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Messaggi di Dicembre 2019
Post n°2456 pubblicato il 24 Dicembre 2019 da blogtecaolivelli
Fonte:Archeonews 23 settembre 2019 La scoperta risale a quasi settant'anni fa, ma le sorprese non sono ancora finite. Siamo nei pressi del villaggio di Vix, sul Mont Lassois vicino a Châtillon-sur-Seine, nel cuore della regione francese della Borgogna. È il lontano inverno del 1953 quando a tornare alla luce è nientemeno che la tomba di una principessa celtica (VI sec. a. C.) praticamente intatta. I primi scavi Le prime segnalazioni di uno strano dosso nel terreno e un'insolita concentrazione di ghiaia erano giunte da alcuni operai della zona. La conferma che si trattasse di qualcosa di ec- cezionale arrivata grazie all'archeologo autodi- datta René Joffroy che aveva dato ufficialmente inizio agli scavi. Sotto il terreno c'era una camera sepolcrale di legno circondata da quattro ruote di carro. Al centro, sui resti della carrozza, giaceva una donna sui quarant'anni riccamente decorata con un bracciale in oro, fibule di bronzo e oro, corallo e ambra. In un angolo della tomba gli archeologi scoprirono un gigantesco cratere greco di bronzo (540-530 a.C.) abbellito con opliti, cavalli e carri. Le anse decorate con gorgoni e leoni rampanti. Dello straordinario corredo facevano parte anche una patera d'argento, un ainochoe (vaso simile una brocca) e un bacile di bronzo. Ritorno sul sito Dagli anni Sessanta a oggi molto si è detto e scritto sul sito di Vix. Fino alla recente decisione di tornare a scavare: le ricerche, appena partite, sono condotte dal CNRS/Université de Bourgogne-Franche-Comté, sotto la direzione dell'Inrap e la collaborazione del laboratorio archeologico ARTEHIS. Luogo di potere e di élites La tomba in questione fu edificata a valle, ai piedi del Mont Lassois, un promontorio fortificato con bastioni affacciato sulla Senna. Sulla sua sommità gli archeologi hanno portato alla luce un insediamento probabile sede della locale aristocrazia e composto da edifici absidat i e granai. Il tumulo tombale di grandi dimensioni e ricoperto di pietre fu progettato per essere ben visibile anche da lontano e celebrare così per sempre la memoria della Signora. Ritorno a... Vix Oggi si torna sullo scavo utilizzando le più moderne tecnologie tra cui i droni, gli studi fotogram- metrici e l'elaborazione di modelli tridimensionali. Tra le molte domande rimaste in sospeso, una su tutte: è possibile che esista una seconda camera sepolcrale? Nel frattempo alcune novità arrivano dai sondaggi che si stanno effettuando su ciò che resta del tumulo funerario. Analisi sul monumento funebre Poco si sapeva fino a oggi riguardo alla struttura funeraria in sé. Recenti indagini geofisiche hanno ipotizzato che tipo di aspetto dovesse avere in origine: il tumulo, di quaranta metri di diametro, era composto da un mix di terra e pietre di vario genere. Alcuni blocchi particolarmente grandi e ben visibili lungo il perimetro della struttura non provenivano da montagne vicine; erano dunque stati scelti e trasportati per l'occasione. Il monumento, pensato per l'eternità, fu distrutto in realtà poco tempo dopo la sua costruzione. Il tumulo, volutamente spianato, fu reso invisibile agli occhi dei più permettendo alla sepoltura di arrivare intatta fino ai giorni nostri. Nuovi reperti e ... indizi In cima a quello che resta del tumulo, una sorta di cappello di ghiaia delimitava l'ubica- zione della camera sepolcrale. Sulla sua superficie gli archeologi hanno rinvenuto dei piccoli chiodi di bronzo probabil- mente facenti parte degli ornamenti del carro. Al di là del valore intrinseco rappresentano i primi indizi sul fatto che tanto ancora rimane da scoprire. |
Post n°2455 pubblicato il 24 Dicembre 2019 da blogtecaolivelli
Fonte: Focus Una "Stonehenge" spagnola riemerge dalle acque.Sensa zionale scoperta
17 settembre 2019 Sensazionale scoperta Uno straordinario complesso megalitico riemerge dalle acque del fiume Tago, in Spagna, grazie a un'eccezionale siccità, dopo essere rimasto sommerso per quasi sessant'anni. Risalente all'età del Bronzo, il sito prontamente ribattezzato "Stonehenge spagnola" - perché molto simile al suo omologo inglese situato nella contea del Wiltshire - è composto da ben 144 monoliti di granito posizionati verticalmente, con una camera ovale di cinque metri di diametro e un corridoio di ventun metri di lunghezza. Per colpa di una diga Il complesso, conosciuto come "Dolmen de Guadalperal" si trova nei pressi della città di Peraleda de la Mata nel territorio del comune di El Gordo, nel cuore dell'Estremadura. Scoperto nel 1925 dal geologo e archeologo tedesco Hugo Obermaier, il sito venne sommerso nel 1963 dalle acque del lago di Valdecañas, un bacino artificiale fatto realizzare da Francisco Franco, a seguito della costruzione dell'omonima diga. Adesso per la prima volta il complesso megalitico è visibile nella sua interezza e c'è chi ipotizza che potrebbe non essere l'unico di quel periodo nascosto sotto le acque paludose venutesi a creare dopo la costruzione di opere idrauliche da parte del franchismo. Un faro sul Neolitico Questo ritrovamento costituisce una grande occasione per studiare il patrimonio megalitico del paese. Inoltre la presenza di un dolmen è indice dell'esistenza di monumenti più grandi o addirittura di insediamenti. Nonostante si sappia poco delle comunità neolitiche che abitavano in questa zona del Tago, gli archeologi reputano che fossero solite insediarsi nei pressi delle rive dei fiumi, soprattutto lungo il loro corso principale. Perché fu costruito? Il complesso megalitico potrebbe essere servito per vari scopi ovvero sia come calendario solare sia come luogo di sepoltura collettivo a cielo aperto. Gli archeologi hanno notato inoltre che su uno dei megaliti è inciso un serpente stilizzato, simbolo di protezione usato dalle antiche popolazioni iberiche, oltre a essere considerato una sorta di guardiano della zona sacra. E ancora, uno dei dolmen mostra una linea sinuosa che, in base ai dati raccolti da Obermaier, potrebbe essere una delle prime mappe della cartografia europea e poteva servire a navigare lungo il fiume Tago. Se ciò fosse confermato, sarebbe una delle mappe più antiche del mondo. Dalle vicine montagne... La datazione al radiocarbonio ha rivelato che il Dolmen de Guadalperal risale a 5000-4000 anni fa, e ciò lo collega curiosamente alla storia della Stonehenge inglese, composta da 93 pietre monolitiche, note come sarsen e bluestones: le prime, di dimensioni maggiori furono trasportate dalle Marlborough Downs, mentre le bluestones (così chiamate, perché se bagnate diventano blu) provenivano dalle Preseli Hills, nel Galles sudoccidentale. Corsa contro il tempo L'associazione culturale Raíces de Peralêda, ha lanciato una petizione online per far rimuovere il monumento dalla palude e valorizzarlo prima che venga nuovamente sommerso dalle acque. Le pietre di granito sono molto porose e si crepano facilmente. Solo una corsa contro il tempo potrà preservare un patrimonio che già mostra chiari segni di deterioramento. |
Post n°2454 pubblicato il 24 Dicembre 2019 da blogtecaolivelli
Fonte: Focus Piroga e giogo preistorici Importante scoperta in Lombardia 26 luglio 2019 Importante scoperta in Lombardia Un giogo e una piroga scavata nel tronco di una grande quercia, risalenti a circa 4.000 anni fa: sono questi gli ultimi reperti in legno rinvenuti nella campagna di scavo dell'Università degli Studi di Milano presso la palafitta preisto- rica di Lavagnone (Desenzano del Garda-Lonato, Bs). Il sito palafitticolo dell'età del Bronzo (2200-1200 a.C.), dal 2011 incluso nel patrimonio Unesco, non è nuovo alle grandi scoperte: famoso il ritrovamento degli scorsi anni Settanta di uno degli aratri più antichi al mondo, ora esposto presso il Museo Civico Archeologico "G. Rambotti" di Desenzano del Garda. Le ricerche dirette da Marta Rapi I reperti dei recenti scavi dell'Università degli Studi di Milano sono davvero eccezionali, come sottolinea Marta Rapi, docente di Preistoria e Protostoria presso il Dipartimento di Beni culturali e ambientali che dirige il progetto di ricerca con la partecipazione degli studenti del corso di laurea in Archeologia e della Scuola di specializzazione in Beni archeologici: «Per quanto riguarda la piroga, sono stati trovati due segmenti di monossile; forse formavano lo stesso natante che è stato intenzionalmente tagliato a metà e deposto in verticale tra i pali di fondazione delle abitazioni palafitticole. All'interno di uno scafo abbiamo trovato un'altra sorpresa: un lungo bastone, l'ipotesi è che possa essere un remo. Il giogo invece era a poca distanza, deposto sul fondo dell'antico lago intero e mai utilizzato, forse un'offerta alle acque». Per garantirne la conservazione, i reperti sono stati immersi in una vasca con acqua appositamente allestita a Milano presso il Laboratorio di restauro del legno bagnato della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Como, Lecco, Sondrio e Varese e a breve inizierà il restauro. Si tratta di un lungo percorso: il primo passo è il consolida- mento per impregnazione con una resina a base di glicole di polietilene (P.E.G.), che impiega molti mesi, poi l'essiccazion e e infine il restauro vero e proprio.
impegnati negli scavi a Lavagnone. |
Post n°2453 pubblicato il 11 Dicembre 2019 da blogtecaolivelli
04 novembre 2019Comunicato stampa Mad for Science 2020: ancora 15 giorni per le candidature© Agf/Zeljko Dangubic Ha preso il via la quarta edizione del concorso Mad For Science (e seconda edizione a livello nazionale). Sono già quasi 100 le richieste di iscrizione pervenute a oggi. Il 18 novembre il termine ultimo per presentare la propria candidatura. 75mila euro al primo team classificato Mancano meno di 3 settimane alla scadenza del termine per presentare la propria candidatura alla seconda edizione nazionale del Mad For Science, il concorso promosso da DiaSorin rivolto ai licei scientifici di tutta Italia. scientifici, provenienti da 17 regioni su 20. Per il 13% le candidature provengono dal Piemonte, che già conosce e apprezza questa iniziativa dal 2017, a pari merito con la Lombardia, seguiti dal Lazio con l'11%, dalla Campania con il 10% e dal Veneto con l'8%. Seguono Sicilia, Puglia, Umbria e Emilia Romagna con il 6%, Calabria con il 5%, Toscana e Sardegna con il 4%. Chiudono Marche e Basilicata con il 2%, Abruzzo, Molise e Trentino Alto Adige con l'1%. scade il prossimo 18 novembre. Come noto i Licei in gara concorreranno per aggiudicarsi un premio in denaro da 75mila euro da investire nell'implementazione del laboratorio di scienze del proprio istituto. dei Licei scientifici a ideare 5 esperienze didattiche di laboratorio coerenti con gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile dell'Agenda 2030 promossa dall'ONU, e progettarne l'implementazione nel laboratorio scientifico della scuola. I temi selezionati in questa edizione di Mad for Science dal titolo "Mens sana in corpore sano" sono quelli inerenti al tema della fame nel mondo (SDG 2), a quello della salute e del benessere (SDG 3) e alla gestione sostenibile dell'acqua e dei servizi igienico-sanitari (SDG 6). liceo dovrà seguire le istruzioni di candidatura presenti sul sito www.madforscience.it entro il 18 novembre 2019, inviando la propria scheda di progetto con il concept del percorso laboratoriale che si intende sviluppare. scientifico valuterà le schede di progetto pervenute e selezionerà le 50 candidature migliori entro il 28 novembre 2019. I progetti completi dei 50 Licei che accederanno alla seconda fase del concorso dovranno essere inviati entro e non oltre il 3 aprile 2020. Entro il 24 aprile 2020 un Comitato appositamente costituito da DiaSorin selezionerà, a proprio insindacabile giudizio, le 8 proposte progettuali più interessanti. Gli 8 team finalisti presenteranno i loro progetti in occasione della Mad for Science Challenge 2020, che avrà luogo a Torino di fronte a una Giuria composta da professionisti della comunicazione ed esponenti della comunità scientifica, che eleggerà i vincitori. l'implementazione del biolaboratorio (per un valore massimo rispettivamente di 50.000 e 25.000 euro) e la fornitura dei relativi materiali di consumo (fino a un massimo rispettivamente di 5.000 e 2.500 euro all'anno per 5 anni a partire dall'anno 2019). La Giuria, in questa edizione, assegnerà anche il Premio Ambiente al team che - tra gli 8 finalisti - si dimostrerà capace di integrare il concetto di ecosostenibilità e tutela dell'ambiente all'interno di una o più esperienze laboratoriali e dimostrerà il miglior approccio scientifico rivolto all'educazione ambientale. Il premio consiste nell'assegnazione di 10.000 euro per l'acquisto di materiale vario da laboratorio. rivedere il timing del concorso. Questo per permettere agli studenti e ai docenti di pianificare al meglio il loro progetto ed integrare questo impegno con il normale flusso di studio. " ha ricordato Carlo Rosa, Amministratore Delegato DiaSorin. state vinte dall'IIS Nicola Pellati (indirizzo liceo scientifico Galileo Galilei) di Nizza Monferrato, dall'Istituto Statale Augusto Monti di Asti e dal Liceo Scientifico Ariosto Spallanzani di Reggio Emilia. al sito www.madforscience.it |
Post n°2452 pubblicato il 11 Dicembre 2019 da blogtecaolivelli
Fonte: Internet 10 dicembre 2019 Mad for Science 2020: ecco i 50 candidati, al via la seconda fase del concorsodi Giulia Alice Fornaro© iStock/Halfpoint scientifici che passeranno alla seconda fase di Mad for Science, il concorso che premia le migliori proposte didattiche in linea con gli Obiettivi ONU per la sostenibilità. La novità di quest'anno è un corso gratuito per i docenti degli istituti premiati sull'utilizzo degli strumenti di laboratorio acquistati Dalla crisi climatica, all'inquinamento atmosferico e ambientale, dai rischi per la biodiversità di terra, aria e acqua allo sviluppo di patologie connesse alle condizioni ambientali. Riequilibrare il rapporto tra essere umano e ambiente è soprattutto una sfida per il futuro di tutta l'umanità. italiana leader nella diagnostica in vitro, con il concorso Mad for Science parte dai giovani: 50 licei scientifici provenienti da 17 regioni italiane, selezionati tra oltre 160 candidati, possono ora passare alla fase successiva del concorso che sfida una squadra di cinque studenti e un docente per ogni istituto a ideare una serie di esperienze didattiche di laboratorio coerenti con gli Obiettivi 2, 3 e 6 per lo Sviluppo Sostenibile (SDG) dell'Agenda ONU 2030 e progettarne l'implementazione nel laboratorio scientifico della scuola. edizione di Mad for Sciencepropone un focus sugli SDG relativi al tema della fame nel mondo (SDG 2), a quello della salute e del benessere (SDG 3) e alla gestione sostenibile dell'acqua e dei servizi igienico-sanitari (SDG 6). dal sud Italia, di cui sette dalla Campania. Dal centro provengono in otto e dal nord i restanti 22. "Una conferma che aver esteso il concorso dal Piemonte a tutta Italia è stata una mossa vincente", dichiara Carlo Rosa, Ceo di DiaSorin. proposte che conterranno cinque esperienze didattiche di laboratorio e la descrizione dettagliata del progetto di implementazione e aggiornamento del laboratorio scolastico. E se tutti i 50 istituti riceveranno l'abbonamento di un anno a "Le Scienze" a partire da settembre 2020, a fine aprile verranno comunicati gli 8 finalisti che presenteranno i loro progetti a Torino, nella seconda metà di maggio, durante la Mad for Science Challenge 2020. euro per implementare il biolaboratorio dell'istituto e 25mila euro di materiali di consumo nei cinque anni successivi, mentre il secondo si aggiudicherà rispettivamente 25mila e 12,5mila euro. E se lo scorso anno il premio speciale di 10mila euro era per la comunicazione quest'anno il focus è sull'ambiente e andrà al team che si dimostrerà capace di integrare il concetto di ecosostenibilità e tutela dell'ambiente in una o più esperienze laboratoriali. anche premiata la passione con cui il corpo docente accompagna i ragazzi in questo percorso. Le docenti e i docenti vincitori delle tre edizioni precedenti di Mad For Science avranno l'opportunità di partecipare gratuitamente, insieme ai colleghi di scienze del proprio istituto, a un corso di forma- zione per garantire un uso ottimizzato dei nuovi strumenti dei laboratori finanziati dal premio. Organizzato da DiaSorin in collaborazione con IFOM nell'ambito del programma YouScientist il primo corso si terrà il 6 e 7 febbraio 2020 presso la sede di IFOM a Milano e prevede attività di laboratorio di microbiologia e biologia molecolare dedicando un ampio spazio al tema della sicurezza in laboratorio. |
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