Creato da blogtecaolivelli il 04/03/2012

blogtecaolivelli

blog informazione e cultura della biblioteca Olivelli

 

 

« Ai Caraibi..Le notizie di oggi sul C... »

Sul gigantismo dei mammiferi marini.

Post n°2617 pubblicato il 20 Marzo 2020 da blogtecaolivelli


La balena di MateraLo studio del fossile rinvenuto vicino a Matera

nel 2006 rivela nuovi importanti dati sul gigantismo estremo di questi

mammiferi marini.

f12-balenottera-azzurraRicostruzione artistica della Balaenoptera cf. musculus di Matera.|ALBERTO GENNARI

Un milione e mezzo di anni fa una balenottera azzurra lunga 26 metri

nuotava nel Mediterraneo: il suo enorme scheletro è stato trovato fossile

nel 2006, vicino a Matera, sulle rive del lago artificiale di San Giuliano.

Lo studio del fossile, coordinato dai paleontologi dell'Università di Pisa,

 pubblicato su Biology Letters, ridisegna l'evoluzione del gigantismo

estremo delle balene: il vertiginoso aumento delle loro dimensioni non

è recente, come creduto fino ad oggi (cioè limitato agli ultimi 2,5 milioni di

anni), ma è iniziato quasi 15 milioni di anni fa, consentendo a quelli che

sono considerati gliingegneri dell'ecosistema marino di avere più tempo

per "progettare" la struttura ecologica che oggi caratterizza i mari del pianeta.

«I caratteri morfologici del cranio e della bulla timpanica, che è una

parte dell'orecchio interno che serve ad amplificare i suoni rivelano le

forti affinità tra la "balena di Matera" e l'odierna balenottera azzurra

(Balaenoptera musculus), confermate anche dalla stima della lunghezza

massima dell'animale, che superava i 26 metri», afferma Giovanni Bianucci,

che ha preso parte allo scavo e coordinato lo studio del reperto: «si tratta

del più grande fossile di balena mai descritto e, forse, della più grande

balena che abbia mai solcato le acque del Mar Mediterraneo.

Questo dato è importante non solo perché è un record, ma soprattutto perché

l'aumento estremo delle dimensioni è uno degli aspetti più interessanti

dell'evoluzione».

Confronto tra la bulla timpanica (parte dell'orecchio interno che serve ad

amplificare i suoni) della balenottera azzurra attuale e della balena fossile

di Matera, con in evidenza i caratteri simili. | FELIX MARX, GIOVANNI

BIANUCCI

Il gigantismo è un fenomeno che è comparso e si è affermato, in maniera

indipendente e in tempi diversi, in molte linee evolutive di vertebrati.

Al di là di un generico vantaggio che le grandi dimensioni potrebbero aver

dato a una specie, nella competizione con quelle di taglia più piccola, molti

aspetti del fenomeno restano oscuri.

In particolare, negli ultimi anni l'attenzione dei ricercatori si è focalizzata

sul gigantismo estremo evoluto dai misticeti, quei cetacei che nel corso della

loro evoluzione hanno sostituito i denti con i fanoni per filtrare dalla massa

d'acqua i piccoli organismi di cui si nutrono.

Questi mammiferi marini, comunemente noti come balene, hanno il proprio

rappresentante più spettacolare proprio nella balenottera azzurra, che può

superare i 30 metri di lunghezza e le 180 tonnellate di peso, attestandosi

dunque come il più grande animale, in termini di massa, mai comparso

sulla Terra. Tra le possibili cause del gigantismo dei misticeti ipotizzate

da studi recenti va ricordata la pressione selettiva esercitata dai grandi

predatori marini del passato, come il

Livyatan melvillei (un parente del capodoglio, trovato fossile in Perù) e

lo squalo gigante Carcharocles megalodon, che avrebbe avvantaggiato le

balene più grandi e quindi meno vulnerabili agli attacchi.


paleontologia, fossili, evoluzione, gigantismo, balene, fanoni, misticeti, balena di Matera2006: scavo dello scheletro fossile di Balaenoptera cf. musculus sulle

rive del lago di San Giuliano (Matera). | GIOVANNI BIANUCCI


Anche il progressivo raffreddamento del pianeta potrebbe aver favorito

l'enorme aumento della taglia delle balene. In particolare, la stabilizzazione

delle calotte glaciali contribuì alla ridistribuzione di cibo nei mari,

concentrandolo soprattutto in quelli polari.

Molte balene si spostarono a loro volta in queste aree fredde per nutrirsi,

dovendo tuttavia compiere lunghi viaggi stagionali per tornare a riprodursi

nelle acque calde tropicali.

In questo caso la pressione selettiva avrebbe favorito le balene più grandi

perché in grado di immagazzinare una quantità maggiore di risorse

energetiche per affrontare le lunghe migrazioni.


paleontologia, fossili, evoluzione, gigantismo, balene, fanoni, misticeti, balena di Matera

2006: scavo dello scheletro fossile diBalaenoptera cf. musculus 

sulle rive del lago di San Giuliano (Matera); ingessatura della

colonna vertebrale. | GIOVANNI BIANUCCI

«Poiché tutte le balene fossili rinvenute sono molto più piccole

delle enormi balenottere attuali», spiega il paleontologo Alberto

Collareta, «fino ad oggi i modelli macroevolutivi hanno sostenuto

che il gigantismo dei misticeti fosse un fenomeno molto recente,

originatosi durante il periodoQuaternario, coincidente con gli ultimi

due milioni e mezzo di anni.

Questa idea ha trovato supporto in studi recenti che, attraverso

modelli macroevolutivi, sostengono che l'estremo gigantismo dei

misticeti sia un fenomeno limitato agli ultimi 2-3 milioni di anni.

Un punto debole di queste ricerche consiste però nel fatto che i

resti fossili di misticeti risalenti agli ultimi milioni di anni sono

molto scarsi e pertanto l'ipotesi della recente accelerazione

nell'aumento della taglia si basa prevalentemente sulle dimensioni

gigantesche delle balene attuali.»


paleontologia, fossili, evoluzione, gigantismo, balene, fanoni, misticeti, balena di Matera

2006: scavo dello scheletro fossile diBalaenoptera cf. musculus 

sulle rive del lago di San Giuliano (Matera); ingessatura della

colonna vertebrale. | GIOVANNI BIANUCCI

Lo studio della balena di Matera porta un contributo fondamentale

per chiarire gli aspetti ancora oscuri di questi processi evolutivi.

Le analisi dei microfossili associati alla balena, condotte da Agata

di Francesco (Università di Catania) e Caterina Morigi (Università

di Pisa), hanno infatti fornito una datazione compresa tra 1,49

e 1,25 milioni di anni fa, all'interno di un intervallo temporale

(ilPleistocene inferiore) relativamente vicino al presente, in cui il record

fossile dei cetacei è quasi inesistente o quanto meno non accessibile,

poiché le rocce che ne potrebbero contenere i resti fossili si trovano

in gran parte ancora nei fondali marini.


«Inserendo i dati ottenuti dallo studio preliminare della balena di Matera

e di altri reperti recentemente rinvenuti in Perù nei modelli macroevolutivi

più largamente accettati», afferma Felix Marx (Royal Belgium Institute

of Natural Sciences di Bruxelles), «si è scoperto che l'estremo gigantismo

dei misticeti è un fenomeno più antico di quanto si pensasse e che

l'aumento delle dimensioni è stato probabilmente più graduale di quanto

finora teorizzato.»


paleontologia, fossili, evoluzione, gigantismo, balene, fanoni, misticeti, balena di MateraCranio in veduta dorsale della Balaenoptera cf. musculus di Matera,

con in evidenza le parti conservate. | AKHET S.R.L. / GIOVANNI BIANUCCI,

FELIX MARX

«Considerato il profondo impatto che i misticeti hanno avuta

sull'evoluzione degli ecosistemi marini a scala globale, nonché la

loro fondamentale influenza nel foggiare la struttura ecologica

degli oceani moderni», conclude Giovanni Bianucci, «conoscere in

dettaglio questi processi evolutivi è di fondamentale importanza per

decifrare le dinamiche evolutive dell'ambiente marino e i delicati

equilibri delle comunità biologiche dell'oceano globale, e quindi

anche per capire quali potrebbero essere gli effetti di un'eventuale

scomparsa di questi giganti del mare.

Non dobbiamo infatti dimenticare che la balenottera azzurra, dopo

essere riuscita a sopravvivere con successo per oltre un milione di

anni, è stata portata sull'orlo dell'estinzione da soli cento anni di

caccia spietata da parte dei balenieri, e ancora non sappiamo come

la sua definitiva scomparsa potrebbe cambiare il delicato equilibrio

naturale di cui fa parte.»

@ A cura del Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Pisa, maggio 2019

La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/blogtecaolivelli/trackback.php?msg=14828183

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
Nessun trackback

 
Commenti al Post:
Nessun commento
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Maggio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
    1 2 3 4 5
6 7 8 9 10 11 12
13 14 15 16 17 18 19
20 21 22 23 24 25 26
27 28 29 30 31    
 
 

AREA PERSONALE

 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 1
 

ULTIME VISITE AL BLOG

prefazione09m12ps12vittorio.59dony686miriade159tirchio2000blogtecaolivelliellistar2012Draiostre.sa47bibanna545annamatrigianoLoneWolf1822Miele.Speziato0
 

CHI PUŅ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore puņ pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Maggio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
    1 2 3 4 5
6 7 8 9 10 11 12
13 14 15 16 17 18 19
20 21 22 23 24 25 26
27 28 29 30 31    
 
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
Citazioni nei Blog Amici: 1
 

TAG CLOUD

 
Citazioni nei Blog Amici: 1
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Maggio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
    1 2 3 4 5
6 7 8 9 10 11 12
13 14 15 16 17 18 19
20 21 22 23 24 25 26
27 28 29 30 31    
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963