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Non esistono più cavalli selvaggi: lo dice la genetica
Post n°2256 pubblicato il 27 Giugno 2019 da blogtecaolivelli
Fonte: Le Scienze 26 febbraio 2018 Non esistono più cavalli selvaggi: lo dice la genetica Nuove analisi genetiche mostrano che i cavalli di Przewalski, orginari del Kazakistan, non sono gli ultimi cavalli selvaggi esistenti, come ritenuto finora. Discendono anch'essi dai primi cavalli domesticati circa 5500 anni fa dagli antenati della popolazione Botai(red) I cavalli di Przewalski, una popolazione residuale di circa 2000 individui, originari delle steppe dell'Eurasia, sono l'ultima specie di cavalli selvaggi esistenti sul pianeta. O almeno, così si credeva finora. Una nuova analisi genetica pubblicata su "Science" da Sandra Olsen ricercatrice dell'Università del Kansas, e colleghi di un'ampia collaborazione internazionale ha rivelato che si tratta invece dei più diretti discendenti dal primo caso noto di domestica- zione del cavallo, avvenuta circa 5500 anni fa, nel Kazakstan settentrionale, per opera del popolo Botai. Inoltre, i moderni cavalli attuali non discendono dai cavalli Botai, come invece sostenuto da molti scienziati. Ciò significa che non ci sono più cavalli selvaggi viventi sulla Terra: questa è la parte triste del r isultato", ha spiegato Olsen. "Molti biologi che si occupano di evoluzione degli equidi hanno studiato in passato i Przewalski, e questo sarà un grande shock per loro: pensavano di studiare gli ultimi cavalli selvaggi, ma ora sappiamo tutti i cavalli selvaggi si sono estinti". dei Przewalski a partire da una serie di reperti fossili, ossa e denti, scoperti in due siti della cultura tradizionale Botai, in Kazakistan. Il materiale genetico recuperato è stato sufficiente per il sequenziamento dei genomi di 20 cavalli Botai. Questi sono stati confrontati con i genomi di altri 22 cavalli originari di tutta l'Eurasia e vissuti negli ultimi 5.500 anni e con genomi equini già pubblicati, relativi a 18 cavalli antichi e 28 moderni. dai primi cavalli domesticati dagli antenati dei Botai. Questi erano inizialmente cacciatori nomadi, ma divennero sedentari circa 5500 anni fa proprio grazie ai primi allevamenti di cavalli, che venivano usati per il consumo di carne e latte, e come ausilio nei lavori pesati e infine come mezzi di trasporto. vivessero principalmente di carne di cavallo e non avessero agricoltura", ha continuato Olsen. "Questa conclusione è suffragata dai ritrovamenti archeologici: il 95 percento delle ossa scoperte nei siti Botai è di cavalli e sono molto concentrate; altre 'pistole fumanti' che tutta questa civiltà fosse basata sull'allevamento equino vengono dalle alte concentrazioni di sodio e azoto nel terreno, provenienti probabilmente da letame e urine, e da vasellame con resti di latte". dei cavalli sulla base delle analisi ha mostrato che i cavalli domestici non formano un singolo gruppo omogeneo, come invece dovrebbe essere se discendessero tutti da cavalli Botai. documentati due diversi eventi di domesticazione da specie leggermente diverse, o sottospecie separate", ha concluso Olsen. |
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