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Cani su Marte?

Post n°2074 pubblicato il 04 Aprile 2019 da blogtecaolivelli

Fonte: Focus

Cani su Marte: sopravvivrebbero? Potremmo portarli

con noi?Ci hanno seguito nelle grandi migrazioni, e hanno

già affrontato alcuni viaggi spaziali (non sempre finiti bene).

Sono ritratti anche negli ultimi poster della NASA, ma ci

sono ottime ragioni per credere che i nostri amici a quattro

zampe non apprezzerebbero il Pianeta Rosso.

cane-desertoCacciatori di dune? Sulla Terra, forse. Ma su Marte, la

capacità esplorativa dei cani finirebbe fuori uso.|

SHUTTERSTOCK

Di recente la NASA ha pubblicato alcuni poster tematici sul

futuro delle missioni umane su Marte e sulla Luna: mostrano

un'astronauta che fluttua nel Deep Space Gateway, l'avamposto

in zona cislunare che dovrebbe fare da base per le missioni nello

Spazio profondo; un futuro colono lunare che fotografa la Terra,

e un uomo che porta il suocane a spasso su Marte

(entrambi con tuta spaziale).

Un cane su Marte? Avete capito bene: anche se nei piani di

colonizzazione marziana della NASA Fido non compare affatto

- salvo che in questa licenza artistica - l'occasione è ghiotta per

parlare di come se la caverebbero i nostri amici a quattro zampe

nello Spazio (spoiler:male).

I PRECEDENTI. 

L'idea sarà anche peregrina, eppure i cani nello Spazio ci sono

andati: negli anni '50 e '60, l'Unione Sovietica ne spedì almeno

57 in voli orbitali e suborbitali.

La maggior parte superò incolume la missione, alcuni perirono

per guasti tecnici, altri - come Laika - perché non era previsto

che tornassero in vita. Erano per lo più randagi, spesso femmine

(perché considerate più docili), addestrati per sopravvivere in

spazi angusti e dotati di tute spaziali apposite.

Con i gatti ci si provò una volta soltanto: hanno il brutto vizio

di rifarsi le unghie...

La cagnolina Laika fu la prima ad affrontare una vera missione

nello Spazio: rimase in orbita terrestre per cinque mesi, in una

capsula progettata per rimanere a corto di ossigeno dopo

una settimana. I sensori posizionati sul suo corpo registrarono

un battito cardiaco tre volte più alto del normale durante il lancio,

e un respiro affannoso. La poverina morì disidratata e per il

surriscaldamento, dopo la decima rivoluzione intorno alla Terra.


Laika, sacrificata nella Corsa allo Spazio



RISCHI IMPOSTI. 

Quando nello Spazio iniziò ad andarci l'uomo, i cani furono

lasciati in santa pace. Portarli in futuro su Marte, loro malgrado,

sarebbe innanzi tutto una tortura imposta: ci seguirebbero

anche sulla Luna, ma non possono prendere decisioni informate.

Chi decide, per un loro eventuale sacrificio?

La presenza di un cane sarebbe problematica a partire dal

viaggio: l'esperienza del lancio, con pressioni quattro volte

superiori alla gravità terrestre, i fluidi corporei confinati nella

testa e negli occhi, le radiazioni, i problemi ai muscoli e alle ossa...

NIENTE DA ANNUSARE.

 Anche se i cani-astronauti superassero un'esperienza del

genere, arrivati su Marte passerebbero dallo spazio angusto

di una capsula a quello di un habitat artificiale.

Sul Pianeta Rosso, o sulla Luna, sarebbero privati del loro senso

fondamentale:l'olfatto.

Senza tuta non si può stare: l'aria è irrespirabile, il suolo tossico.

Ma all'interno del casco, i 300 milioni di recettori olfattivi di Fido

sarebbero costretti a respirare sempre lo stesso odore: il proprio.

Senza questo essenziale strumento, il cane non riuscirebbe

mai a conoscere la nuova casa e le sue caratteristiche, non

avvertirebbe la nostra presenza o quella di un altro cane, e

non saprebbe dove fare pipì: in viaggio dovrebbe imparare a

liberarsi nei pannolini, e una volta a destinazione, a farlo al

chiuso. All'aperto, dovrebbe poi vedersela con la ridotta gravità.

EXTRATERRESTRI NATI. 

Se mai si arrivasse a una seconda generazione di cani, forse

non sentirebbe nostalgia delle pozzanghere, del terriccio e dei

cespugli terrestri: non li avrebbe mai conosciuti.

Ma difficilmente la prima classe di cani astronauti

sopravvivrebbe: sarebbe già un miracolo tecnologico se ce la

facessero gli uomini.Per alcuni antropologi la presenza al nostro

fianco dei cani e di altre creature utili come i polli sarebbe un

fatto naturale: gli animali domestici ci hanno storicamente

sempre seguito. Ma porrebbe grossi problemi etici: se su Marte

volessimo compagnia, sarebbe certamente più semplice cercare

l'affetto di un robot. In quella situazione, riusciremmo a

trovare empatici anche loro

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