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Messaggi del 16/09/2017

ALTRE NOTIZIE....

Post n°1466 pubblicato il 16 Settembre 2017 da blogtecaolivelli

 

 articolo da Internet

Estinzione di massa: scoperto

il segreto per sopravvivere

Sopravvivere ad un'estinzione di massa: i segreti dei

terapsidi, gli antenati dei mammiferi.

AMBIENTE Angelo Petrone 0 6:30 8 aprile 2016

In un'epoca lontanissima, risalente all'incirca a 250 milioni

di anni fa, alcuni vulcani in Siberia diedero il via ad una serie

di eruzioni proiettando nell'atmosfera miliardi di tonnellate

di carbonio. Un evento dalla portata immane che ebbe ricadute

pesantissime sul nostro pianeta con estinzioni di massa.

Milioni di esseri viventi perirono per lo sconvolgimento

dell'atmosfera e dell'ecosistema nell'ambito di un evento

conosciuto come l'Estinzione del Permiano Triassico.

Ma alcuni esseri viventi riuscirono a sopravvivere: si tratta

di un antichissimo ordine di rettili denominato terapsidi.

Conosciuti come gli antenati dei mammiferi, i terapsidi

erano caratterizzati da dimensioni molto ridotte ed

un'aspettativa di vita limitata.

estinzione

Estinzione di massa: scoperto il segreto per sopravvivere Fonte: Wikipedia

Proprio quest'ultimo aspetto, secondo uno studio realizzato

da Adam Huttenlocker del Natural History Museum of Utah,

avrebbe determinato la sopravvivenza di questi animali in una

delle più grandi estinzioni di massa della storia. La breve vita

dei terapsidi avrebbe permesso di raggiungere prima l'età

dell'accoppiamento insieme ad un migliore adattamento alle

condizioni, davvero difficili, che il mondo stava attraversando.

Una particolare categoria di terapsidi, noti come Lystrosaurus

durante il periodo dell'estinzione conobbero, inoltre, una

diminuzione delle proprie dimensioni passando da due metri

alla grandezza di un cane.

 
 
 

ALTRI ASTEROIDI.....

Post n°1465 pubblicato il 16 Settembre 2017 da blogtecaolivelli

articolo da Internet

Asteroide che ha causato

l'estinzione dei dinosauri,

ha inizio lo studio del

cratere

Ha inizio lo studio del createre generato dall'asteroide

che si pensa possa aver causato l'estinzione dei dinosauri

AMBIENTE Rinaldo Cilli 0 7:15 9 aprile 2016

Sta per iniziare uno studio assolutamente senza precedenti

del cratereChicxulub (Messico), il luogo ove cadde l'asteroide

 che potrebbe aver causato l'estinzione dei dinosauri.

La missione sta per avere inizio; la nave Mirto, cui viaggiano

numerosi scienziati provenienti da svariate parti del mondo

(Stati Uniti, Regno Unito, Messico) ha già raggiunto il luogo

ove nel corso di questa settimana verrà effettuata la perforazione

del cratere. La nave, che funzionerà anche come piattaforma

per gli scavi, è caratterizzata da tre appoggi sul fondo dell'oceano

poco a nord della città di Merida, 30 km al largo della costa della

Penisola dello Yucatan.  Il compito degli scienziati è quello di

perforare circa 1.500 metri nel fondo del mare e raggiungere il

cuore del cratere. In un primo momento i ricercatori dovranno

attraversare circa 600 metri di sedimenti oceanici che, come ribadito,

hanno coperto la zona nel corso degli ultimi 66 milioni di anni

(dal momento in cui avvenne l'impatto dell'asteroide sulla Terra).

Dovranno poi scavare altri 900 metri nel cratere stesso ed estrarre

un unico materiale che non è mai stato osservato prima d'ora

dagli esseri umani.

cratere

Asteroide che ha causato l'estinzione dei dinosauri, ha inizio lo studio del cratere

Con questi campioni gli scienziati sperano di ottenere due risposte

principali ed importanti: per prima cosa si potrà conoscere quella

che è l'entità dell'impatto di un corpo celeste avente un diametro di

circa 18 km e calcolare altresì quanta materia è stata sollevata in aria

dopo l'impatto. Secondo una recente ipotesi queste rocce sono rimaste

per anni intrappolate nella stratosfera, bloccando i raggi del sole e

causando un raffreddamento climatico estrameente notevole (che

avrebbe poi causato l'estinzione dei dinosauri). I ricercatori stimano

che la perforazione avrà una durata di due mesi e i lavori dovebbero

concludersi entro fine Giugno (prima dell'inizio della stagione degli

uragano nella zona). Secondo recenti studi il cratere ha una larghezza

di circa 100 km e una profondità di 30 km, anche se il limite potrebbe

essere addirittura di 200 km.

 
 
 

DA MARTE.......

Post n°1464 pubblicato il 16 Settembre 2017 da blogtecaolivelli

articolo da Internet

Marte, scoperto un cratere

contenente ghiaccio

Una notevole quantità di ghiaccio potrebbe essere presente

sotto la superficie di un enorme cratere su Marte.

ASTRONOMIA Angelo Petrone 0 1:52 1 settembre 2015

Marte non finisce mai di stupire. Un enorme cratere dalle

dimensioni pari alla California ed al Texas insieme, è stato

scoperto dal Mars Reconnaissance Orbiter. Ma se la

presenza di una formazione di simili dimensioni non è del

tutto nuova al pianeta rosso, l'esistenza di un'enorme

quantità di ghiaccio ad una profondità davvero ridotta

al di sotto della superficie, potrebbe rappresentare una

scoperta del tutto nuova.

ghiaccio marte

Marte, scoperto un cratere contenente ghiaccio

L'esistenza del prezioso elemento, appena al di sotto

della superficie, ha sorpreso gli studiosi che non si aspettavano

il ghiaccio ad una tale profondità. E' di 39,6 metri lo spessore

di questo enorme ammasso di ghiaccio, una quantità davvero

notevole. Non è di certo la prima volta che viene rinvenuto 

il ghiaccio su Marte, una presenza largamente testimoniata

ai poli, ma la scoperta degli scienziati smentisce varie teorie

che indicavano la presenza dell'acqua allo stato solido solo a

vari chilometri al di sotto della superficie; l'ulteriore conferma

di come il pianeta rosso possa riservare ancora tante sorprese.

 
 
 

DA MARTE.......

Post n°1463 pubblicato il 16 Settembre 2017 da blogtecaolivelli

da Internet

Marte: Phobos e Deimos

create da un gigantesco asteroide?

Secondo un gruppo di ricercatori Phobos e Deimos sarebbero

state create dall'impatto su Marte di un gigantesco asteroide

ASTRONOMIA Rinaldo Cilli 0 8:48 9 aprile 2016

Un gruppo di ricercatori ritengono assai probabile che Phobos e 

Deimos, le due lune di Marte, si siano formate a seguito

dell'impatto si un gigantesco asteroidesul Pianeta Rosso.

Le simulazioni hanno mostrato un oggetto con più o meno

la massa di Plutone che avrebbe gettato in orbita parte della

massa del Pianeta Rosso; Julien Salmon del Southwest Research

Institute di Boulder, in Colorado, ha rivelato la sua teoria al

Lunar and Planetary Science Conference a The Woodlands, i

n Texas. Se le lune erano asteroidi avrebbero orbite assai

meno regolari, riferiscono i ricercatori. Ora Salmon e il suo

collega Robin Canup hanno adattato alcuni modelli utilizzati

per studiare la formazione della Luna, anch'essa pensata come il

risultato dell'impatto di un asteroide sulla Terra; su Marte, in

particolar modo, l'intensa collisione avrebbe gettato enormi

quantità di massa in orbita e il bordo del disco avrebbe raggiunto

una distanza di circa 24.000 chilometri, la stessa distanza ora

occupata da Deimos. " C'è l'idea che Phobos e Deimos siano

gli unici due superstiti di un'intera 'popolazione di asteroidi',

riferisce Salmon.

Phobos

Marte: Phobos e Deimos create da un gigantesco asteroide?

"Un oggetto così grande che colpisce Marte può spiegare

alcune altre misteriose caratteristiche che osserviamo tutt'ora,

come la rotazione relativamente veloce del Pianeta e le grandi

differenze di altezza media superficiale tra l'emisfero settentrionale

e quello meridionale" conclude Salmon. C'è da dire, tuttavia, che a

differenza della nostra Luna il satellite principale di Marte (Phobos)

si sta muovendo sempre più vicino al Pianeta 'genitore', che viene

inesorabilmente spinto verso il basso; questa marea gravitazionale

sta aprendo profondi solchi sulla superficie di Phobos, dalle

dimensioni davvero incredibili (100-200 metri di larghezza,

10-30 metri di altezza). Qualcosa di molto simile potrebbe accadere,

ad esempio, anche alla luna di Nettuno, Tritone, che sta perdendo

anch'essa l'orbita e presenta solchi piuttosto marcati sulla superficie.

 
 
 

DA MARTE.......

Post n°1462 pubblicato il 16 Settembre 2017 da blogtecaolivelli

Il rivestimento di flavonoidi

renderebbe le campanule

capaci di resistere anche

alle radiazioni più potenti.

I risultati della ricerca.

ASTRONOMIA Angelo Petrone 0 20:54 4 maggio 2017

Le condizioni ambientali su Marte sono proibitive per gli uomini,

ma non per lecampanule. A rivelarlo è una ricerca condotta dal

biologo dell'Istituto Nazionale di Ricerca Agronomica francese

David Tepfer e da Sydney Leach, un fisico dell'Osservatorio di

Parigi. In pratica, secondo gli esperti, i semi di questi fiori sarebbero

capaci di resistere alle radiazioni ultraviolette dei viaggi i

nterplanetari. Tutto ciò sarebbe possibile grazie ad una massiccia

quantità di antiossidanti in grado da fungere da "scudo". Ma è la

scienza, ancora una volta, a tentare di copiare la natura. Gli studiosi,

infatti, ritengono di poter realizzare degli integratori per astronauti e

animali in grado di proteggere il corpo nei viaggi spaziali.

Gli studiosi hanno esposto a quantità crescenti di raggi

ultravioletti diversi tipologie di semi, tra cui quelli del

tabacco, Arabidopsis, oltre alle campanule, già conosciuti

per la notevole capacità di sopravvivere nel terreno anche

per oltre cinquantanni. I risultati hanno confermato l'estrema

resistenza dellecampanule che sono state in grado di germogliare

anche dopo la massiccio irradiazione dei raggi  Uv, superiore a sei

milioni di volte quella utilizzata dagli esperti per rendere l'acqua sterile.

Il "segreto" del successo è il rivestimento di flavonoidi, una potente

sostanza antiossidante, che consente ai semi di resistere a condizioni

così estreme.

 
 
 

DALLO SPAZIO....

Post n°1461 pubblicato il 16 Settembre 2017 da blogtecaolivelli

Enorme nube di gas rovente

scoperta nello spazio

Una nube di gas è stata scoperta dagli esperti poco lontano

dall'ammasso galattico Perseo. Le caratteristiche della formazione.

ASTRONOMIA Angelo Petrone 0 19:33 5 maggio 2017

Un'enorme onda di gas calda è stata scoperta da un team di ricercatori

guidati dal Goddard Space Flight Center della NASA. Si tratta di una

formazione dalle dimensioni davvero spaventose collocata poco lontano

dall'ammassogalattico di Perseo, ad una distanza di 240 milioni di anni luce.

Un'estensione pari al doppio di quella della Via Lattea caratterizza la 

formazione che è stata individuata grazie ad alcune foto a raggi-X

dell'ammasso di Perseo, un enorme gruppo di galassie. Nel corso delle

rilevazioni, gli esperti hanno scoperto una spaventosa protuberanza

poco lontano dalla galassia, una formazione che, fin da subito,

è apparsa poco chiara.

Enorme nube di gas rovente scoperta nello spazio

Attraverso la combinazione delle immagini del telescopio

Chandra X-ray Observatory, alcune simulazioni realizzate

al computer ed i dati radio del Very Large Array, gli studiosi

scoperto la natura dell'enorme onda di gas. L'altissima

temperatura sarebbe stata prodotta, molto probabilmente,

da un evento catastrofico avvenuto miliardi di anni fa. In

pratica, secondo le prime ipotesi, l'ammasso di Perseo

 si sarebbe scontrato, in un lontano passato, con un altro

cluster più piccolo provocando una fusione di gas di

differenti nature e temperature: l'evento avrebbe, così, 

innescato la nascita dell'onda di gas. I dati della scoperta

sono stati resi noti sulla rivista Monthly Notices of

the Royal Astronomical Society.

 
 
 

DA GIOVE.........

Post n°1460 pubblicato il 16 Settembre 2017 da blogtecaolivelli

Giove non è quello che ci aspettavamo:

i dati della sonda Juno

Le informazioni della sonda Juno della NASA hanno rivelato

caratteristiche di Giove ben differenti dalle aspettative.

ASTRONOMIA Angelo Petrone 0 10:27 8 maggio 2017

La sonda Juno, in questi giorni in orbita intorno a Giove,

ci ha mostrato lo spaccato di un pianeta che si discosta

non poco dalle nostre aspettative. Sono davvero tante le

caratteristiche che il gigante gassoso ha mostrato agli

occhi della Juno Cam e dei vari strumenti di rilevazione. 

Tra i vortici che spirano sulpianeta, la sonda ha rivelato

uno spesso strato di ammoniaca posizionato lungo la fascia

equatoriale. La sostanza, del tutto assente nel resto dell'atmosfera,

 si espande in profondità fino a 300 chilometri al di sotto delle nubi.

Giove non è quello che ci aspettavamo: i dati della sonda Juno

Ma sono le profondità di Giove a stupire gli esperti. Se fino a

poche settimane fa era convinzione comune che il pianeta fosse

avvolto da uno strato di idrogenocon piogge di elio posizionato

su uno strato di idrogeno metallico ed infine un nucleo di solido,

ora alla luce dei dati, sembra che i vari strati si succedano con una

significativa disomogeneità. Il nucleo, inoltre, sembra essere di natura

fluida. Insomma molte ipotesi del passato hanno trovato una secca

smentita dai dati prodotti della sonda Juno rivelando un gigante

gassoso diverso dalle aspettative. E non finisce qui: il 19 maggio

la sonda analizzerà la grande macchia rossa, l'imponente vortice

che da secoli sconvolge l'atmosfera del pianeta con nuove

possibili  sorprese.

 
 
 

DALLO SPAZIO....

Post n°1459 pubblicato il 16 Settembre 2017 da blogtecaolivelli

Spazio, le quattro tecnologie

che cambieranno il mondo

nei prossimi anni

Dalla modifica della traiettoria di un asteroide al viaggio

nello spazio ad una velocità cinque volte superiore al suono;

ecco le tecnologie in grado di cambiare le nostra vita

ASTRONOMIA Angelo Petrone 0 16:15 9 settembre 2015

Quattro innovazioni in grado di modificare radicalmente l

a vita di tutti gli uomini. E' nel laboratorio dell'agenzia

aerospaziale e della difesa Lokheed Martin a Palo Alto,

in California che si stanno sviluppando queste speciali

tecnologie. Un nuovo sistema di mappatura di fulmini e

tempeste dovrebbe essere lanciati nel corso dell'anno

prossimo. Si tratta di un dispositivo in grado di prevedere

in maniera estremamente precisa l'arrivo di uragani e

tempeste aiutando gli aerei a modificare le rotte. Ma

una delle tecnologie più interessanti è senza dubbio quella

che permetterà di scattare foto agli estremi confini dell'Universo.

tecnologie cambieranno vita dell'uomo

Spazio, le quattro tecnologie che cambieranno il mondo nei prossimi anni

Tutto ciò sarà possibile grazie alla NIRcam, una particolare

camera in grado di individuare oggetti dalla luminosità quasi

impercettibile. Il dispositivo sarà in grado di aiutare nella

comprensione della materia oscura. Viaggiare a 25 mila miglia

all'ora potrebbe essere alla portata dell'uomo ad una delle

tecnologie sviluppate da Lockheed Martin. Questa funzione

potrebbe permettere di raggiungere Londra dall'Australia in meno

di un'ora. Evitare l'impatto con un'asteroide sarà possibile grazie

agli studi con gli scienziati della NASA. Una speciale sonda sarà

presto inviata su Osiris-Rex per carpirne il funzionamento

dell'orbita e come essa possa essere modificata.

 
 
 

DALLO SPAZIO....

Post n°1458 pubblicato il 16 Settembre 2017 da blogtecaolivelli

ASTRONOMIA Angelo Petrone 0 18:16 6 settembre 2016

Si trova in una posizione quasi perennemente all'ombra

ed a ridosso di una roccia. Il lander Philae dell'Esa è stato

finalmente ritrovato dalla sonda Rosetta. Dopo un mese

dalla scomparsa del dispositivo le ricerche hanno portato

finalmente al tanto sospirato ritrovamento, anche se sarà i

mpossibile riportare in attività i vari dispositivi. La scoperta

è avvenuta grazie ad una serie di foto realizzate ad una distanza

relativamente ravvicinata (2,7 chilometri di altezza). L'immagine,

catturata lo scorso due settembre, non lascia spazio al dubbio:

l'aggeggio ripreso nella foto è Philae.

cometa philae rosetta

Rosetta ritrova Philae, il lander scomparso tra le rocce della cometa

Nell'immagine è possibile intravedere le parti inferiori del 

lander che fungevano da "zampe". La posizione, particolarmente

sfavorevole, ha impedito il funzionamento dei pannelli solari lasciando

il dispositivo senza energia. Era il 13 novembre del 2014 quando Philae 

aveva messo "piede" sulla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko 

perdendo la carica energetica dopo poche ore. Una serie infinita di

ricerche da allora ha tentato di risalire all'esatta posizione del lander,

in un'area della superficie non lontana "dall'accometaggio". Il ritrovamento

è avvenuto nella zona della cometa conosciuta come Abydos  che

rappresenta il lobo di dimensioni minori del corpo celeste. La ricerca,

intanto, ha prodotto una serie di immagini spettacolari della

superficie dell'oggetto cosmico.

 
 
 

DALLO SPAZIO....

Post n°1457 pubblicato il 16 Settembre 2017 da blogtecaolivelli

Spazio, scoperto il segreto delle esplosioni super luminose

Le magnetar (magnetic star) sarebbero in grado di produrre esplosioni

con una luminosità pari a decine di volte quella della Via Lattea.

ASTRONOMIA Angelo Petrone 0 6:29 27 marzo 2016

Le esplosioni di supernove sono note per essere gli eventi più

violenti e luminosi del cosmo con una luce accecante che supera

di miliardi di volte quella del nostroSole. Ma se pensate che questi

avvenimenti siano i più potenti, vi sbagliate. Si chiamano supernove

superluminose (SLSNe) ed hanno una potenza che va dalle dieci

alle cento volte quella delle supernove normalmente osservate.

Il fenomeno non è ancora del tutto chiaro agli esperti che ancora non

hanno ben compreso quale sia il serbatoio di tanta energia prodotta

nelle esplosioni. Ma una nuova ricerca realizzata da un team di esperti

argentini e giapponesi potrebbe far luce sul fenomeno. Secondo lo studio,

pubblicato sulle pagine di Astrophysical Journal Letters, l'enorme potenza

proverrebbe da una speciale categoria di stella di neutroni: la magnetar,

sigla che sta per magnetic star.

Spazio, scoperto il segreto delle esplosioni super luminose Fonte:Io9

Questa particolare tipologia di stella è caratterizzata da un campo magnetico

grande diverse miliardi di volte quello del nostro pianeta ed in grado di

produrre enormi quantità di raggi gamma e raggi x avvistabili anche a

distanze siderali. Proprio alla categoria delle magnetar apparterrebbe

 ASASSN-15lhSN 2011kl, unasupernova  osservata nel 2011 e capace

di produrre esplosioni con emissioni di raggi gamma per una durata di

oltre venti minuti, una luminosità pari a cinquecento volte quella delle

"normali" supernove e venti volte quella dell'intera Via Lattea.

 
 
 

DALLO SPAZIO....

Post n°1456 pubblicato il 16 Settembre 2017 da blogtecaolivelli

Attraverso un collage di oltre

mille foto, gli esperti hanno

riprodotto un sorvolo del gigante

gassoso in un suggestivo video

time-lapse.

ASTRONOMIA Angelo Petrone 0 13:59 23 maggio 2017

Sorvolare Giove ed osservarne "da vicino" le particolari

caratteristiche dell'atmosfera è, oggi, possibile grazie ad

un video realizzato da un team di novanta astronomi. Immagini 

davvero suggestive quelle riprese dall'ipotetica astronave nel 

filmato in time-lapse. Il video è il frutto di un'approfondito

collage prodotto grazie alle immagini realizzate dalla Terra

 grazie a strumenti di osservazione dall'incredibile potenza.

Gli scatti risalgono al 2014 e sono stati realizzati da ottobre

al mese di dicembre.Sono oltre mille le immagini riprese dagli

astronomi ed assemblate in modo da simulare un sorvolo sul 

gigante gassoso fino a polo nord. Nel filmato Gioveappare

inizialmente come un piccolo puntino visibile in lontananza per

poi avvicinarsi. Man mano che il gigante gassoso si approssima

all'osservatore appaiono le varie bande di nubi in veloce rotazione.

Si distingue, in particolare, la Grande Macchia Rossa insieme ad altri

vortici di dimensioni minori e gli ovali bianchi, ovvero le nubi fredde

situate negli strati superiori dell'atmosfera.

 
 
 

DA TITANO......

Post n°1455 pubblicato il 16 Settembre 2017 da blogtecaolivelli

Titano in arrivo nuvole di metano,

i fenomeni osservati da Cassini

Il satellite di Saturno, Titano, sta attraversando una nuova fase.

Avvistate delle nuvole sull'emisfero nord.

ASTRONOMIA Angelo Petrone 0 17:55 4 gennaio 2017

Titano è uno dei corpi celesti che sa sempre desta maggiore attenzione.

La presenza di un'atmosfera, con i relativi fenomeni atmosferici, rappresenta

un elemento di indubbio interesse per gli esperti, attenti ai movimenti

dellecoperture nuvolose e dei venti. Naturalmente le nuvole che ricoprono

i cieli della luna hanno caratteristiche differenti dalle nostre, vista al

composizione di metano. Per un periodo pari a quattro anni, dal

2010 al 2014, è stata registrata una sostanziale assenza delle 

formazioni nuvolose. Insomma cieli tersi sulla luna, probabilmente

a causa dei venti che avrebbero spazzato via le nuvole sette anni fa.

titano

Titano in arrivo nuvole di metano, i fenomeni osservati da Cassini

Il fenomeno, nell'ultimo periodo, sembra essersi arrestato, ora,

con il ritorno dellenuvole, soprattutto al nord. Secondo i ricercatori

potrebbe trattarsi della spia che dimostra l'arrivo dell'estate su Titano.

 L'aumento delle temperature, infatti, è direttamente correlato alla

nascita delle formazioni nuvolose. Le nuvole di metano, avvistate

da Cassini, rappresentano un evento a dir poco clamoroso. A

dimostrarlo sono le immagini scattate dalla sonda che mostrano

significativi banchi di nubi ricoprire il Ligeia Mare, un vasto bacino

di idrocarburi, secondo, per dimensioni, solo al Kraken Mare.

 
 
 

LA TERRA DALLO SPAZIO.....

Post n°1454 pubblicato il 16 Settembre 2017 da blogtecaolivelli

Spazio, un giorno sulla Terra in un video timelapse

Un giorno sulla Terra visto in un video straordinario in timelapse

ASTRONOMIA Rinaldo Cilli 0 8:50 1 febbraio 2016

Il satellite meteorologico Himawari-8, dotato di telecamere

sofisticate ad alta definizione e ad infrarossi gestito dalla

Japan Meteorological Agency, ha registrato le immagini

in HD di un giorno intero sulla Terra. In un video

 affascinante e mozzafiato recentemente pubblicato

dall'analista Charlie Loyd, si può osservare il nostro

Pianeta nella giornata del 3 Agosto 2015. Il video raccoglie

le intere 24 ore in un solo filmato della durata di 12 secondi;

ciò è stato possibile grazie all'utilizzo dell'ormai diffusissima

tecnica chiamata "timelapse", con un ingrandimento di 7.200xy

che mostra in tutta la sua bellezza il lato ovest del Pacifico, l'Australia,

parte dell'Asia, l'Antartide e l'Alaska.


Il video è stato poi pubblicato a risoluzione ottimale sul sito

Glittering blu. Iltimelapse è una tecnica ormai ampiamente

utilizzata da quasi tutte le persone per preparare video di breve

durata, ma che raccolgono momenti piuttosto lunghi; consiste, in

particolare, nel creare un video tramite alcuni fotogrammi scattati a

frequenza di molto inferiore a quella della riproduzione.

Terra

 
 
 

KEPLER.........

Post n°1453 pubblicato il 16 Settembre 2017 da blogtecaolivelli

La NASA ha confermato oggi che il pianeta extrasolare Kepler-438b,

considerato il gemello della Terra, in realtà sarebbe inospitale alla vita

ASTRONOMIA Manuela De Quarto 0 9:35 19 novembre 2015

Kepler-438b non può ospitare la vita umana, uno studio della NASA 

spiega il perché. A gennaio di quest'anno, fu scoperto un pianeta

extrasolare molto simile alla Terra, a circa 470 anni luce dalla Terra,

nella costellazione della Lira. Il pianeta fu chiamato Kepler-438b e

venne considerati un gemello della Terra, tanto da far iniziare subito

un'analisi dettagliata del pianeta extrasolare. Oggi un gruppo di

scienziati dell'Università di Warwick ha pubblicato il resoconto

degli studi fatti, annunciando che Kepler-438b è inospitale, non

ci può essere vita per come la intendiamo noi.

kepler-438b

Il pianeta Kepler-438 b è inospitale, non si tratterebbe del pianeta gemello che la NASA pensava

Sembra, infatti, che il pianeta subisca forti radiazioni dalla sua stella

madre, una nana rossa. Queste radiazioni, che si verificherebbe con

una certa frequenza e sarebbero dieci volte più intense di quelle del

nostro Sole, in poco tempo consumeranno l'atmosfera di Kepler- 438b,

rendendolo inospitale. Niente paura, però, rimangono altri sette pianeti

che potrebbero ospitare la vita, gli scienziati della NASA continuano

fiduciosi la ricerca di un pianeta gemello.

 
 
 

DA HUBBLE............

Post n°1452 pubblicato il 16 Settembre 2017 da blogtecaolivelli

Galassia dalla forma inedita

scoperta da Hubble

Scoperta, grazie ad Hubble, una galassia dalla forma irregolare

da sempre considerata come una nebulosa.

ASTRONOMIA Angelo Petrone 0 15:18 25 gennaio 2016

Una galassia dalla forma davvero unica è stata scoperta dal

telescopio Hubble. Si tratta di una formazione del tutto speciale

che, per anni, è stata considerata come una vera e propria nebulosa.

Non a spirale e nemmeno ellittica, la forma dellagalassia NGC 5408,

appare più unica che rara, traendo  in inganno, per lungo tempo,

gli osservatori. Le galassie "ribelli" caratterizzate cioè da una forma

del tutto irregolare, sono circa il 25% di quelle fino ad ora osservate.

Una quantità senza dubbio notevole e che provoca non pochi problemi agli esperti.

galassia

Galassia dalla forma inedita scoperta da Hubble Fonte: Wikipedia

La scoperta della Galassia NGC 5408 risale al 1834 quando

John Herschel considerò quella nube di materiale informe come

il risultato dell'esplosione di una vecchia stella. La distanza tra

il nostro pianeta e la Galassia NGC 5408,posizionata all'interno

 della Costellazione de Centauro, è di circa 18 milioni di anni luce

all'interno. L'interno della formazione è caratterizzata, inoltre, da una s

ignificativa presenza di raggi X molto luminosi.

 
 
 

IL PRIMO FIORE....

Post n°1451 pubblicato il 16 Settembre 2017 da blogtecaolivelli

Ricostruito in laboratorio

il primo fiore nato sulla Terra

Le caratteristiche del primo fiore nato sul nostro pianeta

250 milioni di anni fa. Ecco com'era fatto.

AMBIENTE Angelo Petrone 0 12:52 3 agosto 2017

Il primo fiore nato sul nostro pianeta è stato ricostruito

da un team di botanici dell'Università Paris-Sud e

dell'Università di Stirling. Anche se si tratta di un modello

tridimensionale, la ricostruzione permette di risalire

all'organo riproduttivo ancestrale delle Angiosperme o

Magnoliofite che caratterizza le piante più evolute c

on un seme protetto. Le consistenza estremamente delicata

dei fiori non ha permesso agli esperti di scoprire fossili di

piante esistite oltre 120 milioni di anni; ben prima dello

sviluppo del prima angiosperme vissuto in un'epoca compresa

tra i 250 e i 140 milioni di anni fa. Lo studio degli esperti si è

dunque concentrato su una ricostruzione delle angiosperme

confrontando 13.444 caratteristiche deifiori, analizzando gli

elementi comuni e le differenze di oltre 800 specie.

Ricostruito in laboratorio il primo fiore nato sulla Terra

Studiando le numerose caratteristiche prese in esame,

si è riusciti a risalite al fiore primordiale che risulta

particolarmente simile alla magnolia. Il fiore, inoltre,

eraermafrodita, cioè aveva sia la componente femminile,

ovvero i pistilli, che gli stami, cioè quella maschile. I "petali"

erano dieci e gli elementi riproduttori componevano una

serie di cerchi concentrici. Si tratta di caratteristiche "più

complesse" rispetto ai fiori moderni che presentano, invece,

molte meno strutture di questo tipo. L'evoluzione e la

"semplificazione" della struttura interna ha permesso ai fiori

moderni di creare un legame più stretto con gli insetti impollinatori.

Fonte: https://www.nature.c

 
 
 

DALLA GRECIA ANTICA....

Post n°1450 pubblicato il 16 Settembre 2017 da blogtecaolivelli

Cinque tavolette con alcune maledizioni sono state ritrovate ad Atene, nei pressi del Pireo.

ATTUALITÀ Angelo Petrone 0 6:40 6 aprile 2016

Un'antichissima usanza della Grecia antica, di cui si erano

perse le tracce da secoli e che è riemersa con il ritrovamento

di una serie di lapidi di marmo, era quella di scrivere delle 

maledizioni verso persone non gradite e sotterrarle, per

meglio farle giungere agli Dei egli Inferi. Le tavolette,

ritrovate già nel 2003 nei pressi del porto del Pireo, ad Atene,

mostrano delle frasi davvero eloquenti. Una ricerca, pubblicata

sulla rivista Live Science, ha rivelato i significati dei testi ritrovati

su cinque lapidi. La prima analizzata è una maledizione di una

giovane donna verso due coppie di persone, probabilmente proprietari

di una taverna ad Atene.

maledizioni tavolette lapidi

Lapidi con maledizioni: lo strano ritrovamento in Grecia

Le lapidi erano caratterizzate da un buco al centro realizzato

con un chiodo piegato. Eloquente la frase tradotta dall'espert

a Jessica Lamont: "Getta il tuo odio su Phanagora e Demetrio

e la loro taverna e tutte le loro proprietà" oppure "Ridurre

nel sangue e nella cenere i miei nemici. E colpirò la tua lingua

con un 'Kynotos"'. Quest'ultimo è un termine utilizzato all'epoca

nell'ambito del gioco d'azzardo. Un particolare che ci proietta

uno spaccato della società dell'Antica Grecia dove le locande

erano, probabilmente, il ritrovo di giocatori d'azzardo, scommettitori

e persone dedite ad "attività disgustose".

 
 
 

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