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Questo mio intervento è pensato sia per porre fine agli insistenti inviti di lampoblu perchè io aggiorni il mio blog sia in conseguenza di del suo intervento in cui racconta di Luca ossia di Ciro Milani, il ragazzo che aveva pubblicato un blog con il suo futuro suicidio come tema, cronoca di una morte annunciata, premeditata e non creduta.Leggendo tutti gli interventi del suo blog ho convenuto con lui sul fatto che fosse un esibizionista.Chi potrebbe negarlo?Che senso ha condividere i progetti per la propria morte con gente dalla quale farsi insultare e da cui non si vuole nè conforto nè essere ascoltati? Però chi ha il coraggio di sindacare sulle ragioni del suo gesto, su motivi che non conosciamo?Io no di certo.Se quello che si è non coincide con quello che si vorrebbe essere e si pensa che la propria esistenza non abbia alcun significato allora si scelga:vivere o morire.Un pò mi sono riconosciuta nella sua solitudine, nella sua paura di invecchiare.Aggiungete bulimia e autolesionismo e un macigno che è il panico che toglie il respiro ed è tutta energia repressa e una famigflia che mi tiene in una prigione di dorata.Ma sottraete il coraggio di una scelta,l'impossibilità di cambiare la mia vita;troppa paura di morire e allo stesso tempo di vivere non come un automa.Non ho dalla mia la fede in un dio buono e in una vita bella che valga la pena di essere vissuta.Ma sono troppo vigliacca e pigra per cambiare il corso degli eventi.Arroccata nei rimpianti passati e nella paura di un domani che allo stesso tempo non riesco ad immaginarmi, la mia "vita" è un insieme di frammenti di presente in cui mangiare, dormire, guardare la TV e intontirsi di studio(tutti divertissement, distrazioni inutili) e la mancanza totale di progettualità.Questo inizio di millennio che toglie ai giovani il futuro mi aiuta in questo.
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VERSI
Io sono solo
Il fiume è grande e canta
Chi c'è di là?
Pesto gramigne bruciacchiate.
Tutte le ore sono uguali
Per chi cammina
Senza perché
Presso l'acqua che canta.
Non una barca
Solca i flutti grigi
Che come giganti placati
Passano davanti ai miei occhi
Cantando.
Nessuno.
(Attilio Bertolucci)
A volte sulla sponda della vita
preso da un infinito scoramento
mi seggo; e dove vado mi domando,
perché cammino. E penso la mia morte
e mi vedo già steso nella bara
troppo stretta fantoccio inanimato...
Quant'albe nasceranno ancora al mondo
dopo di noi!
Di ciò che abbiam sofferto
di tutto ciò che in vita ebbimo a cuore
non rimarrà il più piccolo ricordo.
Le generazioni passan come
onde di fiume...
Una mortale pesantezza il cuore
m'opprime.
Inerte vorrei esser fatto
come qualche antichissima rovina
e guardare succedersi le ore,
e gli uomini mutare i passi, i cieli
all'alba colorirsi, scolorirsi
a sera.
(Camillo Sbarbaro)
Non so dove i gabbiani abbiano il nido,
ove trovino pace.
Io son come loro,
in perpetuo volo.
La vita la sfioro
com’essi l’acqua ad acciuffare il cibo.
E come forse anch’essi amo la quiete,
la gran quiete marina,
ma il mio destino è vivere
balenando in burrasca.
(Vincenzo Cardarelli)
MIE POESIE NEL BLOG
Ti ho cercato nelle onde del pensiero,
al tramonto nell'abbraccio
tra la nube grigio-perla e il rosso rubino.
ti ho cercato nelle grotte del bisogno
come verdura assetata
di liquido evanescente.
Come il Bernini
nell'aureola di Santa Teresa cattura
un riverbero di luce divina.
Tu, raggio di sole...
Io, candore di luna...
Malia
Difficile in un antro di dolore,
tra porzioni d’ansia e un tamburellare,
saggiare l’extratemporale,
coglierne di sbieco l’espressione
mentre aspira chino nervosamente.
Discutibile, mastica parole sincopate,
tra una boccata e un’altra,
tra un passo e un altro.
Si abbina allo sguardo maliardo
quell’occhio stampato sul braccio.
È un quasar, mistero insolubile
O un buco nero che attira
il mio fluido vitale,
confonde l’orientamento
D’intralcio l’orario rompe l’incanto,
di scatto poi col ticchettio
copre il mio battito.
Non che il mio turno non ci divida;
ma è la distanza tra noi la deriva.