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« ANCORA I NEANDERTHAL... | IL GENOMA PRIMITIVO... » |
Post n°1795 pubblicato il 22 Dicembre 2018 da blogtecaolivelli
FONTE: INTERNET Uno dei più antichi esseri umani anatomicamente moderni trovati finora in Europa, vissuto tra 37.000 e 42.000 anni fa, aveva antenati neanderthaliani appena quattro-sei generazioni prima. Lo rivela l'analisi genetica della sua mandibola, scoperta in Romania nel 2002, dimostrando che gli incroci tra Homo sapiens e Neanderthal sarebbero più recenti di quanto si credeva Il mescolamento tra Homo sapiens e Neanderthal è più recente di quanto stimato finora: lo rivela l'analisi genetica di una mandibola appartenente a uno dei più antichi esseri umani moderni scoperti in Europa. L'individuo, vissuto tra 37.000 e 42.000 anni fa, aveva infatti antenati neanderthaliani non più remoti di quattro-sei generazioni, secondo l'articolo pubblicato su "Nature" da Svante Pääbo del Max-Planck-Institut per l'Antropologia evoluzionistica a Lipsia e colleghi di un'ampia collaborazione internazionale. anatomicamente moderni si diffusero in tutta Europa, mentre i neanderthaliani, che si trovavano nel continente già da 250.000 anni, scomparivano gradualmente. In questo quadro generale, definito grazie agli studi degli ultimi decenni sul materiale genetico di antichi reperti fossili, mancano però i dettagli, riguardanti soprattutto i contatti e l'ibridazione tra le due specie. La mandibola, molto ben conservata, di Oase 1 (Credit: Svante Pääbo, Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology) Un primo dato certo riguarda la cronologia di questo mescolamento, che avvenne tra 37.000 e 86.000 anni fa, probabilmente in varie fasi. Un secondo dato è che i neanderthaliani hanno contribuito al genoma dell'essere umano moderno per una percentuale compresa tra l'1 e il 3 per cento, ma solo per quel che riguarda le popolazioni che vivono attualmente al di fuori dell'Africa sub-sahariana, il che depone a favore dell'ipotesi il mescolamento con i Neanderthal avvenne lontano dal continente africano. umani attuali, non finora erano emerse prove dirette che questo mescolamento fosse avvenuto in Europa, benché i neanderthaliani fossero molto diffusi nel continente e le occasioni di contatto fossero quindi numerose. Indicazioni più precise sarebbero invece potute venire dai genomi di esseri umani antichi, ed è per questo che Pääbo e colleghi hanno analizzato l'intero genoma della mandibola di un individuo, Oase 1, risalente a un'epoca compresa tra 37.000 e 42.000 anni fa, trovato nel 2002 in Romania, nel sito di Pestera cu Oase. Si tratta di uno dei più antichi Homo sapiens vissuti in Europa: la sua morfologia è generalmente moderna, ma conserva ancora alcuni tratti della sua ascendenza neanderthaliana. Le analisi mostrano che una percentuale variabile tra il 6,0 per cento e il 9,4 per cento del genoma di Oase 1 deriva dai Neanderthal: si tratta di una percentuale più alta di quella trovata da qualunque altro studio su genomi di esseri umani moderni. 1 era geneticamente più simile alle popolazioni del sud-est asiatico e ai nativi americani che agli europei attuali. Ciò indica che faceva parte di una popolazione che si incrociò coi Neanderthal ma non contribuì alle popolazioni europee successive. |
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