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Cinquemila anni di evoluzione dei cavalli

Post n°2257 pubblicato il 27 Giugno 2019 da blogtecaolivelli

Fonte: Le Scienze

Cinquemila anni di evoluzione dei cavalli

I cavalli moderni sono geneticamente diversi

da quelli vissuti anche solo pochi secoli fa:

caratteristiche come la velocità e l'ambio

sono il frutto di una selezione recente.

Lo ha stabilito uno studio che si è basato

sulla più vasta collezione di genomi mai creata

per un organismo non umano

animaligeneticaevoluzione

La ricostruzione di 5000 anni di storia genetica

del cavallo domestico ha riservato diverse

sorprese: dalla scoperta che due lignaggi molto

diffusi nell'antichità non hanno lasciato traccia

nei cavalli moderni a quella che molti dei tratti

che associamo di solito a questi animali, come

la velocità, sono stati selezionati piuttosto di

recente.

A realizzare lo studio,pubblicato su "Cell", è

stata un'ampia collaborazione internazionale

che ha visto impegnati ben 121 ricercatori,

coordinati da Ludovic Orlando, direttore di ricerca

del CNRS a Tolosa e professore di archeologia

molecolare all'Università di Copenaghen.

Cinquemila anni di evoluzione dei cavalli

La domesticazione del cavallo è stato un

evento di primaria importanza nella storia

dell'umanità che, a partire dall'età del bronzo,

ha rivoluzionato la velocità degli spostamenti

di persone e merci e le tecniche di combattimento.


Tuttavia, su quell'evento si sa abbastanza poco,

così come sui legami fra i primi cavalli domestici

e i cavalli moderni.

Le prime testimonianze archeologiche di mungitura,

imbracatura e recinzione di cavalli risalgono a

circa 5500 anni fa, e sono state trovate nelle

steppe dell'Asia centrale, dove prosperava la

cultura Botai.

I cavalli botai, però, sono gli antenati diretti

dei cavalli di Przewalski, ma non dei moderni

cavalli domestici, la cui ascendenza genetica

è rimasta controversa.

Orlando e colleghi hanno ora analizzato il

genoma di 278 esemplari di cavalli provenienti

da tutta l'Eurasia, 129 dei quali prelevati da

antichi reperti.

Hanno così scoperto che le radici più antiche

dei cavalli domestici risalgono a una razza

equina attualmente presente solo in poche

regioni, come l'Islanda, le isole Shetland e

l'Estonia.

Il genoma di questi cavalli subì però un drastico

rimodellamento fra il VII e il IX secolo, in

corrispondenza dell'espansione islamica,

per il contributo di cavalli provenienti dal

Medio Oriente, tanto che i cavalli attuali

sono molto più simili a quelli di cui sono

stati trovati resti nei siti archeologici dell'antica

Persia, risalenti al periodo dell'impero Sassanide.

Questi animali, particolarmente simili a quelli che

oggi sono noti come cavalli arabi, spiega Orlando,

"hanno avuto un grande successo e un'influenza

preponderante perché erano portatori di una nuova

anatomia e probabilmente di altri tratti favorevoli",

come una maggiore propensione alla corsa veloce.

Anche la capacità di assumere l'andatura ambio

(il movimento simultaneo in avanti o indietro

degli arti di uno stesso lato), legata a una particolare

variante genica, forse si diffuse molto grazie a

questi cavalli, ma seguì probabilmente anche

altre strade, dato che, comparsa poco più di 700

anni fa nelle steppe mongole, è presente anche

nel cavallo "islandese".

La capacità di raggiungere una grande velocità,

come quella dei cavalli da corsa, invece è un

tratto ancora più recente, che si è sviluppato

negli ultimi 200-300 anni con l'affermarsi del

concetto di razze "pure" e la diffusione di nuove

pratiche di allevamento per  valorizzarle.

A questo nuovo passaggio della storia evolutiva

del cavallo ha però corrisposto un netto declino

della diversità genetica complessiva, soprattutto

nell'ultimo secolo.

I ricercatori hanno anche scoperto altri due

lignaggi di cavalli, uno della penisola iberica e

uno della Siberia, che si sono estinti fra 4.000

e 4.500 anni fa, non sono imparentati né con

il cavallo domestico, né con quello di Przewalski:

"Sono una sorta di equivalente equino dei

Neanderthal per gli esseri umani moderni",

dice Orlando.

Nonostante queste scoperte, osservano i r

icercatori, ci sono ancora lacune geografiche

e temporali nella storia di questo animale, e

in particolare, una chiara definizione di quando

e dove il cavallo domestico sia diventato tale

per la prima volta. 

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