Creato da: franco_rovati il 03/03/2009
Come stiamo cambiando.

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"La democrazia è cancerogena e gli uffici sono il suo cancro"

W. Burroughs

"La parola 'democrazia' mi destava una insofferenza fisica, come l'odore stantio dei vecchi cassetti; sentivo nell'aria un odore di muffa, di umida miseria, un odore di cavoli lessi nelle scale della nuova società come in certe vecchie portinerie, un odore di farisei."

Leo Longanesi

“[An upside down flag is] an international distress signal. It means ‘we’re in a whole lot of trouble, so come save our ass b’cause we don’t have a prayer in hell of saving ourselves.’” - Sgt Hank Deerfield, from In the Valley of Elah.

 

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Re e alfieri mangiati dalla recessione: in Ticino la partita della crisi

Post n°33 pubblicato il 07 Aprile 2009 da franco_rovati
 

L’alfiere muove e mangia posti di lavoro a ripetizione. Potrebbero arrivare a quota 8000, forse più, a giugno, e salire addirittura a 10mila se la crisi dovesse colpire ancora duro.Sono le stime della Sezione del lavoro del Cantone. Quella contro la crisi è una partita giocata sulla fragile scacchiera dell’economia ticinese, servono nervi d’acciaio per evitare danni e guadagnare lentamente posizioni. L’apertura della gara, a gennaio, segnava 7.515 disoccupati, 7.564 a febbraio, una 536 in più rispetto al febbraio 2008. Ma negli ultimi cinque mesi hanno perso il posto anche 2000 frontalieri, non conteggiati nella statistica cantonale. Numeri che riportano il mercato del lavoro al biennio 2005-2006. E a restare senza salario sono stati soprattutto i lavoratori di mezza età: con 30-40 anni, molti specializzati.

Ma accanto a questo dato negativo c’è da segnalare che il mercato del lavoro è pure cresciuto dello 0.8 per cento, poco certo tenendo conto dei recenti ritmi di crescita attorno al 4 per cento. A frenare l’aumento dei disoccupati c’è stato l’uso dell’ orario ridotto che ha permesso a molte aziende in difficoltà di non licenziare i dipendenti: una trentina quelle che vi hanno fatto ricorso sino adesso, siamo comunque ben lontani dalle 145 dell’anno scorso o dalle 678 registrate cinque anni fa.

Sulla scacchiera dell’economia qualcosa, però, si muove. Nonostante la congiuntura nel 2008 è aumentato il numero delle nuove imprese che hanno raggiunto quota 2.198. Scricchiola invece il mercato dell’auto: le immatricolazioni dei veicoli, sostanzialmente stabili nell’ultimo biennio, hanno registrato una contrazione del 10% nel mese di gennaio. A ridare ossigeno alle vendite potrebbero servire gli ecoincentivi per la rottamazione decisi con le misure anticrisi del Cantone. Soffre anche il turismo con una contraddizione nel comparto alberghiero che nei quattro  mesi consecutivi ha col-ezionato il segno meno. Risultato: all’appello mancano 82 mila pernottamenti (in controtendenza il dato svizzero) e un meno 6% del fatturato.

Per contro regge bene l’edilizia che ha ancora ottime riserve di lavoro almeno sino alla fine dell’anno e con risultati di tutto rispetto nel quarto trimestre del 2008 che ha segnato un 37% in più di richieste di nuove autorizzazioni a costruire. Un dato che compensa il bilancio di un anno che si era chiuso con una flessione per l’edilizia abitativa.

Si arretra di qualche casella sulla scacchiera con il Pil (prodotto interno lord) che ha cominciato con una contrazione marcata per giungere nel dicembre scorso ad un rallentamento progressivo. E così mentre inizialmente le previsioni stimavano una crescita ragionevolmente sopra l’1% adesso si ipotizza una contrazione (secondo l’Ufficio federale di statistica) l’1.1% in termini reali. Ne soffre di conseguenza anche la bilancia commerciale, particolarmente importante in un Cantone come il Ticino con poche materie prime e fortemente dipendente dai mercati esteri o di altri cantoni. A fine anno le esportazioni si sono contratte del 18.3% rispetto allo stesso mese del 2008 a fronte di importazioni inizialmente stabili e poi sempre più deboli.

La regina che può dare scacco alla crisi resta sempre l’innovazione, la competitività internazionale, come dimostra l'esperiena di alcune aziende. Sono i risparmi da convogliare negli investimenti e i consumi che reggono ancora bene, producendo fatturati record per la grande distribuzione, Coop, Migros, e Ikea Svizzera (900 milioni di fatturati: concederà aumenti salariali generalizzati dell’1,5 per cento). Basterà? La partita sulla scacchiera dell’economia ticinese resta aperta.

 

 

Mauro Spignesi Fonte: caffe.ch

 

 
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