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Messaggi del 16/09/2017
Post n°1466 pubblicato il 16 Settembre 2017 da blogtecaolivelli
articolo da Internet Estinzione di massa: scoperto il segreto per sopravvivere Sopravvivere ad un'estinzione di massa: i segreti dei terapsidi, gli antenati dei mammiferi. AMBIENTE Angelo Petrone 0 6:30 8 aprile 2016 In un'epoca lontanissima, risalente all'incirca a 250 milioni di anni fa, alcuni vulcani in Siberia diedero il via ad una serie di eruzioni proiettando nell'atmosfera miliardi di tonnellate di carbonio. Un evento dalla portata immane che ebbe ricadute pesantissime sul nostro pianeta con estinzioni di massa. Milioni di esseri viventi perirono per lo sconvolgimento dell'atmosfera e dell'ecosistema nell'ambito di un evento conosciuto come l'Estinzione del Permiano Triassico. Ma alcuni esseri viventi riuscirono a sopravvivere: si tratta di un antichissimo ordine di rettili denominato terapsidi. Conosciuti come gli antenati dei mammiferi, i terapsidi erano caratterizzati da dimensioni molto ridotte ed un'aspettativa di vita limitata. Estinzione di massa: scoperto il segreto per sopravvivere Fonte: Wikipedia Proprio quest'ultimo aspetto, secondo uno studio realizzato da Adam Huttenlocker del Natural History Museum of Utah, avrebbe determinato la sopravvivenza di questi animali in una delle più grandi estinzioni di massa della storia. La breve vita dei terapsidi avrebbe permesso di raggiungere prima l'età dell'accoppiamento insieme ad un migliore adattamento alle condizioni, davvero difficili, che il mondo stava attraversando. Una particolare categoria di terapsidi, noti come Lystrosaurus, durante il periodo dell'estinzione conobbero, inoltre, una diminuzione delle proprie dimensioni passando da due metri alla grandezza di un cane. |
Post n°1465 pubblicato il 16 Settembre 2017 da blogtecaolivelli
articolo da Internet Asteroide che ha causato l'estinzione dei dinosauri, ha inizio lo studio del cratere Ha inizio lo studio del createre generato dall'asteroide che si pensa possa aver causato l'estinzione dei dinosauri AMBIENTE Rinaldo Cilli 0 7:15 9 aprile 2016 Sta per iniziare uno studio assolutamente senza precedenti del cratereChicxulub (Messico), il luogo ove cadde l'asteroide che potrebbe aver causato l'estinzione dei dinosauri. La missione sta per avere inizio; la nave Mirto, cui viaggiano numerosi scienziati provenienti da svariate parti del mondo (Stati Uniti, Regno Unito, Messico) ha già raggiunto il luogo ove nel corso di questa settimana verrà effettuata la perforazione del cratere. La nave, che funzionerà anche come piattaforma per gli scavi, è caratterizzata da tre appoggi sul fondo dell'oceano poco a nord della città di Merida, 30 km al largo della costa della Penisola dello Yucatan. Il compito degli scienziati è quello di perforare circa 1.500 metri nel fondo del mare e raggiungere il cuore del cratere. In un primo momento i ricercatori dovranno attraversare circa 600 metri di sedimenti oceanici che, come ribadito, hanno coperto la zona nel corso degli ultimi 66 milioni di anni (dal momento in cui avvenne l'impatto dell'asteroide sulla Terra). Dovranno poi scavare altri 900 metri nel cratere stesso ed estrarre un unico materiale che non è mai stato osservato prima d'ora dagli esseri umani. Asteroide che ha causato l'estinzione dei dinosauri, ha inizio lo studio del cratere Con questi campioni gli scienziati sperano di ottenere due risposte principali ed importanti: per prima cosa si potrà conoscere quella che è l'entità dell'impatto di un corpo celeste avente un diametro di circa 18 km e calcolare altresì quanta materia è stata sollevata in aria dopo l'impatto. Secondo una recente ipotesi queste rocce sono rimaste per anni intrappolate nella stratosfera, bloccando i raggi del sole e causando un raffreddamento climatico estrameente notevole (che avrebbe poi causato l'estinzione dei dinosauri). I ricercatori stimano che la perforazione avrà una durata di due mesi e i lavori dovebbero concludersi entro fine Giugno (prima dell'inizio della stagione degli uragano nella zona). Secondo recenti studi il cratere ha una larghezza di circa 100 km e una profondità di 30 km, anche se il limite potrebbe essere addirittura di 200 km. |
Post n°1464 pubblicato il 16 Settembre 2017 da blogtecaolivelli
articolo da Internet Marte, scoperto un cratere contenente ghiaccio Una notevole quantità di ghiaccio potrebbe essere presente sotto la superficie di un enorme cratere su Marte. ASTRONOMIA Angelo Petrone 0 1:52 1 settembre 2015 Marte non finisce mai di stupire. Un enorme cratere dalle dimensioni pari alla California ed al Texas insieme, è stato scoperto dal Mars Reconnaissance Orbiter. Ma se la presenza di una formazione di simili dimensioni non è del tutto nuova al pianeta rosso, l'esistenza di un'enorme quantità di ghiaccio ad una profondità davvero ridotta al di sotto della superficie, potrebbe rappresentare una scoperta del tutto nuova. Marte, scoperto un cratere contenente ghiaccio L'esistenza del prezioso elemento, appena al di sotto della superficie, ha sorpreso gli studiosi che non si aspettavano il ghiaccio ad una tale profondità. E' di 39,6 metri lo spessore di questo enorme ammasso di ghiaccio, una quantità davvero notevole. Non è di certo la prima volta che viene rinvenuto il ghiaccio su Marte, una presenza largamente testimoniata ai poli, ma la scoperta degli scienziati smentisce varie teorie che indicavano la presenza dell'acqua allo stato solido solo a vari chilometri al di sotto della superficie; l'ulteriore conferma di come il pianeta rosso possa riservare ancora tante sorprese. |
Post n°1463 pubblicato il 16 Settembre 2017 da blogtecaolivelli
da Internet Marte: Phobos e Deimos create da un gigantesco asteroide? Secondo un gruppo di ricercatori Phobos e Deimos sarebbero state create dall'impatto su Marte di un gigantesco asteroide ASTRONOMIA Rinaldo Cilli 0 8:48 9 aprile 2016 Un gruppo di ricercatori ritengono assai probabile che Phobos e Deimos, le due lune di Marte, si siano formate a seguito dell'impatto si un gigantesco asteroidesul Pianeta Rosso. Le simulazioni hanno mostrato un oggetto con più o meno la massa di Plutone che avrebbe gettato in orbita parte della massa del Pianeta Rosso; Julien Salmon del Southwest Research Institute di Boulder, in Colorado, ha rivelato la sua teoria al Lunar and Planetary Science Conference a The Woodlands, i n Texas. Se le lune erano asteroidi avrebbero orbite assai meno regolari, riferiscono i ricercatori. Ora Salmon e il suo collega Robin Canup hanno adattato alcuni modelli utilizzati per studiare la formazione della Luna, anch'essa pensata come il risultato dell'impatto di un asteroide sulla Terra; su Marte, in particolar modo, l'intensa collisione avrebbe gettato enormi quantità di massa in orbita e il bordo del disco avrebbe raggiunto una distanza di circa 24.000 chilometri, la stessa distanza ora occupata da Deimos. " C'è l'idea che Phobos e Deimos siano gli unici due superstiti di un'intera 'popolazione di asteroidi', riferisce Salmon. Marte: Phobos e Deimos create da un gigantesco asteroide? "Un oggetto così grande che colpisce Marte può spiegare alcune altre misteriose caratteristiche che osserviamo tutt'ora, come la rotazione relativamente veloce del Pianeta e le grandi differenze di altezza media superficiale tra l'emisfero settentrionale e quello meridionale" conclude Salmon. C'è da dire, tuttavia, che a differenza della nostra Luna il satellite principale di Marte (Phobos) si sta muovendo sempre più vicino al Pianeta 'genitore', che viene inesorabilmente spinto verso il basso; questa marea gravitazionale sta aprendo profondi solchi sulla superficie di Phobos, dalle dimensioni davvero incredibili (100-200 metri di larghezza, 10-30 metri di altezza). Qualcosa di molto simile potrebbe accadere, ad esempio, anche alla luna di Nettuno, Tritone, che sta perdendo anch'essa l'orbita e presenta solchi piuttosto marcati sulla superficie. |
Post n°1462 pubblicato il 16 Settembre 2017 da blogtecaolivelli
Il rivestimento di flavonoidi renderebbe le campanule capaci di resistere anche alle radiazioni più potenti. I risultati della ricerca. ASTRONOMIA Angelo Petrone 0 20:54 4 maggio 2017 Le condizioni ambientali su Marte sono proibitive per gli uomini, ma non per lecampanule. A rivelarlo è una ricerca condotta dal biologo dell'Istituto Nazionale di Ricerca Agronomica francese David Tepfer e da Sydney Leach, un fisico dell'Osservatorio di Parigi. In pratica, secondo gli esperti, i semi di questi fiori sarebbero capaci di resistere alle radiazioni ultraviolette dei viaggi i nterplanetari. Tutto ciò sarebbe possibile grazie ad una massiccia quantità di antiossidanti in grado da fungere da "scudo". Ma è la scienza, ancora una volta, a tentare di copiare la natura. Gli studiosi, infatti, ritengono di poter realizzare degli integratori per astronauti e animali in grado di proteggere il corpo nei viaggi spaziali. Gli studiosi hanno esposto a quantità crescenti di raggi ultravioletti diversi tipologie di semi, tra cui quelli del tabacco, Arabidopsis, oltre alle campanule, già conosciuti per la notevole capacità di sopravvivere nel terreno anche per oltre cinquantanni. I risultati hanno confermato l'estrema resistenza dellecampanule che sono state in grado di germogliare anche dopo la massiccio irradiazione dei raggi Uv, superiore a sei milioni di volte quella utilizzata dagli esperti per rendere l'acqua sterile. Il "segreto" del successo è il rivestimento di flavonoidi, una potente sostanza antiossidante, che consente ai semi di resistere a condizioni così estreme. |
Post n°1461 pubblicato il 16 Settembre 2017 da blogtecaolivelli
Enorme nube di gas rovente scoperta nello spazio Una nube di gas è stata scoperta dagli esperti poco lontano dall'ammasso galattico Perseo. Le caratteristiche della formazione. ASTRONOMIA Angelo Petrone 0 19:33 5 maggio 2017 Un'enorme onda di gas calda è stata scoperta da un team di ricercatori guidati dal Goddard Space Flight Center della NASA. Si tratta di una formazione dalle dimensioni davvero spaventose collocata poco lontano dall'ammassogalattico di Perseo, ad una distanza di 240 milioni di anni luce. Un'estensione pari al doppio di quella della Via Lattea caratterizza la formazione che è stata individuata grazie ad alcune foto a raggi-X dell'ammasso di Perseo, un enorme gruppo di galassie. Nel corso delle rilevazioni, gli esperti hanno scoperto una spaventosa protuberanza poco lontano dalla galassia, una formazione che, fin da subito, è apparsa poco chiara. Enorme nube di gas rovente scoperta nello spazio Attraverso la combinazione delle immagini del telescopio Chandra X-ray Observatory, alcune simulazioni realizzate al computer ed i dati radio del Very Large Array, gli studiosi scoperto la natura dell'enorme onda di gas. L'altissima temperatura sarebbe stata prodotta, molto probabilmente, da un evento catastrofico avvenuto miliardi di anni fa. In pratica, secondo le prime ipotesi, l'ammasso di Perseo si sarebbe scontrato, in un lontano passato, con un altro cluster più piccolo provocando una fusione di gas di differenti nature e temperature: l'evento avrebbe, così, innescato la nascita dell'onda di gas. I dati della scoperta sono stati resi noti sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society. |
Post n°1460 pubblicato il 16 Settembre 2017 da blogtecaolivelli
Giove non è quello che ci aspettavamo: i dati della sonda Juno Le informazioni della sonda Juno della NASA hanno rivelato caratteristiche di Giove ben differenti dalle aspettative. ASTRONOMIA Angelo Petrone 0 10:27 8 maggio 2017 La sonda Juno, in questi giorni in orbita intorno a Giove, ci ha mostrato lo spaccato di un pianeta che si discosta non poco dalle nostre aspettative. Sono davvero tante le caratteristiche che il gigante gassoso ha mostrato agli occhi della Juno Cam e dei vari strumenti di rilevazione. Tra i vortici che spirano sulpianeta, la sonda ha rivelato uno spesso strato di ammoniaca posizionato lungo la fascia equatoriale. La sostanza, del tutto assente nel resto dell'atmosfera, si espande in profondità fino a 300 chilometri al di sotto delle nubi. Giove non è quello che ci aspettavamo: i dati della sonda Juno Ma sono le profondità di Giove a stupire gli esperti. Se fino a poche settimane fa era convinzione comune che il pianeta fosse avvolto da uno strato di idrogenocon piogge di elio posizionato su uno strato di idrogeno metallico ed infine un nucleo di solido, ora alla luce dei dati, sembra che i vari strati si succedano con una significativa disomogeneità. Il nucleo, inoltre, sembra essere di natura fluida. Insomma molte ipotesi del passato hanno trovato una secca smentita dai dati prodotti della sonda Juno rivelando un gigante gassoso diverso dalle aspettative. E non finisce qui: il 19 maggio la sonda analizzerà la grande macchia rossa, l'imponente vortice che da secoli sconvolge l'atmosfera del pianeta con nuove possibili sorprese. |
Post n°1459 pubblicato il 16 Settembre 2017 da blogtecaolivelli
Spazio, le quattro tecnologie che cambieranno il mondo nei prossimi anni Dalla modifica della traiettoria di un asteroide al viaggio nello spazio ad una velocità cinque volte superiore al suono; ecco le tecnologie in grado di cambiare le nostra vita ASTRONOMIA Angelo Petrone 0 16:15 9 settembre 2015 Quattro innovazioni in grado di modificare radicalmente l a vita di tutti gli uomini. E' nel laboratorio dell'agenzia aerospaziale e della difesa Lokheed Martin a Palo Alto, in California che si stanno sviluppando queste speciali tecnologie. Un nuovo sistema di mappatura di fulmini e tempeste dovrebbe essere lanciati nel corso dell'anno prossimo. Si tratta di un dispositivo in grado di prevedere in maniera estremamente precisa l'arrivo di uragani e tempeste aiutando gli aerei a modificare le rotte. Ma una delle tecnologie più interessanti è senza dubbio quella che permetterà di scattare foto agli estremi confini dell'Universo. Spazio, le quattro tecnologie che cambieranno il mondo nei prossimi anni Tutto ciò sarà possibile grazie alla NIRcam, una particolare camera in grado di individuare oggetti dalla luminosità quasi impercettibile. Il dispositivo sarà in grado di aiutare nella comprensione della materia oscura. Viaggiare a 25 mila miglia all'ora potrebbe essere alla portata dell'uomo ad una delle tecnologie sviluppate da Lockheed Martin. Questa funzione potrebbe permettere di raggiungere Londra dall'Australia in meno di un'ora. Evitare l'impatto con un'asteroide sarà possibile grazie agli studi con gli scienziati della NASA. Una speciale sonda sarà presto inviata su Osiris-Rex per carpirne il funzionamento dell'orbita e come essa possa essere modificata. |
Post n°1458 pubblicato il 16 Settembre 2017 da blogtecaolivelli
ASTRONOMIA Angelo Petrone 0 18:16 6 settembre 2016 Si trova in una posizione quasi perennemente all'ombra ed a ridosso di una roccia. Il lander Philae dell'Esa è stato finalmente ritrovato dalla sonda Rosetta. Dopo un mese dalla scomparsa del dispositivo le ricerche hanno portato finalmente al tanto sospirato ritrovamento, anche se sarà i mpossibile riportare in attività i vari dispositivi. La scoperta è avvenuta grazie ad una serie di foto realizzate ad una distanza relativamente ravvicinata (2,7 chilometri di altezza). L'immagine, catturata lo scorso due settembre, non lascia spazio al dubbio: l'aggeggio ripreso nella foto è Philae. Rosetta ritrova Philae, il lander scomparso tra le rocce della cometa Nell'immagine è possibile intravedere le parti inferiori del lander che fungevano da "zampe". La posizione, particolarmente sfavorevole, ha impedito il funzionamento dei pannelli solari lasciando il dispositivo senza energia. Era il 13 novembre del 2014 quando Philae aveva messo "piede" sulla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko perdendo la carica energetica dopo poche ore. Una serie infinita di ricerche da allora ha tentato di risalire all'esatta posizione del lander, in un'area della superficie non lontana "dall'accometaggio". Il ritrovamento è avvenuto nella zona della cometa conosciuta come Abydos che rappresenta il lobo di dimensioni minori del corpo celeste. La ricerca, intanto, ha prodotto una serie di immagini spettacolari della superficie dell'oggetto cosmico. |
Post n°1457 pubblicato il 16 Settembre 2017 da blogtecaolivelli
Spazio, scoperto il segreto delle esplosioni super luminose Le magnetar (magnetic star) sarebbero in grado di produrre esplosioni con una luminosità pari a decine di volte quella della Via Lattea. ASTRONOMIA Angelo Petrone 0 6:29 27 marzo 2016 Le esplosioni di supernove sono note per essere gli eventi più violenti e luminosi del cosmo con una luce accecante che supera di miliardi di volte quella del nostroSole. Ma se pensate che questi avvenimenti siano i più potenti, vi sbagliate. Si chiamano supernove superluminose (SLSNe) ed hanno una potenza che va dalle dieci alle cento volte quella delle supernove normalmente osservate. Il fenomeno non è ancora del tutto chiaro agli esperti che ancora non hanno ben compreso quale sia il serbatoio di tanta energia prodotta nelle esplosioni. Ma una nuova ricerca realizzata da un team di esperti argentini e giapponesi potrebbe far luce sul fenomeno. Secondo lo studio, pubblicato sulle pagine di Astrophysical Journal Letters, l'enorme potenza proverrebbe da una speciale categoria di stella di neutroni: la magnetar, sigla che sta per magnetic star. Spazio, scoperto il segreto delle esplosioni super luminose Fonte:Io9 Questa particolare tipologia di stella è caratterizzata da un campo magnetico grande diverse miliardi di volte quello del nostro pianeta ed in grado di produrre enormi quantità di raggi gamma e raggi x avvistabili anche a distanze siderali. Proprio alla categoria delle magnetar apparterrebbe ASASSN-15lhSN 2011kl, unasupernova osservata nel 2011 e capace di produrre esplosioni con emissioni di raggi gamma per una durata di oltre venti minuti, una luminosità pari a cinquecento volte quella delle "normali" supernove e venti volte quella dell'intera Via Lattea. |
Post n°1456 pubblicato il 16 Settembre 2017 da blogtecaolivelli
Attraverso un collage di oltre mille foto, gli esperti hanno riprodotto un sorvolo del gigante gassoso in un suggestivo video time-lapse. ASTRONOMIA Angelo Petrone 0 13:59 23 maggio 2017 Sorvolare Giove ed osservarne "da vicino" le particolari caratteristiche dell'atmosfera è, oggi, possibile grazie ad un video realizzato da un team di novanta astronomi. Immagini davvero suggestive quelle riprese dall'ipotetica astronave nel filmato in time-lapse. Il video è il frutto di un'approfondito collage prodotto grazie alle immagini realizzate dalla Terra grazie a strumenti di osservazione dall'incredibile potenza. Gli scatti risalgono al 2014 e sono stati realizzati da ottobre al mese di dicembre.Sono oltre mille le immagini riprese dagli astronomi ed assemblate in modo da simulare un sorvolo sul gigante gassoso fino a polo nord. Nel filmato Gioveappare inizialmente come un piccolo puntino visibile in lontananza per poi avvicinarsi. Man mano che il gigante gassoso si approssima all'osservatore appaiono le varie bande di nubi in veloce rotazione. Si distingue, in particolare, la Grande Macchia Rossa insieme ad altri vortici di dimensioni minori e gli ovali bianchi, ovvero le nubi fredde situate negli strati superiori dell'atmosfera. |
Post n°1455 pubblicato il 16 Settembre 2017 da blogtecaolivelli
Titano in arrivo nuvole di metano, i fenomeni osservati da Cassini Il satellite di Saturno, Titano, sta attraversando una nuova fase. Avvistate delle nuvole sull'emisfero nord. ASTRONOMIA Angelo Petrone 0 17:55 4 gennaio 2017 Titano è uno dei corpi celesti che sa sempre desta maggiore attenzione. La presenza di un'atmosfera, con i relativi fenomeni atmosferici, rappresenta un elemento di indubbio interesse per gli esperti, attenti ai movimenti dellecoperture nuvolose e dei venti. Naturalmente le nuvole che ricoprono i cieli della luna hanno caratteristiche differenti dalle nostre, vista al composizione di metano. Per un periodo pari a quattro anni, dal 2010 al 2014, è stata registrata una sostanziale assenza delle formazioni nuvolose. Insomma cieli tersi sulla luna, probabilmente a causa dei venti che avrebbero spazzato via le nuvole sette anni fa. Titano in arrivo nuvole di metano, i fenomeni osservati da Cassini Il fenomeno, nell'ultimo periodo, sembra essersi arrestato, ora, con il ritorno dellenuvole, soprattutto al nord. Secondo i ricercatori potrebbe trattarsi della spia che dimostra l'arrivo dell'estate su Titano. L'aumento delle temperature, infatti, è direttamente correlato alla nascita delle formazioni nuvolose. Le nuvole di metano, avvistate da Cassini, rappresentano un evento a dir poco clamoroso. A dimostrarlo sono le immagini scattate dalla sonda che mostrano significativi banchi di nubi ricoprire il Ligeia Mare, un vasto bacino di idrocarburi, secondo, per dimensioni, solo al Kraken Mare. |
Post n°1454 pubblicato il 16 Settembre 2017 da blogtecaolivelli
Spazio, un giorno sulla Terra in un video timelapse Un giorno sulla Terra visto in un video straordinario in timelapse ASTRONOMIA Rinaldo Cilli 0 8:50 1 febbraio 2016 Il satellite meteorologico Himawari-8, dotato di telecamere sofisticate ad alta definizione e ad infrarossi gestito dalla Japan Meteorological Agency, ha registrato le immagini in HD di un giorno intero sulla Terra. In un video affascinante e mozzafiato recentemente pubblicato dall'analista Charlie Loyd, si può osservare il nostro Pianeta nella giornata del 3 Agosto 2015. Il video raccoglie le intere 24 ore in un solo filmato della durata di 12 secondi; ciò è stato possibile grazie all'utilizzo dell'ormai diffusissima tecnica chiamata "timelapse", con un ingrandimento di 7.200xy che mostra in tutta la sua bellezza il lato ovest del Pacifico, l'Australia, parte dell'Asia, l'Antartide e l'Alaska. Il video è stato poi pubblicato a risoluzione ottimale sul sito Glittering blu. Iltimelapse è una tecnica ormai ampiamente utilizzata da quasi tutte le persone per preparare video di breve durata, ma che raccolgono momenti piuttosto lunghi; consiste, in particolare, nel creare un video tramite alcuni fotogrammi scattati a frequenza di molto inferiore a quella della riproduzione. |
Post n°1453 pubblicato il 16 Settembre 2017 da blogtecaolivelli
La NASA ha confermato oggi che il pianeta extrasolare Kepler-438b, considerato il gemello della Terra, in realtà sarebbe inospitale alla vita ASTRONOMIA Manuela De Quarto 0 9:35 19 novembre 2015 Kepler-438b non può ospitare la vita umana, uno studio della NASA spiega il perché. A gennaio di quest'anno, fu scoperto un pianeta extrasolare molto simile alla Terra, a circa 470 anni luce dalla Terra, nella costellazione della Lira. Il pianeta fu chiamato Kepler-438b e venne considerati un gemello della Terra, tanto da far iniziare subito un'analisi dettagliata del pianeta extrasolare. Oggi un gruppo di scienziati dell'Università di Warwick ha pubblicato il resoconto degli studi fatti, annunciando che Kepler-438b è inospitale, non ci può essere vita per come la intendiamo noi. Il pianeta Kepler-438 b è inospitale, non si tratterebbe del pianeta gemello che la NASA pensava Sembra, infatti, che il pianeta subisca forti radiazioni dalla sua stella madre, una nana rossa. Queste radiazioni, che si verificherebbe con una certa frequenza e sarebbero dieci volte più intense di quelle del nostro Sole, in poco tempo consumeranno l'atmosfera di Kepler- 438b, rendendolo inospitale. Niente paura, però, rimangono altri sette pianeti che potrebbero ospitare la vita, gli scienziati della NASA continuano fiduciosi la ricerca di un pianeta gemello. |
Post n°1452 pubblicato il 16 Settembre 2017 da blogtecaolivelli
Galassia dalla forma inedita scoperta da Hubble Scoperta, grazie ad Hubble, una galassia dalla forma irregolare da sempre considerata come una nebulosa. ASTRONOMIA Angelo Petrone 0 15:18 25 gennaio 2016 Una galassia dalla forma davvero unica è stata scoperta dal telescopio Hubble. Si tratta di una formazione del tutto speciale che, per anni, è stata considerata come una vera e propria nebulosa. Non a spirale e nemmeno ellittica, la forma dellagalassia NGC 5408, appare più unica che rara, traendo in inganno, per lungo tempo, gli osservatori. Le galassie "ribelli" caratterizzate cioè da una forma del tutto irregolare, sono circa il 25% di quelle fino ad ora osservate. Una quantità senza dubbio notevole e che provoca non pochi problemi agli esperti. Galassia dalla forma inedita scoperta da Hubble Fonte: Wikipedia La scoperta della Galassia NGC 5408 risale al 1834 quando John Herschel considerò quella nube di materiale informe come il risultato dell'esplosione di una vecchia stella. La distanza tra il nostro pianeta e la Galassia NGC 5408,posizionata all'interno della Costellazione de Centauro, è di circa 18 milioni di anni luce all'interno. L'interno della formazione è caratterizzata, inoltre, da una s ignificativa presenza di raggi X molto luminosi. |
Post n°1451 pubblicato il 16 Settembre 2017 da blogtecaolivelli
Ricostruito in laboratorio il primo fiore nato sulla Terra Le caratteristiche del primo fiore nato sul nostro pianeta 250 milioni di anni fa. Ecco com'era fatto. AMBIENTE Angelo Petrone 0 12:52 3 agosto 2017 Il primo fiore nato sul nostro pianeta è stato ricostruito da un team di botanici dell'Università Paris-Sud e dell'Università di Stirling. Anche se si tratta di un modello tridimensionale, la ricostruzione permette di risalire all'organo riproduttivo ancestrale delle Angiosperme o Magnoliofite che caratterizza le piante più evolute c on un seme protetto. Le consistenza estremamente delicata dei fiori non ha permesso agli esperti di scoprire fossili di piante esistite oltre 120 milioni di anni; ben prima dello sviluppo del prima angiosperme vissuto in un'epoca compresa tra i 250 e i 140 milioni di anni fa. Lo studio degli esperti si è dunque concentrato su una ricostruzione delle angiosperme confrontando 13.444 caratteristiche deifiori, analizzando gli elementi comuni e le differenze di oltre 800 specie. Ricostruito in laboratorio il primo fiore nato sulla Terra Studiando le numerose caratteristiche prese in esame, si è riusciti a risalite al fiore primordiale che risulta particolarmente simile alla magnolia. Il fiore, inoltre, eraermafrodita, cioè aveva sia la componente femminile, ovvero i pistilli, che gli stami, cioè quella maschile. I "petali" erano dieci e gli elementi riproduttori componevano una serie di cerchi concentrici. Si tratta di caratteristiche "più complesse" rispetto ai fiori moderni che presentano, invece, molte meno strutture di questo tipo. L'evoluzione e la "semplificazione" della struttura interna ha permesso ai fiori moderni di creare un legame più stretto con gli insetti impollinatori. Fonte: https://www.nature.c |
Post n°1450 pubblicato il 16 Settembre 2017 da blogtecaolivelli
Cinque tavolette con alcune maledizioni sono state ritrovate ad Atene, nei pressi del Pireo. ATTUALITÀ Angelo Petrone 0 6:40 6 aprile 2016 Un'antichissima usanza della Grecia antica, di cui si erano perse le tracce da secoli e che è riemersa con il ritrovamento di una serie di lapidi di marmo, era quella di scrivere delle maledizioni verso persone non gradite e sotterrarle, per meglio farle giungere agli Dei egli Inferi. Le tavolette, ritrovate già nel 2003 nei pressi del porto del Pireo, ad Atene, mostrano delle frasi davvero eloquenti. Una ricerca, pubblicata sulla rivista Live Science, ha rivelato i significati dei testi ritrovati su cinque lapidi. La prima analizzata è una maledizione di una giovane donna verso due coppie di persone, probabilmente proprietari di una taverna ad Atene. Lapidi con maledizioni: lo strano ritrovamento in Grecia Le lapidi erano caratterizzate da un buco al centro realizzato con un chiodo piegato. Eloquente la frase tradotta dall'espert a Jessica Lamont: "Getta il tuo odio su Phanagora e Demetrio e la loro taverna e tutte le loro proprietà" oppure "Ridurre nel sangue e nella cenere i miei nemici. E colpirò la tua lingua con un 'Kynotos"'. Quest'ultimo è un termine utilizzato all'epoca nell'ambito del gioco d'azzardo. Un particolare che ci proietta uno spaccato della società dell'Antica Grecia dove le locande erano, probabilmente, il ritrovo di giocatori d'azzardo, scommettitori e persone dedite ad "attività disgustose". |
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