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Post n°2918 pubblicato il 15 Maggio 2020 da blogtecaolivelli

Fonte: articolo riportato dall'Internet

Covid-19, come e perché il coronavirus può provocare

problemi neurologiciI neurologi sospettano che il coronavirus

possa avere conseguenze sul sistema nervoso a distanza di tempo

Federico Mereta

Federico MeretaGIORNALISTA SCIENTIFICO

14 maggio 2020

L'infezione da Sars-CoV-2 presenta ogni giorno nuovi aspetti,

che colpiscono per la capacità dell'invisibile nemico di attaccare

parti diverse dell'organismo umano.

Se all'inizio si poteva pensare solo alla polmonite, poi si è visto

il coinvolgimento dell'apparato cardiovascolare e della coagulazione,

per arrivare alla pelle e a reazioni improprie del sistema immunitario.

Oggi pare certo che anche i neurologi si troveranno ad affrontare

le conseguenze dell'infezione, come conferma una lettera a firma

di giovani specializzandi italiani presso l'Istituto Auxologico di Milano

pubblicata su Neurological science.

Non solo alterazioni di gusto e olfatto

Nelle prime settimane si è visto che, in molti casi, Covid-19 inizia

anche con manifestazioni che interessano il sistema nervoso,

attraverso gli organi di senso, tanto che alterazioni di gusto e

olfatto, ageusia ed anosmia, sono all'ordine del giorno per

molte persone.

Addirittura la perdita di queste due sensi può mantenersi per

qualche tempo anche dopo che l'organismo e le cure hanno

debellato l'infezione.

Dalla ricerca dei giovani specializzandi che operano a Milano

emerge però anche altro.

Infatti  sono stati segnalati fenomeni anche più gravi come ictus,

encefaliti, dolori e stanchezza muscolare molto intensi.

Appare di grande interesse l'interpretazione delle manifestazioni

neurologiche nel singolo paziente.

Queste appaiono legate in parte all'invasione del virus attraverso

le vie nasali, la co-espressione dell'ormai noto recettore ACE2, sia

nel polmone che nel sistema nervoso, come recettore per il Covid-19.

In questo senso si potrebbe aprire la catena di fenomeni infiammatori

che possono in qualche modo coinvolgere anche il sistema nervoso.

Ciò che i neurologi sospettano è che il coronavirus, in taluni casi

complicati, non esaurisca il suo danno nella malattia acuta, ma

possa invece avere conseguenze sul sistema nervoso a distanza

di tempo, come del resto capita anche con altre tipologie di virus.

"La patologia cerebrovascolare nel Covid-19 - spiega Vincenzo Silani,

ordinario di neurologia dell'Università di Milano e direttore della UO

di Neurologia dell'Irccs Istituto Auxologico Italiano di Milano -

come la patologia del nervo periferico deve essere reinterpretata

e vi è una reale possibilità che i pazienti affetti da Covid-19 debbano

essere seguiti nel tempo per escludere la possibilità di complicanze

tardive, in particolare di malattie neurodegenerative.

I pazienti riferiscono spesso mialgie (cioè dolori muscolari)  ed

anche il muscolo scheletrico potrebbe rivelare qualche sorpresa

nel corso del tempo".

Il rischio di quadri specifici

Sia pure rarissimamente, in Italia sono stati descritti quadri di 

sindrome di Guillain Barré in pazienti con Covid-19 ricoverati in

diversi ospedali.

Questa patologia porta alla carenza di attività dei neuroni che

coordinano i muscoli, impedendo che alcuni gruppi muscolari si

contraggano normalmente e  può essere dovuta a una difficoltà

di trasmissione del segnale elettrico attraverso le cellule nervose.

"Riconoscere precocemente questa sindrome nei pazienti affetti

da Covid-19 è molto importante, sia perché la debolezza della

muscolatura respiratoria può ulteriormente compromettere la

funzione respiratoria dei pazienti già affetti da polmonite, sia perché

spesso il deficit può migliorare molto, fino alla regressione, con

terapie specifiche" - segnala Massimo Del Sette, vicepresidente d

ella Società Italiana di Neurologia.

"In questi mesi di pandemia e dalle esperienze dei medici cinesi

abbiamo appreso che il virus è in grado, attraverso differenti

meccanismi patogenetici, di presentarsi anche con manifestazioni

neurologiche che vanno riconosciute e diagnosticate per tempo con

gli strumenti appropriati (visita specialistica neurologica,

elettroencefalogramma, esame del liquor, risonanza magnetica

dell'encefalo), anche per finalizzare ed orientare correttamente

le terapie".

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