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Post n°3099 pubblicato il 16 Giugno 2020 da blogtecaolivelli
Fonte: articolo riportato dall'Internet INCONTRI SUL FIUME SILE - TERZA PUNTATA Campi chiusi, un paesaggio antico da tutelare PAOLO ROCCAFORTE15 NOV 2016
Un ambiente caratteristico presso le sorgenti del Sile è quello dei cosiddetti campi chiusi o prese, un paesaggio agrario antico e ormai raro, un vero e proprio elemento di archeologia del paesaggio rurale, ovvero di situazioni letteralmente assimilabili a paesaggi agrari di tipo medioevale, attualmente estinti nella devastata campagna del Veneto industrializzato. È formato da prati stabili, ossia prati che subiscono un certo numero di falciature all'anno, delimitati da siepi e alberate spontanee che crescono lungo le sponde di fossi e scoline perimetrali, che in primavera e in estate sono un sicuro rifugio per numerose specie di animali. Nei tempi passati, durante l'inverno si allagavano i prati sbarrando gli scoli e si praticava la cosiddetta irrigazione termica. Infatti, l'acqua - più calda dell'aria - proteggeva il manto erboso dalle basse temperature. All'occorrenza l'allagamento si eseguiva anche in estate, in modo da mantenere umido il suolo nei mesi più caldi. La costante presenza dell'acqua, unita all'effetto ombreggiante delle piante ad alto fusto, manteneva un microclima che permetteva di effettuare anche cinque tagli di foraggio all'anno. La sistemazione a campi chiusi, oggi di pregevole valore paesaggistico e storico, un tempo interessava un'area di notevole estensione. Attualmente, a causa della conversione dei prati in coltivi, i campi chiusi si osservano solo in superfici di pochi ettari. Il livello di alterazione del tessuto paesaggistico, infatti, ha portato a una progressiva frammentazione degli spazi peculiari del paesaggio agrario. Nonostante queste modifiche, nella zona la destrutturazione dell'ecosistema della campagna non è stata completa. Oltre ai campi chiusi, si sono mantenute superfici coltivate, di dimensioni contenute e bordate anch'esse da siepi ed alberate, e nei vigneti sono ancora diffusi i tutori vivi, come salici o gelsi, connotando senza dubbio un paesaggio agrario appartenente al passato, legato ad una tradizione colturale in corso di estinzione. La sua valenza ecologica, tuttavia, è di notevole interesse, in particolare per la fauna; infatti, la campagna alberata possiede una grande ricettività faunistica, offrendo importanti opportunità d'habitat e fonti alimentari agli animali selvatici.
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