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Allenamento con i tursiopi..

Post n°2785 pubblicato il 18 Aprile 2020 da blogtecaolivelli

Fonte: articolo riportato dall'Internet

MA SOLO PER SCOPI EDUCATIVI

Da oggi si potrà nuotare in vasca con i delfini

Da oggi si potrà nuotare in vasca con i delfini

Ascioglimento delle Camere già avvenuto è uscito in

questi ultimi giorni sulla Gazzetta Ufficiale l'ultimo decreto

del ministro Galletti in merito alla custodia di animali

selvatici in cattività. In realtà, si tratta semplicemente della

modifica di alcuni paragrafi della direttiva 1999/22/CE

sufficienti però, in sostanza, a consentire una pratica finora

vietata: il nuoto con i delfini dei non addetti ai lavori in

ambiente controllato, cioè nei delfinari.

A seguito del decreto il mondo ambientalista è insorto

spingendo il ministero dell'Ambiente e della Tutela del Mare

a specificare che "non si tratta di un via libera a questa attività

ma una semplice deroga nell'ambito di iniziative di educazione

ambientale senza scopo ludico" che, peraltro, venivano già in

parte praticate.

Probabilmente, però, il ministro non ha colto il senso della polemica:

 il problema, infatti, è proprio pensare che esista una qualche forma

di educazione nell'entrare in acqua con animali detenuti, è il caso di

dirlo, in pochi metri quadrati d'acqua quando in natura sono abituati

a nuotare per chilometri e chilometri al giorno.

Certo, in questo caso, parliamo di animali quasi tutti nati in cattività,

alcuni anche di seconda o terza generazione, il cui eventuale

reinserimento in natura sarebbe faccenda molto complessa (tuttavia,

c'è chi l'ha tentato, talvolta con successo, ma i rischi e i costi sono

altissimi), ma il concetto non cambia.

In Italia le strutture che mantengono

in cattività i delfini (tutti tursiopi) sono l'acquario di Genova e

Oltremare di Riccione, che hanno una visione per così dire più

"espositiva", appartenenti alla Costa Group, e Zoomarine di Pomezia

di proprietà di una multinazionale messicana.

La struttura già offriva ai visitatori, per 150 euro a testa, la possibilità

di partecipare al programma "Emozione Delfini - un giorno da addestratore"

 con una sessione pratica direttamente in vasca (senza toccare, almeno

finora, i cetacei).

Il passaggio a gestione messicana non è casuale dato che proprio in

Messico, uno degli ultimi paesi in cui era consentito catturare in mare

i delfini per i delfinari, i parchi acquatici sono numerosi e molto

redditizi e vi si praticano esperienze di nuoto e contatto con gli animali. 

I clienti sono soprattutto ricchi nordamericani o stranieri disposti a

pagare centinaia di dollari per una foto con un "bacio" del delfino,

per essere spinti sotto i piedi dai cetacei o trascinati in acqua aggrappati

alle pinne pettorali.

Attorno a queste strutture si è costruito un vero mondo fatto di matrimoni

con i delfini, feste di vario genere, possibilità di contatto con i cetacei anche

per bambini di un anno di età e poi una sorta di pet therapy con ragazzi con

varie patologie, soprattutto psichiche. Su questo punto è bene ricordare che

un delfino non è meno intelligente di un cane, principale animale utilizzato

per questa attività, ma ha un approccio totalmente diverso con gli esseri

umani, basato più sulla simpatica che sull'empatia, sulla curiosità piuttosto

che sul compiacimento, com'è invece per Fido.

In Italia, per fortuna, non si mai arrivati a tali livelli e strutture volte al puro

divertimento, come Gardaland, hanno rinunciato ai delfini tempo fa mentre

quelle non idonee sono state chiuse (come Rimini).

Ma pur senza mettere in dubbio l'amore e la professionalità delle persone

che operano nelle strutture rimaste con questi animali incredibili il problema

è quanto il loro benessere possa essere reale tra le mura di poche vasche

(per legge devono essere più d'una).

Essendo animali altamente sensibili, intelligenti e curiosi hanno bisogno di

continui stimoli (provate a lanciare e riprendere ripetutamente un mazzo di

chiavi davanti al vetro di una vasca e immediatamente i delfini accorreranno

eccitati per la novità producendo abbondanti bolle dallo sfiatatoi, come a

chiederti cosa fai, e rispondendo al gioco tentando di prenderlo con la bocca),

di esplorare, scoprire interagire con i propri simili e difficilmente qualche

palla e un cerchio potranno essere sufficienti sostituti.

Negli anni diversi addestratori hanno fatto dietrofront a cominciare

dall'americano Ric O'Barry, che ha poi partecipato all'imperdibile

documentario The Cove (sull'orrore della cattura-massacro di delfini

di varie specie da parte dei giapponesi a Taiji), fino allo spagnolo

Albert Lopez che ha lavorato anche a Genova e Oltremare di cui è

stato responsabile addestratore.

Confessandosi con la stampa Lopez ha ammesso che per quanto

l'equipe si adoperi per rendere la vita dei delfini dei delfinari migliore

stress, solitudine e sofferenza ai forti suoni sono inevitabili.

 Non a caso in tutto il mondo non sono mancati piccoli incidenti in cui i

delfini, spaventati o stressati, hanno avuto segni di aggressività verso le

persone in acqua, ma probabilmente anche questo fa parte, per il ministro,

del presunto percorso educativo.

Infine, se vogliamo parlare di tutela dei cetacei, gli esperti hanno dimostrato

che non ci sono benefici per questi animali anche in considerazione del

fatto che le specie più usate come i tursiopi al momento non sono in

pericolo di estinzione - pur subendo il deupauperamento ittico dei mari e

l'inquinamento.

Al contrario, i delfinari giustificano e sostengono la crudele caccia ai delfini

a Taiji che ogni anno porta alla distruzione di branchi e famiglie, fino a quel

momento legatissimi, e alla morte di moltissimi individui.

Come può esserci educazione in tutto questo?

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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FONTE: RIVISTANATURA.COM

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