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Post n°2811 pubblicato il 23 Aprile 2020 da blogtecaolivelli
Fonte: articolo riportato dall'Internet GEOLOGIA Siamo pronti ad una futura gigantesca eruzione vulcanica? La domanda è tanto semplice quanto inquietante: il mondo moderno sarebbe pronto a fronteggiare gli effetti di una gigantesca eruzione vulcanica? La risposta (negativa) a questa domanda arriva da uno studio pubblicato recentemente su Geosphere a firma dei vulcanologi Chris Newhall, Stephen Self e Alan Robock. I ricercatori hanno proposto un elenco di vulcani che potrebbero dare origine ad un'eruzione con indice di esplosività 7 (Volcanic Explosivity Index, VEI 7), ovvero un evento catastrofico capace di eruttare fino a 100 km3 di ceneri e materiale piroclastico. Per intenderci un'eruzione 10 volte più grande di quella del Pinatubo avvenuta nel 1991. Gli ultimi eventi VEI 7 sono stati generati da due vulcani indonesiani, rispettivamente il Tambora nel 1815 ed il Rinjani nel 1257; è chiaro che il prossimo evento interesserà un mondo ben più popolato e soprattutto totalmente diverso da quello dell'ottocento o della metà del duecento. In quest'ottica lo studio dei tre vulcanologi sottolinea l'importanza di comprendere cosa potrebbe accadere. Effetti a livello locale e globale In prossimità del teatro eruttivo lo spessore al suolo delle ceneri di ricaduta si misurerebbe in metri, con il possibile crollo di tetti ed edifici. La pioggia di cenere inoltre danneggerebbe i raccolti e provocherebbe danni e problemi a innumerevoli strutture e manufatti come fognature, linee elettriche, linee telefoniche, linee della distribuzione del gas, sistemi computerizzati, impianti di trattamento delle acque, sistemi di riscaldamento e condizionamento. La formazione dei pericolosissimi flussi piroclastici poi cancellerebbe qualsiasi forma di vita per un raggio di minimo 20 km dal vulcano. I problemi non sarebbero relegati soltanto al periodo eruttivo ma continuerebbero per parecchi anni, con la formazione di lahar, smottamenti, piogge acide ed il rischio di altre eruzioni. Gli effetti distali invece si rifletterebbero principalmente sul traffico aereo e sul clima. Per avere un'idea dell'impatto sul traffico aereo basta pensare alla recente eruzione del 2010 del vulcano islandese Eyafjallajökull (VEI 3): l'emissione di circa 0.25 km3 di cenere ha causato la chiusura dello spazio aereo su gran parte d'Europa per una durata di 8 giorni, con un impatto economico complessivo nell'ordine di 5 miliardi di euro (fonte Oxford Economics, 2010). Immaginate quindi cosa potrebbe accadere con l'eruzione di un quantitativo di cenere pari a 400 volte quello del vulcano islandese. L'altro effetto globale riguarderebbe il clima. Una delle conseguenze più significative delle eruzioni vulcaniche di grande energia è il raffreddamento del clima terrestre, fenomeno legato principalmente all'emissione dell'aerosol di acido solforico. Le piccole gocce di aerosol, che derivano dalla presenza di anidride solforosa nei gas vulcanici, si diffondono nella bassa stratosfera del nostro pianeta, riflettendo la radiazione solare incidente. Per fare alcuni esempi, l'eruzione del Pinatubo nel 191 ha generato un abbassamento della temperatura media terrestre di circa 0.5ºC per due anni. L'eruzione VEI 7 del vulcano Tambora nel 1815, la più recente di tale magnitudo nella storia dell'uomo, ha prodotto un abbassa- mento della temperatura terrestre così significativo che l'anno successivo, il 1816, è stato definito "l'anno senza estate". Europa e America del Nord vissero mesi di aberrazioni meteo- climatiche che produssero forti carestie ed epidemie, ma che ispirarono anche il genio artistico di talenti come Mary Shelley, Lord Byron e J.M.W. Turner. Agire ora Oggi gli effetti di un'eruzione di tale portata sarebbero dram- matici e probabilmente al momento in gran parte sconosciuti. Newhall e coautori invitano dunque il mondo scientifico ad interrogarsi e ad approfondire nel dettaglio tutte le potenziali conseguenze che un'eruzione di grande energia potrebbe avere sul mondo moderno. «La prossima eruzione VEI 7 - dice Chris Newhall - può avvenire nell'arco delle nostre vite o accadere tra centinaia di anni, non importa, dobbiamo discuterne adesso per permettere al mondo della ricerca e agli enti governativi di pianificare ed essere pronti in caso di emergenza». Ovviamente non tutti i vulcani del mondo sarebbero capaci di produrre eruzioni con VEI 7. I ricercatori hanno redatto una lista di possibili "candidati" di fuoco, tra cui figurano anche cinque vulcani italiani (per la nostra felicità): Latera, Bolsena, i Sabatini, i Colli Albani e, ovviamente, i Campi Flegrei. Autore dell'articolo: Andrea Piazza © RIPRODUZIONE RISERVATA |
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