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Post n°43 pubblicato il 18 Aprile 2007 da briciolina82
Stasera il Tgr Sicilia di Raitre delle ore 19:30 ha dato la seguente notizia, ve la riporto per sommi capi : "Alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Palermo scontri fra militanti dell'estrema sinistra e dell'estrema destra in occasione della conferenza dell'ex leader romano di Potere Operaio Oreste Scalzone , invitato a parlare del movimento del '77 che proprio a Palermo nella facoltà di Lettere ebbe uno dei centri più attivi con la nascita dei primi gruppi autonomi e degli indiani metropolitani. All'appuntamento, promosso dal collettivo universitario, si sono presentati esponenti di Azione Universitaria e insieme a loro il deputato di An X e il consigliere comunale dello stesso partito Y. Questi ultimi sono stati aggrediti da un gruppo di studenti [...] e infine lancio di oggetti, pietre, sedie; la Digos ha dovuto inviare rinforzi per sedare gli animi. Durante il tafferuglio è rimasto ferito leggermente un fotoreporter." Devo premettere che anche se al momento in cui avvenivano gli scontri mi trovavo in Facoltà non ho assistito al "proclama" di tale signore o "ricordo degli anni di piombo", non saprei come chiamarlo. Ma ho sentito con le mie orecchie una settimana fa il preside che si rifiutava di "ospitarlo" nella nostra facoltà e alcuni esponenti del collettivo universitario accusarlo di censura e invitarlo contro la sua volontà, raccogliendo firme tra gli studenti . Questo pomeriggio io non mi trovavo tra coloro che ascoltavano Scalzone ma in una aula ,sempre del pianterreno, ad un seminario. Ad un certo punto ho sentito urla e il rumore di porte che sbattevano e di cancelli metallici -qualcuno mi avrebbe detto dopo che il preside aveva chiuso i cancelli dei dipartimenti per evitare incursioni di estranei-.Per evitare la folla ancora assembrata davanti alla facoltà sono uscita dall'ingresso posteriore e ho visto le camionette e le volanti della polizia ancora parcheggiate là davanti e le forze dell'ordine che piantonavano l'edificio. Tutto si era placato, soltanto pietre a terra. Ho raccolto testimonianze di colleghi - non so se di parte o meno- secondo le quali erano stati esponenti di Forza Nuova a scagliare bottiglie di vetro e pietre anche contro le auto ivi parcheggiate e a cominciare con gli insulti, e che mi informavano che il preside, allarmato, si era visto costretto a chiamare le forze dell'ordine. Non so di preciso come sia andata, ma soltanto prima di questi accadimenti tra me stessa avevo ipotizzato che dalla venuta di questo Scalzone non sarebbe sortito nulla di buono.E ho visto anche l'accanimento del collettivo nel volerlo a tutti i costi.Hanno pure disseminato per tutta la città manifesti di incitamento alla ribellione qui e ora. Lo sgomento e l'indignazione l'hanno fatta da padrone in questa giornata preannunciata. |
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VERSI
Io sono solo
Il fiume è grande e canta
Chi c'è di là?
Pesto gramigne bruciacchiate.
Tutte le ore sono uguali
Per chi cammina
Senza perché
Presso l'acqua che canta.
Non una barca
Solca i flutti grigi
Che come giganti placati
Passano davanti ai miei occhi
Cantando.
Nessuno.
(Attilio Bertolucci)
A volte sulla sponda della vita
preso da un infinito scoramento
mi seggo; e dove vado mi domando,
perché cammino. E penso la mia morte
e mi vedo già steso nella bara
troppo stretta fantoccio inanimato...
Quant'albe nasceranno ancora al mondo
dopo di noi!
Di ciò che abbiam sofferto
di tutto ciò che in vita ebbimo a cuore
non rimarrà il più piccolo ricordo.
Le generazioni passan come
onde di fiume...
Una mortale pesantezza il cuore
m'opprime.
Inerte vorrei esser fatto
come qualche antichissima rovina
e guardare succedersi le ore,
e gli uomini mutare i passi, i cieli
all'alba colorirsi, scolorirsi
a sera.
(Camillo Sbarbaro)
Non so dove i gabbiani abbiano il nido,
ove trovino pace.
Io son come loro,
in perpetuo volo.
La vita la sfioro
com’essi l’acqua ad acciuffare il cibo.
E come forse anch’essi amo la quiete,
la gran quiete marina,
ma il mio destino è vivere
balenando in burrasca.
(Vincenzo Cardarelli)
MIE POESIE NEL BLOG
Ti ho cercato nelle onde del pensiero,
al tramonto nell'abbraccio
tra la nube grigio-perla e il rosso rubino.
ti ho cercato nelle grotte del bisogno
come verdura assetata
di liquido evanescente.
Come il Bernini
nell'aureola di Santa Teresa cattura
un riverbero di luce divina.
Tu, raggio di sole...
Io, candore di luna...
Malia
Difficile in un antro di dolore,
tra porzioni d’ansia e un tamburellare,
saggiare l’extratemporale,
coglierne di sbieco l’espressione
mentre aspira chino nervosamente.
Discutibile, mastica parole sincopate,
tra una boccata e un’altra,
tra un passo e un altro.
Si abbina allo sguardo maliardo
quell’occhio stampato sul braccio.
È un quasar, mistero insolubile
O un buco nero che attira
il mio fluido vitale,
confonde l’orientamento
D’intralcio l’orario rompe l’incanto,
di scatto poi col ticchettio
copre il mio battito.
Non che il mio turno non ci divida;
ma è la distanza tra noi la deriva.