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Post n°2312 pubblicato il 20 Agosto 2019 da blogtecaolivelli
19 agosto 2019 Fonte : Le Scienze Prelievo di campioni di neve fresca nell'Artico (Mine Tekman, Alfred-Wegener-Institut) La neve che cade sull'Artico deposita fino a 14.000 frammenti per litro di microplastiche trasportate dal vento. La situazione nell'Europa continentale è però ancora peggiore: si arriva a 154.000 frammenti Le microplastiche sono ovunque, e hanno raggiunto perfino l'Artico, ricoprendolo quasi a tappeto, anche se a prima vista sono difficili da individuare. Per microplastiche si intendono infatti i frammenti di plastica e le fibre polimeriche che non eccedono i cinque millimetri di lunghezza, ma gran parte di esse ha dimensioni molto più piccole, anche di poche decine di micron. E nella neve e nei ghiacci artici si possono depositare fino a 14.000 frammenti per litro, anche se la media fra tutti i campioni testati è di "appena" 1800. emergono da uno studio condotto da ricercatori dell'Alfred Wegener Institut per la ricerca polare e marina di Bremerhaven, in Germania, e del WSL Institute for Snow and Avalanche Research di Davos, in Svizzera, che firmano un articolo su "Science Advances". è molto preoccupante, ma c'è di peggio. Nel corso della ricerca, Melanie Bergmann e colleghi hanno infatti raccolto campioni di neve non solo nella regione artica - precisamente nello stretto di Fram, che separa le Svalbard dalla Groenlandia - ma anche nelle Svalbard, nell'arcipelago tedesco di Helgoland, sulle Alpi svizzere, in alcune località bavaresi e a Brema. Nella neve che cade sull'Europa continentale, la media di frammenti contenuti arriva a ben 24.600, con un picco "stratosferico" di 154.000 in una località della Baviera. Dei 21 punti i cui sono stati prelevati i campioni solo due sono apparsi poco contaminati: uno nell'Artico, l'unico completamente privo di microplastiche, e un nevaio nel cantone sviz- zero dei Grigioni (con 191 frammenti per litro). varia e ha una distribuzione non uniforme: se i livelli di polietilene, etilene vinil acetato, gomme, e vernici e altre sostanze erano decisamente superiori sul continente, polistirolo, PVC, policarbonati e altro sono stati rinvenuti solamente nell'Artico. queste sostanze alle estreme latitudini settentrionali sia una conseguenza dell'inquinamento dei mari, ma non è così: i campioni esaminati erano di neve caduta da poco e non di acqua marina ghiacciata. Ciò indica che quelle microplastiche e fibre sono state portate dal vento e poi dilavate dall'atmosfera durante le nevicate. E' d'altra parte ben noto che i pollini (che hanno dimensioni paragonabili) e anche la sabbia possono essere trasportati dai Il lungo viaggio aereo delle microplastiche
indicano la necessità di studi più estesi e approfonditi, dato che nelle concentrazioni di queste sostanze sono state osservate variazioni molto significative fra località anche poco distanti, ma sottolineano le due principali preoccupazioni sollevate dai risultati. facilità con cui le particelle più piccole possono penetrare nell'organismo attraverso la catena alimentare, con conseguenze ancora ignote. L'altra concerne gli ecosistemi marini: la superficie delle microplastiche che finiscono in acqua è facilmente colonizzata da microrganismi che alla fine si depositano sui fondali, dove potrebbero ulteriormente comprometterne gli equilibri ecologici. (red) |
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