco perchè mi sentirei di dire che la morte non ha reso migliore Haider, penso che  anche da morto rimanga quel che era da vivo: nazista, fascista, razzista e xenofobo, un conservatore della peggior specie....

*

***

Di chi parlo?

Parlo di Haider, quel politico austriaco fondatore del partito nazista austriaco , quello  che ai suoi comizi distribuiva monete con l'effige di Hitler, quello che  riteneva con terribile cinismo che:   - l’Olocausto era solo un fatto un fatto marginale _  Haider proveniva da una famiglia coinvolta nel nazismo (il padre era stato membro delle Sa, truppe d’assalto, e la madre una insegnante membro della Hitler Jugend), nel corso della sua carriera, è più volte scivolato sul nazismo.
La sua -uscita- più famosa fu una dichiarazione nel Parlamento (a Klagenfurt), in cui elogiò la -appropriata politica di occupazione nel Terzo Reich-  avviata da Hitler.

......dall'Italia, molti messaggi di cordoglio, in primis quello di Bossi ( lo ha definito "vincente"), ma anche da molti politici governatori del nord est, infatti piaceva molto a una buona fetta della base leghista. _

NO COMMENT.


Messaggio N° 2622 10-10-2008 - 13:01

In memoria di un caro estinto...

 

Domenica scorsa, in Sardegna si è tenuto un Referendum su argomenti che qui da noi vengono ritenuti molto importanti e che vedevano contrapposte la maggioranza di Centro Sinistra e l’opposizione di parte opposta.

Non mi importa, in questo momento, discettare su chi avesse ragione e chi torto. Anche perché, tanto per non sbagliare, anche questo Referendum, l’ennesimo, è andato deserto. Sarebbe stato necessario che votasse il 50% più uno degli elettori aventi diritto, ma le urne hanno ricevuto il voto del 20 e spiccioli per cento. Del tutto per inciso, su circa 300.000 voti, le tesi della minoranza hanno ricevuto il consenso di 260.000 elettori. Ma questo risultato, che sostenesse o meno delle tesi fondate, è risultato del tutto inutile.

La mattina del lunedì successivo, tutta la maggioranza, come riportava “L’Unione Sarda” ha esultato. Ancora di più ha esultato il Presidente della Regione, quel Signor Renato Soru (nulla di ironico, in quel “Signor”: solo un tentativo di adeguamento alle consuetudini di tutto il resto del mondo, certamente meno sbragate di quelle italiane) che pur di ottenere una nuova candidatura alle prossime elezioni regionali, ha impiegato una fetta delle sue abbondanti sostanze tratte da “Tiscali” di cui risulta essere tuttora “magna pars”, per togliere dal fuoco del Signor Walter Veltroni una castagna così calda che di più non si può. Una castagna chiamata “L’Unità”, operazione che ha lasciato sul campo alcuni morti e feriti gravemente, come ad esempio il Signor Antonio Padellaro, ottimo giornalista con la schiena forse un po’ troppo rigida. Poco incline, per ciò stesso, ad inchinarsi agli ordini di scuderia. Ora, dunque, il Signor Soru esulta. Incurante del risultato per lui catastrofico, pur nella sua parzialità, riesce a trovare sufficiente bronzo con cui coprirsi la faccia, da affermare che “la stragrande maggioranza dei Sardi è tutta con me”.

*

Torniamo al principio di questa tristissima storia.

Come è ormai di regola, in questo scalcagnatissimo Paese, quello che dovrebbe essere il momento di massima esaltazione di una Democrazia autentica e compiuta viene costantemente vanificato da una serie di espedienti che consentono alla parte che si sente pregiudizialmente perdente, di impedirne la corretta attuazione. Nella fattispecie, la Regione Autonoma, si fa per dire, della Sardegna, ha l’obbligo, in caso di Referendum, di pubblicizzare al massimo l’evento, per indurre tutti gli elettori che possono fisicamente, di recarsi a votare. Ma in questo caso, la Regione era parte in causa. E sapeva perfettamente che i quesiti referendari avrebbero sancito una sua gravissima messa in mora. Ed allora (chi controlla i controllori?) semplicemente e protervamente (della serie: “Tanto, che mi fai?”) non ha pronunciato mezza parola per ossequiare al suo obbligo.

Quando ho visto cosa era successo - un fallimento peraltro largamente annunciato – mi sono tornate alla mente le parole pronunciate dal Signor Veltroni solo pochi giorni orsono: l’Italia è in uno stato di Democrazia sospesa, ha detto sostanzialmente il nostro. Ma il Signor Soru non è assolutamente Berlusconiano. Se lo fosse, avrebbe comprato, magari, “Il Tempo”, ma certo non “L’Unità”. Il Signor Soru è certamente di area Veltroniana: chiacchiera benissimo e razzola proporzionalmente male.

D’altra parte, come ci si può meravigliare di segni di degrado tanto marcati, se è vero, come è vero che anche Parti e Persone di ben altra dimensione, rispetto a quella del Signor Soru, si comportano costantemente secondo i suoi stessi, medesimi parametri? Non voglio nemmeno accennare ai politici, di ogni colore e Parte: tanto, salvo Tremonti e pochissimi altri, mi sembra che ormai, per tutti loro, la morale rappresenti non più che un’ enunciazione di principio. Non posso però fare a meno di ricordare come, nemmeno molto tempo fa, un altro Signore, uno vestito della Porpora cardinalizia, si comportò esattamente nello stesso modo, lui che sostiene senza un attimo di pausa, che la Chiesa non vuole assolutamente interferire con gli affari interni Italiani: in occasione del Referendum sulla fecondazione assistita, quel Signore portò avanti una strenua battaglia, alla luce del sole, per indurre quegli strani cittadini italioti solo mezzi tricolori, l’altra metà dipinta di bianco e di giallo, a disertare le urne. Il Cardinal Ruini e tutto ciò che è compreso all’interno delle Mura Leonine, riuscì nel suo intento. Lui, portatore della bandiera dell’Etica più assoluta, non riuscì a vergognarsi del vulnus profondo e profondamente amorale che aveva procurato alla Democrazia del nostro Paese. Anzi, se ne mostrò soddisfatto come un riccio che avesse appena adempiuto ai suoi doveri coniugali.

 *

Gente, se c’è un momento nel quale il Popolo può attingere al massimo livello della Democrazia partecipativa, quello è il momento referendario. In quell’attimo fuggente ma determinante, cessa la delega alla propria rappresentanza concessa fiduciariamente a coloro che siedono in Parlamento, sostituita dall’espressione diretta ed indubitabile della opinione dell’autentica maggioranza della Nazione. Quando un referendum va deserto - cioè ormai sempre, per ciò che riguarda l’Italia – nessuno, ma proprio nessuno ha diritto di lamentarsi per le cose che vanno a rotoli, se non producendo preventivamente la propria scheda elettorale con il visto del Seggio di sua appartenenza. Vi do una notizia: chi vi dice che l’astensione è un modo per esprimere la propria volontà, vi sta fregando vergognosamente. Una canzone, nemmeno troppo recente, scritta da un tale che si chiamava Giorgio Gaber, recitava: “Libertà è partecipazione”. Non “astensione”, che è come ficcarsi dentro un buco nero, rassegnati a non essere più uomini liberi.

Ed intanto, Referendum fallito dopo Referendum fallito, la Democrazia Italiana continua a precipitare lungo una china lungo la quale i decreti legge del Signor Berlusconi e le proteste virtuose del PD (ma “D” che cosa?) fanno da Cireneo sulla strada dolorosissima che porta alla crocifissione.

*

P.S.: Non sarebbe nemmeno troppo difficile, la rivalutazione dell’idea stessa del Referendum: basterebbe stabilire che esso è valido QUALE CHE SIA IL NUMERO DEI PARTECIPANTI. Vedreste, allora, i vari Capipopolo, a qualsiasi genìa appartenenti, affannarsi per andare a raccattare anche l’ultima vecchietta centocinquantenne, ormai ad un passo dall’ “articulo mortis”….

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Scritto da magnum.3 

 

Messaggio N° 2621 02-10-2008 - 10:22

Amicizia fra donne


Per gli uomini è assodato: noi donne siamo iene.


Ma, purtroppo per  loro, lo studio inglese riportato da Blogosfere Style & Fashion ci scagiona completamente dall'accusa.
 

Secondo l'università di Manchester, infatti,  non è affatto vero che noi donne sono delle megere e anzi la nostra propensione nei confronti degli altri è molto più spiccata rispetto a quella  degli uomini; ciò perchè, sostengono gli esperti, siamo più adatte  verso le amicizie durature in cui ci si offre al 100%.

Per noi donne, infatti, l'amicizia è uno dei valori fondamentali dell'esistenza umana e faremmo  di tutto pur di preservarla e conservarla; al contrario degli uomini che invece spesso basano le loro amicizie sul tornaconto personale o sull'interesse, senza mai approfondire i legami che instaurano.

 Secondo lo studio, infatti, il 47% delle donne sente quotidianamente la sua migliore amica contro il 36% degli uomini; inoltre il 33% delle donne sente le seconde amiche quotidianamente, mentre solo il 28% degli uomini fa la stessa cosa con i secondi amici.

Ciò perchè, sostiene l'Università di Manchester, se gli uomini instaurano rapporti solo con persone che ritengono affini, le donne sono più aperte alle differenze e quindi pronte a instaurare amicizie con tipologie umane di diverso tipo.

Poi, diciamola tutta, non è che ci volesse uno studio inglese a dimostrare che noi donne vogliamo solo amicizie vere e profonde:
da chi ci faremmo accompagnare in bagno se non fosse così?


sritto da raba_rama

Messaggio N° 2620 01-10-2008 - 12:52

Post N° 2620

Ancora razzismo

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"Ho visto due uomini che parlavano dietro di me al cellulare e un altro che si è avvicinato. Di colpo l'uomo da solo si è avvicinato senza dire niente, senza identificarsi e mi ha preso le mani. Gli altri due sono arrivati di corsa e mi hanno accerchiato. Ho preso paura, mi sono liberato e sono scappato".

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Emmanuel Foster, racconta così quello che gli è capitato a Parma, il ventiduenne di origini ghanesi, è stato aggredito da 7 Agenti della Polizia Municipale  mentre attendeva l'inizio delle lezioni che frequenta all'Itis serale di Parma perchè scambiato erroneamente per un famoso pusher.

E' stato atterrato, insultato, malmenato con calci e pugni e manganellate, e poi sbattuto nel comando di via del Taglio ( per essere più chiara: il Comando della Polizia Municipale di Parma è lo stesso che finì nella bufera per la foto di quella prostituta lasciata nuda e senza sensi a terra, come se fosse un oggetto qualsiasi, e la cui foto fece inorridire l'opinione pubblica). E lì ancora insulti e violenze psicologiche, perchè Emmanuel è stato tenuto completamente nudo.... Mi dicevano: "negro muoviti!!!"

E così Emmanuel inutilmene e per ore, chiedeva di poter contattar il padre, ma gli era negato, intanto, veniva perquisito, spogliato completamente e sbattuto in cella, dopo più di quattro ore, alle 22.00,  gli hanno permesso di chiamare il padre. Riconosciuta la sua innocenza, Emmanuel è stato letteralmente buttato fuori dal Comando con una busta con ben impresso lo stemma del Comune di Parma contente il verbale del fermo e con sopra scritto "Emmanuel negro", a quel punto, il ragazzo e' potuto tornare a casa, non prima pero' di passare dall'Ospedale ( occhio nero, una gamba malmessa- il ragazzo zoppica-  e diverse lesioni, come testimonia il referto ospedaliero) ed infine, alla Stazione di Comando dei Carabinieri per la denuncia.

Il comandante dei Vigili, ha dichiarato che si sarebbe trattato di una "normale procedura, per nulla razzista e che le tumefazioni del ragazzo sarebbero avvenute per una normale caduta".......la scritta "negro" sul verbale?..... "posta qualcun altro".....

-A parte il fatto che se cadi a terra e sbatti il viso non ti si gonfia un occhio come se qualcuno te lo avesse pestato!......Ma quello che fa più inorridire sono state le dichiarazioni ( nero su bianco), dell'Assessore alla Sicurezza del Comune di Parma che ha elogiato i Vigili:

"E' stata un'operazione esemplare per professionalità, risultato e correttezza visto che erano coinvolti anche alcuni minori. Era una segnalazione che arrivava dai cittadini e per questo sono soddisfatto due volte, per aver dato una risposta ad una richiesta reale che arrivava dai frequentatori del parco e, secondo, perché la Polizia municipale ha dimostrato ancora una volta di essere all'altezza dei compiti assegnati".

"professionalità, risultato e correttezza....."

Bravi, edificante impresa e davvero bravi, professionali e corretti, non c'è che dire!....Non è stata certo colpa dei Vigili: è il ragazzo ad avere quella pelle scura da spacciatore, e poi, suvvia......un occhio nero su un -negro- si mimetizza bene......
A questo punto, non mi stupirei se il ragazzo fosse stato prelevato e picchiato solo perché "negro", considerando che il nostro paese – grazie all'azione culturalmente militante della Lega, partito xenofobo e razzista, e grazie a gli altri attori politici, che hanno determinato il clima di violenza in cui viviamo – è un paese incivile e violento contro le persone di colore -e non solo-

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Ma per quelli no, per quelli si sa: in Italia il razzismo non esiste.

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Clo


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